sabato 19 settembre 2009

Tutto a posto e niente in ordine; allora tutto normale!

Non poteva essere diversamente, tante belle parole della Brambilla ma purtroppo, come al solito, non confortate dai fatti.
Sicuramente la crisi economica avrà influito, ma questo vale per tutti i Paesi.
Chi non ricorda alcuni allenatori di calcio che attribuiscono la sconfitta della propria squadra alla pioggia o alla impraticabilità del terreno di gioco, oppure quegli atleti, che durante le gare di qualificazione antimeridiane (olimpiadi o campionati vari), accollano la responsabilità dell’eliminazione all’ora troppo mattutina.
Per gli altri non è mattina o piove?
Nel nostro caro Paese si cerca sempre di trovare una scappatoia alle colpe e in questo sicuramente primeggiamo.
Come l'abitudine nel rendere positiva (?) qualsiasi situazione che ha dato risultati opposti; basta leggere le dichiarazione post elettorali per rendersene conto.
Parliamo del turismo in Italia che, secondo una indagine di hotels.com, vede i nostri alberghi al quarto posto nella graduatoria dei più cari, dopo Svizzera, Danimarca e Norvegia, ma con ben altro servizio.
Siamo al quinto posto (per ora) per numero di turisti (43,7 milioni), dopo la Francia (82 milioni), la Spagna (59,29), gli Usa (56 milioni), la Cina (54,7 milioni), eppure siamo il Paese che vanta la maggior concentrazione di beni culturali nel mondo, abbiamo meravigliose montagne, mare, campagne e colline e, nonostante tutto ciò, non riusciamo a primeggiare.
Disponiamo, inoltre, della più grande percentuale di camere alberghiere del mondo in base alla popolazione nazionale, oltre 34.000 alberghi.
Di chi la colpa?
Nostra ovviamente, cioè dei nostri governanti che non governano e degli operatori del turismo che non riescono ad offrire servizi adeguati, pensando al turista come il classico pollo da spennare e lasciando spazio a giornali esteri dal titolo "Basta con furti in taxi e al ristorante, cambiamo destinazione".
Nei giorni scorsi abbiamo denunciato l'assurdo di due differenti tariffe di taxi, e vale a dire come il percorso Fiumicino/Roma costi 40 euro se il tassista ha la licenza rilasciata dal Comune di Roma, mentre balza a 60 euro se la licenza è stata rilasciata dal Comune di Fiumicino.
Ne consegue che, per risparmiare, prima di salire in taxi occorrerebbe “indagare” su quale Amministrazione cittadina abbia rilasciato la licenza al tassista.
Ma non c’è proprio niente da fare?
Insomma governi, nazionali e locali, e addetti al settore ce la mettono proprio tutta per impedire al settore turistico di decollare, nonostante che questo rappresenti il 12% del Pil nazionale.
Ma questa storia è solo una goccia in quel grande mare (oceano) d’improfessionalità a cui siamo obbligati a sottostare.
Da Primo Mastrantoni, segretario Aduc e Luciano Ardoino

3 commenti:

  1. Mi ero fermata a 5 che guardavano e uno che lavorava.
    Questo è un record da libro dei...

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  2. Veramente Mastrantoni sembra essersi svegliato solo ora...
    E' dal 2006 che insiste questa paradossale situazione all' aeroporto di Fiumicino.
    L' ex sindaco Veltroni in quel periodo concordò con la categoria dei tassisti una tariffa fissa di 40 euro da e per l' aeroporto di Fiumicino all' interno delle mura aureliane.
    Il comune di Fiumicino invece optò per una tariffa fissa di 60 euro.
    Non ricordo particolari sforzi da parte di Veltroni per concordare una tariffa unica tra i due comuni.
    Tra l' altro, in caso di mancato accordo tra i due comuni, la patata bollente avrebbe dovuto gestirla la Provincia ( della serie : Chi l' ha vista ? )
    Ora, mi sembra un pò tardivo l' intervento dei vari Mastrantoni, e di alcuni deputati del PD, che sembrano essersi svegliati da un lungo sonno...
    La logica direbbe di unificare le tariffe dei due comuni a 50 euro, ma non sembra che i tassisti romani vogliano ancora sentire parlare di tariffe fisse.
    Occorre creare anzitutto corsie separate per i due comuni, con i dovuti tragitti da effettuare, e magari tornare all' unico strumento che può garantire chiarezza e trasparenza, per cui il taxi ha ragione di essere : il tassametro !

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  3. @Rafhael
    No, per amor del cielo, anche se l'articolo l'ho scritto a quattro mani riprendendo una dichiarazione del Mastrantoni, non condivido quasi nulla dei presidenti delle associazioni, enti, federazioni eccetera eccetera che "giacciono” nel nostro Paese.
    Era solo lo spunto per evidenziare l’italianità nel non saper risolvere anche le più elementari questioni; in questo caso turistiche, che è poi la cosa di cui mi interesso.
    Concordo con la tua descrizione ed ancora di più sul fatto che sarebbe dovuta essere una priorità della Provincia (la bella addormentata) e sul fatto che risulti completamente infruttuoso il parlarne a posteriori, ossia allo scopo unico di rompere gli “zebedei” perché Roma ha cambiato bandiera.
    La questione andava risolta un po’ prima, mentre anche da questa banale considerazione, come sopraddetto, si evince l’inconsistenza delle istituzioni, delle associazioni e di tutto quello che circola nell’ambito turistico.
    Grazie

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