domenica 6 dicembre 2009

La meritocrazia nel turismo: è sempre troppo tardi

Si riempiono continuamente la bocca dell’ideologia della parola merito per convincere gli stolti, ma non appena se ne presenta l’occasione per evidenziare questa loro “presunta” e pluri ricercata pre elettorale prerogativa, ecco che invece, dopo, vanno probabilmente da tutt’altra parte.
Mi riferisco nuovamente (scusate) al recente, per noi, gravoso fatto della nomina a General Manager dell’Enit (Ente Nazionale Italiana Turismo) di Paolo Rubini da parte della Brambilla, la ministra del turismo.
La causale dell’investitura è che il sopraddetto dovrebbe essere in possesso di comprovati e adeguati requisiti tecnico-professionali in relazione ai compiti istituzionali dell'Enit, pur provenendo dal settore dei cordoni ombelicali congelati; le cellule staminali.
E non perché, come forse impropriamente sosteniamo noi, e vale a dire che sia o è stato il responsabile della “banca dati” dei Circoli della libertà.
Mah?
A voi che leggete, lascio l’arguto difficile dilemma.
Torniamo sul fatto perché a seguito del nostro primo post dove descrivevamo l’accaduto, ci è arrivato un commento (il penultimo o il 15°), forse dello stesso Rubini o di chi se n’è preso la briga, dove venivamo “incolpati” di scrivere attraverso dei luoghi comuni; che il GM non è obbligato a conoscere il settore di cui si dovrebbe occupare, ed ammennicoli vari.
Spiace deluderlo ma la maggior parte di noi appartiene, credo con merito, a questa posizione e, nel mentre i blog sono libertà di espressione e speriamo continuino ad esserlo, le tre e più castronerie scritte in pochissime righe, sono pur sempre un fatto insolito e d’indubbia importanza, che spiegano appieno le sue conoscenze nel ramo.
Ma andiamo avanti.
L’aver proposto, da parte del commentatore, gli esempi di Sergio Marchionne e Corrado Passera che pur disconoscendo il settore hanno prodotto notevoli encomiabili risultati, “dimenticando” però la moltitudine (migliaia) di “inetti” che hanno ricoperto delle cariche manageriali per conto delle istituzioni o quanto altro nel nostro allegro Paese, non certifica assolutamente che il Paolo Rubini possa seguire le orme dei due, ma è più facile che segua quelle degli altri; almeno per la legge dei grandi numeri, delle percentuali e di altro che è meglio non dire.
Però questo va detto.
Ora considerando quello che i mandati politici “producono o hanno prodotto” nel nostro caro Paese, in settori come la Sanità, P.A. Scuola, eccetera eccetera, beh, forse è meglio rivederle completamente; ma soprattutto non si dovrebbe dare l’incarico a “gente” che deve anche seguire le proprie personali aziende, “compromettendo” il totale interessamento per quello di cui sono profumatamente pagati, nonchè i risultati produttivi che conseguentemente ci si aspetta da un'ente così importante e costoso per le tasche dei cittadini italiani.
In definitiva, le prime tre “cariche” dell’Enit; Brambilla, Marzotto e Rubini, non sono del “mestiere”, quindi a che servono?
Non sarebbe forse sufficiente un solo General Manager o CEO, come avviene negli Stati Uniti e risparmiare degli stipendi alquanto consistenti?
Infine il “cortese” commentatore ci informa che studiando s’imparano molte cose, probabilmente per dire che lo farà, ma se siamo ancora a risolvere delle problematiche di tal genere, viene da chiederci se davvero non ci fosse stato nessun altro in Italia, magari un po’ più preparato.
Infatti, la sua prima dichiarazione di voler dividere in due l’ente e quindi di passare da un solo “carrozzone” ad un treno con più vagoni merci, dà più l’idea di voler aumentare l’organico per altri posti, diciamo “meritocratici”.
Si, la meritocrazia, ma non certo quella che intendiamo noi.

13 commenti:

  1. Simpaticissimo il video.
    Se permetti ci faccio un rap.

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  2. Si, va bene.
    Sarebbe possibile averne una copia?

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  3. Certo, il potere serve a tale scopo. Lavorare poco, guadagnare tanto, responsabilità nulla.
    Considerato che i soldi sono del popolo, occorrerebbe che il medesimo chiedesse conto sel loro operato a suon di calci nel posteriore.
    Alessio.

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  4. @Anonimo
    Per certi versi e' vero ma per certi no. E allora perche' non viene fatto?
    Significa che comunque per molti cio' va bene...

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  5. Sono cose che la stampa dovrebbe mettere maggiormente in rilievo se si vuole mettere la parola fine a queste situazioni.
    Ogni tanto esce qualcosa sulle università e poco altro ma tutto finisce in pochissimo tempo nel dimenticatoio.
    Almeno ci resta il web per denunciare.

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  6. L'argomento è stuzzicante, interessante, ma anche deprimente. Se penso che costoro hanno bisogno di imparare prima di pianificare, organizzare e gestire un settore, l'unico settore, che ancora può permettersi il lusso di assumere .., beh allora non siamo solo alla frutta, ma ben oltre. In Italia, per la gestione del turismo c'è ancora chi deve imparare, mentre all'estero i nostri competitor insegnano applicando pratiche e strategie vincenti. La meritocrazia è un valore inestimabile che deve essere preso in considerazione in tutti i settori. Non può essere meritevole chi siede in una poltrona di comando e dice di voler imparare. Non possiamo poi fare paragoni tra il settore "auto" e il turismo. Il turismo è promozione del territorio nel suo insieme e deve sinergicamente mettere in rete tutti, e tutto ciò che può essere "territorio". Il settore dell'auto deve mettere in sinergia i propri conti (con i soldi dello Stato e quindi nostri, peraltro!!)con il "diritto dei lavoratori a lavorare". Tra i tre, ma forse sono di più, vertici nazionali del turismo, l'unico che veramente si è impegnato a capire il settore è il Presidente dell'Enit Marzotto. Gli altri per me possono, anzi devono, andare tranquillamente a casa prima che facciano ulteriori danni. E di danni ne sono già stati fatti moltissimi. Parliamo di rilanciare l'immagine dell'Italia, ma come si fa a rilanciare una immagine se non c'è un unico layout della stessa? come si fa a rilanciare una immagine se la promozione viene fatta con loghi diversi, con slogan diversi, cancellando, a volte, l'unico marchio conosciuto nel mondo che è quello "Italia" usato dall'Enit - prima della Brambilla - da anni? Mi risulta che in Cina sia andata la macchina del ministero, con il nuovo logo, nuovi colori, nuova immagine, buttando via tutto l'avviamento già creato da Enit - prima della Brambilla - in precedenza ... ah, e non sono pro-Enit all'infinito. Anche lì c'è molto da aggiustare, ma perchè non prendere ciò che di buono c'è? Il direttore generale, o GM, faccia un confronto aperto con gli imprenditori, vedremo quante ne sa! In fondo l'imprenditore turistico prima di iniziare la propria attività deve dimostrare di saperne sostenendo esami e prendendo licenze o autorizzazioni. Perchè non fare altrettanto con chi condiziona tutto il settore? Scusate la lungaggine, ma potrei andare avanti all'infinito portando esempi di danni fatti da quando è natoil Ministero. Ciò che mi soprende è il fatto che tutti i vertici delle categorie, i refenti regionali (assessori e presidenti) tacciono. Non ho sentito una sola voce contro, nè da destra nè da sinistra, nè dal centro, nè da Confcommercio, nè da Confesercenti, nè da Confindustria ... ma allora siamo noi che non ci capiamo nulla ???

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  7. Meno male che alla fine OKNotizie ti ha concesso di pubblicarlo!

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  8. Chi spera che la stampa metta in rilievo e' un illuso. Si aspetti casomai l'esatto contrario!

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  9. @AmosGitai
    Eh si, alla fine l'hanno concesso.
    ;-)

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  10. @anonimo

    Lunga ma piacevolissimo il tuo commento, a conferma che c'è più saggezza turistica nel web che nel ministero.
    ;-)

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  11. @palingenius

    !!!

    @ anonimo
    E' incomprensibile ma purtroppo logico che la stampa si disinteressi completamente di queste cose...non hanno audience.

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  12. @Luciano

    thanks, you are the top.

    Monique Smith

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  13. @Monique

    Hi Monique,
    are you....from Montreal?

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