venerdì 25 giugno 2010

Calcio e turismo, completa débâcle ?

L’Italia è fuori dal Campionato del mondo.
Spiace, che cavolo, mi rattrista e deprime un mucchio, anche perché avendo giocato a pallone in gioventù a buoni livelli ("riserva" serie C di quei tempi) … macchemmenefrega se siamo fuori dalla Rimet o come diavolo si chiama adesso.
Non c’è quotidiano che non riporti la debacle azzurra con pianti e piagnistei, mugugni e disperazione o addirittura con 11 bare in prima pagina (Il Giornale) col “centrale” (Campioni dell’altro mondo).
E giù a rincorrere ricordi calcistici a noi infausti; Corea Nord del ’66, dove il “dentista centravanti” Pak doo ik ci limò ben bene i "canini", oppure la Svezia nel ’50 o la Svizzera quattr’anni dopo; il Cile nel ’62, fino alla Polonia nel ’74.
Adesso ben tre nazioni c’han fatto del male (nel turismo, tutti); Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia; non l’elite, ma poco di più che niente .. nel calcio, s’intende.
Ci hanno fatto fessi, nell’ultima partita, addirittura con una doppietta (non di quelle della caccia, antipatiche alla Brambilla), ma due bombarde di un perticone che gioca in Turchia con l’Ankaragulu, una squadra che sembra più il nome di una pernacchia, che una di calcio.
Beh, che c’entra la vecchia Rimet o la Coppa Fifa (l’ho trovata) con un blog sul turismo?
C’entra, eccome se c’entra; sono trent’anni e più che i “professionisti” di questo settore, pur disponendo del “parco” migliore del mondo, non ne vincono una; anzi, neanche un pareggio; almeno nel calcio qualcosa di buono in passato s’è visto e c'è stato.
In questa bella nazione dove chi viene messo nel turismo ai posti di “comando”, in sostituzione alle cariatidi del tempo per fortuna passato, non sa comandare o che diavolo fare.
Elenca due numeri che gli passa qualcuno che armeggia con i conti e ripete all’infinito le responsabilità o le colpe degli altri.
Ma dichiarano che da quando ci sono loro, le statistiche e i dati, nonostante la o le crisi, sono sempre positivi.
O che il loro operato ha fatto si, che si sentisse di meno.
Sarà, ma gli altri Paesi corrono sempre più forte di noi, mentre i risultati, quelli veritieri, dicono che c’hanno eliminato o lo stanno facendo.
E non si vogliono accorgere delle crepe, evidenti, profonde di trent’anni senza una sola vittoria; hanno anteposto la loro presunzione e la loro testardaggine alla realtà tecnica anche avara del nostro turismo; non hanno voluto intervenire drasticamente e hanno preferito rattoppare con mezze figure, precettando soldatini ubbidienti o "convenienze politiche".
Hanno bocciato, senza nemmeno provarli, i pochi talenti, anche giovani, del nostro turismo, e hanno scelto la “riconoscenza” in alcuni che … vabbè, avete capito.
E così anche quest’anno, in quello ennesimo della "loro" riscossa e del “vedrete che andrà tutto bene”, ... così bene poi non andrà.
E non è questione di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto; qui non c’è neanche il bicchiere.

P.S.: Ho solo cambiato, qui e là, la parola “calcio” in quella “turismo” in un articolo giornalistico dopo la sconfitta per 3 a 2 con la Slovacchia, ma come vedete il prodotto non cambia; una totale debacle italiana.
E nel calcio eravamo Campioni del Mondo … proprio come nel turismo; quello di 30 e più anni fa.

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