mercoledì 23 giugno 2010

Che "palle" quelle da Golf






Ma un ministro del Turismo che cosa deve fare se non promuovere il turismo invogliando le persone, specialmente quelle che hanno molti soldi da spendere, a venire nel nostro Paese? I giocatori di golf sono tra questi. Michela Vittoria Brambilla ha quindi annunciato un ddl per sostenere la nascita di nuovi campi da golf.
La sinistra insorge: “Scandalo!”, ha gridato la Finocchiaro. In tempi di magra, di crisi, di disoccupazione, di cassaintegrati, non si può parlare di promozione del golf, lo sport degli snob, delle élites, di quelli con la puzza sotto il naso, perché è un insulto ai disoccupati, ai cassaintegrati, ecc. E la Rossa del governo Berlusconi viene disegnata come una Maria Antonietta che manda a mangiare le brioches, invece di dare pane ai poveri.
La Brambilla, però, non ha parlato di soldi pubblici: ha parlato di un provvedimento che sostenga la nascita di nuovi circoli, strutture private, costruite da privati, progettate da privati. La formula dovrebbe essere la stessa che viene concessa ai grandi costruttori che si avventurano in mega condomini: la Regione dà il permesso di costruire, a patto che la struttura sia ecologica e a patto che la società progetti e realizzi un asilo, una scuola, un parco che regalerà poi al Comune. Perché non replicare la stessa cosa?
C’è chi dice, per fare un esempio, che i campi da golf portano via acqua all’agricoltura. La Sicilia, quindi, sarebbe l’ultimo posto dove costruire un circolo, ma se si prova a capovolgere il ragionamento, si potrebbe ipotizzare anche il contrario: costruire un campo da golf in una zona che soffre di mancanza di acqua potrebbe costringere chi realizza il campo a portare le strutture necessarie per abbeverare i campi e la popolazione locale. Non è un modo per dare da bere ai poveri?
Ma il nostro paese non investe, resta fermo: a differenza, per esempio, della penisola Iberica. In Italia ci sono 282 campi da golf, per una popolazione di 60 milioni di abitanti. La Spagna ha puntato molto su questo settore, infatti ci sono 313 strutture, per meno di 50 milioni di abitanti: un motivo ci sarà. Un golfista è molto esigente e spende da 3 a 5 volte di più di un turista normale. Lo dice José Pablo Vasquez, direttore generale di Go and Golf, tour operator specializzato nel settore.
Metà degli spostamenti di chi viaggia per golf sono al di fuori dei periodi di alta stagione. Quindi il golf crea flussi di clienti in periodi in cui la domanda è minore. In un momento in cui nel settore del turismo la durata del viaggio si riduce, il giocatore di golf, invece, si ferma per un periodo più lungo, perché ha più soldi da spendere e perché vuole giocare su campi diversi dello stesso paese e magari visitarne le bellezze. Un giocatore, inoltre, si aspetta un alto livello di offerta culturale e gastronomica. Il nostro paese è ricco di monti, mare, laghi, fiumi, bellezze naturali e non, ma non ha risorse del sottosuolo, si regge sulla piccola e media impresa e il turismo è un settore che viene poco sfruttato e spesso bistrattato. Il golf porta soldi, perché attrae turisti che hanno soldi da spendere. Il golf porta belle strutture, ricche, è un volano che fa partire il settore edile, il made in Italy dell’arredamento e del design, mette in mostra il nostro Paese. Un bel campo da golf fa guadagnare tutti.
E poi, chi ha sdoganato questo gioco – a scanso di equivoci – è stata l’allora ministro dello Sport Giovanna Melandri, che ha liberalizzato l’accesso al gioco. Un tempo, infatti, per poter cominciare a giocare ci si doveva per forza iscrivere ad un circolo. Oggi, basta prendere la tessera federale del valore di 75 euro l’anno e si può entrare ovunque, in Italia e nel mondo. Si spera che i golfisti italiani non vadano a giocare in Spagna.
Da Elettra in Prima Pagina di “The Front Page”

12 commenti:

  1. Buonasera dott. Ardoino,

    mi permetto di entrare per la prima volta in una sua discussione anche se è da qualche tempo che seguo i suoi feed.

    Entro in questa occasione perchè il tema è senza dubbio affascinante e - a mio modesto avviso - ineludibile.
    Questo, che dovrebbe essere uno dei principali oneri di coloro che amministrano le risorse turistiche, rimbalza da nni sui titoli di giornali su cui ciclicamente viene riproposto (con il solo effetto di accrecere il grado di incertezza dell'offerta turistica complessiva..)

    Qualche anno fa iniziai ad approfondire questo tema andando poi nel 2008 ad ascoltare direttamente alcuni sindaci (per i follwer interessati posso inserire un link ad un articolo in cui passai in rassegna alcune soluzioni per sopperire alle "voci di costo" generate dal fenomeno turistico).

    Il motivo che però mi spinge a commentare è legato all'importanza di spostare l'attenzione del problema.

    Qui non si tratta, per mia modesta opinione, della scelta di una compartecipazione iva piuttosto che di una tassa di soggiorno (da scaricarsi solo sull'albergatore) piuttosto che di ecopass su coloro che sono obbigati a muoversi in centro.. etc.. la questione è altra e sicuramente ben più delicata.

    La gestione di questi "nuovi" fondi derivanti dal fenomeno turistico che fine fa? (andrà a bilancio senza 'etichetta'? Verrà assorbita da altri settori? Farà la fine dei fondi derivanti dalle ZTLBUS? ...)

    Siamo sicuri che anche il ricettivo si opporrebbe a forme di "imposte di soggiorno" se fosse sicuro che i 'tot' euro a notte (che potrebbero decidere di scalare sui loro introiti piuttosto che aumentare i prezzi e quindi temere un effetto riduzione sui pernottamenti) andassero a beneficio del comparto/della destinazione (per favore non solo promozione) concentrandosi su iniziative migliorative del prodotto?

    E se invece di pensarla solo come una imposta di soggiorno (legandosi solo ad albergatori escludendo tutte le altre categorie che di 'turisti' ci vivono) si pensasse ad un pacchetto ragionato, condiviso e complessivo (che quindi potrebbe attestarsi su importi decisamente più ridotti ma coinvolgenti tutti coloro che di turistmo ci guadagnano).

    Spero di non essermi dilungato troppo. Sia chiaro che in queste mie poche righe non c'è la velleità di voler "risolvere" il problema, ma l'invito ad affrontarlo complessivamente..non rincorrendosi sui titoli dei giornali..


    saluti
    e grazie per i continui spunti

    Anthony LS.

    RispondiElimina
  2. Secondo me ci vuole un comitato per il golf.
    Nel frattempo c'è questo nuovo nuovo (prima di fare click, indovina per cosa?). :-)

    RispondiElimina
  3. @Anthony LS


    ("per i follwer interessati posso inserire un link ad un articolo in cui passai in rassegna alcune soluzioni per sopperire alle "voci di costo" generate dal fenomeno turistico)."

    E' possibile avere questo link, grazie.
    B.C.

    RispondiElimina
  4. @frap

    Lavoreranno senza retribuzione?

    @Luciano

    Non avevi scritto che per migliorare l'immagine dell'Italia bisognava anche avere maggiore attenzione per gli animali?

    P.S.
    Ho scritto due cosette ma ho fatto due domande.
    Che sia la Vinctite? Ecco, adesso ne ho fatte tre.
    B.C.

    RispondiElimina
  5. Non scarterei a priori l'eventualità di un pacchetto comune come consigliato da Anthony.
    Pensiamoci bene anche se penso che si tramuti in un altro studio di settore.

    RispondiElimina
  6. ---La gestione di questi "nuovi" fondi derivanti dal fenomeno turistico che fine fa? (andrà a bilancio senza 'etichetta'? Verrà assorbita da altri settori? Farà la fine dei fondi derivanti dalle ZTLBUS? ...)---

    Beh Anthony, credo sia impossibile confidare nel buon operato delle amministrazioni, anche se ad onor del vero qualche piccolo esempio esiste. Comunque la speranza non muore mai, sennò che senso avrebbe questo blog che nasce per criticare ma soprattutto per dare una mano a prescindere dalla questione politica.
    Sull'Ecopass o Congestion Charge, credo che Roma ne sia obbligata. Vuoi per sopperire al traffico che è diventato insostenibile nella Capitale, vuoi per contenere le emissioni nocive.
    Naturalmente, questi e quelli sopra citati soldini che ne scaturirebbero, dovrebebro andare solo ed esclusivamente per il ripristino della città e non per cose ai più sconosciute ... ma neanche poi troppo.
    E sono anche d'accordo sul fatto di non sperperarli solo sul marketing o viaggetti vari, ma solo per migliorare il prodotto.
    Chi non conosce la città eterna?
    Ma anche; chi non conosce le discrepanze di Roma?
    Comunque leggo ---si pensasse ad un pacchetto ragionato, condiviso e complessivo (che quindi potrebbe attestarsi su importi decisamente più ridotti ma coinvolgenti tutti coloro che di turistmo ci guadagnano).---
    Un pacchetto riferito ai dati dell'annona, emesso dalla Banca d’Italia o altro che non conosco?
    Un nuovo studio di settore?
    O c’è qualcosa d’altro che mi sfugge e che non riesco a comprendere?
    Vorrei capire e magari ragionarci insieme.
    Grazie e cari sinceri saluti

    RispondiElimina
  7. @frap
    l'introduzione di una tassa "disincentiva" se i traduce poi solo in un ricarico sui prezzi e tariffe.. a parità di tariffa (non "disincentivando" dunque) si scarica tutta sull'albergatore (cosa che avviene forzatmente quando si introducono queste "novità" in tempi talmente brevi da non dare all'intermediazione i tempi per ristampare i cataloghi ad esempio...)

    [..]
    ma il problema è..perchè deve/dovrebbe scaricarsi solo sull'albergatore?perchè è più semplice da non evadere..(si veda modulo C/59..)
    [..]

    @luciano
    il pacchetto a cui mi riferivo non è un insieme di dati..ma un insieme di azioni (che dunque coinvolgano flussi di escursionisti, pubblici esercizi, pendolari etc etc..) che permettano tutte assieme, con i dovuti tempi di applicazione, di favorire un meccanismo in cui all'aumento di flussi turistici corrisponda un aumento di entrate (ma quindi anche un aumento di spese per il settore) e dunque un aumento della qualità di fruizione della destinazione (non solo per i turisti). Parlo di dovuti tempi perchè, a mio avviso, se si continua a parlare di tassa di soggiorno..si solleveranno gli albergatori..si rincarano le ZTLBUS e le compagnie di trasporti pulmann minacciano di dirottare i flussi in altre città..

    RispondiElimina
  8. @Anthony

    Mi farebbe piacere leggere il link di cui avevi parlato nel tuo precedente commento. Si può?

    grazie e aspetto paziente
    B.C.

    RispondiElimina
  9. Scusate se mi intrometto in questo dibattito con un quesito che non è pertinente all'articolo ma la seguente elencazione autoreferenziale dell'Enit, non è normalissima?

    In merito a quanto apparso su alcuni quotidiani nei giorni scorsi, l’Enit-Agenzia Nazionale del Turismo fa sapere di aver sviluppato dal 2009 – a fronte di un contributo statale di 33,5 mln di euro – attività promozionali per circa 44,1 mln di euro (fonte Relazione Corte Conti). Questo risultato, sottolinea l’Agenzia, è il frutto della capacità dell’Enit di attrarre risorse per lo sviluppo del turismo verso l’Italia anche da soggetti privati e amministrazioni locali. La progressiva contrazione dei contributi statali, aggiunge l’Enit-Agenzia, ha ridotto le risorse disponibili incidendo sulle uscite variabili legate alle attività promozionali. I capitoli di spesa più rigidi dell’Agenzia, come locazioni, stipendi e utenze, pur soggette a razionalizzazioni hanno avuto dinamiche di contenimento necessariamente minori, prosegue la nota stampa, per assicurare una forte e qualificata presenza internazionale. Poichè gran parte degli investimenti Enit sono legati al funzionamento di sedi estere impegnate in attività promozionali, a conti fatti il 65% delle uscite dell’Agenzia è impegnato in attività di promozione.

    scusate nuovamente ma sono sicuro che questo sia il posto più idoneo per il mio quesito, grazie.

    Anonimo

    RispondiElimina
  10. @Anthony

    Che l’albergatore non evada è tutto da vedere e da appurare.
    Magari alcuni sono solerti e onesti ma gli altri ?
    Se poi calcoliamo quelli da poche stelle, ma non solo …vabbè, diciamo che è un obbligo per sopravvivere.
    Comunque leggo “---il pacchetto a cui mi riferivo non è un insieme di dati..ma un insieme di azioni (che dunque coinvolgano flussi di escursionisti, pubblici esercizi, pendolari etc etc..) che permettano tutte assieme, con i dovuti tempi di applicazione, di favorire un meccanismo in cui all'aumento di flussi turistici corrisponda un aumento di entrate (ma quindi anche un aumento di spese per il settore) e dunque un aumento della qualità di fruizione della destinazione (non solo per i turisti).---“
    Beh, queste cose le stiamo dicendo da decadi, ma è il solito problema italiano delle Finanze e dell’Agenzia delle entrate.
    A cui corrisponde poi lo sperpero delle amministrazioni, e di esempi ne abbiamo a iosa.
    Credo che sia una “facciata” nel muro più duro che esista e che non ci sia niente da fare … finchè non arriverà qualcuno che attui le leggi nella maniera dovuta, ma campa cavallo.
    L’unica soluzione è il federalismo e quindi la possibilità di poterci accorgere in tempo degli errori della politica o di chi amministra questo comparto, ma se il cittadino continua a guardare il Grande Fratello in misura di 8 o 9 milioni a puntata….che dire; forse ce lo meritiamo tutto questo andazzo.

    RispondiElimina
  11. Il problema di fondo è sempre lo stesso, ad oggi direi quasi invalicabile se non con grandi decisioni che travalicano la volontà e la capacità di chi ci governa: l'ormai conclamata sfiducia nei loro confronti. Questo significa che io cittadino non tollero balzelli proprio perchè li ritengo tali, in quanto sono sicuro che andranno ad aggiungersi al mare di risorse divorate da una politica marpiona e da una burocrazia inefficiente e predatrice.
    Voglio essere, però, ottimista: c'è una strada da percorrere che può cambiare le cose.
    Ovvero voglio chiedere che, una volta tanto, si antepongano i fatti alle parole in cui non credo.
    Quindi avviamo le iniziative, le opere, gli interventi per i quali tu Stato mi richiedi di mettere ancora mano al portafoglio, ed allora (quindi a ragion veduta), farò la mia parte.
    Certo, comprendo che per "fare" si deve disporre dei mezzi finanziari.
    Ma se c'è l'onestà di credere in quello che mi proponi ci sono anche i mezzi per incominciare: fai pagare le tasse agli evasori, taglia "realmente" i costi incominciando dalla cornucopia degli sprechi pubblici, e via dicendo.
    E' possibile, in questo Paese, un patto tra gentiluomini?

    RispondiElimina
  12. Caro Sabaudo, parole Sante che spessissimo mi si sono rigirate nella mente.
    Un patto tra gentiluomini...magari.
    Ma bisogna essere almeno in due, e dove lo si trova quell'altro?
    Il cambiamento avverrà solo se qualche "bontempone" comincerà a dimostrare che con le cose semplicemente giuste si ottiene di più.
    Nel mondo esiste ancora qualcosa del genere ma sta andando scomparendo con l'arrivo dei "furbi" in quelle nazioni che ...vabbè hai capito benissimo.
    Forse sono uno stolto ma continuo a credere che ce la possiamo fare, ma non certamente con questi esempi che giornalmente riceviamo da questi "galantuomini/donne".

    RispondiElimina

Visualizzazioni totali