giovedì 3 giugno 2010

Paese che vai truffa che trovi






Con l’arrivo dell’estate i turisti si preparano a partire e i ladri pensano a come ripulirgli le tasche. Una spiacevole tradizione che rimane invariata nonostante le latitudini ma che si colora, da paese a paese, di sfumature e tecniche molto diverse. A mettere in guardia i viaggiatori ci pensa il sito Virtual Tourist, la community online che raccoglie i consigli di viaggio e le recensioni di circa un milione di iscritti su oltre 70mila destinazioni.
Dai racconti dei turisti nasce un’insolita top ten: quella delle truffe più diffuse, ed originali, del mondo. E se è vero che tra località sconosciute, indicazioni stradali, entusiasmo da scoperta e malanni del viaggiatore, davanti alle meraviglie del mondo spesso il turista si fa cogliere sovrappensiero, è altrettanto doveroso ricordare che l’imbroglio è sempre dietro l’angolo. “La maggior parte di queste truffe non sono elaborate a fondo, aspetto che contribuisce a renderle ancora più pericolose, specialmente considerando quanto i turisti siano distratti”, così Giampiero Ambrosi, general manager del sito, che poi aggiunge “pur riuscendo a individuare i paesi nei quali questi crimini avvengono con più frequenza, gli stessi potrebbero accadere dovunque”. Occhi puntati dunque alla lista: la fantasia dei ladri sembra non avere limiti.

Francia. Un anello d’oro caduto proprio ai vostri piedi e uno sconosciuto che vi ferma per raccoglierlo. Potrebbe succedere camminando per le strade di Parigi dove l’anello d’oro altro non è che una trappola per cercare di vendervi gioielli finti. Protagoniste di quello che è un classico delle truffe di strada sono quasi sempre donne dai tratti somatici orientali che fermano turiste e, con la scusa di appartenere a religioni che vietano loro di indossare preziosi, le spingono a elargire un piccolo rimborso per quell’anello, trovato da entrambe ma che la truffatrice non dovrebbe, dicono loro, neanche toccare.
Bali, Indonesia. Attenti alla scimmia se vi trovate nei pressi del tempio di Uluwatu: in Indonesia i ladri hanno quattro zampe. Arrivano furtive alle spalle dei turisti, prelevano con abilità occhiali da sole, portafogli o macchine fotografiche e poi fuggono via. Poco dopo uomini vestiti da guardie del tempio – ma in realtà ammaestratori di scimmie ladre – vi informeranno che per qualche dollaro possono convincere gli animali a restituire la refurtiva.
Trinidad e Tobago. Una trappola realizzata con pellicole usate per i raggi x viene sistemata sulle fessure di inserimento della carta di credito dei bancomat dell’isola caraibica. I turisti si avvicinano per prelevare, inseriscono la carta ma la macchina la trattiene. Stupite le vittime chiedono informazioni ai passanti e miracolosamente appare una persona che li invita a digitare di nuovo il codice segreto che, nel precedente tentativo, potrebbe essere stato scritto male. Detto fatto. Ma niente cambia e la vittima decide di lasciare la carta nel bancomat, pensando che gli è stata ritirata dall’istituto bancario. Il ladro estrae la carta dalla trappola appena il turista si è allontanato e, avendo visto il pin, riesce a preleva il denaro.
Italia. Leggere le pagine della Wikipedia, qui non ci stanno, perché sennò intaso il blog.
Stati Uniti. Potreste trovarvi in qualsiasi albergo americano e aver voglia di ordinare in camera qualcosa da bere o da mangiare. Basta alzare il telefono e dopo poco i vostri desideri verranno soddisfatti da un cameriere con il carrello pieno. Ma attenzione: se vi chiede denaro contante o carte di credito rispondete di no. Negli Stati Uniti quasi sempre il servizio in camera viene fatturato sulla carta di credito che l’ospite lascia al suo arrivo e il denaro chiesto dall’inserviente altro non è che un tentativo di truffa.
Argentina. Camminando per le strade di Buenos Aires potreste imbattervi in servizievoli sconosciuti che si offrono di pulire la vostra maglia dalle macchie lasciate da un uccello dispettoso. Così, mentre l’uomo vi pulisce le spalle e voi vi girate a guardare dove si trova la mai esistita macchia, un complice si avvicina per ripulirvi le tasche. Il trucco è usato anche in Francia, dove i turisti vengono sporcati con vera mostarda.
Bali. Un finto numero servizio di assistenza telefonica e un turista bisognoso: sono questi gli attori di una delle truffe in voga a Bali. La scena avviene nei pressi di un bancomat. Il turista non riesce a riprendere la carta dalla macchina (bloccata con la trappola a raggi x) e chiama il numero affisso sullo sportello. L’operatore dall’altro capo del telefono chiede codice segreto, indirizzo dell’hotel e informazioni personali. I soldi spariranno dopo pochi minuti.
Zimbabwe. Camminando per le strade più centrali ai turisti viene offerto di cambiare i soldi in dollari locali a tassi convenienti e più bassi di quelli ufficiali. Unica clausola: bisogna seguire gli offerenti in un bar appartato. Qui il denaro viene contato su un bancone ma arrotolato e sigillato in una busta di plastica sotto al bancone, per evitare che la polizia veda l’operazione. Solo ai più ingenui sfugge che tra il denaro contato e quello messo nella busta sigillata c’è una bella differenza
Stati Uniti. Altra truffa da hotel è quella che sorprende i turisti a tarda notte o nella primissima mattinata. Mentre gli ospiti dormono arriva una chiamata: dalla reception hanno bisogno dei dati della vostra carta di credito e del numero di pin. Complice il sonno, sono in molti a non ricordarsi che tutte le informazioni di pagamento – senza codice segreto – vengono fornite al momento dell’arrivo
Cina. Sembra strano ma la truffa più diffusa in Cina è quella dei soldi falsi. Circolano con estrema facilità ed è difficile per i turisti riuscire a riconoscerli: motivo per il quale basterà non accettare mai banconote dai tagli grandi o prelevarle solo in banca.


Da LA REPUBBLICA

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