mercoledì 22 settembre 2010

Fruit of the Loom, le converse blu e il web 2.0 ... per il turismo

A un certo punto ti guardi in giro, guardi quelli, i giovani, e cominci a pensare "Ai miei tempi..."
E sebbene hai sempre sospettato che prima o poi sarebbe successo, di certo non immaginavi che il momento sarebbe giunto così presto.
Per me è arrivato da un bel po', ma non so di preciso quando.
Forse già da quand’ero piccolo o giù di lì, e probabilmente il tutto è cominciato quando sono nate tutte quelle nuove “figure”, sigle e “parolone” varie nel settore del turismo.
Un momento, non che sia decrepito o sul viale del tramonto, per carità; qualsiasi innovazione (produttiva) l’accolgo a braccia aperte, senza però mai dimenticare il passato.
Quelle teorie che tanto bene hanno fatto e che ancora a tutt’oggi danno le percentuali delle presenze più alte con il “solo” rapporto diretto con il cliente.
Erano i tempi che si compravano pacchi di mille magliette Fruit of the Loom, 300 magliette 5000 lire, e del … “me ne son cadute 50 in più signo', che faccio, lascio?”, tanto si auto distruggevano dopo 30 minuti; oppure con le Converse ai piedi e realizzavo di avere le scarpe alla moda.
Infatti la mia critica si rivolge alla troppa fiducia che in molti ingenuamente hanno riposto nelle nuove strategie di marketing, talvolta indicate come unica soluzione alla crisi, in particolare i social media, di cui ancora non si è potuto riscontrare una diretta correlazione con la produzione di revenue.
Credo che questo sia dovuto al fatto che non ci sono più i manager di una volta, intendo quelli che da soli ti riempivano l’albergo, sapevano risolvere brillantemente qualsiasi problema; anzi, spesso lo prevenivano e che in misura minore esistono ancora.
Diciamo che le nuove leve non sono per niente all’altezza dei loro predecessori, e sfido chiunque a dire l’opposto; soprattutto i docenti italiani; quelli che insegnano tante “belle” cose ma non sanno neanche … un po’ come le Converse sopraddette che erano tra le più scomode mai create grazie alla suola ultrasottile (ma come ca… facevano a giocarci a basket?), con il loro eterno e inestinguibile puzzo di copertone bruciato, fatali in caso di pioggia, che si scollano, si bucano e si strappano sempre lì, nel solito punto, a metà del lato interno, proprio dove la scarpa si piega quando si cammina.
Comunque e per quanto le tecniche di web marketing siano importanti per aumentare i profitti dell’hotel, queste non possono e non devono soppiantare l’Ospitalità vera e propria.
Ma queste parole (qualità dell’ospitalità) nei convegni, meeting e quant’altro dei numerosissimi web2.0, non affiora, e se la senti, la percentuale è di una volta su un milione o ancora di più.
Vendere, vendere e vendere; mentre il che cosa si vende, sembra che per loro non sia un problema.
Nella lotta quotidiana per rimanere a galla, molti hotel hanno cercato la soluzione alla crisi con ogni possibile strategia di marketing e di gestione. Alcune di queste tecniche sono state utili, altre no.
La sperimentazione è sempre costosa, in termini di tempo e di risorse umane. Il fatto è che le tecniche base di marketing e di vendita ancora funzionano.
La mia impressione è che negli ultimi anni molti albergatori siano stati trascinati lontano da questi fondamenti dell’ospitalità, in uno spostamento a favore delle nuove tecnologie e delle molte promesse troppo ambiziose relative all’uso dei social media non turistici.
Questo tipo di social media infatti non ha ancora avuto un reale impatto economico sugli hotel indipendenti.
Per questo sono convinto che nel 2011 o forse anche prima, vedremo molti albergatori tornare a sfruttare una strategia di marketing molto più equilibrata. Molti hotel torneranno ad utilizzare tecniche dall’efficacia comprovata per creare contatti più personali con i clienti e fidelizzarli.
Dedicare troppo tempo e troppa attenzione al web marketing e ai social media generici, come ad esempio Facebook e Twitter, distoglie l’albergatore dai suoi compiti principali e da tutte quelle attività che costituiscono il “Customer relationship management”.
Questo non vuol dire che il web marketing debba essere sottovalutato, ma sebbene sia importante curare le nuove tecnologie e il web marketing, prima di tutto l’albergatore deve, per così dire, “fare l’albergatore”: è fondamentale tornare a concentrarsi su quegli elementi base dell’ospitalità senza i quali non sarebbe possibile per l’hotel raggiungere il successo, ovvero una maggiore cura del servizio customer-oriented, la scelta di uno staff professionale e specializzato, e infine una migliore gestione del pricing in linea col mercato.
Ah dimenticavo, qualche anno fa ho ricomprato un paio di Converse all-star, erano tornate di moda, dopo che per anni parevano estinte. Poi ho scoperto che la casa è stata acquisita dalla Nike. Ho comprato le mie solite Converse, quelle blu, pagate cinque volte di più che ai miei tempi.
Così ogni volta che le guardo, che le calzo, che le allaccio o che sento un copertone bruciare, penso ai miei tempi.
E a quanto ca… ho pagato 'ste scarpe di mer...
Ma cosa c’entrano le T-shirt Fruit of the Loom o le Converse blu con il marketing, i docenti del turismo ed i nuovi GM alberghieri?
C’entra, eccome se c’entra!

5 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  2. E chi se le dimentica le converse blu e la loro inconfondibile puzza.

    /La mia impressione è che negli ultimi anni molti albergatori siano stati trascinati lontano da questi fondamenti dell’ospitalità, in uno spostamento a favore delle nuove tecnologie e delle molte promesse troppo ambiziose relative all’uso dei social media non turistici./

    Giusto e rilancio
    :-D

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  3. DALLA MIA UMILE ESPERIENZA ACCADEMICA E LAVORATIVA POSSO CONCORDARE SOLO IN PARTE A QUANTO DETTO IN QUESTO POST. INFATTI SONO PIENAMENTE DACCORDO COL FATTO CHE SI STA PERDENDO DI VISTA IL PIVOT ATTORNO IL QUALE RUOTA TUTTO IL MONDO ALBERGHIERO: L'ESPERIENZA DEL CLIENTE. MA PENSO ANCHE CHE VISTI I CAMBIAMENTI DELLA DOMANDA TURISTICA NEL CORSO DEGLI ANNI IL WEB MARKETING è STATO MOLTO UTILE AGLI ALBERGATORI. INFATTI CONSIDERANDO CHE IL TURISTA NON SOLO HA ACCORCIATO IL TEMPO DEL PERNOTTAMENTO MA HA DIMINUITO ANCHE IL TEMPO DI SCELTA DELLA DESTINAZIONE E QUINDI DELLA STRUTTURA ALBERGHIERA, HA AIUTATO MOLTE PICCOLE REALTà A CONQUISTARE PICCOLE PORZIONI DI MERCATO A SCAPITO DELLE GRANDI CATENE CHE OFFRONO UN SERVIZIO STANDARD IN TUTTE LE PARTI DEL MONDO, SEMPLICEMENTE APPARENDO SU INTERNET. CERTO COME DETTO PRECEDENTEMENTE SE POI IL TURSISTA NON VIENE FIDELIZZATO TRAMITE L'ESPERIENZA VISSUTA NON RITORNERà E SCEGLIERà LA CATENA PERCHè SA A COSA VA IN CONTRO. MA QUESTO, COME è BEN ANNOTATO NEL POST, DIPENDE SOPRATTUTTO DALLE CAPACITà DEL MANAGER, CHE A MIO MODESTO E GIOVANE PARERE NON SOLO DEVE ESSERE FORMATO IN MODO DA AVERE ALTE COMPETENZE IN SVARIATI SETTORI (COSA CHE VIENE SPESSO SOTTOVALUTATA NELL'AMBITO ACCADEMICO), MA COME SI DICE DEVE AVERLO NEL SANGUE....
    SILVIO.

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  4. Tempo fa sono entrato in un 5 stelle di Miami e mi sono accorto che il lift dell'albergo era il figlio dell'AD di quella catena alberghiera.
    Naturalmente ho fatto finta di niente.
    Però attraverso delle conoscenze del posto ho seguito la cosa e mi fu riferito che in quella posizione ci rimase per ben sei mesi.
    Quel ragazzo, poco prima, si era laureato in una delle più prestigiose università del mondo in management alberghiero.
    In seguito ha svolto tutti, e ripeto tutti, i dpt. dei vari hotels dove veniva spostato a seguito di un piano ben prestabilito; naturalmente ripartendo dal livello più basso.
    Attualmente è il responsabile di una bella fetta della società del genitore, eccetera eccetera.
    Ora può sembrare anche una favola, ma poniamo che il tutto sia vero.
    Cosa dicono nel caso i signori accademici, quelli di un tanto al chilo e che figurano nelle ultime posizioni mondiali?
    E chi mai potrà raccontare una pur semplice balla, di qualsiasi dpt., a quell'ex ragazzo?
    Ma soprattutto, è possibile intrapprendere un tal sacrifio se non si dispone di un grande amore per quel mestiere?
    In definitiva... è il grande "amore" per il settore alberghiero che fa il grande manager...proprio come hai detto tu.
    Almeno così credo.
    Per il resto ti ripropongo: "Comunque e per quanto le tecniche di web marketing siano importanti per aumentare i profitti dell’hotel, queste non possono e non devono soppiantare l’Ospitalità vera e propria." come era scritto nel post.
    Cordialità e ben arrivato.

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