giovedì 7 ottobre 2010

Michela Brambilla, Matteo Marzotto, Paolo Rubini e quel turismo della terza età ... dimenticato

Nonostante da più parti venga finalmente riconosciuto che il turismo della terza età (over 65), in un prossimo futuro molto vicino occuperà una gran fetta del turismo globale (quelli over 55 nel 2012 saranno il 40%); l’Italia cosa fa?
Lo scoprirete leggendo tra le prossime parentesi quadre […]
Non c’è niente vero?
In Spagna il programma di turismo sociale dell’Imserso genera annualmente quello che ho descritto in un precedente e i risultati sono ovviamente molto buoni; anche il Portogallo ha subito seguito l’esempio dei cugini e qualcosa è già stato fatto.
Si è rivelata un'idea vincente per favorire la destagionalizzazione attirando a tariffe vantaggiose il target del turismo senior.
In particolare, l'iniziativa è stata particolarmente apprezzata sul mercato italiano.
Il 12,3% del totale dei turisti che hanno aderito al programma pilota Europa Turismo Senior da ottobre 2009 a maggio 2010 era infatti di nazionalità italiana.
Risultati che posizionano l'Italia al quarto posto con 5.536 turisti, dopo Grecia, Polonia e Irlanda.
Complessivamente, il programma ha generato 609 posti di lavoro e un impatto economico di circa 30 mln di euro nel solo primo anno.
Lo scorso gennaio ad esempio, una ricerca della New York University aveva annoverato tra i maggiori trend che avrebbero investito l’Hospitality 2010, proprio il forte aumento dei viaggiatori over 65, e recentemente anche la compagnia assicurativa inglese specializzata in viaggi per anziani InsureForAll, ha dichiarato che il numero di viaggi condotti da Inglesi verso destinazioni esotiche quasi raddoppia ogni anno. La gente è molto più socialmente attiva, viaggia più lontano ed è desiderosa di avventure come non lo è mai stata negli ultimi 50 anni”.
Conferma c’arrivava dallo stesso Pew Internet & American Life che appunto descrive dettagliatamente che il computer non è più appannaggio solo dei giovani; in particolare i Social Network.
Infatti il rapporto, condotto tramite interviste telefoniche nel corso di un anno rivela che “Gli utenti predominanti nei social media restano i giovani, ma la loro crescita è senza dubbio di poca portata se messa a confronto con quella degli utenti più anziani”.
Scendiamo nel dettaglio:
  • L’utilizzo di social media da parte di utenti di età compresa tra 50 e 64 anni è cresciuto dell’88%, dal 25 al 47%
  • L’utilizzo da parte degli over 65 è cresciuto dal 13% al 26%, con un incremento del 100%
  • La crescita dell’utilizzo di social media di ragazzi tra i 18 e i 29 anni invece si attesta al 10%, ovvero dal 76% all’86%
  • 1 adulto su 5 nella fascia di età 50-64 dice di utilizzare siti social network quasi ogni giorno
  • La percentuale di over 65 che si logga su un social network quasi ogni giorno è cresciuto dal 4% del 2009 al 13% del 2010.
Eppure, sebbene il numero dei turisti più anziani stia crescendo, la ricerca mostra che non ci sono offerte dedicate specificatamente a questa clientela”: questo sia per quanto concerne le agenzie turistiche tradizionali, che l’on-line.
D’altronde non possiamo dimenticare, almeno in Italia, che gli over 65 per la maggior parte non hanno una connessione e che prediligono sempre maggiormente il contatto diretto con l’azienda.
Se comunque la percentuale di uso della banda larga tra i più anziani è bassa, resta il fatto che la frequenza d’uso tra coloro che hanno un accesso ad alta velocità è relativamente vicina ai livelli di utilizzo dei più giovani.
Però il problema non si affronta solo su nuovi pacchetti o rivedere le proprie strategie di marketing, bensì concentrandosi specificatamente sulle strutture e sui sistemi turistici per anziani: ci sono moltissimi aspetti inerenti il territorio di costa da considerare.
Le associazioni di volontariato che si occupano di assistenza per anziani e organizzazione di vacanze per la terza età hanno denunciano una mancanza importante da parte delle amministrazioni pubbliche.
Dal momento che tali viaggi si svolgono nei periodi di bassa stagione, in cui è improbabile passare le giornate ad abbronzarsi sulle spiagge, non basta la disponibilità alberghiera a promuovere questo tipo di turismo.
Prima fra tutte, la disponibilità di attività, di idee per il tempo libero, di escursioni nell’entroterra.
E poi, c’è il problema della mobilità e dei prezzi.
Se i prezzi dei bar sulla spiaggia, ad esempio, sono proibitivi per famiglie e giovani, figuriamoci per gli anziani.
Ecco allora, che di nuovo si pone il problema: investire sul turismo sociale vuol dire fare scelte consapevoli e condivise (anche per i trasporti).

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