martedì 28 dicembre 2010

A Venezia "anche" l'acqua alta affonda il turismo

Venezia piange, e non solo per le acque alte che hanno scandito i giorni delle feste. Il flop riguarda soprattutto i primi bilanci turistici, il cui segno negativo si profila doppio rispetto alla media nazionale.
Se Federalberghi ha infatti stimato tra Natale e Capodanno un calo di ospiti del 5-7% sullo scorso anno, la città lagunare se la passa molto peggio. "Le prenotazioni sono in caduta libera - spiega il presidente degli albergatori veneziani Vittorio Bonacini - e segnano flessioni sino al 15%". Colpa delle condizioni climatiche non favorevoli, con pioggia e freddo pressoché costanti da giorni, ma soprattutto delle acque alte che hanno flagellato la città.
E se il caffè-ristorante Quadri di Piazza San Marco depone le armi, cedendo l'attività ed il blasone dopo i conti in rosso causati dalle troppe chiusure negli anni per alta marea, in molti alberghi di categoria medio-bassa numerose camere restano desolatamente vuote in questi giorni di festa. "L'acqua alta c'entra fino ad un certo punto - puntualizza Bonacini - Quella che è mancata è un'informazione corretta: bisogna far capire agli italiani una volta per tutte che se c'è un'alta marea di 1 metro e 40, in strada vi sono solo 40 centimetri di acqua e per non più di due ore e mezzo nell'arco della giornata".
A disertare le calli della città sono stati soprattutto i turisti italiani, piegati dalle ragioni del portafoglio alla scelta vacanze meno costose. "In molti hanno preferito a noi la montagna dolomitica - ammette il presidente dell'Ava - che ha saputo sfruttare nei ponti festivi l'appeal delle piste già perfettamente innevate".
Problemi di bilanci familiari, dunque, ma anche di motivazioni al soggiorno, soprattutto a San Silvestro. "In queste occasioni Venezia dovrebbe essere palpitante ed esplodere di cultura e di eventi di grande richiamo - accusa - invece non è così. Si dovrebbe fare di più". Bonacini punta l'indice contro l'amministrazione comunale e la sua politica culturale di eventi. "È chiaro che se organizzi l'Heineken Jammin' Festival hai un certo tipo di turisti - rincara - mentre se si organizzasse finalmente una stagione sinfonica sull'esempio di Salisburgo se ne avrebbero degli altri".
A dare una sponda alle idee degli albergatori è il Soprintendente ai musei Vittorio Sgarbi, che per tirare la volata di San Silvestro annuncia un menu culturale fatto di visite guidate, conferenze ed aperture notturne a far da perno alla mostra su di Hieronymus Bosch inaugurata a Palazzo Grimani. Non convince gli albergatori lagunari neppure l'ipotesi di introdurre un ticket di ingresso in città sull'esempio di Roma e Firenze. "Sono lampi a ciel sereno, un'ipotesi arcaica - attacca Bonacini riferendosi alla disponibilità di massima al progetto del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni - al di fuori di ogni logica". Un'ulteriore tassa per chi visita la città sarebbe davvero troppo. "Se vediamo cosa i nostri ospiti pagano quando arrivano da noi, ci rendiamo conto che è già tutto un ticket - sostiene il presidente degli Albergatori - dalla ztl di 400 euro per ogni pullman che giunge in città ai 6 euro per il biglietto del vaporetto". E in ogni caso a pagare non dovrebbero essere i soliti noti, ovvero gli albergatori. "È il caso che comincino ad essere coinvolti tutti quelli che vivono di turismo - conclude Bonacini - ovvero porto, aeroporto, taxi, gondolieri e bar".
Da il Giornale sul turismo
Venezia turistica è a rischio involuzione. Un'allarme che arriva da un meeting organizzato nella città lagunare, proprio per studiare le contromosse alla tendenza negativa. Uno scenario non propriamente roseo quello che attende la città, se non si cambierà marcia, anche se "la Serenissima non ha bisogno di più visitatori - afferma Marta Locatelli, presidente di Venezia Progetta, associazione organizzatrice dell'incontro -, ma di un turismo educato alla realtà veneziana e che si allontani dallo schema ‘mordi e fuggi'". Roberto Panciera, assessore comunale al Turismo, sottolinea: "Per troppo tempo il turismo è stato lasciato al proprio destino, al grido del ‘tanto la città si vende da sola', non curandosi di creare una gestione che portasse nuove risorse per ulteriore ricchezza". Un errore al quale l'amministrazione vuole porre rimedio. "È necessario - aggiunge l'assessore - aprire tavoli di concertazione con tutti gli attori del settore per avere una ricaduta positiva per la città".
Un concetto ripreso da Michele Tamma, docente alla Ca'Foscari: "Venezia ha molti punti di forza, ma serve cambiare ritmo: il turismo si evolve e oggi sono i sistemi turistici a dirigere il movimento, non il singolo". Tre gli assi suggeriti da Tamma: integrazione tra cultura e turismo, sviluppo e governo del sistema e cooperazione. Il tutto sfruttando le opportunità informatiche". La ricetta sembra dunque portare a un concorso tra pubblico e privato. "Dove però - rileva Claudio Scarpa, direttore dell'Associazione albergatori -, l'amministrazione deve limitarsi a programmare i vari passi da fare. La promozione sinora è assolutamente sporadica e gli stessi siti degli hotel promuovono il proprio orticello, ma non la destinazione. Così il web non aiuta".
Ma non vi sono dubbi che internet sia una strada da utilizzare, con finestre online sui siti dei principali distributori come Tripadvisor o delle Olta come Expedia, inserendo anche una presenza maggiore nei social network.
Di Mario D'Arrigo

Dopo questi due articoli estrapolati dal web e dalle dichiarazioni degli interessati ... io ?
Beh, io sto zitto ch'è meglio per la mia salute e per il mio fegato.

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