martedì 18 gennaio 2011

Tuca Tuca, Waka Waka, Bunga Bunga ... non ci si capisce più un razzo razzo.

C’era una volta il Tuca Tuca.
Poi venne il Waka Waka e ora c’è il Bunga Bunga.
E io continuo a non capirci un razzo razzo.
Infatti, è incomprensibile il perché ci si ostini a scrivere migliaia e migliaia di pagine anche sui quotidiani definiti “normali”, che descrivono più il Grande Fratello del politico di turno, alla moda delle peggiori riviste di gossip, al posto di quello che invece dovrebbero “scarabocchiare”.
E’ anche probabile che riportino quello che la gente vuole o l’aggrada, e in questo caso la cosa si fa anche più seria.
Ma che popolo siamo, ma soprattutto, cosa vuoi che mi/ci freghi se Berlusconi (in casa sua) se l’intenda con la Jole o con la figlia (se maggiorenne).
Per queste cose ci sono i settimanali preposti e non di certo i quotidiani (quelli che dicono d’essere seri) e che dovrebbero raccontarci o indagare sulle magagne e gli errori che quella “gente” fa e ci propina indefessamente.
E a parte i direttori delle testate giornalistiche che su queste cosette ci sguazzano e ci guadagnano (beati loro), le varie opposizioni politiche che cosa fanno?
Embè, sciabordano e mescolano il “letame” degli altri dimenticando il lezzo del proprio che non è certo da meno e che non serve neanche per concimare.
E a poco valgono le “finte” rimostranze, nonché i triti e ritriti gridolini di “al lupo al lupo”, in politichese preistorico, nei confronti del partito avverso.
Le stesse “menate” da secoli che convincono solo lo “sciocco” di turno o quelli che della “merda” degli altri gioiscono e ne sono contenti.
Quelli che se lo tagliano per far dispetto alla moglie.
E l’Italia?
E l’economia del Bel Paese?
E il turismo?
E la ministra Brambilla?
E’ mai possibile che in quasi tre anni non si sia mai sentito niente, o molto poco, sul suo “lavoro”?
Si, qualche accenno a dei presunti “favori” che avrebbe fatto di qui e di là dove c’è la Corte dei Conti che sta indagando, ma del raddoppio dell’incidenza del turismo sul Pil nazionale (così dissero) che tanto benessere potrebbe portare; beh, la questione che fine ha fatto?
Quelle statistiche sulle presenze turistiche di un tanto al chilo che la “Signora” e “adepti” ci offrono ogni due per tre, non sono forse, se non di più d’interesse, almeno più utili e pertinenti all’opposizione che il sapere se Silvio ha problemi di pancia o di genitale?
Quindi se Sparta piange, Atene non ride di sicuro e il turismo in Italia, per me, fa sempre più pena.
Proprio come l’opposizione che controbatte solo su “cose” che stanno all’incirca sugli 80/90 centimetri da terra; alla moda di razzo contro testa di razzo.

6 commenti:

  1. I problemi di fondo sono diversi e comunque intimamente collegati alla sostanziale immaturità di un Paese (inteso come insieme di individui) che non ha saputo trarre lezione dalla sua Storia, al punto che (quasi scomparsa la Memoria, defunta con i suoi testimoni anno dopo anno...) ripete gl'infausti errori del passato.
    Un passato che -se nei secoli ci ha lasciato grandi testimonianze di civiltà (peraltro frutto di continue e positive contaminazioni altrui) - ci ha visti ciclicamente rimuovere quei paletti di volta in volta posti ad evitare di ricadere nel letamaio di quelle che divennero ricadute fatali nel lungo percorso della nostra identità storica.
    Ad esempio c'è da chiedersi come possa conciliarsi (visti anche gli storici precedenti) uno sviluppo in senso democratico con il culto della personalità che ci pervade laddove tendiamo a riporre le nostre speranze, più che nelle nostre capacità, nella ricerca dei demiurghi, degli uomini forti ai quali ci affidiamo di volta in volta, ecc...
    Questo forse fa capire, anche, la debolezza di un Paese che non riesce a fare scelte decise, a mantenere sul groppone una burocrazia elefantiaca e costosa, ancorchè di piglio borbonico, che mantiene saldo il suo potere in uno scellerato patto con una politica debole, misogina, culturalmente assente in quanto afflitta da ignoranza atavica.
    Così nascono i miti che piacciono ad un popolo qualunquista e godereccio, e le opposizioni al re che restano al palo invischiate dal loro non essere, attardate nel loro processo di autoreplicazione nello scomporsi continuo e cicaleccio.
    Sconfortante...che dalle mie parti si conclude con un "speruma bin".

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  2. 'Speruma bin' o simili dialettali è l'unica cosa che ci rimane e che non muore.
    Però ......SIC!!!

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