martedì 15 febbraio 2011

L’ha detto Paolo Lubini … l’ha detto chi? L'ha detto un Le ... àbbè, sibbè,

S’era al 2 giugno scorso e in occasione della Festa della Repubblica fu inaugurato il sito www.yidalinihao.com, interamente in lingua cinese e fortemente voluto dal Ministero del Turismo italiano per promuovere il BelPaese in Cina.
Il tutto avvenne alla presenza dei rappresentanti di 18 media nazionali e locali, tv e radio, dei giornalisti delle 20 più importanti testate giornalistiche cinesi, oltre che per i maggiori operatori turistici del luogo operanti a Pechino.
Il sito dell’Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) riporta che nel Padiglione Italiano all’Expo di Shangai, il Direttore Generale dell’ENIT, Paolo Rubini, è intervenuto insieme al Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, al Capo del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del Turismo, Caterina Cittadino, ai Consiglieri del Ministro del Turismo, Edoardo Colombo e Luca Moschini, per annunciare ad una folla di pubblico e tour operator, l’ingresso in internet di un nuovo strumento, pensato e dedicato alle specifiche esigenze del pubblico cinese.
Più avanti leggerò che la Brambilla, a seguito di una recente querelle con Il Fatto Quotidiano, rilascerà che: “A quanto sopra, si aggiunga che, nell’articolo di stampa in argomento, risultano riferiti alcuni fatti palesemente falsi; si veda, per esempio, la notizia secondo la quale il Ministro del Turismo, On. Michela Vittoria Brambilla, sarebbe “volata in Cina”, e precisamente a Shanghai, nel giugno di quest’anno, in compagnia dei soggetti, sopra menzionati, per presenziare all’inaugurazione del sito internet destinato ai turisti cinesi nel Belpaese: www.yidalinihao.com. Al proposito, si evidenzia che trattasi di notizia palesemente infondata, in quanto il Ministro Brambilla non e’ mai stata a Shanghai ne’ tantomeno si e’ recata in Cina in compagnia di tali persone. Essa, inoltre, e’ riportata con modalita’ volte a screditare l’immagine dell’Istituzione Pubblica, di cui l’on. Ministro e’ responsabile.”
Beh, non sono questioni mie, ma la cosa mi risulta parecchio strana.
Infatti, l’Enit riporta che la Brambilla c’è andata (Shanghai), mentre lei smentisce e “denuncia” che quelli del Fatto hanno riportato delle inesattezze.
E allora perché quelli dell’Enit, che sono sotto l’ala della ministra e lo scrivono anche sul loro sito che lei era presente ? (aggiornamento al 21-08-2011 ore 18:30 ... il link "stranamemte" non corrisponde più a nessuna pagina ma naturalmente dispongo della pagina salvata ... lo faccio sempre, si sa mai).
No problem, la Sciura ci ha abituato anche a di peggio e di conseguenza non me ne preoccupo più di tanto; ormai la conosco (credo) e quindi.,,
Quindi, ritornando a noi, doppia presentazione a Shangai e Pechino e il Paolo Rubini che dice: in Cina rafforzeremo presenza ENIT in vista dell'imminente apertura di un proprio ufficio nella capitale.
I dati sui flussi turistici sono molto significativi: secondo l’Organizzazione mondiale del turismo (UNWTO) nel 2020 si dovrebbero raggiungere i 100 milioni di arrivi di ospiti cinesi sui mercati internazionali. Quest’anno, fonti sicure, dicono che sono stati 54 milioni, mentre l’anno scorso 47/48 circa.
Intercettare parte di questo flusso è estremamente importante per un Paese come il nostro, che possiede la più alta concentrazione del patrimonio artistico e culturale mondiale, cui si aggiungono l’eccellenza dei suoi prodotti enogastronomici, della moda e del design.
Il sito, strategico per raggiungere un paese con più di 300 milioni di internauti, rappresenta sicuramente uno strumento di promozione efficace e adeguato alle attuali forme di comunicazione.
L' Italia, «agli occhi di Pechino, rappresenta un incomprensibile caso a sé. Dieci anni fa era la mèta preferita dei pionieri dei viaggi in Europa, infatti i cinesi amano il mito dello ‘stile di vita’, il clima mediterraneo, la passata potenza imperiale e culturale, la moda e il lusso, la natura, la varietà gastronomica che esalta la qualità dei vini».
Ma c’è un ma!
Ma … «Eravate il punto di partenza ideale» dice Zhu Shanzhong, vicecapo dell' Ufficio nazionale del turismo cinese «per un tour europeo. Poi ci avete un pochino trascurati».
Al punto che «la promozione turistica dell' Italia in Cina è inferiore a quella dei Paesi Bassi».
Una follia.
Ma per capire la fondatezza dell' accusa basta farsi un giro sul portale turistico aperto dal governo italiano in cinese, www.yidalinihao.com. Costato un occhio della testa e messo su con una sciatteria suicida che grida vendetta. Per cominciare, le quattro grandi foto di copertina che riassumono l' Italia mostrano una Ferrari, una moto Ducati, un pezzo di parmigiano e un prosciutto di Parma. In mezzo: Bologna. Con tanto di freccette sulla mappa che ricordano la sua centralità rispetto a Roma, Milano, Venezia e Firenze. Oddio: hanno sbagliato capitale? No, come ha scoperto «il Fatto Quotidiano», è solo un copia-incolla dal sito cinese della Regione Emilia-Romagna aimiliyaluomaniehuanyingni.com. Ma ancora più stupefacenti sono i video che illustrano le nostre venti regioni. Dove non solo non c' è un testo in cinese (forse costava troppo: i milioni di euro erano finiti...) ma ogni filmato è accompagnato da un sottofondo musicale. Clicchiamo il Veneto? Ecco il ponte di Rialto, le gondole, il Canal Grande, le maschere, i vetrai di Burano... E la musica? Sarà di Antonio Vivaldi o Baldassarre Galuppi, Tomaso Albinoni o Benedetto Marcello, Pier Francesco Cavalli o Giuseppe Tartini? Sono talmente tanti i grandi compositori veneziani del passato... Macché: la Carmen del francese Georges Bizet rivista dal russo Alfred Schnittke! La musica dell' Umbria? Del polacco Fryderyk Chopin. Quella della Campania? Del norvegese Edvard Grieg. Quella del Lazio? Dell' austriaco Wolfgang Amadeus Mozart. Quella dell' Abruzzo? Dell' inglese Edward Elgar. E via così: tutti ma proprio tutti i video che dovrebbero far conoscere l' Italia ai cinesi, fatta eccezione per quello della Basilicata dove la colonna sonora è del toscano Luigi Boccherini, sono accompagnati dalle note di musicisti stranieri. Amatissimi, ma stranieri. Il guaio è che da molto tempo immaginiamo che tutto ci sia dovuto. Che gli stranieri, per mangiar bene, bere bene, dormire bene, fare dei bei bagni e vedere delle belle città, non abbiano altra scelta che venire qui, da noi. Che cortesemente acconsentiamo a intascare i loro soldi, quanti più è possibile, concedendo loro qualche spizzico del dolce vivere italiano.
Peggio: siamo convinti che questi nostri tesori siano lì, in cassaforte.
Destinati a risplendere per l' eternità senza avere alcun bisogno di protezione.
Di cura.
Di amore.
No, non è così che si fa!

8 commenti:

  1. Copiato o no, queste cose si devono dire e anche ripetere.

    Hanno reclamizzato il portalone cinese come l'avvento dell'angelo e questo è il risultato nonostante gli euro spesi?

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  2. @Luciano

    Come mai di nuovo Paolo Rubini e non avevi detto che l'ENIT stava migliorando?

    :-)

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  3. In questo caso all'ENIT dovrebbero cancellare la pagina "incriminata"

    [http://www.enit.it/it/traduzione-enit-news/142-rubini-in-cina-rafforzeremo-presenza-enit.html]

    Luciano è quello che volevi?
    Un suggerimento al Lubini?

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  4. Attendo con ansia di vedere, dalla BIT, foto e video della
    location avveniristica costituita da una struttura modulare e polifunzionale che rappresenta lo spazio istituzionale del Ministero del Turismo
    [ndc: che non esiste, e ancora non l'han capito dopo tre anni] in fiera.
    In mezzo MVB ad illustrare il suo imperdibile ed innovativo contributo strategico all'OMT (cani, gatti, asini e compagnia bella).
    Ci vorrebbe qualcheduno a farle una domandina semplice semplice: "Ministro, ci spiega come ha fatto a spendere trecentoventimila euro per quel penoso sito turistico in cinese?"

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  5. @frap

    Pensa che dopo 10 anni che non vado più alla BIT ... ci sarò proprio per quel motivo, ma nache per altri.
    Vorrei vedere con i miei occhi il "cambiamento" e per ascoltare i nostri "amici".
    Cosa dici, mi devo nascondere per non farmi riconoscere?
    Ah, hai notato la frase che ha inserito nel link che mi hai mandato(?): “Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere” (Mahatma Gandhi).

    ;-)

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