domenica 10 aprile 2011

♫♪♫♪♪ Mica t'offendi se te do der tu ... ♫♪ ... te c'hanno mai mannato a quel Paese ... ♪♪♫♪♫


Beh, oggi la prendo bassa, è domenica e quindi è festa.
E non “sparerò” sentenze su nessuno di quei grandi campioni del turismo nostrano; o forse si.
Infatti è sempre più dura non aver del “fango” da lanciare (costruttivamente, naturalmente) su quella gente.
Che poi è quello che fanno anche tra loro quando arrivano i non certo esaltanti dati delle presenze turistiche nel BelPaese, poiché cominciano a spargersi l’un l’altro del “fango” sui bei vestiti (d’alta sartoria, naturalmente), alla "gran moda" che la colpa è sempre degli altri.
Almeno ce lo lasciano credere, forse e come all’uso dei famosi ladri di Pisa, che di giorno bisticciavano e la notte andavano insieme a rubare.
E noi, come dei fessi, ce le beviamo proprio tutte.
Vabbeh, constatando che neanche ‘sta volta ce lo fatta a non “dire bene” di loro, vado subito al dunque.
Un dunque che altro non è che un Camper con su scritto ANDARE A QUEL PAESE … e che viaggiando in ogni dove per l’Italia, è organizzato dal CTS (Centro Turistico Studentesco e Giovanile) cofinanziato dal Ministero della Gioventù della Meloni.
Una cosa intelligente, semplice ma ben ben costruttiva e pratica.
Una cosa che in tre anni di dominio brambillesco and Co., nel ministero del turismo, non è mai stata neanche minimamente raggiunta sotto l’aspetto dell’utilità con qualsiasi altra loro bella pensata.
Ministero che praticamente non esiste; sia per motivi che quel ministero è stato abrogato nel ’93 e non si capisce il perché ora c'è (anche se in verità in Italia servirebbe averlo), sia perché i risultati sono stati “I M P R O D U T T I V I” (per saperlo basta leggere i quasi 700 articoli scritti su questo blog).
Invece s’è visto e sentito a iosa di gatti, cani, prese di posizione contro la caccia e contro i Palii e che fanno sembrare quel “ministero” più come uno degli animali che quello del turismo.
Comunque “Andare a quel Paese…”, che la Brambilla and Co. dovrebbero attentamente valutare sotto l’aspetto nudo e crudo della frase, ha l’obiettivo di promuovere il turismo giovanile inteso come occasione di crescita culturale e sociale e come strumento per l’approfondimento della conoscenza reciproca e la promozione del dialogo interculturale.
Obiettivo è anche quello di favorire nelle nuove generazioni lo sviluppo di forme di turismo responsabile e sostenibile al fine di promuovere pratiche di viaggio rispettose dell’ambiente e delle culture tradizionali, in linea con i principi dell’AITR (Associazione Italiana Turismo Sostenibile), e avrà luogo in 7 città italiane: Roma, Lecce, Napoli, Bologna, Milano, Torino e Firenze, ed è rivolto alla gioventù che va dai 15 ai 30 anni.
Il turista responsabile desidera scoprire il mondo senza calpestarlo… Ha a cuore la gente che vive, nel proprio quotidiano, i posti meravigliosi che visita durante la vacanza: per questo viaggia solo in circuiti che aiutano lo sviluppo delle popolazioni locali e favoriscono l’incontro fra le diverse culture.
La casa, il lavoro, le persone che ci circondano tutto sembra avere un senso nella vita che conduciamo. Quando qualcosa di estraneo al nostro ambiente familiare entra in contatto con noi viene visto allora come “strano”. Facciamo fatica a capire usi e costumi diversi dai nostri. Ma ci siamo mai chiesti come siamo visti dalle persone provenienti da altri paesi?
Esemplare è il racconto di Tuiavii, un saggio capo indigeno delle Isole Samoa, che compì un viaggio in Europa agli inizi del ‘900 venendo a contatto con gli usi e costumi dell’”uomo bianco” chiamato scherzosamente “Papalagi”:
“Il Papalagi è continuamente preoccupato di coprire ben bene la sua carne (…) I piedi infine vengono avvolti in una pelle morbida e in una molto rigida. Quella più morbida è per lo più elastica e si adatta facilmente al piede, al contrario di quella più rigida. (…) Queste pelli da piedi il Papalagi se le porta addosso dal levar del sole fino al tramonto, con esse fa i suoi viaggi, danza e le porta anche quando fa caldo come dopo la pioggia tropicale. (…) Il Papalagi vive in un guscio solido come una conchiglia marina (…) Una casa che ha molti scomparti ed è tutta bucata. C’è un solo punto in cui si può entrare e uscire da questa cassa di pietra. Questa apertura il Papalagi la chiama ingresso (…) La maggior parte delle capanne sono abitate da più persone di quante ne vivono in un solo villaggio delle Samoa (…) Se la famiglia sta in alto, proprio sotto il tetto della capanna allora bisogna salire molti rami a zig-zag o in tondo, fino a che sia arriva al punto dove il nome della famiglia sta scritto sul muro. Lì ci si trova davanti ad un grazioso capezzolo femminile finto sul quale si preme fino a che risuona un grido che chiama la famiglia (…) Il Papalagi ha una maniera di pensare curiosa ed estremamente contorta. Pensa sempre come meglio trarre profitto da qualcosa e averne ragione (…)”.
Ci ritroviamo in questa descrizione?
Beh, che dire; una gran bella idea che se per caso è anche copiata da qualche altra parte, è sempre un buon copy and paste di qualità.
Se poi avete voglia di andarvi a leggervi dell’altro “camper”, quello organizzato dalla ditta Brambilla and Co., e che sta girando l’Europa per valorizzare il Made in Italy, ebbene cliccate qua e prendete i giusti paragoni.
Vabbeh, Luciano, oggi è domenica e quindi è festa, dai prendila bassa.
Ok ci provo, ma come si fa con "chillillà"?

7 commenti:

  1. Eh eh eh
    ...
    chi va con la corente è baccalà,
    io so salmone e nun me 'mporta niente,
    a me me piace annà contro corente,
    e va e va
    ...
    eh eh eh, una finesse mica da poco. ;-)

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  2. Ma pensa che me la stavo ascoltando proprio in questo momento e per l'appunto pensavo alla stessa cosa.
    Infatti stavo correggendo il testo della canzone sul web (http://www.canzoni-mp3.net/s/sordi_alberto/canzoni/testo_e_va_e_va.htm) dove anzichè "chi va con la corente è baccalà" c'è scritto "chi va con la polenta è baccalà).
    Sottile ed involontaria allusione alla Brambilla che si dichiara rapida e veloce nelle sue decisioni e nel lavoro e ... il baccalà non era il suo precedente o attuale business?
    ma tu guarda un pò che combinazione.
    Comunque un grande in tutti i sensi 'sto Albertone.

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  3. Dai un'occhiata a questi numeri:

    http://www.vtmitalia.com/

    Non sono un esperto di fiere ma, a naso, mi pare sia stato abbastanza un flop, anche se era il primo esperimento del genere in Italia sul turismo (o almeno credo).

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  4. Ahimè non m'intendo molto di questa cosa virtuale.
    Però se faccio riferimento alle Fiere "viventi", i numeri (se veri), fanno pena lo stesso.

    E poi scusa, che motivo c'è di non inserire la lista degli Exibitors che sono sempre elencati in ogni dove.
    E lo scrivere 341 exibitors ma inserire solo 33 Platinum Companies.
    E gli altri?
    Privacy?
    Ma per piacere.
    O forse avevano solo la Gold o Silver o Bronze (alla moda della Brambilla) Companies?

    Ho fatto un giretto per prendere qualche comparazione sul web, ed ho trovato molte informazioni e non una pagina web con solo ed unicamente il "CONTATTACI"

    R I D I C O L I
    ;-)

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  5. Non credo che siano così tanto BUONI questi risultati.
    Avete visto i contati che hanno ricevuto durante la 'manifestazione' o fiera?

    Alexa li dà come scarsi.
    ;-)

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  6. 341 espositori di cui 258 internazionali e 83 italiani, 1.300 operatori registrati, 3.500 biglietti da visita scambiati, più di 7.000 visite da 57 Paesi in rappresentanza dei cinque continenti, tra cui Usa, Germania, Svizzera, India, Corea, Regno Unito, Russia, Francia, Brasile, Giappone, Cina, Emirati Arabi, Australia, Canada. E' il bilancio della prima edizione del Virtual Travel Market lanciato dall'Enit Agenzia, quale novità a livello mondiale, come nuovo strumento di promozione turistica al servizio degli operatori di settore.
    "L'apertura a una piattaforma dinamica interamente basata su internet, integrata con strumenti di comunicazione in tempo reale e con modalità di accesso ed interazione simili a di quelle di una fiera fisica - ha sottolineato Matteo Marzotto, presidente dell'ENIT a chiusura della Fiera Virtuale - è stata una intuizione che ha permesso all'Enit di dotarsi di uno strumento permanente per la promozione efficace e capillare del brand Italia, mettendo in campo una tra le azioni di rinnovamento dell'attività dell'Agenzia".
    Soddisfatto anche Paolo Rubini, direttore generale dell'Enit: "abbiamo fortemente voluto il Virtual Travel Market, che non può e non deve sostituire le fiere tradizionali ma semplicemente aggiunge ulteriori strumenti al raggiungimento dei risultati promozionali e commerciali perseguiti dalle imprese turistiche, moltiplicando le opportunità di incontri b2b. Inoltre, abbiamo consentito una visibilità internazionale a tutta una serie di piccole imprese turistiche ma con forti potenzialità attrattive per segmenti turistici di nicchia, offrendo alle piccole aziende, alle piccole agenzie e tour operator, spesso per la prima volta, una finestra sul mercato turistico internazionale, per sviluppare i confini delle loro attività con un investimento accessibile a tutte le tipologie di operatore turistico. Abbiamo avuto i riscontri positivi che ci aspettavamo e dall'11 al 14 ottobre si replica l'appuntamento sempre sul sito del Virtual Travel Market".
    Positivo anche il commento di Marco Merciai, direttore del Virtual Travel Market: "i feed-back degli operatori sono stati estremamente positivi, sia in termini di contatti di lavoro durante il periodo della manifestazione ma anche in termini di incremento delle visite diretti ai siti internet delle proprie strutture, con aumenti che hanno raggiunto anche le 10 volte rispetto al consueto traffico web giornaliero, che si è anche tradotto in un immediato incremento delle prenotazioni e delle vendite. Dalle nostre rilevazioni della customer satisfaction dei partecipanti, abbiamo inoltre individuato interessanti miglioramenti ed innovazioni da introdurre già a partire dalla prossima edizione di ottobre, in aggiunta a quelle da noi già programmate".

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