giovedì 8 settembre 2011

Critiche costruttive e critiche dettate dallo schieramento politico, dalla “tifoseria“, dall’orientamento culturale, dai campanilismi o nazionalismi o parrocchialismi e da un’infinità di altri pregiudizi.

Armando Cirillo, il responsabile Turismo del PartitoDemocratico, c’informa che è sbagliato portare l’Iva dal 20% al 21%, provocando un incremento generale dei prezzi.
Ma va?
Lui dice ch’è un provvedimento miope che provocherà un effetto negativo sui consumi legato all’aumento del costo delle vacanze: agenzie di viaggi, tour operator, imprese balneari subiranno dei danni diretti consistenti. Il settore del turismo che con molte difficoltà cerca di far fronte alla concorrenza internazionale, in condizioni già di svantaggio rispetto ai nostri concorrenti come Spagna e Francia, rischia di non farcela con il rischio concreto di perdere quote di mercato e posti di lavoro.
Ok, si vabbè, ma se gentilmente, oltre alla giustissima nonché semplicistica critica (nel senso che a dire ‘ste cose siamo bravi tutti) volesse anche dare qualche suggerimento, gliene saremo anche grati.
E grato sarà indistintamente il totale del popolo italiano (inteso a prescindere da qualsivoglia ideologia politica o sociale) se volesse dirci il come.
O forse sono cose talmente più grandi di lui che non sa da che parte s’incominci a parlarne.

Ma perché chi s’oppone (in Italia ma non solo) fa sempre così?
Alcuni dicono (compreso me) che lo fanno per il semplice motivo che così dicono qualcosa, “fabbricando” per qualche stolto o facile credulone dei bei pacchetti ad hoc in omaggio.
Quindi anziché aumentare le tasse, lui/loro avrebbero invece dato benessere e magari anche distribuito qualche soldino ai più bisognosi … ma di soluzioni o suggerimenti; niente, nisba, niet, nada, nothing, e chissà in che modo si dice o si scrive in cinese.

Ma vediamo nel dettaglio cos’è e com’è la critica.
La critica è importante, è necessaria, è una condizione indispensabile di libertà e di sviluppo della conoscenza.
Ognuno ha il diritto di criticare come vuole.
A chi è criticato conviene ascoltare, capire, imparare. Se ha sbagliato, ha un’occasione per correggersi.
Se dice o fa cose che considera giuste, ma non sono capite, ha uno stimolo a cercare di spiegarsi meglio.
Chi si considera immune da ogni critica, o “superiore” a chiunque “si permette” di non essere d’accordo, non è solo arrogante.
È anche stupido.

Perciò la critica è sempre intelligente, utile, educativa?
Purtroppo no.
Leggiamo e ascoltiamo molte critiche, su ogni sorta di argomenti, che non solo non ci aiutano a capire, ma confondono anche cose che sarebbero chiare se qualcuno non si dedicasse all’arte perversa di renderle meno comprensibili.
È ovviamente stupida, deviante (e, a gioco lungo, autolesionista) la critica “di parte”.
Dettata dallo schieramento politico, dalla “tifoseria“, dall’orientamento culturale, dai campanilismi o nazionalismi o parrocchialismi e da un’infinità di altri pregiudizi. (Vedi La stupidità del “fondamentalismo”).
Dopo aver sentito dire mille volte che i bizzirri hanno sempre ragione e i bizzorri hanno sempre torto – e viceversa – alla fine la deduzione più ragionevole è che gli uni e gli altri non sanno di che cosa stanno parlando.
Questa è la più evidente stupidità della critica – ma non è l’unica. 

Ci sono gli errori di prospettiva.
Se qualcuno ha sbagliato perché ha un punto di vista ristretto o deviante, può essere molto utile una critica che collochi il ragionamento in un quadro più significativo.
Ma accade, troppo spesso, che la critica sia altrettanto deviata e deviante – e tutto si riduca a una polemica insensata.


C’è il pregiudizio.
Chi critica si basa sui suoi preconcetti anziché cercare di capire.
Spesso si tratta di interessi personali o di categoria, che è legittimo difendere (se lo si fa in modo esplicito e dichiarato) ma si traducono facilmente in deformazioni arbitrarie che servono solo a confondere l’argomento.
Ma ci sono deviazioni altrettanto pericolose che non derivano da un’intenzionale posizione pro domo sua.
Ignoranza, superficialità, luoghi comuni, frettolosi malintesi, errori di comprensione, possono spesso indurre a criticare prima di aver capito.
La critica, naturalmente, non è sempre negativa. Il compito di un critico è anche “dire bene” di ciò che considera apprezzabile.
Ma l’elogio può essere stupido quanto il dissenso.
La critica può essere irritante, ma è ancora peggio avere consensi sciocchi o superficiali applausi da claque.
L’arroganza merita di essere criticata e derisa.ù

Ma quanti critici sono arroganti quanto o più delle persone, idee e comportamenti con cui non sono d’accordo?
Non si tratta di umiltà.
A parte il fatto che molti si atteggiano a “umili” mentre non lo sono, è meglio avere il coraggio delle proprie opinioni, dire con chiarezza ciò che si pensa, specialmente quando si hanno le basi per conoscere bene l’argomento.
Ma quanto spesso ci capita di ostinarci invece di ascoltare?
Insomma essere coscienti della stupidità altrui non è un buon motivo per lasciar crescere la nostra. Non si finisce mai di imparare.
Quando sentiamo o leggiamo un’affermazione stupida, proviamo a chiederci come è nata quella stupidità e se possiamo imparare qualcosa dalla sua origine.
Se qualcuno critica ciò che ci sembra criticabile, non per questo dobbiamo credere che abbia “sempre ragione”, né che sia da condividere il modo (e il motivo) del suo atteggiamento.
La critica non ha l’obbligo di essere “obiettiva”, è inevitabile, e può essere utile, che ci siano atteggiamenti e posizioni diverse.
Ma cerchiamo di ricordarci che nessuno è mai “onnisciente” e che un granello di conoscenza, o l’utile nascita di un dubbio, possono venire anche da opinioni o affermazioni che, a prima vista, ci sembrano completamente stupide. 

Quando avrò finito di scrivere queste righe, andrò a leggere i giornali di oggi. So che ci troverò, come sempre, un mare di banalità, di disquisizioni su cose che non mi interessano, di statistiche sballate, di balordaggini su argomenti che conosco meglio di chi ha scritto un certo articolo, di stupidaggini e superficialità, di commenti che mi sembrano sbagliati, confusi o incomprensibili. Ma dovrò stare attento (come cerco, per quanto possibile, di fare tutti i giorni) perché in una delle tante pagine potrebbe esserci qualcosa di meno ovvio, che mi aiuta a capire.
La stupidità è imperversante, la “disinformazione” e la superficialità sono impressionanti.
Ma è altrettanto stupido criticare prima di esserci chiesti se ci può essere qualcosa di sbagliato nelle nostre opinioni o in ciò che crediamo di sapere.

Mi scusi, ma lei ha capito?

Di Giancarlo Livraghi e un po’ anche mio

10 commenti:

  1. Il potere della stupidità è così insidioso che si può manifestare anche quando si tenta di correggerlo (o si crede di approfittare della stupidità altrui).

    Di Livraghi

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  2. Il genio è uno che quando fa del suo meglio, fa il meglio che si possa fare. La stessa cosa di sé la pensa il cretino.

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  3. Sono fin troppo consapevole del fatto che si vive in un'epoca in cui solo gli ottusi sono presi sul serio, e io vivo nel terrore di non essere frainteso.
    (Oscar Wilde)

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  4. Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza.
    (Anonimo)

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  5. Purtroppo devo chiudere sono in ritardo.

    P.S.: Non è un aforisma ma solo il fatto che devo finire un lavoro.

    :-)

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  6. E cavolo, due commenti e vai via?

    Ciao a domani

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