giovedì 30 giugno 2011

Domani 1° luglio parte la tassa di soggiorno e siamo stanchi di 'ste str ... anezze

Eh si, domani è il primo di luglio e si parte.
No, non per le ferie, almeno per me, domani parte la tassa di soggiorno.
E ci sarà il debutto ufficiale del nuovo tributo a Firenze e Venezia, le prime città che hanno deciso di ricorrere al nuovo contributo sui turisti autorizzato nel decreto sul federalismo fiscale, ma anche le altre non staranno a guardare.
Come al solito, noi aspettiamo aspettiamo e aspettiamo ancora prima di prendere una decisione e i fattori di quest’attesa sono molteplici.
Primo perché non ci capiscono ‘na mazza, secondo perché sovente preferiamo il non prendere delle decisioni anche per il motivo che dobbiamo lavorare per buttare giù uno straccio di programma, e quindi non sia mai detto che a qualcuno venga in mente di fare ‘sta fatica, terzo perché può risultare improduttivo sotto l’aspetto dell’impopolarità.
Risultato?
Beh, il risultato è che quando c’arriviamo, se c’arriviamo, ne siamo obbligati e lo facciamo nel peggior modo possibile, mentre per ricuperare il tempo passato diamo delle stangate che manco ci si crede.
Ma com’è nel mondo ‘sta benedetta tassa turistica?
A Parigi, da 0,50 a1,50 euro a notte (dove la tassa di soggiorno fu introdotta nel 1910) e di altre metropoli come New York, dove la hotel tax costa in media 3,50 dollari a notte; in Austria invece la tariffa è differenziata e va da un minimo di 0,40 centesimi a un massimo di 1,10 euro, mentre la Germania applica tariffe di soggiorno ma a discrezione delle singole zone, dove però in nessuna parte si supera o si arriva a quei “benedetti” 5 eurini italici.
E anche Barcellona potrebbe applicare in futuro una tassa sui soggiorni turistici (ma credo che l’abbia già fatto), dell'ordine di un euro per visitatore. Lo scriveva l’anno scorso il quotidiano catalano La Vanguardia, secondo cui l'ente del turismo della metropoli mediterranea, Turisme Barcelona, sta ipotizzando di ricorrere a questa forma di finanziamento per compensare i tagli di bilancio sul fronte delle dotazioni fiscali ordinarie.
Come vedete gli altri si mantengono nell’ordine di piccole cifre mentre noi ci diamo sotto ch’è un gran piacere … per loro e per ora, poi si vedrà.
Comunque sia si parte e le opinioni che leggi sul web da parte degli operatori turistici sono … "Sembra un balzello medievale" dice Krzysztof Mietlicki, managing director della polacca Gift Travel Centre, mentre c'è chi, come Freddy De Witt, managing director di FDW Travel consultancy dal Belgio, è ancora più esplicito: "È una vera sciocchezza, ma non possiamo farci nulla". I perché della bocciatura del tributo sono molti. "Se pensiamo alla psicologia del turista, è davvero una pessima idea - dice Romana Schutzova, responsabile di Adrialand, operatore della Repubblica Ceca -. Un europeo può decidere di andare pressoché ovunque. E allora perché scegliere l'Italia, quando invece può andare in un Paese che non impone tasse sui turisti?". Per non parlare della stagionalità: "Il problema più grande - spiega Monika Petrovszki, responsabile di La Grotta Holidays in Ungheria - è che iniziano a chiedere la tassa a metà anno. In Ungheria i cataloghi sono pronti a febbraio o marzo: non possiamo più informare i nostri clienti".
Ragionamento più articolato quello di Dora Ryals, specialista per le destinazioni lusso di Palisandes Travel in California: "Ho fatto una serie di simulazioni per i turisti di alto livello - illustra -. Alla fine, io penso che sia per i viaggi business che per i Fit dedicati all'up level non ci saranno serie ripercussioni. A risentire della nuova tassa saranno invece i passeggeri di livello medio, che sceglieranno probabilmente altre destinazioni". D'altra parte, dice seccamente David Iverson, titolare di A Cooks Tour a Washington: "Ogni tassa viene trasferita sul cliente", e le aziende non intendono assorbire il maggiore esborso.
Le reazioni ai primi sei mesi di tassa di soggiorno nella Capitale sono diverse. "I nostri clienti hanno protestato" dice dalla Polonia Mietlicki di Gift Travel, ma per la maggior parte l'atteggiamento è quello descritto da Dan Bradford, titolare dell'americana European Villas: "Non ho sentito lamentele da parte dei clienti. Ho sentito però molte persone dire che la tassa di soggiorno è una ragione in più per non scegliere l'Italia".
Quindi, anziché partire con una ragione di causa ed inserire dei costi più agevoli per tutti, qui da noi si danno mazzate a volontà.
Comunque non abbiate paura e vedrete che non ci sarà nessunissimo problema con la Brambilla.
Infatti la “rossa di chioma” è già partita con un bel + 5,6% di presenze nello stivale per i primi mesi dell’anno (lo dice lei ma non c'è riscontro da nessuna parte, anzi ...) e di questo passo arriveremo presto alle due cifre, naturalmente col segno più davanti.
Pertanto che problema c’è?
E senza dimenticare il “destagionalizzatore” del Paolo Rubini che ha finalmente risolto tutti i dilemmi … e vedrete in quei mesi, che prima erano morti, quanta bella gente che qui in Italia verrà.
Scritto con l'aiuto involontario di Cristina Peroglio di TTG

mercoledì 29 giugno 2011

Classifica dei portali del turismo regionali per contatti

Questa classifica tiene conto dei contatti che ogni Regione ha giornalmente in merito al turismo, ma ahimè non la spesa che ognuna di loro ha affrontato per realizzare il proprio “portalone”.
Se qualcuno li sa …
Il risultato di queste “palanche” spese da molte Regioni (gestioni passate e presenti) è evidente, e a voi la disamina del caso.
La fonte proviene da Alexa, che non sarà il massimo ma qualche informazione utile la fornisce sempre.
Poi se qualcuno vuole è può fare di meglio con altre opportunità di misurazione, ben venga.
In fondo allo schemino potrete vedere il successo di www.italia.it che tra i tre protagonisti (Lucio Stanca, Francesco Rutelli e Michela Vittoria Brambilla) c’è costato (fin’ora) circa 60 milioni di euro (la 1st version c'è costata una cifra compresa tra i 6 ed i 15 milioni di euro), e la cifra esatta è ignota.
Mentre la seconda ...
... Le risorse finalizzate alla realizzazione e gestione del portale Italia.it fino al 2012 – ovvero un periodo di tre anni – in tutto ammontano a 9 milioni 425 mila euro ripartiti per tre anni, su un totale di 10 milioni di euro che abbiamo ricevuto nel 2009 dal Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, dopo la firma del protocollo d’intesa.
Dei restanti 575mila euro non si sa nulla.Questo lo scrivo perchè sono stufo di leggere delle cifre che vanno dai 40 milioni fino ad arrivare oltre i 70 milioni anche su blog di persone che dovrebbero saperlo, e se per caso non lo sanno, non lo dovrebbero scrivere.
Comunque sia, ho inserito anche le classifiche di questo blog e che per quanto riguarda i contatti esteri …
Ah dimenticavo; questo blog non costa niente.


REGIONE
RANK Internazionale
RANK Nazionale
Percentuale contatti esteri
33,652
1,133
35,00%
48,207
1,212
2,80%
53,352
1,228
6,60%
63,239
1,570
5,70%
77,247
2,046
25,20%
170,491
5,116
4,50%
170,570
4,390
17,70%
232,450
7,667
3,70%
304,259
9,233
14,30%
352,733
14,536
5,00%
357,625
13,806
8,00%
437,788
13,596
5,10%
463,905
15,540
14,00%
476,807
11,816
5,10%
546,648
30,703
13,70%
663,852
31,147
19,90%
678,047
26,841
17,00%
999,121
50,038
11,80%
1,034,532
30,938
20,20%
1,066,474
23,011
3,50%
 
103,851
4,305
31,20%
119,181
6,292
60,20%

Ci si può salvare dal canto delle sirene, ma non dal loro silenzio.

Minuto 24 e 55 secondi di questo video, e singolare la scritta “aveva bevuto” (un caso?), che passa sotto il video (fatto di cronaca non pertinente) mentre la ministra parla di un "ipotetico" + 5,6% di turisti in Italia.
Menzogne, bugie, balle, chiamatele come volete, in tutte le lingue possibili e immaginabili, ma non illudetevi di poterne uscire illesi.
Esse sono il motore della politica, la linfa della storia, il succo della cronaca e il cuore dell’economia in cui naturalmente è incluso il turismo.
Si sa, di bugie, fandonie, “bullshit” come direbbero gli americani con un linguaggio più forte ispirato al turpiloquio (si veda il saggio filosofico di Harry G. Frankfurt), e con queste si nutrono le campagne elettorali dei paesi democratici, la comunicazione politica nonché l’informazione sui dati turistici.
Il politico “bugiardo”, come suggeriva Hannah Arendt nel suo Verità e politica (or. 1968), “E’ un attore per natura; dice ciò che non è perché le cose siano differenti da ciò che sono,  e cioè vuole cambiare il mondo”, e far credere che lui ne è capace.
La menzogna politica, un topos classico nella storia del pensiero antico, moderno e contemporaneo, da Platone a Kant, Montaigne e Rousseau, da Sant’Agostino a Nietzsche, un fattore ineliminabile della società, insito in ogni forma di azione e di organizzazione politica; in democrazia diventa addirittura un indicatore dell’esistenza della libertà umana.
La Michela Brambilla in che cos’è laureata, li conoscerà questi autori?
Dire bugie è, per così dire, un virtuoso esercizio di libertà, se non fosse che i governanti ricorrono sempre più in maniera indiscriminata e spudorata alle menzogne per giustificare e legittimare il proprio potere o il non essere riuscito a concludere niente di buono, spingendo fatalmente le istituzioni democratiche verso una deriva totalitaria.
Di verità c’è urgente bisogno in democrazia, di una verità non costruita, non artefatta, non fasulla, di una verità, insomma “verace” a portata di tutti, una “sincera” verità, come l’intercalare popolare suggerisce tautologicamente.
E invano.
Infatti la Brambilla dichiara che nei primi mesi di quest’anno abbiamo un + 5,6% di presenze turistiche.
Singolare, anche in questo frangente, che sotto scorrano le parole “video choc”, ma anche qui è sicuramente un caso.
Il piccolo caso, ossia il casino, l’abbiamo invece noi ad avere un ministro del turismo così.
Perché se in un regime autoritario o totalitario di verità ce n’è una sola ed è paradossalmente congruente alla “menzogna assoluta”, in democrazia, effetto perverso del pluralismo, di verità ce ne sono molte, le pseudoverità, e soltanto pochi hanno accesso alla verità “più vera”.
Ora, se esiste una verità più vera delle altre, che sta sopra a tutte, allora queste non sono che menzogne.
Infatti nell’intervista che sembrerebbe “quasi” pilotata, la Brambilla evita per bene di dare la fonte di questi dati che in verità non trovano riscontro da nessuna parte.
Mi chiedo su quante e quali verità possa poggiare una democrazia, la nostra per esempio, senza che non ci si possa sentire lesi, noi ignari cittadini, nei nostri diritti, del diritto di “sapere”, di conoscere la verità sui fatti per fugare quella sensazione (o certezza?) di essere vittime di un inganno “globale, assoluto” e di ritrovarsi vis a vis con la madre di tutte le menzogne: la menzogna assoluta, appunto.
Fino a che punto ci si può estraniare da se stessi e denunciare un falso reato, senza debordare nella patologia?
Corrisponde, forse, questo a un esercizio di libertà?
E’ una domanda che andrebbe rivolta soprattutto alla Brambilla, considerate le performance non davvero esaltanti nel turismo del nostro Paese, e nonostante lei e i suoi “soci” dicano sempre che tutto va bene.
Certo.
Con le parole si può fare qualsiasi cosa, come suggeriva John Austin in Come fare cose con le parole; i ricettari non mancano e, nella cucina politica, i cuochi più bravi sono al lavoro da tempo.
Infatti non molto tempo fa l’abbiamo intravista conGualtiero Marchesi fare un risotto alla milanese che non assaggerei neanche da morto.
Sarà il fato o anche questo è un caso?
Ma una cosa è certa: chi mente a se stesso non è mai in buona fede.
Perché mentire è un atto intenzionale e chi sa di mentire sa, o dovrebbe sapere, anche che prima o poi cadrà vittima delle sue stesse “fabbricazioni”.
Ci si può salvare dal canto delle sirene, ma non dal loro silenzio.

martedì 28 giugno 2011

Estate con il fiato sospeso nel turismo?

Difficilmente, anzi mai, ho visto scritte tante cose intelligenti (turismo) riportate da un'unica seduta, pertanto ve le dico pari pari come lette su TTG.
Forse manca qual cosina (settore alberghiero) ma non è il caso d’andar a cercare il pelo nell’uovo, e così pure alcune (poche) considerazioni sarebbero (un po') da rivedere; ma dai, non esageriamo.
A voi però scoprire quali e buon lavoro nonchè lettura.
Si è chiusa la nuova tavola rotonda promossa da TTG Italia che ha avuto come tema portante 'Un'estate con il fiato sospeso'. Al centro del dibattito negli uffici milanesi di TTG la situazione del mercato alla vigilia dell'altissima stagione, il peso della crisi sul Nord Africa e le possibili risposte che il settore può dare per reagire con la massima flessibilità. All'evento hanno partecipato Massimo Broccoli, direttore vendite di Alpitour; Gabriele Rispoli, direttore commerciale di Valtur; Angelo Cartelli, direttore commerciale e marketing di Eden Viaggi; Massimo Zanon, direttore commerciale i Grandi Viaggi; Fouad Hassoun, presidente di Phone&Go; Renato Scaffidi, direttore generale di Marevero; Guido Ostana, direttore commerciale di Settemari; Stefano Pompili, direttore commerciale di Veratour; Luca Battifora, direttore generale di G40-Mondo di Vacanze; Ezio Birondi, a.d. di Last Minute Tour; Luca Caraffini, a.d. di Bravo net.
Di seguito alcuni degli interventi dei partecipanti al dibattito. Il servizio completo sarà disponibile su unno dei prossimi numeri di TTG Italia.

12:35 - Offrire prodotti che sono richiesti

"Bisogna capire cosa vuole il mercato - spiega Fouad Hassoun, Phone&Go -. È inutile offrire 5 stelle se poi il mercato può e vuole spendere poco"

12:31 - Comunicare il valore aggiunto
"Il settore ha bisogno di 'commerciale' nel senso più puro - aggiunge Luca Battifora, G40-Mondo di Vacanze -: bisogna sapere comunicare al cliente in valore aggiunto".

12:25 - Le novità valide vengono scelte
Secondo Stefano Pompili, Veratour "se offri una novità di prodotto valida, il mercato la sceglie subito. È accaduto con Marsa Alam, con Fuerteventura..."

12:18 - Imporre scelte al mercato
"Sono convinto che marketing e aziende possono imporre prodotti sul mercato - dice Angelo Cartelli, Eden Viaggi -. Se il cliente è fidelizzato è l'agente di viaggi che decide dove mandarlo in vacanza".

12:11 - Conciliare investimenti e crisi

"L'innovazione richiede investimenti - evidenzia Massimo Zanon, i Grandi Viaggi -: bisogna conciliare questo con l'incapacità di spesa che c'è nella situazione attuale dell'economia".

12:03 - Una questione di scelte

"Il prodotto deve essere creato, poi la rete deve fare le sue scelte - sottolinea Ezio Birondi, Last Minute Tour -. A questo punto si può fare formazione".

11:55 - Prodotto charter troppo rigido
Mette in evidenza uno dei limiti del settore Massimo Broccoli, Alpitour: "Uno dei problemi dell'innovazione - dice - è che il prodotto charter è troppo rigido".

11:48 - Mancano gli investimenti in sviluppo

"C'è un problema di ricerca - conferma Luca Battifora, G40-Mondo di Vacanze -. In questo settore non si investe in sviluppo".

11:45 - "È l'offerta che genera la domanda"
"Chi è fermo muore - spiega Ezio Birondi, Last Minute Tour -; se non innovi sei destinato a chiudere. Per me quello che manca è l'offerta, il prodotto. Anche perché l'offerta genera la domanda".

11:38 - La situazione del mercato si è ribaltata
Fa autocritica Luca Battifora, G40-Mondo di Vacanze: "Per anni abbiamo avuto l'ambizione di vendere al cliente quelle che volevamo noi. La crisi economica, ora, ha portato alla crisi del modello".

11:33 - Serve il prodotto adatto

"Sono molte le destinazioni che stanno soffrendo - evidenzia Fouad Hassoun, Phone&Go -; come facciamo a farle ripartire? Ci vuole il prodotto. Il produttore deve capire le esigenze del mercato e dare il prodotto adatto".

11:26 - Il mercato italiano rischia di rimanere indietro
"Su Egitto e Tunisia dobbiamo stare attenti - puntualizza Angelo Cartelli, Eden Viaggi -: gli altri mercati europei sono più reattivi e tra un po' di tempo rischiamo di avere problemi di strutture"

11:22 - Riposizionare in fretta il Mar Rosso

Guido Ostana, Settemari: "Dobbiamo preoccuparci di riposizionare bene il Mar Rosso per il prossimo autunno. Se non ci muoviamo con celerità ci troveremo di fronte a un inverno lungo e freddo".

11:15 - Carenza di destinazioni alternative
Uno dei problemi rilevati è che "sono mancate le mete - evidenzia Renato Scaffidi di Marevero - in grado di attirare quella fascia di clientela attualmente con qualche problema di liquidità".

11:06 - In difficoltà anche la fascia medio-alta
Tra gli elementi che stanno caratterizzando l'alta stagione non manca il calo dei consumi "che oggi però sta coinvolgendo anche la fascia medio-alta - sottolinea Massimo Zanon, i Grandi Viaggi -; notiamo proprio che sta facendo qualche sforzo in più".

10:57 - C'è più flessibiltà, ma vendite in calo
Gabriele Rispoli, Valtur, mette in risalto il ruolo del comparto "che ha dimostrato di essere in grado di essere flessibile quando la situazione lo richiede. Ma è anche vero che le vendite in agenzia non sono le stesse degli altri anni".

10:54 - Serve una riequilibratura
"Il Mar Rosso sosteneva le vendite di aprile e maggio - evidenzia Ezio Birondi, Last Minute Tour - che quest'anno sono mancate. Questo ha messo in luce che è necessario riequilibrare e recuperare le vendite a 60/30 giorni".

10:46 - "Sono cambiate le regole del gioco"

Mette in evidenza un movimento del mercato in atto Luca Caraffini, Bravo net: "Abbiamo siglato del contratti, ma ora sono cambiate le regole del gioco. Ora con tanti tour operator stiamo facendo contratti trimestrali".

10:40 - Cambiare il modello di business
"Mi preoccupa lo smarrimento del settore - sposta l'attenzione Angelo Cartelli, Eden Viaggi -. C'è la necessità di cambiare il modello del business: bisogna difendere le destinazioni"

10:35 - Fenomeno de-packaging anche sull'Italia
"Stiamo assistendo a un processo di de-packaging - analizza Luca Battifora, G40-Mondo di Vacanza - Un fenomeno che si è sviluppato sul prodotto Europa, poi anche sugli Stati Uniti e oggi riguarda anche l'Italia".

10:30 - Il nodo della competitività
Apre gli interventi Massimo Broccoli di Alpitour. Secondo il direttore vendite "il vero problema non è la capacità di spostare i consumi, che per fortuna abbiamo. La questione principale è quella della competitività".

domenica 26 giugno 2011

Tigre contro trighe



Si vocifera che per fare questo video la Michela Brambilla sia stata sedata.
Infatti la ministra appare in un atteggiamento troppo mansueto e inusuale per una della sua specie, mentre le associazioni animaliste preoccupate indagano.
In fondo si tratta di un ministro in via di estinzione (si spera presto) e vanno protetti per poterli far ancora vedere a quelli che verranno.
Nelle università future da usare come esempio del come non si fa o del come non si lavora nel turismo per dare dell’agio e quell'economia necessaria ad un Paese che di turismo ci dovrebbe e potrebbe vivere, e vivere anche bene.
Comunque altri sostengono che dietro le telecamere e pronti all’immediato intervento ci fossero 'sti tre che di questa “razza” s’intendono ben bene.
Però non è dato sapere se erano lì per la “rossa” o eventualmente per salvare l’animale.
A voi scoprire l’inghippo ... ma io un’idea ce l’ho.
Quì i migliori commenti visti e letti sul web

sabato 25 giugno 2011

Teste Pensanti di Genova

Due amici sono al ristorante e vengono loro servite due bistecche di cui una è palesemente più grande dell’altra.
Uno dei due si serve per primo e l’altro gli fa:
“Ehi, dico!”
“Che c’è?”
“Hai preso la bistecca più grande!”
“E allora?”
“Non hai fatto mica una cosa carina”
“E che avresti fatto se ti fossi servito tu per primo?”
“Avrei preso la bistecca più piccola”
“Ecco, appunto.”
Consoliamoci del fatto che erano addirittura degli amici, sennò altrimenti …
Secondo l’algoritmo di un sistema messo a punto dall’Università di Cambridge, la giornata con il minor numero di fatti rilevanti nel novecento è stata domenica 11 aprile 1954 (notizia del 27 novembre 2010).
Bene.
Poi, secondo l’algoritmo che mi sono ideato da solo (è poca cosa ma è meglio di niente), la giornata con minor numero di fatti rilevanti per l’economia di Genova, dura da secoli o giù di lì.
Male.
Mentre se dovessi calcolare con un’eventuale nuovo algoritmo (mi ci vuole del tempo ma è in fase d’attuazione) le cose che qui vanno male, beh non passerebbe minuto senza il continuo lampeggiare del “rosso”.
Ari male e su questo siamo tutti d’accordo, no?
Si vabbè, ma cosa c’entra tutto questo con le “Teste pensanti” di Genova?
C’entra eccome se c’entra.
Primo di tutto questi "Pensanti" è una buona idea (credo) e s’è deciso (ma non ci voleva poi molto) che Genova può risorgere solo attraverso il turismo con annessi e connessi; chi la pensa diversamente parli adesso con ragion di causa o taccia per sempre.
Secondo perché pur pensandola nella stessa maniera si preparano assurdamente tre o più programmi turistici di varie dimensioni e chissà che altro (toh, proprio come le due bistecche di sopra).
Ma dico, di unire le forze e farne uno solo, non verrebbe anche meglio?
Vabbè, c'ho perso un po' in stile agli occhi degli altri (ma poco importa e chissà se capiranno), ma ora, dopo i vari “gonfiamenti di collo” alla moda dell'offeso di turno, l’amo è buttato e non resta che aspettare l’effetto che fa.
Vedremo.
Perché sai chemmeffrega di sapere chi se ne potrà o vorrà fare del vanto se invece s'è finalmente presentato un programma turistico coi fiocchi e coi controfiocchi … d'altronde non eravamo lì per il bene della nostra città?
Ma chissà se l’avranno capito.
Se poi i “capi” politici fossero dei buoni macellai e sapessero tagliare le bistecche un po’ meglio …
Si, dai consoliamoci.
Pur essendo indiscutibilmente un democratico, anche Winston Churchill era pienamente cosciente di alcuni limiti evidenti, quando diceva “La democrazia è la peggior forma di governo, a parte tutte quelle che si sono sperimentate finora” e “Il miglior argomento contro la democrazia è una conversazione di 5 minuti con l’elettore medio”.
Pensateci.

venerdì 24 giugno 2011

In Liguria diminuiscono i turisti stranieri ma aumenta la spesa (gennaio - febbraio - marzo 2011), altrochè ...

Sempre per poter essere preciso e documentato, e naturalmente per poter dire anche la mia in perfetta democrazia, anche oggi provo a “smascherare” le “favole” di chi ci “marcia” sui dati e le statistiche del turismo.
Un po’ la nazional storia di sempre e di cui la Brambilla n’è il più famoso archetipo.
Da un po’ di tempo a questa parte, in verità, sono più propenso a “scoprire” quelli della mia Regione (Liguria), ma l’occhio è attento anche per gli altri.
Chissà che a forza di buttarlo sul web, prima o poi, a qualcuno non venga in mente di dire la verità per evitare d’essere menzionato su queste pagine e fare la figura del …
Capisco che è ben poco, ma tutto fa ed è sempre meglio di niente.
Comunque Angelo Berlangieri è l’assessore al turismo ligure e da un po’ rilascia delle dichiarazioni sulle presenze turistiche regionali che personalmente e probabilmente non trovano riscontro nella vera verità.
In questi mesi abbiamo lavorato per mettere in campo un sistema di rilevazioni dei dati innovativo e in grado di capire l’andamento del flusso turistico nel medio-breve termine, spiega l’assessore. Sembra (?) che in questi primi mesi dell’anno ci sia stata una situazione di stabilità rispetto agli stessi mesi dell’anno scorso (questo per quanto riguarda presenze e arrivi), con un lieve incremento complessivo intorno al + 2%”.
E poi: “I turisti, sia italiani che stranieri, continuano ad arrivare in Liguria, ma quello che preoccupa è la riduzione della capacità di spesa … la Liguria, come il resto del Paese, si scontra infatti con una capacità di spesa ridotta da parte di turisti e visitatori. Tradotto in numeri, per le imprese, significa calo di fatturato e quindi di guadagno … da una parte abbiamo dati confortanti e benevoli e la crescita dei turisti stranieri, spiega Berlangieri, che conferma il trend del 2010”.
E così innumerevoli volte s’è letto sulle pagine dei giornali e sul web.
Bene, anzi male, perché la Banca d’Italia in merito agli stranieri dice tutt’altro, da come si può ben vedere di seguito.
TAV. T10P-S
VIAGGIATORI STRANIERI
NUMERO DI PERNOTTAMENTI
PER PROVINCIA VISITATA
- SERIE 2007-2011 -
(IN MIGLIAIA)
PROVINCIA VISITATA
2007
2008
2009
2010
GENNAIO-MARZO 2010
GENNAIO-MARZO 2011
- LIGURIA
13.036
11.943
12.862
11.578
1.599
1.323
GENOVA
5.770
4.987
4.867
4.335
869
615
IMPERIA
2.917
2.665
3.287
3.041
318
290
LA SPEZIA
2.190
2.078
2.180
1.745
245
242
SAVONA
2.159
2.213
2.528
2.457
168
176
TAV. T10S-S
VIAGGIATORI STRANIERI
SPESA
PER PROVINCIA VISITATA
- SERIE 2007-2011 -
(IMPORTI IN MILIONI DI EURO)
PROVINCIA VISITATA
2007
2008
2009
2010
GENNAIO-MARZO 2010
GENNAIO-MARZO 2011
- LIGURIA
1.226
1.239
1.269
1.228
152
184
GENOVA
453
435
439
416
58
60
IMPERIA
432
453
462
458
66
82
LA SPEZIA
171
182
198
157
12
25
SAVONA
170
169
169
196
16
17

Quindi per quanto riguarda le quattro provincie liguri nei primi tre mesi dell’anno, addirittura s’è avuta una perdita di stranieri (pernottamenti) di 276.000 unità.
A discapito di questo s’è avuto un incremento della spesa (+ 32 milioni di euro).
In poche parole il Berlangieri non c’ha azzeccato per niente.
Resta da definire, e chissà se mai mi verrà gentilmente concesso, il sapere (o il vedere) quel “famoso” “sistema di rilevazioni dei dati innovativo” che il medesimo annuncia aver fatto dopo mesi di “lavoro”.
Alè e si continua.
 ... e poi questa senza dire niente ... si commenta da sola:

giovedì 23 giugno 2011

Quanto sono invitanti le offerte speciali del vostro hotel?

Alcuni giorni fa un amico ha visitato trionfante il sito di un noto distributore di carburante, per consultare quale premio potesse ritirare grazie ai punti che stava raccogliendo da oltre un anno, ma dopo migliaia di euro spesi, ha scoperto che i suoi 1500 punti non valevano praticamente niente, perché persino per un frullatore ad immersione ce ne volevano almeno 4000. Inutile descrivere la sua delusione e la sua reazione: “Basta, vado a fare benzina da un altro”.
Questo può accadere anche nell’ambito dell’ospitalità: Expedia ha appena lanciato un nuovo “rewarding program” per premiare gli utenti più fedeli con punti e sconti, ma gli esperti dicono che difficilmente riuscirà ad avere un’incidenza rilevante sul business dell’azienda, dal momento che in realtà i punti possono tradursi solo in sconti dell’1% sulle prenotazioni aeree e dello 0,7-2% sulle prenotazioni di hotel.
Che dire? Non ci volevano certo gli esperti per capirlo: qualsiasi tipo di raccolta punti sarà allettante solo se si offrono sconti o vantaggi reali. Raccogliere punti, magari per anni, e scoprire che questi rappresentano solo pochi spiccioli di sconto può rivelarsi frustrante per il cliente e addirittura dannoso per il brand.
Nei paesi anglosassoni, soprattutto Stati Uniti, i “loyalty programs” sono molto diffusi tra le catene alberghiere e hanno un consolidato effetto benefico sulla fidelizzazione della clientela, perché offrono vantaggi reali e sono legati ad altri brand o compagnie aeree, per cui ogni cliente può sperare di raggiungere velocemente i punti desiderati.
In Italia non ce ne sono molti esempi, dal momento che il nostro mercato si fonda soprattutto su singole strutture indipendenti. Ma anche le strutture indipendenti fanno sconti o garantiscono offerte speciali, sia per clienti nuovi che per i returning customers, e l’albergatore dovrebbe imparare a creare offerte invitanti ed efficaci, in modo da dare loro davvero un motivo valido per prenotare o tornare.
Di fronte alla concorrenza di OTA e di siti come Groupon e Groupalia, che fanno continuamente offerte e forti sconti (almeno apparentemente senza paragone), è importante riuscire a creare offerte speciali che davvero diano un valore aggiunto all’esperienza di viaggio del cliente.

5 Buoni metodi per creare offerte speciali efficaci

Per creare delle offerte speciali che davvero distolgano l’attenzione degli utenti dai portali, vi aiutino a disintermediare e magari a fidelizzare la vostra clientela, provate a seguire questi punti:
  1. Create offerte che siano percepite come realmente vantaggiose: non sempre quello che all’albergatore appare come un ottimo affare, è percepito allo stesso modo dal cliente. Non è raro vedere promozioni del tipo “pernottamento + sconto 20% sulla cena + buono di 20€ per un trattamento benessere”. Questo tipo di offerta è fortemente frustrante perché si può godere di un vantaggio solo se si sfruttano servizi aggiuntivi dell’hotel, cosa a cui magari l’utente non è interessato. Ugualmente, offrire ad esempio un 5% di sconto su servizi (ad esempio trattamenti benessere) di 50-60 € non avrà alcun valore per l’ospite, poiché uno sconto di 3,50-2,50 € non può ragionevolmente essere di alcun appeal.
  2. Bilanciare restrizioni e vantaggi: solitamente le offerte speciali sottostanno a particolari restrizioni, ad esempio, di data, di minimum stay. È risaputo che le restrizioni abbassano il tasso di conversione, ma l’importante è riuscire a bilanciare le restrizioni con dei vantaggi in ugual misura. Ad esempio, per creare un’offerta non-rimborsabile, lo sconto applicato non può limitarsi a pochi euro giornalieri ma deve essere abbastanza allettante da indurre l’utente a prenotare in anticipo e senza possibilità di cancellazione.
  3. Non create offerte fuori-target: questo è ovviamente un “must”, ma mi preme ricordare che, se c’è un campo da Golf rinomato nelle vostre vicinanze ma tra i vostri clienti non potete annoverare coppie facoltose, un “pacchetto golf” non risulterà allettante agli occhi dei vostri clienti. Siate realistici: se il vostro target medio è la coppia del weekend romantico, meglio puntare su pacchetti romantici originali e degni di nota.
  4. Valutate con attenzione il numero di offerte proposte: secondo gli psicologi offrire troppe possibilità all’acquirente, può generare una tale confusione e insicurezza, da indurre il soggetto a non acquistare affatto. Questo non significa che esista un numero perfetto di offerte da presentare al cliente, ma assicuratevi almeno che il vostro booking engine non le presenti tutte indiscriminatamente all’utente, ma le selezioni in base a certi criteri di ricerca. Inoltre fate in modo che sul sito ufficiale il cliente possa navigare facilmente tra le offerte per trovare quella più adatta alle sue esigenze. Ad esempio, potete dividerle in macro categorie, come “Soggiorni brevi”, “Soggiorni lunghi”, “Famiglie”, “Enogastronomia”, ecc.
  5. Siate sempre aggiornati: lasciare offerte scadute visibili per mesi sul sito ufficiale crea un’immediata impressione di abbandono e sciatteria agli occhi dell’utente. Fate in modo di crearne sempre nuove legandole, oltre che alla stagione, anche agli eventi della vostra destinazione.
 Adesso date un’occhiata alle offerte speciali sul vostro sito e analizzatele con attenzione… sono davvero attraenti agli occhi dell’utente?
Fonte: Booking Blog

mercoledì 22 giugno 2011

Ecco il destagionalizzatore del Paolo Rubini. Ma chi è Paolo Rubini? Semplice, quello che ha "inventato" il destagionalizzatore. Ma cos'è il destagionalizzatore? Chiedilo a lui che forse lo sa!

Magari nessuno ci crede, ma così è … il Paolo Rubini così fortemente voluto dalla Michela Brambilla perchè in possesso dei requiti necessari per ricoprire il delicato incarico ...

…si chiama “destagionalizzatore” il nuovo strumento di marketing territoriale creato dall’Enit per gli operatori italiani e stranieri, inserito nel sito. È una sorta di “bussola operativa” che incrocia, in ogni mese e per ogni regione italiana, il ciclo della domanda estera – mercato per mercato – con il nostro prodotto più adeguato per rispondere.
 «Si tratta di uno strumento di supporto al marketing che utilizza l’analisi dei flussi mensili dell’outbound di 22 Paesi, delle caratteristiche della domanda, delle diverse tipologie di clienti, dei prodotti richiesti in ogni mese dell’anno. E di conseguenza individua le regioni che dispongono di prodotti adatti e fruibili – anche in termini di trasporto – per rispondere a questa specifica domanda, momento per momento. Il che – sottolinea Rubini –favorisce l’estensione della stagionalità, e quindi l’occupazione media delle nostre strutture turistiche».
 Il “destagionalizzatore” è abbastanza semplice da usare: sul sito, dettagliate specifiche di mese/regione consentono di visualizzare l’elenco di Paesi target, con indicazioni sulla disponibilità di collegamenti aerei diretti (ma ci sono anche i Paesi privi di collegamenti aerei diretti con l’Italia, che magari sarebbero necessari), e naturalmente i prodotti richiesti e la tipologia di clientela che compone la domanda.
Detto questo cliccate, ad esempio sul Trentino Alto Adige e vedrete (alla data odierna) che questa regione non è adatta per nessuno dei turisti esteri del mondo.
Dopo e naturalmente ho chiuso il tutto e buona notte al secchio.
Poi mi sono ricordato che Paolo Rubini “guadagna” “meritocraticamente” 170.000 euro all’anno più premi (?) come GM dell’Enit, ed in più è stato appena inserito nel CDA della congressistica del Convention Bureau Nazionale, e che qualche altro soldino, per questo nuovo (naturalmente meritocratico) incarico, credo lo riceva.
E senza altre parole vi dico solo … ciao.

P.S.: Poi, dopo un po' mi sono chiesto: "Ma lo pagano/paghiamo anche per questo?" ... e poi, e poi, e poi dopo un po' mi sono ari ridetto: "Cavolo ma l'assessore al turismo di quella Regione non le sa già quelle cose (?) ... sempre se quel sito del destagionalizzatore funzionasse".
E poi ... 170.000 più premi (?) e anche nel CDA del CBN, e poi ... non mi sono più chiesto niente!

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