sabato 4 febbraio 2012

Pier Luigi e Celli, quale di questi due racconterà ... balle?


Le Regioni danno il  loro assenso per la nomina di Pier Luigi Celli a presidente dell'Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo.
La notizia arriva dalla Conferenza Stato-Regioni, e l'approvazione che avviene su proposta del ministro del Turismo Piero Gnudi è il primo passaggio dell'iter di nomina del nuovo presidente.
Ora il percorso per l'arrivo di Celli sulla poltrona più alta dell'Enit proseguirà alle Camere e infine dovrà essere ratificato dal Presidente della Repubblica.

E’ quindi immaginabile che tutta la trafila porti alla definitiva nomina di quell’uomo “predestinato”, e così per i prossimi tre anni ce l’avremo tra le biglie.
Biglie intese come quelle plastificate con dentro l’effige di qualche grande dello sport (in questo caso però le foto non sono di sportivi ma …), e che s’usano sulle spiagge di sabbia fine, in quei tracciati ondulati (sali e scendi), dove a mò di “spintarelle” a più non posso, si raggiunge per primi l’ambito traguardo.
Ma chi è quell’eletto, che pur non sapendo ‘na mazza di turismo (i “professoroni” da un tanto al chilo” dicono che non sia necessario), e che nonostante abbia sparso qualche tonnellata di “sterco” sul proprio Paese (e anche in questo caso, i “professoroni” da un tanto al chilo, dicono che non è poi così importante), prende le redini per pubblicizzarlo nel mondo?

Pier Luigi Celli, in verità, ha un CV di tutto rispetto, ma in quegli ambiti (opinione strettamente personale) per raggiungere certi “gradini” non è tanto merito del “merito”, ma di quelle "bicellate" che fanno girare bene le biglie (vedi Michel Martone).
Diciamo che chiunque disponga del solo minimo necessario d’intelletto (ma con un pelo sul petto lungo così) può fare la sua bella figura, e far parlare di se come un grande professionista … poi arriva uno come il Corrado Passera (a cui frega poco di avere o no quel lungo pelo), sistema le cose con intelligenza e praticità, e tutti gli altri che c’erano e ci sono stati prima, fanno la loro gran bella figura di …
Ed è lui stesso a dirlo nella famosa lettera scritta al figlio, dove addirittura si auto denigra e si da del fallito, ma però se per caso gli ricapita (vedi Enit), ecco che lui ci ricade e accetta di conseguenza.
E ci ricade alla soglia del 70esimo anno, giusto per dare spazio ai giovani che ha sempre professato (a parole?).

Ma qual’è Pier Luigi Celli, o per lo meno, chi di questi due racconta balle?

Dalla lettera a Mattia (il figlio) apparsa su Repubblica, e qui la replica immaginaria.

“Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l’affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.
Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all’attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E’ anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l’Alitalia non si metta in testa di fare l’azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell’orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d’altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l’unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.”

Nel 2008, in un libro che titola “Comandare è fottere – Manuale politicamente scorretto per aspiranti carrieristi di successo” lo stesso uomo afferma a pagina 62:

“Scalare la carriera richiede determinazione, una buona prestanza di carattere e l’attitudine a utilizzare tutte le occasioni per affermare se stessi, la propria visione del mondo, il proprio dominio strumentale delle regole, la propria distanza dagli altri. Nel salire verticalmente, come è inevitabile se si vuole risparmiare tempo, non sono previsti alleati”.

Ebbene tra poco, le due commissioni (le decime) della Camera dei Deputati e del Senato dovranno sentenziare questa nomina alla presidenza dell’Enit … e volete sapere come finirà?

Finisce che vissero tutti felici e contenti (loro e lui) proprio come nelle migliori fiabe ... e chissà se il prossimo libro di Pier Luigi e anche Celli s'intitolerà così: "Mi avete ridato il comando e v'ho rifottuto di nuovo?".

7 commenti:

  1. Un rapporto dei Ros inviato dalla Procura di Perugia a quella di Roma che ha ereditato l'inchiesta sulla casa dell'ex ministro Claudio Scajola, inguaia anche la sua ex segretaria Fabiana Santini, attualmente Assessore regionale a Sport e Politiche Giovanili della Regione Lazio. Dal rapporto emerge che Fabiana Santini aveva uno strettissimo rapporto con l'imprenditore Diego Anemone, il grande benefattore di Claudio Scajola al quale ha dato un "contributo" di 900 mila euro per l'acquisto della casa dell'ex ministro con vista sul Colosseo.

    Si sentivano spesso al telefono, si davano del tu, parlavano sempre in modo criptico, si davano appuntamenti per parlare "da vicino" e parlavano anche di "cose nostre" (affari a quanto pare suoi e di Anemone) in particolare "sulla questione dei pannelli solari". Dal rapporto dei Ros emerge anche che Diego Anemone avrebbe contribuito a ristrutturare un appartamento di Fabiana Santini in via Menotti 24. Il "contributo" di Anemone per questi lavori sarebbe stato di 10 mila euro, come emerge dalla famosa "Lista Anemone" dove sono elencati lavori di ristrutturazione a vari personaggi ma anche l'acquisto delle case al ministro Scajola ed al Generale della guardia di finanza Francesco Pittorru.

    Ma l'attenzione degli inquirenti è soprattutto puntata a scoprire quali sono gli affari extra tra Diego Anemone e Fabiana Santini, quando fanno riferimenti alle "cose nostre" ed alla "questione dei pannelli solari". Perché di quest'ultima "questione"
    al telefono ne parlano sempre in codice rimandando ad incontri ravvicinati per chiarire l'argomento.

    In una telefonata del 10 ottobre 2008 Fabiana Santini parla con Diego Anemone. Scrivono i carabinieri nel loro rapporto: "la Santini chiede notizie sulle comuni "cose", facendo riferimento alla questione "pannelli solari".. "Senti le cose nostre che stavano andando avanti?.. Dino è contento?", dice l'ex segretaria di Scajola a Diego Anemone.

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  2. Diego Anemone risponde in senso positivo precisando che ha necessità però di un nuovo incontro con la sua interlocutrice: "apposta ti volevo vedere per un aggiornamento, lunedì passo così ti do un po' di delucidazioni". E che Fabiana Santini sia molto "interessata" alla questione "pannelli solari" lo si evince da un'altra intercettazione telefonica tra Fabiana e Diego Anemone quando la donna chiede all'imprenditore. "Ciao mio caro.. ti voglio dire sul "progetto del solare" chi è che ne sa di più?". E Diego Anemone risponde: "il mio papà". Il papà di Anemone è Dino che si sente poi al telefono con Fabiana: i due s'incontrano all'Hotel Majestic di via Veneto.

    Dal rapporto dei Ros emergono anche gli stretti rapporti tra Fabiana Santini e Angelo Balducci e viene citata una telefonata tra i due i quali "temono" Michela Brambilla, appena nominata sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega al Turismo. Dice Santini a Balducci: "Oggi da noi (al ministero diretto da Scajola, ndr) arriva la Brambilla". E Balducci, scrivono i carabinieri, "manifesta preoccupazione per il fatto che l'on Brambilla intende "mettere le mani" sulla gestione dei Grandi Eventi. "Lei (Brambilla ndr) vorrebbe mettere le mani su tutta la questione del... nostra.. diciamo quella dei 150 anni eccetera.. ed è una battaglia un po' difficile da portare avanti perché tu capisci è una cosa che va a toccare direttamente Letta e coso... Bertolaso insomma...".

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  3. Che Pier Luigi celli allungherà il proprio curriculum con la presidenza dell'Enit.
    E vissero tutti felici e contenti.

    E diranno anche che è bravo, finchè arriverà veramente qualcuno che sa far girare -non le biglie- ma quell'ente, e allora del Celli diranno che così tanto bravo non fu.

    Ma chi vuoi che si ricordi di questo?
    Forse quelli che appartengono alle Regioni, oppure quelli delle commissioni parlamentari che dovranno dare il loro beneplacido a quella nomina?

    Ce la farà Mario Monti a far capire che l'italiano è un mediocre?

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  4. Ho sempre diffidato di chi si fa fotografare con le dita sul mento, giusto per darsi un tono di grande saggezza.

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  5. Pier Luigi Celli,beccati questa!
    Pubblichiamo il commento di un lettore al nostro precedente post sulla patetica e tartufesca lettera di Celli al figlio.Riteniamo che non possa avere migliore risposta il suo ipocrita piagnisteo.


    santo,ha detto...

    Mio padre è un taxista,son trent'anni che va su e giù per la città e forse della vita sa qualcosa più di lei,ma non ha mai scritto a nessun giornale per piangere sul futuro di suo figlio,saltuariamente occupato,e tantomeno mi ha mai detto di andarmene dall'Italia.
    Pezzente!

    A proposito di taxisti,che non son stati trent'anni nel ventre del potere,piatto sul quale il nostro eroe del facile amore filiale sta ora sputazzando allegramente.

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