martedì 7 agosto 2012

La crisi del turismo è mica pilotata? Tre ipotesi da non scartare.


E se, putacaso, questa crisi del turismo in Italia fosse voluta e pilotata?

Eh si, altrimenti non si spiegherebbero quelle decisioni prese sempre e comunque “contro” questo comparto, ma soprattutto senza alcuna presa di posizione da chi invece dovrebbe ostacolarle.
E cito le varie associazioni, sindacati e bla bla bla che nella Penisola esistono in maniera spropositata.
Manco una, in entrambi i casi, e neppure per sbaglio.

La mia idea, e non da poco tempo, è che questo andazzo sia “governato” da poche persone, mentre adesso cerco di spiegarne il perché.

IPOTESI UNO [a favore delle catene alberghiere, banche (?) e via cantando]
Da più parti, inconsapevolmente e non, s’è alzato molte volte il grido che l’Italia è la nazione che dispone del minor numero di catene alberghiere sui 34.000 alberghi censiti; infatti solo circa il 4% appartiene a questa categoria.
E che la cosa venga considerata non produttiva per il turismo per dei vari motivi che vanno dalla professionalità ad altre cosette di cui non sono d’accordo per niente.
In poche parole l’andazzo viene ritenuto obsoleto con alberghi di piccole dimensioni, con solo il 10% degli esercizi che appartiene al segmento medio-alto del mercato per "loro" più produttivo ed efficace.

Personalmente ho maturato delle esperienze alberghiere in entrambe le opportunità, ed è stato, mentre ancora lo è, facile evincere che la professionalità da cui derivano poi tutte quelle "cosette", viene data esclusivamente dalla direzione generale; se questa è professionale è buona ... mentre se invero ... eccetera eccetera.
Sia che queste dispongano di migliaia di camere che di quelle con poche unità.
Poche balle e camminare, mentre queste str … anezze che le raccontino a chi di questo mestiere non se ne capisce una benemerita cippa.
E per farlo capire ne avrei a iosa di cose da raccontare.
La media europea, tanto per fare un confronto, si attesta sul 20% mentre quella statunitense arriva addirittura al 70%.

Quindi in questa mia “strampalata” ipotesi di crisi del turismo nazionale, molte realtà sarebbero obbligate a chiudere i propri battenti con immenso beneficio di quelli sopra accennati.

Non ultima, l’investimento di 150 mld (miliardi) di euro nel turismo italiano da parte di BIIS (Banca Intesa San Paolo e Infrastrutture), che a quei tempi lì era rappresentata dal Corrado Passera che poi è diventato ministro di una fetta pertinente proprio a quel dato settore.
Se poi qualcuno ricorda che il Passera voleva anche il turismo ...

IPOTESI DUE [a favore dei sindacati]
Chiaro è che nelle piccole realtà non esistano i sindacati (non raggiungendo il minimo consentito), mentre in quelle grandi si.
Beh, ora fate due più due e vi accorgerete che gli iscritti alle varie categorie sindacali aumenterebbero a dismisura.

IPOTESI TRE [a favore del Governo]
Per lo Stato avere uno che non “rompe esageratamente gli zebedei, ma manco quel poco” e nello stesso contempo fa credere agli associati che si da da fare “lamentandosi” alla moda del tre per due ...
Solo che il lamento si manifesta sempre dopo che le "disgrazie" sono successe, accusando per di più che l’aveva immaginato.
Beh; che dire … meglio non dire.
Anche se un qual cosina la dico lo stesso, è troppo forte l’occasione che non voglio assolutamente perdere.

“Questi” sono soventemente presenti nei tavoli che “contano”; nelle commissioni (le X) del Senato e della Camera per raccontare la loro che però "immancabilmente" (?) prende una strada diversa (visto che la va nella maniera che ben sappiamo); sono sempre a braccetto col ministro di turno, e se per caso non ci sono in quella data occorrenza, non mancano mai di parlarne bene di questo o quell’altro (che comandano dagli scranni più alti) ... poi i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Esempio: Ricordate quando Bernabò Bocca durante la norma delle Milleproroghe, e vale a dire la regola che rendeva obbligatoria la tassa di soggiorno per i clienti che avrebbero sostato negli alberghi, minacciò in pompa magna lo sciopero con la grande “trovata” di chiudere gli alberghi 1, 2 e 3 stelle (ma guarda un po’, proprio i più piccoli), mentre per quelli da 4 o 5 stelle l’esagerato obbligo di esporre la coccarda all’ingresso dei quali?

Naturalmente lo sciopero non si fece mentre la tassa venne ugualmente applicata.
Il risultato è che adesso “lui” se ne lamenta da tutte le parti ed in più c’aggiunge che l’aveva immaginato.

Ah si?
Ma va?
Ma no?

Quindi in considerazione di tutte ‘ste cose, mi sa che un qualcosa di vero, nelle mie “assurde” supposizioni, in verità poi c’è.
Perché come detto, non si riesce a capire il perché nel turismo non ne azzecchino una manco per scherzo … o anche per sbaglio.
E non credo proprio che noi faremmo gli stessi loro errori rendendo più produttivo questo settore qua … ma “forse” è appunto questo “il problema”, sennò magari andrebbe anche meglio.

P. S.: Poi se invece non è così, beh; che ci stanno a fare se non ce la fanno a cambiare nulla e non riescono a far cambiare idea a quelli della stanza dei "pomelli"?
Che ci si metta dell'altra gente, no?

4 commenti:

  1. Da non scartare a priori ma da valutare.

    ;-)

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  2. Si, potresti aver ragione.
    Ma, piccola verifica:
    come si spiega che è la la stessa cosa in: industria, artigianato, scuola, salute, telecomunicazioni, trasporti...

    Nah, ci deve essere qualcosa d'altro... noi siamo capaci pure di andare su marte, se non da soli con altri...

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  3. @Gregorio

    Eh no, caro amico, quello che dici dovrebbe essere la conferma.

    Diciamo all'americana ... solo che loro hanno un controllo (tasse) completamente differente.

    Là non si può mentre qui i "grandi" ... li portano in Svizzera in misura esagerata, o no?

    ;-)

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