lunedì 30 aprile 2012

Ministro Gnudi ... non si faccia più vedere per piacere (e soprattutto sentire), che tanto con Lei non cambia niente

Ministro Gnudi ... non si faccia più vedere per piacere (e soprattutto sentire) che tanto, con Lei, non cambia nulla, anzi, peggiora.

E peggiorare la Michela Brambilla è tutto già un bel dire.
 
Umberto TUPINI (DC) dall’agosto 1959 al luglio 1960
Alberto FOLCHI (DC) dal luglio 1960 al dicembre 1963
Achille CORONA (PSI) dal dicembre 1963 al giugno 1968
Domenico MAGRI’ (DC) dal giugno 1968 al dicembre 1968
Lorenzo NATALI (DC) dal dicembre 1968 all’agosto 1969
G. Battista SCAGLIA (DC) dall’agosto 1969 al marzo 1970
Giuseppe LUPIS (PSDI) dal marzo 1970 all’agosto 1970
Gianmatteo MATTEOTTI (PSDI) dall’agosto 1970 al febbraio 1972
G. Battista SCAGLIA (DC) dal febbraio 1972 al giugno 1972
Vittorio Badini CONFALONIERI (PLI) dal luglio 1972 al luglio 1973
Nicola SIGNORELLO (DC) dal luglio 1973 al marzo 1974
Camillo RIPAMONTI (DC) dal marzo 1974 al novembre 1974
Adolfo SARTI (DC) dal novembre 1974 al luglio 1976
Dario ANTONIOZZI (DC) luglio 1976 al marzo 1978
Carlo PASTORINO (DC) dal marzo 1978 al marzo 1979
Egidio ARIOSTO (PSDI) dal marzo 1979 all’agosto 1979
Bernardo D’AREZZO (DC) dall’agosto 1979 all’ottobre 1980
Nicola SIGNORELLO (DC) dall’ottobre 1980 all’agosto 1983
Lelio LAGORIO (PSI) dall’agosto 1983 all’agosto 1986
Francesco DE LORENZO (PLI) dall’agosto 1986 all’aprile 1987
Mario DI LAZZARO (Tecnico) dall’aprile 1987 al luglio 1987
Franco CARRARO (PSI) dal luglio 1987 all’aprile 1991
Carlo TOGNOLI (PSI) dall’aprile 1991 al giugno 1992
Margherita BONIVER (PSI) dal giugno 1992 all’aprile 1993
Carlo Azeglio CIAMPI (Indipendente) dall’aprile 1993 al maggio 1994
Francesco RUTELLI (DL) dal maggio 2006 al maggio 2008
M. Vittoria BRAMBILLA (PDL) dal maggio 2009 al novembre 2011
Piero GNUDI (Indipendente) dal novembre 2011 a…

Questi sono i Ministri del Turismo che si sono via via succeduti dal lontano 1959 ad oggi. Leggendo le loro note biografiche potremo avere la sorpresa di scoprire che questi politici, perlopiù a noi sconosciuti, hanno compiuto opere importanti nel corso della loro vita: tutti si sono distinti per un fortissimo impegno democratico che li ha portati addirittura a rischiare la loro stessa vita per difendere concetti nobili e superiori.
Molti hanno dato un forte contributo alle lettere, all’economia, alla medicina.
Alcuni si sono distinti per un forte impegno sociale, pochi si sono messi in evidenza per meriti sportivi o ambientali.

Nessuno di loro, però, ha legato il proprio nome ad una qualsiasi importante iniziativa nell’ambito del Ministero del Turismo, tant’è che il Ministro che più ci si è avvicinato è Michela Vittoria BRAMBILLA, che per ciò che ha fatto avrebbe anche potuto darsi malata e avrebbe ottenuto un risultato migliore.

Cinquantadue anni di Ministero del Turismo, con un intervallo tra il maggio 1994 e il maggio 2006 che ne ha visto la soppressione per via del Referendum abrogativo del 1993:  cinquantadue anni di un Ministero senza portafoglio chiamato a regnare su un settore che, per un Paese qual è l’Italia, avrebbe meritato di più.
Molto di più.
Il nostro paese è – potenzialmente – un enorme produttore di ricchezza per ogni soggetto parte dell’industria turistica, e questo grazie ad un patrimonio architettonico, storico e culturale inesistente, per quantità e qualità, in tutto il resto del mondo messo insieme.
In Italia sono passati i Cartaginesi, i Celti, i Fenici, i Greci, i Galli;  poi è stata la volta dei Carolingi, dei Bizantini e degli Arabi e, ancora, degli Angioini, degli Aragonesi.
In tempi più recenti il nostro suolo è stato dominato da francesi, spagnoli, austriaci.
E da tutte queste civiltà, da tutte queste popolazioni, abbiamo saputo trarre insegnamenti e spunti per migliorare e migliorarci, per affinare la pittura, l’architettura, la scultura.

L’unica razza che tanto ha distrutto e nulla ha dato è quella dei politici.

Unici ad aver lasciato solo macerie al loro passaggio.
E, oggi, paghiamo lo scotto più forte di ogni tempo:  una crisi che nessuno di ricorda mai aver vissuto, una sempre più diffusa povertà che ci lascia vergognosi a contare quei pochi soldi che non bastano mai e, peggio di tutto, una paura confusa riguardo a domani.
Mai come oggi il nostro settore avrebbe bisogno di un punto di riferimento comune, di una luce capace di indicare una strada, di un regista in grado di mettere ordine in mezzo al bailamme di un palcoscenico in preda al caos.

Al Ministro del Turismo – Piero GNUDI – compete quest’onere.
A lui il compito di trovare soluzioni per battere la crisi e, ancora di più, la concorrenza di altri paesi che, seppure di minor peso sotto il profilo dell’interesse storico, artistico, architettonico e culturale, risultano essere in vantaggio sull’Italia grazie ad una ben diversa politica fiscale. 
 Al Ministro spetta cercare soluzioni virtuose capaci di coniugare risparmio e sviluppo, ponendo in gioco ogni parte della filiera e dando ad ognuna di esse la possibilità di sviluppare business per loro ma, soprattutto, per l’economia del Paese.
Servono idee ardite, idee che escano dai binari del consueto e vadano a cercare e centrare obiettivi importanti. Le agenzie di viaggio possono essere parte del necessario cambiamento purché le si considerino per ciò che sono, ovvero imprese capaci di relazionarsi con qualsiasi mercato anche in momenti di grande difficoltà, momenti che vedono morire imprese ben più strutturate e capitalizzate.

Il Governo rifletta sul costo rappresentato dagli inefficienti punti d’informazione turistica finanziati – centralmente o localmente – dal denaro pubblico, e consideri quanto potrebbe essere vantaggioso utilizzare, in alternativa, una rete di oltre 10.000 punti (le agenzie di viaggio) che potrebbe essere compensata mediante sgravi fiscali.  Ed è solo un esempio.
Il Governo valuti se non sarebbe più intelligente affidare la creazione del portale turistico nazionale – il famoso e mai decollato italia.it – a chi di turismo vive e fa vivere, ossia gli operatori del settore:  pronto a scommettere che in pochi mesi tutte le difficoltà sarebbero superate.
E con spese ben inferiori alle quali i precedenti Ministri ci avevano abituato…

Il Governo non chiuda gli occhi di fronte all’immane disastro che un ulteriore innalzamento delle aliquote IVA produrrebbe sulle imprese e, di conseguenza, sull’occupazione e sui consumi, soprattutto quando l’Italia è chiamata a competere con Paesi avvantaggiati da aliquote inferiori alle nostre del 50%.
Auguriamoci che dopo questa prima, durissima cura dimagrante alle nostre tasche, dove hanno primeggiato i nomi di Mario MONTI, Corrado PASSERA ed Elda FORNERO, ora giungano proposte anche dagli altri Ministri.
E – perché no – anche dal Ministro GNUDI, che aldilà di un paio di comparsate in occasione dell’inaugurazione di qualche salone settoriale, ha preferito rimanere dietro le quinte… ma a pensarci bene, forse è meglio che non faccia niente; soprattutto parlare.


Fonte  Autotutela

domenica 29 aprile 2012

Marco Doria: Accesso alla poltrona di Sindaco di Genova negato






sabato 28 aprile 2012

Turismo: Blue ha incontrato i candidati sindaco di Genova, però ... e perchè?


Per una volta c’avevo di nuovo sperato ma invero siamo alle solite.

Vabbè … Blue Liguria, è un bimestrale della Sagep Editori  (Blue Media), che racconta di natura, cultura, tradizioni, economia, arte, sport e gastronomia della mia regione; dalla costa all’entroterra.
In poche parole racconta “il turismo”.
Detto questo passo al fatto!

In occasione delle prossime amministrative di Genova (6/7 maggio 2012), Blue ha organizzato, per l’occasione, una tavola rotonda sul quel settore che mi fa prendere l'eterne facciate (il turismo) in ogni dove di 'sta italietta da pochi soldi, turisticamente parlando perchè per il resto non so, e questa volta presso l’Acquario di Genova, dove manco a dirlo io c’ero.
Eh si, mi sono fatto fregare per l’ennesima volta, e la colpa è da attribuire (mannaggia a me) alla remota speranza di poter finalmente sentire quel qualcosa di nuovo per questo settore che seguo dal tempo che fu … ma campa cavallo (in Italia).

Per l’occasione "Blue Liguria", insieme a Convention Bureau Genova, Associazione Albergatori Genova, Confindustria Genova Sezione Turismo e Confesercenti Genova, che hanno scelto di "scendere in campo", per approfondire il tema cruciale del turismo con un botta e risposta con i tre candidati sindaco che la vanno per la maggiore, Enrico Musso, Marco Doria e Angelo Vaccarezza che sostituiva l’altro pretendente alla poltrona di Sindaco, Pierluigi Vinai (quando si sa poco di una data materia si manda sempre un sostituto?), e che hanno ricevuto le periodiche, cicliche, sistematiche e bla bla bla domande dei secoli scorsi.
Ovvio che le risposte abbiano seguito di pari passo quelle udite e riudite già dal ‘900 o giù di li.
Unica eccezione da parte di Enrico Musso, ma chi mi segue conosce il perché.

Comunque le “nuove” domande sono state praticamente queste:
Qual è il ruolo che il candidato intende dare al turismo (?); come sopperire alla gestione finora molto frammentaria (?); il rapporto cultura/turismo allargato all’accessibilità e fruibilità del territorio (?); l’ormai immancabile tassa di soggiorno e l’eccetera eccetera che col fare “assai logorroico”  (per mia opinabile opinione) contorna da sempre queste “belle” riunioni.

Chi s’aspettava di sentir dire il dove e il come si prenderanno le risorse (non è forse la cosa più importante?) per poter poi produrre un certosino ed innovativo programma del turismo, beh; lasci pure ogni speranza poiché non è mai stato neanche accennato e probabilmente manco pensato.
Se poi pensano che con quei due milioni di euro derivanti dalla tassa di soggiorno o quel solito poco (mal speso?) che verrà destinato dalla nuova giunta al turismo, si possa provvedere a cambiare la città, renderla accogliente e in qualità, marketizzarla e tira a campà … mah, resterà solo il “tira a campà”.

Detto l’ho detto, anzi stradetto che per prima cosa ci vuole gente con i … vabbè, quelli là, e non dei bei, bravi e buoni parolieri.
Bensì dei “tosti” che siano in grado di non farsela raccontare dal primo “saccente” o “professorone” che passa.
Gente che abbia già ben presente quel che s’ha da fare e non dei perditempo o di quelli che prima vogliono capire un po’ di che cosa si parla.

La soluzione?

Gestione piramidale in perfetto accordo tra il Comune e la Camera di Commercio (fifty-fifty), poi gli altri arrivano dopo; eccome se arrivano quando si “vedono” le palanche.

Quelli presenti?
Circa 120 persone e Carla Sibilla (Presidente di Convention Bureau Genova), Mauro Bolognesi (Vice Presidente STL), Anna Rosa Miele (Presidente di Confindustria Genova Sezione Turismo), Valter Mariani (Presidente Associazione Albergatori Genova), Matteo Rezzoagli (Vice Direttore Confesercenti Genova), con la moderazione di Anna Castellano, Presidente di Blue Media.

P.S.: Per quanto riguarda Confindustria Genova (Sez. Turismo) ho fatto una piccolissima ricerca e ho scoperto che … il Presidente Giovanni Calvini negli ultimi quattro anni ha menzionato una sola volta la parola TURISMO ( http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.it/2011/10/dopo-tre-anni-per-quel-che-ne-so-il.html ) e anche per sbaglio.
Poi nel loro sito, aree tematiche, non esiste il turismo!

Mentre se vai a vedere nella sezione merceologica la parola TURISMO  riesci a trovare 52 imprese associate, che per una città come Genova sono veramente ben poca cosa.
Tra l'altro si notano in questa sezione (Genova Parcheggi, Golf colline di Gavi (Gavi?), Kuoni Italia che se non sbaglio si sta spostando a Milano, Sampdoria Holding e Unione calcio Sampdoria, Villa Serena (è una clinica) … il che è già tutto un bel dire.

Poi, tanto per fare una comparazione, alè un giretto su Confindustria Firenze che pressappoco ha i nostri stessi abitanti, e dove esiste (settore merceologico) addirittura la "sezione" INDUSTRIA ALBERGHIERA, e dove basta un semplice sguardo per poter capire in un solo secondo il perché a Genova siamo ridotti così.

Ah, dimenticavo, che di velocizzare la burocrazia e quindi il “maltolto”  necessario per aprire una attività in un tempo (e palanche) ragionevole, in quella tavola rotonda descritta sopra … manco li cani.

Vabbè, sarà per la prossima volta!

Poi tutti e tre hanno concordato su di un solo assessore per cultura e turismo!

giovedì 26 aprile 2012

Tolgono i Bonus Vacanze per gli indigenti (ormai lo siamo tutti) e si comprano 400 (e forse 80 in più) nuove auto blu (base d'asta 9.571.000,00)


Quella di togliere i Bonus Vacanza è stata un’immensa strunz stranezza, e mo vi spiego il perché.

Che quelli “brambilleschi” siano stati di grande efficienza, manco a parlarne, e probabilmente se si fossero ideati sulla falsariga di quelli già esistenti dal tempo che fu in quel di Francia, sicuramente ora non saremmo qui a pestarceli con i piedi.
Ma del certosino (per modo di dire) lavoro (per modo di dire) della Michela Brambilla non né ho più voglia; mille e più post che descrivono l’assurdo suo darsi da fare (tre anni nefasti) sono oramai depositati in questo blog, e non ne vorrei mai più sentirne parlare.
Mi da il volta stomaco; l’antivirus l’ho ormai finito e passo di seguito a quel che sa da fare.

Bernabò Bocca, il pres. di Federalberghi di cui vorrei capire il perché ha quella posizione li, sostiene che è crisi nera negli alberghi.
Ma guarda un po’, anche lui se n’è accorto che sarebbe finita così.
Ma non era contento, il Bocca, del nuovo ministro Piero Gnudi e di quello che avrebbe innovato?
Comunque a parte le sue esternazioni da un tanto al chilo, le percentuali delle presenze italiane sono da schifo.
E meno male che quelle straniere tengono ancora!
E allora perché non cominciare a fare qualcosa di benfatto e copiare pari pari le procedure francesi che recano un bel 5% di presenze nazionali … senza lasciar perdere l’importanza dell’indotto.
Poi invece se ci sommiamo la forza lavoro che in Italia se ne va per la tangente (settore alberghiero ristorativo), l’Iva ristorativa e quella alberghiera che con la Francia ha un handicap da far paura, ecco che ‘sti gran “professoroni” non c’hanno capito una benemerita mazza.

Tolgono i Buoni Vacanze per 5 miserabili milioni di euro e rinnovano il parco macchine (blu) di 400 unità?
Ma cavolo, il Bonus andava ampliato smisuratamente e portato sulle stime francesi.
Nonché “costruito” con la medesima programmazione.
E allora, grandi “professoroni” ari eccolo qua.
Così lo capite (se ci riescono) il come si fa per far ritornare un quantitativo non indifferente di moneta sonante nelle casse erariali … e per di più senza perdere della forza lavoro, ma addirittura ampliandola.

In Francia il Turismo Sociale nasce in parallelo col diritto alle ferie retribuite, istituite nel 1936 e
ampliate nel 1956 e nel 1969.
Sin dall’inizio il Governo francese ha ritenuto di dover sostenere l’effettivo esercizio del diritto alle vacanze, in parallelo al diritto alle ferie pagate, ma per molti anni vi è stato un dibattito sulle effettive modalità per sostenere le vacanze dei meno abbienti.
Alla fine del 1973 il Segretario di Stato per il Turismo propose la creazione degli chèques
vacance, ma, anche per il cambio di Governo, il dibattito non arrivò a una concreta realizzazione.
Mitterand, già da candidato alla Presidenza della Repubblica, si impegnò nel 1981 a creare un sistema di chèques vacances per aiutare i meno abbienti e finalmente nel marzo 1982 nascono gli chèques vacances che si sono sviluppati attraverso innumerevoli modalità in questi 25 anni.
Il sistema francese dei Buoni Vacanze nasce strettamente connesso ai “comités d'entreprise” che hanno permesso di iniziare una politica sociale all’interno delle imprese coinvolgendo sia i datori di lavoro che i lavoratori.
Pertanto l’esperienza francese nasce totalmente all’interno degli organismi bilaterali tra lavoratori e imprenditori.
Nel 1982 un francese su due non lasciava la propria città neppure durante il periodo delle
vacanze.
.
Non viaggiavano principalmente i più disagiati, coloro per cui le condizioni di lavoro, di vita quotidiana erano più difficili, ma rinunciavano alle vacanze fuori città anche molti lavoratori a basso salario e con famiglie numerose.
Se invece andavano in vacanza, spesso non avevano un supporto nello scegliere le località e i servizi adeguati ai propri desideri.

IL SITEMA ANCV
Il sistema che garantisce e distribuisce gli Chèque-Vacances (una sorta di mini assegni o buoni vacanza) si è sempre occupato anche di garantire prezzi scontati e strutture adeguate ai lavoratori che li utilizzano.
Lo Chèque-Vacances è in effetti un mezzo di pagamento supplementare e flessibile.
Così la sua duttilità permette sia soggiorni di lunga che di breve durata in hotel, in camping, gite rurali, club vacanze, di andare al ristorante, il pagamento di autostrade, di attività sportive, ecc.
Lo Chèque-Vacances è un titolo nominativo con una validità per l’anno in corso e per i due anni successivi alla data di emissione e si presenta sotto la forma di coupon da 10 e 20 €.
È accettato da 170.000 esercizi affiliati in Francia e può essere utilizzato anche per soggiorni all’estero tanto in tutta l’Unione Europea che nei territori francesi d’oltremare. 

Moltissimi esercizi convenzionati riservano ai possessori di Chèque-Vacances vantaggi e riduzioni di prezzo.
Gli Chèque-Vacances sono utilizzabili tanto per acquistare servizi alberghieri che per trasporti che anche per singoli servizi turistici e culturali, anche al di fuori di una vera e propria vacanza, ma, come si vede nel grafico che segue, la maggioranza schiacciante degli utilizzatori li usa per le proprie vacanze.
Gli utili del sistema Chèque-Vacances sono stati tutti reinvestiti in numerose iniziative di supporto tanto al turismo per i meno abbienti che alle organizzazioni più piccole di Turismo Sociale.
Il sistema Chèque-Vacances è stato recentemente incaricato anche di realizzare due grandi progetti futuri per supportare lo sport per tutti e le vacanze per i pensionati e gli anziani.
L’Agenzia nazionale per i buoni vacanza (ANCV) è l’entità che assicura la gestione dei buoni vacanza mediante cui si autofinanzia.
Si tratta di un organismo pubblico economico costituito nel 1982, sotto il patrocinio dei Ministeri del Turismo, dell’Economia e delle Finanze Francesi.
Alla fine del 2007 l’ANCV contava uno staff di 187 impiegati, producendo un fatturato di 25 milioni di euro di commissioni e altri servizi a cui vanno sommati i guadagni finanziari che nello
stesso anno erano pari a più 30 milioni di euro.
L’ANCV è strutturata in una sede centrale, 5 direzioni centrali, 6 direzioni regionali e 7 uffici regionali.
L’ANCV è incaricato per legge dell’emissione, commercializzazione e rimborso dei buoni vacanze, in esclusiva per la Francia e i territori d’oltremare.

I buoni vacanza francesi godono di una parziale defiscalizzazione tributaria e degli oneri sociali, maggiormente incentivata per le piccole e medie imprese.
I NUMERI DEL SUCCESSO
Dal 1983 ad oggi l’emissione di buoni vacanze è aumentata in modo costante.
Con 1 miliardo e 112 milioni di euro di emissioni di buoni vacanze nel 2007, l’ANCV ha confermato il trend costante dal 1994, che vede un incremento medio di 65 milioni di euro all’anno di emissione di buoni.
Le tappe salienti sono state:
- nel 1983 una partenza di successo con 4,6 milioni di franchi (705.000 euro) di Chèques-
Vacances emessi;
- nel 1992 è stato superato il traguardo psicologico del miliardo di franchi (152,4 milioni di euro);
- nel 2006 è stato superato il traguardo psicologico del miliardo di euro, con l’emissione di ben 89 milioni di buoni.
All’incirca 7 milioni di persone all’anno, tra beneficiari diretti e aventi diritto, come ilconiuge, i figli a carico, ecc. acquistano servizi tramite gli chèque-vacances e si stima che almeno il 30% di questi vacanzieri non partirebbero senza l’aiuto dei buoni.
Il successo degli chèque-vacances è dovuto a tre motivi principali:
- la situazione di monopolio;
- la favorevole legislazione e l’esenzione parziale da imposte e oneri sociali;
- la partnership tra tutti gli stakeholders (datori di lavoro, sindacati, operatori turistici, aziende di trasporto, Stato).

L'INDAGINE
Ogni anno viene realizzata una vasta indagine sul gradimento degli chèque-vacances, coinvolgendo tanto i datori di lavori che gli altri soggetti che distribuiscono i buoni vacanze ed anche i fornitori di servizi.
Solitamente il gradimento risulta molto buono.
I buoni vacanze vengono venduti dall’ANCV ai comitati d’impresa, ai consigli del lavoro, ai datori di lavoro e alle pubbliche amministrazioni.
Nelle imprese con più di 50 addetti, la partecipazione alla spesa dell’impresa è assoggettata a oneri sociali, ma è esente dalle imposte sui salari.
Nelle imprese con meno di 50 addetti, la partecipazione alla spesa dell’impresa è anche esonerata da una gran parte degli oneri sociali. Questa disposizione è stata introdotta dalla legge nel luglio 1999 per facilitare la diffusione degli chèque-vacances nelle PMI al cui interno non sono presenti i comité d’entreprise, che sono invece presenti nelle imprese maggiori e che sono i
principali acquirenti/distributori di buoni vacanze con una quota del 53%.
Possono beneficiare del sistema degli chèque-vacances i salariati con un reddito imponibile inferiore o uguale a 17.492 euro nel 2007 (per un celibe) importo che naturalmente sale al crescere della numerosità del nucleo familiare.
Nei fatti, secondo una statistica dell’ANCV del 2005, il reddito medio delle famiglie dei lavoratori che usufruivano dei buoni vacanze era di 2.240 euro mensili (cioè addirittura superiore alla media del reddito dei nuclei familiari francesi).
Per mentre il nucleo medio familiare francese ha una forte composizione di single e di monoreddito e, pertanto la famiglia media ha solo 1,07 percettori di reddito, il nucleo familiare che utilizza gli chèque-vacances ha mediamente entrambi i genitori che lavorano (1,95 salariati per famiglia).
Infatti, mentre la famiglia media francese (sempre inclusi i single) è di 2,4 persone con 1,88 figli, gli utilizzatori di buone vacanze hanno invece 2,02 figli e 3,21 persone.
In sostanza utilizzano gli chèque-vacances famiglie con un reddito globale basso ma non bassissimo, con figli, prevalentemente impiegati del settore pubblico (rispettivamente 54% e 52%).
CHI LI UTILIZZA
I clienti di ANCV sono i soggetti che acquistano gli chèque-vacances che come abbiamo visto godono di una parziale esenzione dagli oneri sociali e dalle imposte, variabile a seconda del tipo di impresa.
Il40% degli acquirenti (e il 52% degli tilizzatori) Appartengono alla Pubblica
Amministrazione, mentre la rimanenza è costituita dai lavoratori e
imprenditori privati, prevalentemente di imprese medio grandi.
La partecipazione del datore di lavoro deve invece essere pari ad un importo compreso tra il 20% e l’80% della parte accumulata dal lavoratore, normalmente.
Gli chèque-vacances possono essere acquistati e distribuiti, oltre che tramite il datore di lavoro,
da organismi a carattere sociale o bilaterale (Caisses d'allocations familiales, caisses de retraite,
comités d'entreprise, mutuelles ou services sociaux de l’Etat, collectivités publiques ou leurs établissements publics), che definiscono in totale libertà i propri criteri di attribuzione.
Gran parte degli chèque-vacances sono acquistati dai lavoratori, che in questo modo hanno una parte del salario defiscalizzato, comunque una significativa percentuale sono pagati integralmente dai comitati d’impresa.
Infatti, il sistema degli chèque-vacances ha coinvolto ormai la quasi totalità dei fornitori di servizi turistici nonché molti fornitori di servizi sportivi e culturali.

È molto interessante vedere come siano stati effettivamente coinvolti un numero enorme di piccoli e medi operatori ed è altrettanto interessante che il 26% della spesa sia destinato alla ristorazione, bilanciandosi sostanzialmente con la parte di spesa destinata a viaggi e trasporti (28%) e quella destinata ai soggiorni (32%).
L’ANCV sovvenziona le sue attività richiedendo una commissione dell’1% ai soggetti che acquistano gli chèque-vacances e un’altra commissione dell’1% ai professionisti del turismo che chiedono il rimborso dei buoni.
L’ANCV trae significativi guadagni dagli investimenti finanziari che derivano dal gestire gli importi versati per l’acquisto degli chèque-vacances sino al momento del rimborso.
Inoltre, una piccola ma significativa quantità di buoni non vengono mai utilizzati ed il loro controvalore viene sempre utilizzato per fini sociali.
Ad esempio, nel 2005 sono stati rimborsati circa 840 milioni di euro sugli 842 milioni di euro emessi nel 2003 e pertanto è rimasto un fondo di 2 milioni di euro che è stato destinato ad attività sociali.
L’ANCV, infatti ha tra le sue competenze la distribuzione di aiuti alle infrastrutture del turismo e del tempo libero a vocazione sociale e contribuisce all’applicazione delle politiche sul turismo sociale definite dallo Stato francese.

DOVE FINISCONO GLI UTILI?
Gli utili dell’Agenzia, al netto di accantonamenti di ogni tipo, sono saliti dai 7,7 milioni di euro nel 2005 e 11,3 nel 2006 ai 14,7 milioni di euro nel 2007 a cui, come detto, vanno sommati gli importi dei buoni scaduti e non incassati.
La maggior parte di essi sono stai reinvestiti sotto forma di sovvenzioni per le infrastrutture del turismo sociale e per finanziare azioni per lo sviluppo delle politiche sociali del turismo.
Ad esempio nel 2007 sono stati messi a disposizione delle azioni sociali ben 19,8 milioni di euro destinati a molte filiere.
L'Agenzia sovvenziona il turismo sociale con aiuti alle infrastrutture e al rinnovo delle case albergo che fanno parte del patrimonio del turismo sociale: villaggi vacanze, maisons familiales, hôtellerie familiale, camping, ostelli della gioventù, centri sportivi di vacanze.
Nel 2006, 145 progetti hanno ottenuto una sovvenzione, per un ammontare globale di 6,533 milioni di euro.
Dal 1994 al 2003 sono stati finanziati 921 progetti di supporto alle infrastrutture del turismo sociale per un importo di circa 37 milioni di euro.
Gli aiuti per le infrastrutture sono rivolti a tre settori di intervento:
- rinnovo e modernizzazione delle infrastrutture turistiche esistenti per migliorarne il confort e i servizi indirizzati all’accoglienza delle famiglie, dei giovani, delle persone anziane, e delle persone diversamente abili;
- creazione di infrastrutture turistiche a carattere sociale e innovativo, in zone ge
- ografiche determinate concorrendo alla creazione di un turismo sostenibile;
- azioni pilota e innovative che necessitano di investimenti materiali (per esempio: pratica di sci per persone diversamente abili, alloggi per giovani stagionali).
Una filiera di intervento sociale ancor maggiore e’ costituita dall’aiuto ai “progetti vacanze”.
Dal 1987 al 2007, più di 400.000 persone hanno beneficiato degli aiuti ai progetti vacanze, per un ammontare totale superiore ai 34 milioni di euro.
“I progetti vacanze” sono stati creati per aiutare le persone che hanno difficoltà a partire in vacanza per la prima volta. Questi aiuti che sono costituiti dal contro-valore dei buoni scaduti e non utilizzati, hanno rappresentato, 5,316 milioni di euro nel 2006 e finanziato la prima vacanza di più di 68.000 persone, nel 2007 i beneficiari sono stati più di 51.000, in discesa a causa di una ristrutturazione nel servizio.
L’obiettivo è di raggiungere i 100.000 beneficiari ogni anno.
L'ANCV sostiene anche le vacanze delle persone diversamente abili, ad esempio aiutando l’associazione «Tourisme et Handicaps».
Dal mese di novembre 2006, l'ANCV a ha ripreso gli obiettivi dell'ex gruppo d'interesse pubblico « Bourse Solidarité Vacances » (BSV), che mette in relazione professionisti del turismo e delle associazioni umanitarie o dei servizi sociali proponendo vacanze a prezzi molto bassi a famiglie e persone in situazioni di disagio.
L’ANCV e’ stata confermata dal governo nel suo ruolo di agenzia per sviluppare nuovi interventi di turismo sociale.

L'OBIETTIVO
Infatti continua a conservare il monopolio della emissione dei buoni vacanze, anche se e’ possibile che stipuli accordi con altre entita’ per la distribuzione nelle imprese sotto i cinquanta dipendenti, dove vuole arrivare a coinvolgere mezzo milione di lavoratori entro il 2010.
All’ANCV e’ stata affidata anche la gestione dei “coupon sport” per incentivare la pratica sportiva, tramite il contributo al pagamento dell’utilizzo delle strutture sportive.
L'ANCV finanzia e coordina il programma «Seniors en vacances» indirizzato alle persone anziane con limitate possibilità economiche.
Questo programma è stato ripreso letteralmente dal programma spagnolo, di cui tratteremo successivamente, e prevede un sostegno ai soggiorni degli anziani che consentirà, a partire dal 2009, la partenza in vacanza di più di 100.000 anziani che diventeranno 500.000 nel 2011.
A livello sperimentale è stato attivato il programma già fin dal 2008 con i prezzi e cofinanziamenti illustrati nel prospetto che segue, di cui hanno beneficiato circa 10.000 anziani.
L’obiettivo del Governo francese è quello di coinvolgere i fornitori di servizi nel cofinanziamento del programma.
In Francia 13.635.000 persone hanno piu’ di 60 anni, nel 2007 gli over 60 rappresentano il 21% della popolazione, ma nel 2050 saliranno al 31%.
Il 52% degli anziani con piu’ di 65 anni non parte per le vacanze e la percentuale si eleva al 58% a partire dai 70 anni.

Su 8,6 milioni di famiglie con reddito da pensione ben 5,2 sono al di sotto della soglia delle imposte e piu’ di 600.000 vivono con una pensione minima, pertanto l’incentivo alle vacanze degli anziani non puo’ venire (come invece succede per i lavoratori) da una leva puramente fiscale ma e’ necessario un vero e proprio contributo.

CONCLUSIONE
Abbiamo visto che gli chèque-vacances provocano nuovi flussi turistici, ma solo in parte fuori stagione e sono utilizzati da famiglie di reddito medio addirittura leggermente superiore alla famiglia tipo francese.
L’indagine sotto sintetizzata dimostra chiaramente quanto sia necessario concentrarsi sugli anziani, i genitori single, gli operai e in genere il quarto della popolazione con reddito più basso, sui disoccupati e gli abitanti delle campagne.
In conclusione, possiamo dire che il sistema francese degli chèque-vacances si è rivelato un ottimo esempio di come il turismo sociale sia una necessità, possa alimentarsi grazie al suo stesso successo e favorire lo sviluppo di tutto il settore turistico.
ANCV calcola che per ogni euro di chèque-vacances siano spesi altri tre euro a carico delle famiglie, per cui, considerando che almeno un terzo delle famiglie non avrebbero viaggiato e considerando che il giro d’affari degli chèque-vacances supera il miliardo di euro, gli chèque-vacances portano all’economia francese un fatturato aggiuntivo pari a non meno di un miliardo e 400 milioni di euro l’anno.
Questo solo fatturato completamente aggiuntivo produce imposte per lo stato di gran lunga superiori alle esenzioni contributive e fiscali che favoriscono la diffusione degli chèque-vacances.

Di Tito Livio Mongelli e me






mercoledì 25 aprile 2012

Pensaci bene prima di votare Marco Doria ... a meno che non ti faccia piacere quel nuovo ombrello



Pensaci bene!

Macché diseredato: ecco le 21 case di Marco Doria, candidato a Sindaco di Genova


Il candidato di sinistra a Genova sostiene che il padre rinunciò al titolo nobiliare per il Pci.

Ma nasconde un’eredità che vale 30 milioni.

Possiede immobili nelle zone più prestigiose e vive in 17 vani in centro


Buon sangue non mente. Tranne qualche volta. Lasciate stare il nonno, ha detto Marco Doria candidandosi a sindaco di Genova.
Ma quale titolo nobiliare, aveva replicato a chi ironizzava sulla Sinistra in corsa nella Superba col primo dei superbi, discendente del casato più antico e celebre della città.

Ignoranti: «Mio padre Giorgio fu diseredato dalla famiglia quando si iscrisse al partito comunista». 
Lo chiamavano il «marchese rosso», non a caso, e giù a ricordare con vanto i tempi in cui papà suscitò scandalo nella Genova bene, e non tornò sui suoi passi neppure quando i suoi congiunti lo attaccarono per una scelta ideologica e di vita lacerante rispetto alle origini aristocratiche e liberali.
Buon sangue non mente e infatti è da papà che Marco ha preso tutto.
Il mancato titolo, e gli immobili.
Tanti: ventuno per l’esattezza.
Cinque negozi, un garage, un magazzino, tredici appartamenti e un immobile a destinazione speciale.

Tutti nelle vie e nei quartieri più prestigiosi.
Un appartamento di 10 vani, più tre garage e un negozio in via Ageno Bombrini a Sampierdarena, la sola strada nobile di quello che per il resto è un quartiere popolare, intitolata al commendatore e senatore che guidò la Banca del Regno d’Italia.
Un appartamento di 8 vani in via Montallegro, due di 10 e 4 vani in via Franzone, uno di 5,5 vani in via Zara, e cioè nelle tre vie più belle della collina di Albaro, che si arrampica alle spalle del lungomare e che i genovesi semplicemente chiamano «la zona dei ricchi».
E poi il gettonatissimo centro storico: tre negozi in vico del Ferro, un appartamento di 17,5 vani in vico della Chiesa della Maddalena, dove possiede anche un negozio e un laboratorio magazzino da 218 metri quadri.

Ma su tutto corso Garibaldi, già Strada Maggiore e poi via Aurea, che ospita magnifici palazzi dagli interni affrescati e che fa parte del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Per la maggior parte, gli immobili, ereditati da papà Giorgio, «testamento olografo» dicono le visure, e suddivisi fra i fratelli Doria, Marco, Clemente e Giuliano, e la di loro madre Nora Adele Goldschmiedt.
Un patrimonio che sul mercato vale oltre 30 milioni di euro, ammesso di poter dare un valore a palazzi come quello al civico 6 di via Garibaldi, che sarà il caso ma si chiama Palazzo Doria, nel quale Marco e famiglia possiedono il piano terra che ospita la Banca Carispezia, l’ammezzato, il primo e il secondo piano occupati dal Circolo Tunnel, e poi un appartamento di 14 vani al terzo piano e quattro appartamenti al sesto, uno dei quali di 16,5 vani.

Tanto per dire: il circolo Tunnel, classificato come D8, e cioè immobile a destinazione speciale, ha una rendita catastale di diconsi 79.200 euro, contro i 1988 euro del pur prestigioso appartamento di 14 vani al terzo piano.

Ogni anno, il Tunnel paga un affitto di 120mila euro.
Poiché la proprietà è suddivisa in sesti, Clemente che ne ha i tre sesti ne incassa 60mila, agli altri tre componenti della famiglia vanno 20mila euro a testa.
Sul totale del valore di mercato degli immobili (nove di sua proprietà, gli altri suddivisi in sesti), il Doria candidato alla fine, se vendesse tutto, potrebbe contare su 10-12 milioni di euro.
Fosse un vero comunista, di quelli che la proprietà privata è un furto, Genova avrebbe risolto metà dei suoi problemi. 

Del resto, se fosse un compagno vero, Marco forse avrebbe cambiato la categoria catastale di almeno uno dei suoi appartamenti in A1, categoria di lusso, e invece sono tutti ordinari se non popolari, alcuni addirittura in A10, cioè senza bagno o riscaldamento.
Lui, tanto per non fare il figlio di cotanto papà, la casa dove vive se l’è comprata.
Trattasi di 17,5 vani su due piani, rendita catastale 4.699,76 euro, che significa un valore ai fini fiscali di 775.460 euro, e un sul mercato di oltre un milione.
Categoria A 2, ordinaria, vabbè.
Ubicato in vico della Chiesa della Maddalena, uno dei preferiti dai radical chic che vogliono ostentare la propria appartenenza al popolino.

Un altro appartamento che Marco si è comprato da sé è in piazza della Maddalena, 6 vani con una rendita catastale di 906 euro che il compagno professore ha diviso in due appartamenti da tre vani. Mentre i 10 vani di via dei Franzone 2, in Albaro, li ha comprati con la moglie: in separazione dei beni, che va bene il comunismo, però ciò che mio è mio.
Del resto, a Marco i soldi non mancano, ché oltre alla docenza universitaria è stato nel Cda di Filse, la Finanziaria della Regione, vicepresidente di Liguria ricerche, consigliere di Cooperfidi ed è tuttora nel Cda della Urban Lab Genoa International School.

Le colpe dei padri non ricadono sui figli.
L’eredità sì.
Ditelo a don Gallo il prete dei diseredati, che al diseredato marchese arancione mette a disposizione un locale della sua comunità di San Benedetto per la campagna elettorale.
Dice un proverbio genovese: «O cù e i dinê no se mostran a nisciun».
Per la traduzione, chiedere a Doria.



martedì 24 aprile 2012

Completata la cessione di Alpitour


“Con questa firma si chiude una pagina della storia di Alpitour e se ne apre un’altra”.

Sono state le parole del presidente di Exor, John Elkann, a suggellare la cessione di Alpitour a Seagull, società controllata dai fondi Wise e J.Hirsh.
Il gruppo turistico, che ha questo nome dal 1967 ma nasce a Cuneo come società Alpi nel 1947, si sgancia così dalla holding di investimenti della famiglia Agnelli per entrare in una nuova orbita. Alla guida di Alpitour, che nel 2011 ha fatturato oltre un miliardo, arriva Gabriele Burgio. Exor, che resta nell’azionariato con il 10%, si è impegnata a riacquistare dall’ex controllata una struttura alberghiera di Siracusa per 26 milioni. Wise e J.Hirsh hanno acquisito il 54% delle quote e quelle restanti vanno ad altri investitori, tra i quali il fondo Ncp con il 10%.

La transazione determina per Exor una plusvalenza nel bilancio separato di circa 140 milioni di euro.
L’operazione, del valore di 225 milioni, è stata finanziata per il 50% con equity e per il restante 50% con debito, strutturato da un pool di banche che include Banca Imi, Banca Popolare di Milano, Mps Capital Servicese, Meliorbanca e MedioCreval. Firmando la cessione, Elkann ha sottolineato come i marchi Alpitour siano oggi “apprezzati e riconosciuti sinonimi di qualità ed affidabilità”.
Il gruppo turistico che affidiamo ora alla nuova proprietà, ha rimarcato, “è solido ed è concentrato a realizzare nuovi progetti per continuare a crescere”.
Negli anni Alpitour ha fatto viaggiare milioni di italiani. Il piccolo ufficio cuneese che nel dopoguerra organizzava il trasporto in pullman ed in treno di comitive locali soprattutto a Roma, nel 1960 lanciò la formula del viaggio ‘tutto compreso’ e cominciò a portare i turisti italiani nelle città europee.
Negli anni ’70 Alpitour inaugurò i voli charter verso le principali località del Mediterraneo e le Canarie.

Gli anni ’80 fecero segnare l’apertura alle destinazioni di lungo raggio. La prima partecipazione di Exor nella società risale al 1992.
Nel 1998 avviene la fusione con Francorosso, dalla quale nasce uno dei più grandi gruppi europei del settore.
Il piano di sviluppo, spiega una nota, prevede una maggiore penetrazione sui principali mercati internazionali ed un focus sulle aree di business considerate core del gruppo.

lunedì 23 aprile 2012

Non c'è più religione ?

Durante la ricorrenza funebre (terzo anniversario) di una bimba prematuramente defunta all'età di nove mesi e mezzo, il "prete" scambia la Chiesa per una convention politica e incita i fedeli a votare il suo preferito come candidato Sindaco di Genova.

Mentre nell'occasione il padre di quella bimba non trova null'altro di meglio da fare che salire sull'altare e si fa presentare ai fedeli per invogliarli a votarlo come candidato consigliere comunale di Genova.
Mah!

Le vocazioni (sacerdoti cattolici) sono in forte calo e così pure le offerte che i cristiani effettuano durante le funzioni religiose.
Per non parlare poi dell’8 per mille che gli italiani assegnano alla chiesa cattolica attraverso la firma sul 730 o sull’Unico o sul Cud, che a quanto sembra si stanno restringendo a più non posso.
Quindi pochi preti, poca gente e poche palanche.

E il motivo?

Beh, di sicuro ce ne saranno molti altri, anche perché non si spiegherebbe una debacle di questa consistenza, ma quello per cui personalmente non mi porterà mai più a porre la mia modesta firma o a fare delle altre offerte al clero è questa qua.

Infatti oggi m’è stata recapitata ‘sta cosa che m’ha lasciato di stucco e che vi voglio raccontare proprio così come l’è andata.

All’ingresso (ma dentro e probabilmente al posto dei libretti di preghiera) della Parrocchia di S. M. Immacolata e S. Torpete in Genova, gestita dal prete Paolo Farinella, c’era depositato un foglio A4 che riportava in molteplici copie la dicitura

ELEZIONI AMMINISTRATIVE A GENOVA: MARCO DORIA SINDACO

Seguivano poi delle esecranti didascalie che non sto qui a dire perché mi fanno ribrezzo per inconsistenza e falsità nei confronti di Enrico Musso, il quale a quanto si dice sta facendo “ballare” i polsi a molte persone poiché è dato per certo come il contendente maggiore al Marco Doria per l’elezione al prossimo Sindaco della città. Marco Doria che è spinto politicamente dal SEL, PD, Italia dei Valori e via cantando.
Nello stesso foglio c’era poi una lista dei candidati da votare, e leggendo quell’A4 il "prete" Paolo scrive così …

Ecco di seguito alcuni nomi sicuri, sui quali impegno la mia credibilità e la mia faccia. Indico i nomi di liste diverse per dare a ciascuno la possibilità di votare anche in base alla propria visione di vita e di impegno civile. Il voto deve essere libero, consapevole e quindi di scelta.

1.                  MARCO DORIA, SINDACO della Lista Civica marco Doria.
2.                  NICOLO’ FUCCARO, CONSIGLIERE Lista Civica Marco Doria.
3.                  EMILIO ROBOTTI, CONSIGLIERE Lista SEL (Sinistra e Libertà di Vendola).
4.                  PAOLO CORTESI, CONSIGLIERE, Lista PD (non lo conosco, ma mi fido ciecamente dell’amico Michele Ferraris che lo sponsorizza, della cui moralità sono assolutamente certo).
5.                  PINO PARISI, CONSIGLIERE, Lista IDV (Italia dei Valori), amico e compagno di strada nell’Equipe Notre Dame.

Per il MUNICIPIO GENOVA CENTRO EST mi sento di appoggiare due CANDIDATE DONNE che vivono in Centro Storico, ne conoscono le problematiche e amano la città e sono impegnate personalmente per rendere il centro Storico vitale e vivente.
1.                  MARIA CARLA ITALIA, Lista PD che appoggia Marco Doria.
2.                  ANGELO BOLDINI, Lista IDV (Italia dei Valori) che appoggia Marco Doria.

Seguivano poi gli “auspici e pronostici” del prete Paolo Farinella, nel qual caso il Marco Doria potesse vincere al primo turno, con le consuete sue elucubrazioni non certo gentili nei confronti degli altri candidati a Sindaco della città di Genova.
Poi, circa alla fine della funzione il “prete” chiamava a raccolta quei 7 (sette) personaggi nei pressi dell’altare e li presentava visivamente ai propri fedeli.
Assurdo (!), ma questo non è niente.

Si, proprio la figlia di quel Emilio Robotti, candidato consigliere della Lista SEL (Sinistra e Libertà di Vendola) che appoggia Marco Doria, e che era salito sull’altare per farsi “visionare” dai “fedeli” cattolici di Paolo Farinella.

… e questa sarebbe la gente che dovrebbe governare Genova?
 
P.S.: Paolo Farinella, il prete, dice poi d’aver ricevuto l’informativa da Marco Doria che avrebbe voluto essere presente la prossima domenica, probabilmente per fare anche lui il suo bel “sermone” dal pulpito o dall’altare.
Ma non si può poiché domenica prossima sarà la festa patronale della parrocchia, e quindi il tutto è rimandato alla festività della settimana seguente … cosa di cui non mancherò d’informarvi ... sempre che ci sia e che la Curia non intervenga a fermare questo scempio della religione, non appena ne verrà a conoscenza chi di dovere.

P.P.S.: Ma quell'Emilio Robotti, mi si perdoni l'ardire, non poteva fare in modo di presentarsi il giorno prima o quello dopo?
Doveva farlo "per forza" nella ricorrenza di ... ma che diamine è?







domenica 22 aprile 2012

Pensaci bene, sennò per altri cinque anni ce l'hai di nuovo li ... l'ombrello rosso con una leggera patina d'arancione


... se almeno fossero bravi a far girare bene le cose per questa città, di certo li seguirei e li apprezzerei.
Ma questi, come i loro predecessori a Genova, non sanno neanche da che parte s'incominci!
E personalmente ci sono solo due cose che mi fanno girare ... indovina!




Il programma di Marco Doria per i GIOVANI










sabato 21 aprile 2012

Le regioni al governo: rilanciate il portale “italia.it” ... eccome no!


Al peggio non c’è mai fine e …

Rilanciare il portale Italia.it per rilanciare il turismo italiano.
È questo uno dei suggerimenti contenuti nel documento che contiene le “Linee strategiche delle Regioni per il settore turismo” presentato oggi dai governatori al ministro del Turismo Piero Gnudi, nel corso di un incontro al ministero.
«È necessario risolvere con urgenza il problema del Portale Italia.it la cui nascita stenta a decollare nonostante l’ingente dispendio di energie e di risorse pubbliche.
Le Regioni e le Province Autonome chiedono che il Governo non agisca unilateralmente e rivendicano il proprio ruolo attivo nella definizione di questo strumento».

«È necessario – sottolineano le Regioni – riattivare tempestivamente sul tema un fattivo confronto Stato-Regioni, per accertare come siano state utilizzate le risorse finalizzate alla realizzazione del Portale Italia.it e appurare con esattezza l’entit… di quelle ancora disponibili, allo scopo di definire in maniera condivisa il rilancio di uno strumento ritenuto importante per la promozione all’estero del sistema turistico nazionale».

Per rispondere alle nuove esigenze di un mercato globalizzato che opera sempre più in rete, le Regioni e le Province Autonome hanno creato «portali e sistemi informatici all’avanguardia, fornendo così risposte concrete alle imprese del territorio.

Partendo da queste esperienze sarà possibile creare finalmente un Portale nazionale per il turismo italiano».

Risultato?

Beh, rileggete la prima riga di questo post qua.


venerdì 20 aprile 2012

Amministrative di Genova: e tu per chi voti?


L'arancione di Marco Doria con o senza pioggia


giovedì 19 aprile 2012

Una nuova riforma per l'Enit, la proposta del Governo

È entrato anche l'Enit nel disegno di legge sulla delega fiscale approvato dal Consiglio dei Ministri nei giorni scorsi.

Il Ddl, infatti, prevede "misure di promozione del turismo e dell’internazionalizzazione delle imprese (attraverso la riorganizzazione dell’Enit e la disciplina dell’Agenzia per la promozione all’estero delle nostre imprese)". Fra le proposte contenute nel disegno di legge una rete estera di 25 strutture, la razionalizzare nell’organizzazione del personale e la presenza di un rappresentante della Farnesina nel cda dell’ente.

Il disegno, presentato su proposta del ministro dello Sviluppo economico, del ministro degli Affari esteri, del ministro per il Turismo Piero Gnudi (nella foto) e del ministro per la Semplificazione, mira a razionalizzare l’organizzazione del personale e contenere le risorse finanziarie e strumentali all’estero dell’Agenzia, applicando le stesse misure di ottimizzazione della governance già sperimentate con la recente riforma dell’Ice.

"In particolare - si legge nel comunicato del Cdm -, si interviene sulla revisione della dotazione organica senza nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato, avvalendosi delle risorse umane, strumentali e finanziarie esistenti". Accanto a questo, il ministro del Turismo si è garantito la partecipazione alla cabina di regia dell’ex Ice, e con lui entrano anche il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e al presidente dell’Alleanza delle cooperative italiane.

"Si prevede, inoltre, la partecipazione di un rappresentante del Ministero degli affari esteri al Consiglio di amministrazione dell’Enit" dice ancora la nota.

Fonte

mercoledì 18 aprile 2012

Marco Doria: trentasette chilometri di persone e idee ... e neanche 10 metri di soluzioni!


Chi ha scritto la didascalia sotto quel cartellone pubblicitario dell’autobus è sicuramente un bontempone, ma ancor di più è un esagerato ottimista.

Infatti sarebbero più che sufficienti pochissimi millimetri per dare l’esatta misura delle soluzioni, nel nefasto caso di vittoria del Marco Doria, che sarebbero riscontrabili in questa città.
Altro che ben 10 metri!

E poi da Sindaco ci rimarrebbe ben poco ... che picchio ne sa di Garibaldi e Mazzini, ma soprattutto il che cosa abbisogna questa città?

Mentre i lor signore e signori che ancora credono che il Doria sia il nuovo per far risorgere Genova, ebbene si tolgano immediatamente questa speranza, e per capirlo in quattro e quattro otto; alè, vadano subito a leggere il suo programma per la “rinascita” di Genova; quello così ben ponderato e studiato ma redatto in pochi minuti o poco più.

Ma come si fa a fare un programma cittadino in così poco tempo?
Che sia forse una gran bella presa in giro alla moda del tempo che fu per “accontentare” qualche stolto o tardo smarrito?
Beh, d’altronde per farlo (in quella maniera) è sufficiente chiamare a raccolta degli “aficionados” ed esporre loro il problema che un programma bisogna pure buttarlo, o no?

Che tanto la gente se la beve, e poi chi vuoi che vada a leggerlo in questa benedetta città che l’è considerata la più vecchia del mondo, e dove sempre più vige l’esecrazione a ciò che è politica?

Ti ce li vedi degli ottantenni (oddio qualcuno c’è) che cercano il link sul web e si sfogliano quelle lunghe “panzane”, e magari già lette e rilette del secolo scorso?
E si “macinano” ancora una volta il loro perenne “ghe pensu mi” o quel famoso faremo faremo, ma Remo non ha mai fatto niente!

Ma ecco che per ogni settore e problematica della città, questi “bontemponi aficionados e non”, e dico “e non” perché maldestramente l’hanno anche richiesto a chi l’aveva precedentemente redatto “seriamente” per altri (e non certo in pochi minuti ma bensì anni); ebbene, questi ci fanno un gran bel copincolla di quello già esistente sul web nonché condito da qualche “simpatica” opinione strettamente personale … ed il gioco è fatto.

Il risultato?

Beh, il risultato che c’è ancora qualcuno che se lo crede.
Eh si, ci credono e lo sperano, rinforzando ancora una volta, nel qual caso ce ne fosse ancora bisogno (i tardi che tardano ci sono sempre in ogni dove), che chi vive sperando muore … vabbè, diciamo come questa città che l’è più gentile e più ortodosso!

E alla fin fine resta una sola considerazione per chi non rientra nei “tardi” (quelli che magari ci marciano e che mai lo capiranno il vero bene per questa città), e vale a dire che se non hai uno straccio di programma o se te lo sei fatto fare in fretta e furia, ebbene; come diavolo fai a risolvere i problemi di Genova (che non sono per niente pochi e manco recenti) se nel qual caso tu vieni eletto?
Eh gentil Marco Doria?
Ti metti forse a studiarli e a cercarne la soluzione dopo (tanto di tempo ce né … basta che te lo credi) col primo che passa di la, o ci metti quello che precedentemente ti ha aiutato col copincolla dal web?
Oppure ti fai aiutare da chi t’ha “spinto” alla tua elezione e che magari t’impone quelle due o tre “careghe” per contraccambiare a mo di ringraziamento, il grande favore?
Quei due o tre “signorotti” alla moda di Don Abbondio o dei Bravi che non faranno e non potranno far girare bene le cose, ma solo le biglie.
Le nostre!

P.S.: Poi se volete vedere e leggere un programma coi fiocchi ... qui.

lunedì 16 aprile 2012

Carnival Miami ha deciso: Costa non sparirà

E' forse la più gran bella notizia degli ultimi tempi (per me), e ci manca solo che Enrico Musso possa diventare Sindaco di questa città e siamo a cavallo (per tutti).
E scrivo per tutti poichè anche coloro che attualmente non la pensano così, beh; nel qual caso avvenga la felice e produttiva elezione (e a quanto si narra ci sono delle buone possibilità), i tutti si ricrederanno in men che non si dica.

La voglia di fare, e fare anche bene, di Enrico Musso non ha pari, e posso giurare che mai l'ho vista qui nella stessa maniera e da quando sono rientrato nel BelPaese, estero compreso.
Forse la potrei paragonare a quella notata (s'era negli anni '80) con Ronald Reagan e il "suo buonissimo team" (una squadra da far paura per le conoscenze, serietà e professionalità) che ha saputo organizzare per ridare la speranza in quei posti la.
La storia ha poi insegnato che l'andò proprio così!

Perchè le due cose insieme (Costa Crociere e Enrico Musso)?
Mah, perchè avrei un certo progetto che rientra appunto in quest'ottica qua e che ... vabbè, è troppo presto per dirlo e tempo al tempo.

Comunque sia o sia stato, la Carnival ha deciso che il marchio Costa Crociere non sparirà.
Evviva!

Solitamente l’assemblea degli azionisti Carnival non è uno di quegli eventi cerchiati in rosso sul calendario. Il gruppo crocieristico più grande del mondo è saldamente nelle mani del suo patron, Micky Arison, e il meeting con i piccoli azionisti non attira a Miami più di 20 o 30 persone.
Quest’anno però l’aria era diversa: all’incontro si sono presentate 150 persone - tante, per le saletta del “W” Hotel - perché questo era anche il terzo appuntamento nel quale i vertici di Carnival (Arison e il suo vice Howard Frank) dovevano a fare chiarezza sul destino di Costa Crociere, a tre mesi esatti dalla tragedia della “Concordia”.
Così, come dopo la presentazione della prima trimestrale del 2011 e l’apertura del SeaTrade di Miami, Carnival ha confermato il suo impegno a tenere in piedi il marchio Costa Crociere. Frank - artefice dell’incorporamento in Carnival della compagnia genovese nel ’97 -.

Il marchio è molto forte in Europa, ha molti affezionati e sta diventando un punto di riferimento in Asia». Tutte condizioni per cui Costa oggi «vede la luce in fondo al tunnel».
Dal meeting con gli azionisti sono dunque emersi nuovi dettagli sul periodo post-tragedia: è stato specificato che Costa ha avuto un calo delle vendite dell’80% nelle sei settimane successive al disastro.

Contestualmente, la compagnia genovese ha cancellato tutti gli impegni sul fronte marketing, abbassando però i prezzi con percentuali a doppia cifra.
A livello di gruppo, le prenotazioni sono calate del 9%, ora sono in crescita del 3.
Mentre i prezzi sono in discesa, oltre il 5% - in aumento rispetto alle sei settimane dopo il Giglio (era -3%). Nel frattempo, Carnival sta attuando un piano generale di revisione della sicurezza a bordo - primi risultati previsti entro luglio - che riguarda sia le procedure da seguire in caso di emergenza, sia interventi tecnici sulle navi per rendere le procedure di soccorso ed evacuazione più spedite rispetto a quelle seguite finora.

Per quanto riguarda la situazione di Costa, illuminante risulta la lettura del documento interno “Costa Post Concordia” fatto girare negli uffici di Piazza Piccapietra dallo scorso 3 aprile.
Se infatti in Italia al 30 marzo i volumi risultano in crescita del 16% (dopo un crollo dell’85% al 20 gennaio), Costa soffre ancora in Spagna, dove nella settimana a seguito del naufragio le prenotazioni sono scese del 70% e ancora al 30 marzo erano sotto del 47% rispetto ai volumi dello stesso periodo dell’anno precedente. Timori anche per la ricca clientela tedesca, irritata anche dall’effetto negativo prodotto dall’avaria di “Allegra” il 9 marzo scorso.

Dopo il minimo del 3 febbraio, le prenotazioni in Germania si stavano lentamente riprendendo, per poi tornare sotto del 4%. Male anche la Francia (al 30 marzo -44%) e i mercati esteri (-11%).
Il caso “Concordia”, ma anche l’aumento del carburante e un rallentamento del business peseranno sugli utili distribuiti agli azionisti, che passeranno dai 2,42 dollari ad azione del 2011 agli 1,40-1,70 di fine 2012.





domenica 15 aprile 2012

Ode rivolta a Marco Doria e a chi ha "regnato" a Genova per molte decadi


Venite pure avanti, o voi col passo storto,
signori imbellettati, io più non vi sopporto!
Infilerò ragioni ben dentro al vostro orgoglio
perché con questa penna vi uccido quando voglio.
Venite pure avanti campioni sgangherati,
inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza
avrete soldi e gloria ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finché dura
ché il popolo è ammansito e non vi fa paura
e andate chissà dove per vendere le tasse
col ghigno e l’ignoranza dei primi della classe.
Son solo un povero cadetto ligure del ponente
però non la sopporto la gente prepotente.
Gli orpelli? L’arrivismo? All’amo non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.
Facciamola finita, venite tutti avanti
giovin docenti e vecchi, politici rampanti;
venite portaborse, ruffiani e mezze calze,
feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo l’arte;
coraggio statalisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese
in questa benedetta città, dell’assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch’io sono sbagliato,
spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.
Venite gente vuota, facciamola finita:
profeti squilibrati che date un’altra vita;
se come giusto c’è, un Dio nell’infinito
guardatevi nel cuore, l’avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso
di far cader l’uomo in fondo a questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali,
tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti,
per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.
Io tocco i miei nemici col senno e l’esperienza
ma in questa vita oggi non trovo più pazienza,
non voglio rassegnarmi ad essere cattivo
qualcuno può salvarmi, e quest’io lo scrivo;
dev’esserci, lo sento, in terra in cielo o un posto
dove non si soffre e tutto sarà più giusto.
Profeti del turismo, colpevoli veggenti
venite pure in molti, venite tutti quanti
Coi bulli e gli spacconi da sempre mi balocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.

Luciano Ardoino e Rostand sperando non s'inca**i

Per Marco Doria non bisogna rassegnarci ma addirittura fermarci a ... Ma fermati te/lei/voi e voialtri pure, noi non ci pensiamo DAVVERO!


… ma per trovare insieme gli strumenti per affrontare i problemi.

E’ con queste parole che uno candidati sindaci di Genova, parlo di Marco Doria (PD e altre sette liste), finisce la celebrazione delle sue parole.

Ma trovare “insieme” gli strumenti per affrontare i problemi decchè?
Insieme a chi?
Forse “insieme” a quelli sempre presenti al comando di questa città dal tempo che fu, e che sono ancora nella sua/tua/vostra lista?
Forse che siano quegli stessi che negli anni passati non hanno mai ascoltato nessuno, e andando avanti per la loro strada (decisioni a gogò prese in completa autonomia) c’hanno ridotto a questi bei punti?
Ma fammi, ci faccia o fatemi il piacere, e scegliete pure voi, tra questi, il pronome che preferite.
Tu, lei, voi, essi, voialtri, oppure gentilmente v’accontentereste anche del plurale maiestatis?

Ma per farvi capire meglio riporto per intero la sua dichiarazione apparsa recentemente su Il Secolo XIX (ved. pagina 21 a firma di Licia Casali).
“Chiedo ai genovesi di fermarsi a considerare con realismo i limiti che il Comune si trova a dover affrontare dopo l’ulteriore taglio delle risorse deciso dal Governo. Più che una domanda, il mio è un invito a rendersi consapevoli dei limiti oggettivi di Palazzo Tursi (la Sede del Comune di Genova). Non per rassegnarsi alla passività ma per trovare insieme gli strumenti per affrontare i problemi”.

Quindi, sempre secondo il “professorone”, dobbiamo renderci consapevoli che arriveranno delle nuove tasse.
Eh si, d’altronde il colpevole l’ha già trovato, no (?), e questo è il Governo, e non certo le precedenti (penose?) amministrazioni!
Mentre di rendersi lui “consapevole” che magari qualche soldo (in gran quantità) è stato mal speso nelle gestioni trascorse (non è certo il caso, o forse si, di fare degli esempi; come le “palanche” elargite a quelli che avevano vinto le gare e poi non s’è fatto più niente, ma pagati lo stesso … e qui mi fermo sennò facciamo notte), né tantomeno il Marco Doria prova a farsi carico dell’esagerato costo dell’amministrazione comunale; no, lui chiede di “considerare con realismo”.
Ma realismo decchè?

Il solo realismo che chiedo è che nessuno di quei precedenti possa mai più sedersi ancora in quelle belle poltrone là di Palazzo Tursi, e ricombinare quelle strunz stranezze inconsistenti e per di più dannose.
Così tante che neanche le pagine della Treccani riuscirebbero a trovarne una sufficiente dimora.

Personalmente non ci penso nemmeno a rassegnarmi, ma fino all’ultima goccia del mio sudore combatterò l’assurdo loro ambaradan formato da gente che non conosce l’innovazione; che non prende nessunissimo spunto laddove le cose vanno per il meglio, e che probabilmente non gliene frega niente di risolvere i problemi dei cittadini di questa città.
Forse che siano bravi per quelli a loro stretti e personali?

E allora, tu/lei/voi/voialtri, ditemi almeno una sola cosa che vada bene in questa città, ma soprattutto non contatemi delle gran balle come quelle ricevute negli anni addietro.
Tipo quelle sulle presenze o pernottamenti del turismo a Genova, poiché “emu za detu” (abbiamo già dato) e non credo sia ancora il caso per tu/voi/loro/voialtri di raccontarne ancora in gran quantità … e soprattutto a me che queste cosette ...

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