mercoledì 1 maggio 2013

Quel giorno a Firenze per visitare gli Uffizi




Diciamocelo, in Italia non c'abbiamo una benemerita “mazza” che esce dal nostro sottosuolo e che ci può
rendere ricchi o quantomeno agiati; niente oro, diamanti o minerali rari, tanto meno petrolio o gas e via cantando.
Solo pietre, sassi e poco d'altro.
E se qualcosa in verità c'è, beh; non è certo sufficiente per dare agiatezza a questa meravigliosa nazione dove il buon Dio e i nostri avi c'hanno messo del loro meglio.

Non c’è neanche una grande distesa di grano o qualcosa che ad esso assomigli.
No, noi abbiamo una sola, grande, persino immeritata ricchezza: la bellezza dei nostri paesaggi, la bellezza dei nostri siti archeologici, la bellezza dei nostri borghi medievali, la bellezza delle nostre residenze patrizie, la bellezza dei nostri musei, la bellezza delle nostre città d' arte.
E ce ne vantiamo.

Ce ne vantiamo sempre ma non è merito nostro, anzi lo deturpiamo, e chi dovrebbe provvedere alla sua salvaguardia … vabbeh, avete capito e già lo sapete.
Fino a fare addirittura la parte degli sbruffoni («Abbiamo il 40% dei capolavori planetari!», «No, il 50%!», «No, il 60%!») giocando a chi la spara più grossa.
Alcuni poi, quelli che le sparano più grosse, riescono addirittura a raggiungere vette che lambiscono il cento per cento.
Ma per piacere!

Un' intervista di Marcello di Falco all' allora ministro del Turismo Egidio Ariosto ci ricorda che nel maggio 1979 l' Italia era «il secondo Paese del mondo per attrezzatura ricettiva, il primo per presenze estere, il primo per incassi turistici, il primo per saldo valutario».
Tre decenni più tardi siamo scivolati al quinto posto.
E la classifica per la «competitività» turistica, che tiene conto di tante cose che richiamano, scoraggiano o irritano i visitatori (non aiutano ad esempio le notizie su «1 spaghetto aragosta: 366 euro» al ristorante La Scogliera alla Maddalena) ci vede addirittura al ventottesimo posto.

Certo, è verissimo che abbiamo la fortuna di avere ereditato dai nostri nonni più siti Unesco di tutti.
Ne abbiamo 45 contro 42 della Spagna, 40 della Cina, 35 della Francia, 33 della Germania, 28 del Regno Unito, 21 degli Stati Uniti.
Ma questa è un' aggravante, che inchioda i nostri governanti, del passato e del presente, alle loro responsabilità.
Al loro fallimento.

Spiega infatti un dossier del dicembre 2010 di Pwc (PricewaterhouseCoopers, la più grossa società di analisi del mondo per volume d' affari) che lo sfruttamento turistico dei nostri siti Unesco è nettamente inferiore a quello degli altri. Fatta 100 l' Italia, la Cina sta a 270, la Francia a 190, la Germania a 184, il Regno Unito a 180, il Brasile e la Spagna a 130.
Umiliante.
E suicida.
Oltretutto non abbiamo molte altre carte da giocare, e loro non conoscono neanche il gioco del ruba mazzetto.
O forse quello si che lo conoscono bene … intendo il rubamazzetto!

Pochi mesi prima di morire, rispondendo a un lettore che gli chiedeva aiuto per salvare la riviera ligure, Indro Montanelli maledì sul «Corriere» questo nostro Paese che tanto aveva amato.
E scrisse che le ruspe sono sempre in agguato per «dare sfogo all' unica vera vocazione di questo nostro popolo di cialtroni che non vedono di là dal proprio naso: l' autodistruzione».
Do qualche flash sullo spreco.
Le gallerie della Tate Britain hanno «fatturato» nell' ultimo anno fiscale 76,2 milioni di euro, poco meno degli 82 milioni entrati nelle casse con i biglietti di tutti i musei e i siti archeologici statali italiani messi insieme.
Il merchandising ha reso nel 2009 al Metropolitan Museum quasi 43 milioni di euro, ben oltre gli incassi analoghi di tutti i musei e i siti archeologici della penisola, fermi a 39,7.

Ristorante, parcheggio e auditorium dello stesso museo newyorkese hanno prodotto ricavi per 19,7 milioni di euro, tre in più di tutte le entrate di Pompei, il nostro gioiello archeologico.
Dove i «servizi aggiuntivi» sono stati pari a 46 centesimi per visitatore: un ottavo che agli Uffizi, un quindicesimo che alla Tate, un ventisettesimo che al Metropolitan, un quarantesimo che al MoMa, il Museum of Modern Art.
Un disastro.
Per non dire di come custodiamo le nostre ricchezze.

Sono stato moltissime volte a Parigi e in tre occasioni ho visitato il Luovre e mai, dico mai, pur essendo un giorno di festa, ho dovuto aspettare più di mezzora per poterci entrare.
Che sia fortuna?

Ora vedo quel video dell’amica Ilaria Signorini e …
Che sia figa?

No, non credo che sia una questione di sfiga o fortuna, ma ben altro.










9 commenti:

  1. Secondo Wikipedia la Galleria degli Uffizi nel 2012 è stata visitata da 1.767.030 persone. Il museo è aperto tutti i giorni, per 10.5 ore consecutive (8 per l'ingresso), esclusi tutti i lunedì, Natale, Capodanno e 1 maggio.
    Quindi è aperto 310 gg. l'anno.
    Questo significa una media di almeno 5.700 persone al giorno, 712 l'ora (chiudono l'ingresso alle 16.30 credo, o perlomeno dopo le 16.30 i biglietti non si prenotano). Sono praticamente 12 persone ogni singolo minuto, 1 ogni 5 secondi.
    Banalmente la struttura, per come è fatta ora, fa fatica a reggere un assalto continuo e sistematico del genere.
    Poi l'entrata è contingentata di 15 minuti in 15 minuti.
    Si dovrebbe avere forse il coraggio di ampliare gli orari. Ma anche immaginando di ottenere un flusso medio costante di 700 persone/ora per un ricavo netto medio di 8 euro/uomo (Biglietto intero: € 6,50 - Biglietto ridotto: € 3,25 + € 4 di prenotazione) si avrebbe un ricavo aggiunto di 5600 €/ora ai prezzi attuali. Che dubito possa coprire anche i soli costi di struttura orari (biglietteria, custodi, luci, condizionamento, ecc. ecc.). C'è anche il merchandise, certo, ma sarebbe molto interessante leggere l'attuale bilancio effettivo costi/ricavi del museo. Che secondo il Sole24Ore, per tutto il polo museale, è comunque in equilibrio.
    Tenere conto che i biglietti si prenotano ai rispettivi orari, ma al più sono 30 posti ogni 15 minuti (e non su tutti gli orari). Attualmente, sino al giorno 8 maggio, i posti sono esauriti. Oltre i sei mesi non si prenota proprio; inoltre la prenotazione costa 4 euro aggiuntivi sul prezzo del biglietto.
    E tutto questo spiega le code in certi giorni/orari, purtroppo.
    Rimane tutt'ora l'assurdità del dominio internet, imho:
    www.polomuseale.firenze.it

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  2. Di Ilaria Signorini

    Il fatto è che non sono 30 posti ogni 15 minuti, ma per lo meno il doppio... A giorni, le prenotazioni raggiungono le 400 unità all'ora. Ma neanche con questo calcolo si arriva agli eccessi folli che vediamo regolarmente, in stagione, di domenica e martedì: lo scorso 30 aprile, alcuni colleghi hanno raccolto in guardaroba voci in merito a 7300 prenotazioni accettate per la giornata, complice forse il fatto che il giorno prima (lunedì) e il giorno dopo (1 maggio) la Galleria era chiusa... e magari speculando anche sull'apertura gratuita 18~24 (per la Notte Bianca...), che avrebbe certo scoraggiato gli individuali senza prenotazione dal provarci durante il giorno... Ma i disagi a cui sono stati condannati, DOPO AVERE PAGATO (!!!), i turisti con prenotazione, sono oggettivamente imperdonabili. Per la cronaca, quando c'è una mostra, il biglietto per gli Uffizi sale a 11 euro (+4 euro di prenotazione)... Attualmente (e per circa 10 mesi su 12...) è così.

    Di Ilaria Signorini

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  3. Di Luise Hoffman

    prenotazioni e bigliettazione degli Uffizi sono già gestiti da chi ha fini di lucro: Opera Lab. Fiorentini/ Civita (che da quando Paolucci è passato dalla direzione del Polo museale FI ai Musei vaticani hanno vinto l'appalto anche lì): l'overbooking agli Uffizi è sistematico perché su ogni prenotazione O.L.F. incassa cmq E 4,00 (e forse - ma non lo so - anche una percentuale sul costo del biglietto?, visto che gestiscono tutta la bigliettazione) - quindi loro sono a mio avviso la smentita evidente del fatidico detto "con la cultura non si mangia" - anzi, questi mi sembrano voraci-bulimici... :-(((

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  4. I numeri sulle prenotazioni che ho dato io sono quelli che si evincono dal sito ufficiale di prenotazione degli Uffizi (basta guardare i numeri ad ottobre 2013, ad es.).
    Se questi vengano poi "opportunamente modificati" per garantire un costante overbooking io francamente non lo so.
    Poi ci sono altri siti "non ufficiali" che vendono comunque biglietti.
    E si tratta comunque di numeri medi, quindi l'attesa è che attorno ad essi ci siano oscillazioni (ma qui si parla oggettivamente di oscillazioni di + 30%).
    E' vero che se c'è una mostra il biglietto sale a 11 euro ed è vero che è praticamente così quasi tutto l'anno.
    Io sono spesso in centro a Firenze (abito in città); le code ci sono quasi sempre, ma non sempre come quelle nel filmato.
    Chi sia Opera Laboratori Fiorentini si legge qui.
    E meno male che sono certificati UNI EN ISO 9001:2008. ;-))
    Chi ci sia poi dietro il gruppo Civita è facile scoprirlo.

    Ad aprile 2009 viene a mancare Gianfranco Imperatori, Segretario Generale dell’Associazione e Presidente di Civita Servizi, nonché Fondatore di Civita.
    A giugno si conclude l’acquisizione da parte di Civita della maggioranza del capitale di Opera Laboratori Fiorentini, società che gestisce, tra l’altro, la Galleria degli Uffizi, radicandosi anche sul territorio toscano.
    Il 6 luglio dello stesso anno l’Assemblea Annuale di Civita definisce il nuovo assetto organizzativo dell’Associazione: Presidente Onorario l’On. Gianni Letta, Presidente l’On. Antonio Maccanico, Vice Presidente Bernabò Bocca (ridi Luciano !!), Segretario Generale Albino Ruberti, Direttore Giovanna Castelli. Nuovo Presidente di Civita Servizi è Luigi Abete.

    Organigramma di Civita Servizi:
    Presidente
    Luigi Abete

    Amministratore Delegato
    Albino Ruberti

    Direttore
    Alberto Rossetti

    Soci:
    Api
    Cesare e Paolo d’Amico
    Cinecittà Entertainment
    Costa Edutainment
    De Agostini Editore
    Editoriale Progetto e Servizi
    Fondazione Banco di Sicilia
    Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria
    Fondazione di Venezia
    Giunti Editore
    Lotto ‘91


    Ilaria Signorini è guida turistica abilitata per Firenze e relativa Provincia (credo sia lei...) e probabilmente ha il "polso" della situazione reale sul territorio più di me.

    @Luciano
    Il monologo di Gaber è spet-ta-co-la-re !!

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  5. @Luciano
    Essendo venuto di recente a mancare il presidente dell'associazione (Antonio Maccanico) chi sarà, secondo te, il nuovo Presidente pro-tempore? :-D

    Notare che nel Comitato di Presidenza figurano "curiosamente" membri col medesimo cognome...

    Non manca ovviamente la Civita Card (€ 65/anno) per garantire sconti, ecc. ecc.

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  6. Si ok, l'over, ma ci sarebbe da verificare alcune cose che si danno per scontate.
    - quanti biglietti venduti
    - quanto incassato
    - quanto trattenuto
    - quanto girato al soggetto pubblico appaltatore
    Che bonus sono previsti per il privato.

    Tempo fa si era saputo che il privato che riscuoteva l'ICI a livello nazionale poi non la versava ai comuni. Dimenticato.

    Qui a Brescia per i Musei S.Chiara una ditta privata vendeva i biglietti e cassualmente qualcuno si accorse che avevano dichiarato nero su bianco di aver venduto molti piu biglietti di quanto versato al Comune. Semplicemnte perchè oltre un certo numero il Comune ha dovuto versare un sostanzioso bonus. Tutto nel dimenticatoio.

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  7. @frap
    Sembra il CDA di Mediobanca di qualche anno fa....

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  8. (che da quando Paolucci è passato dalla direzione del Polo museale FI ai Musei vaticani hanno vinto l'appalto anche lì)

    Un caso che il presidente del Comitato Scientifico di Civita sia un certo Antonio Paolucci

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