mercoledì 17 luglio 2013

Quando il turismo si innamora del suo passato e non vuole cambiare più

Dal 1986 ...

... cattive notizie dal fronte del turismo allestito a Roma nelle giornate in occasione della Terza conferenza nazionale sul Turismo.

Organizzato dal ministero del Turismo e dello Spettacolo, l'incontro ha il compito di raccontarci la situazione di un settore che in Italia ha tradizionalmente goduto di vantaggi naturali.

Vantaggi spontanei rappresentati dal sole, dal mare, dall' ospitalità e dal patrimonio artistico.
Dopo anni di successi e di primati il settore oggi è in crisi.
Meno turisti stranieri e meno entrate.
Questa è la verità.

Nessuno se l' è sentita di intonare previsioni ottimistiche.
In molti hanno invece messo in luce i problemi dell' intero settore.
Un settore importante, comunque, se è vero che può contare su un milione e 200 mila addetti e che produce uno dei fatturati più rilevanti dell' azienda Italia.
Ma la crisi è stata denunciata chiaramente alla conferenza da tutti, soprattutto dagli economisti e dai sociologi.
Lo ha perfino sussurrato il ministro secondo cui si richiede oggi un ripensamento radicale della tradizionale filosofia del turismo.

Se le parole hanno un senso, vuol dire che siamo all' anno zero: o rifondare o fuoriuscita dal grande flusso del turismo nazionale e internazionale.
Un turismo del tutto nuovo che vuole, anzi esige, più servizi e meno folklore, cui è indispensabile rispondere con un' offerta adeguata, migliore senz' altro di quella che oggi il Paese sa e può dare. Giunti al bivio, dicono gli esperti, è necessario sapere che cosa esattamente l' azienda del turismo italiano vuole.
Il business da qui in poi è enorme.

Secondo stime attendibili si calcola che il 10% dell' intero commercio mondiale nei prossimi anni sarà di competenza del turismo.
Quale quota di questo munifico flusso l' Italia è in grado di accaparrarsi?
Attualmente le cifre offerte con dovizia dal ministero apparentemente delineano un quadro della situazione meno allarmante di quello che in realtà si va dipingendo.

Ma al di là delle cifre, pur cospicue, c' è la constatazione del rafforzamento delle nuove aree di concorrenza nel Mediterraneo: la Spagna e la Francia (che ci hanno tolto il primato), la Grecia, la Jugoslavia, la Turchia, il Nord Africa.
E allora la domanda obbligata è: come attrezzarsi per vincere la competizione internazionale?
Né con la sola ricettività, né col prezzo, ma con un' offerta di un sistema di ospitalità integrato.
Questo sistema di ospitalità complessa si avvale, oggi, secondo stime del Censis (1986), di 40 mila esercizi alberghieri, 50 mila ristoranti tradizionali, 85 mila ristoranti veloci, 7200 strutture complementari (stabilimenti termali e balneari, impianti di risalita, piste di fondo), 6600 servizi speciali (agenzie di viaggi, cambiavalute ecc.), 9900 negozi di acquisti specifici (nautica, montagna), 5800 strutture adatte allo svago.
Dunque l' albergo vicino al mare, circondato da servizi non basta più.

Il problema è che quasi il 60% dell' offerta complessiva fa capo a un centinaio di comuni quasi interamente concentrati nel Nord Italia.
Penalizzato il Mezzogiorno i cui divari di produttività, rispetto al resto dell' Italia, sono ancora molto alti.
Il vincolo principale all' accrescimento del turismo nel Mezzogiorno è rappresentato dai trasporti. A fronte di un turismo internazionale che sempre più predilige l' uso dell' aereo, in particolare voli turistici (charter o collegamenti aereo-albergo e aereo-auto), si registra un' enorme carenza di voli diretti sugli aeroporti del Mezzogiorno.

Più del 90 per cento del traffico internazionale fa scalo intermedio a Milano, Roma, Bologna, Firenze.
Con la conseguenza che difficilmente il turista straniero farà un viaggio in più per scendere nel nostro Sud.


Cos’è cambiato da allora e vale a dire da quando è stato scritto questo fondo su La Repubblica il 14 febbraio (giorno di S. Valentino) nel 1986 (ved. qui)?

P. S.: Si vede che si sono innamorati (giorno di S. Valentino) e non vogliono cambiare più!








5 commenti:

  1. Il primo amore non si scorda mai


    :D

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  2. @Anonimo

    Però di solito partoriscono qualcosa

    :-(

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  3. Vedi, Luciano,

    A proposito di Mezzogiorno, proprio ieri mattina mi sono recato a Napoli (per cose mie :-) ), il cui solo mezzo di trasporto pubblico, da e per, Pompei - Castellammare - Sorrento, è la circumvesuviana. All'andata non ho avuto grossi problemi, a parte i soliti: carrozze ridotte in uno stato pietoso, 10 persone in un mq (altra faccina :-) ), ecc. Mentre al ritorno, verso le tredici, in stazione, l'altoparlante ripeteva a "pappagallo" che il servizio era sospeso a causa di "occupazione" binari. Non ti dico l'affollamento di persone stupite, confuse, smarrite ... Dopo una giornata di lavoro, Dio solo sa quando si ritorna a casa. Naturalmente, nessuno dell'Azienda che potesse dare qualche informazione ...

    A proposito, io non conosco il francese, l'inglese, il cinese, e nemmeno il marocchino, per cui non ti so dire cosa blateravano centinaia di persone che dall'apparenza fisica dovevano provenire sicuramente da quelle parti là, però, il loro tono di voce "non mi piaceva affatto" ... Infine, ho dovuto telefonare a casa per farmi venire a prendere.

    P.S.
    Attenzione, però, perché il primo che parla male di Napoli se la vede con me!!

    :-)

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  4. @Jennaro

    E non comincerò di certo io a parlarne male di Napoli.

    :)

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