mercoledì 30 aprile 2014

Enit: il peggio ha sempre la meglio

Per adesso l'unica cosa certa è che Promuovitalia, l'agenzia omaggiataci dalla Brambilla per motivi che non sto qui a dire (se già scritto tanto) e di cui ancora adesso ne devo comprendere l'utilità (imho), verrà cancellata ... e così sia.
Amen!

Mentre per il resto, e vale a dire l'Enit, sembrerebbe che la “barca” sia finita sugli scogli e senza scialuppe a mare, lasciando così tra i flutti in tempesta un sacco di gente.
Pertanto proverò a buttare qualche ciambella (salvagente) per vedere di salvarne qualcuno … il turismo sopratutto e poi se qualcuno ci s'aggrappa, beh; sarà anche meglio per lui.

S'era detto che nel nuovo DL di Renzi (articolo 15) il giorno 16 di aprile 2014 faceva capolino appunto quest'ente, per poi sparire in un solo giorno (ved. qui).
Quindi si sono susseguite a ripetizione delle informazioni che lasciano il tempo che trovano, ma che una certa base di verità dovrebbero averla.

Secondo Il Sole 24Ore dovrebbe avvenire ciò che  brevemente riassumo di seguito:

° L'Enit verrà commissariata
° Verranno chiuse le sedi estere e saranno le Ambasciate e i Consolati, sotto il patrocinio dell'Enit e secondo la stesura del decreto, che avranno il compito di “agevolare, sviluppare e promuovere investimenti privati per la promozione dell'Italia e per l'insediamento di nuove iniziative imprenditoriali, promuovendo rapporti economici e commerciali
° Le Regioni verranno coinvolte nella partita e verrà creato un consiglio federale, composto appunto dalle Regioni.
° Fuori dalla questione, almeno secondo la bozza, le associazioni di categoria, che non dovrebbero più sedere nelle poltrone di comando di Enit.

Esaminiamo un po', va!

Ma prima ho posto la questione ad un caro amico, per vedere se … ebbene sì, le due disamine sono risultate perfettamente uguali, come a dire il 100% che non è mica poco, neh.

Infatti, se davvero fosse così significherebbe che ENIT dovrebbe divenire una copia di Invitalia (attrazione di investimenti) … e credono che sia una cosa utile?
Mah, andiamo avanti.

Quindi vogliono semplicemente chiudere le sedi all'estero ma dubito che ambasciate e consolati siano in grado di fare il lavoro che, in teoria, dovrebbe fare ENIT.
Anzi, per niente.

Mentre in attesa della riforma del titolo V, pare abbiano semplicemente deciso di risparmiare un po' di soldi (pochini in verità, saranno 9-10 milioni di euro in tutto, più o meno).
Del resto un ente turistico che si limita a far gare per ogni e qualsiasi cosa e con i tempi ed i modi che ben conosciamo è abbastanza inutile in sé, direi.
Ricordo che per la sola ultima gara (Made in Italy) sono stati necessari 365 giorni o giù di lì, il che è tutto un bel dire.

Detto questo mi pare chiaro che, sul piano della promozione e della programmazione turistica, le cose sono evidentemente destinate solamente a peggiorare.
E in attesa della riforma, ecco che ogni Regione andrà bellamente per conto suo in ogni dove, come han sempre fatto d'altra parte, mentre il consiglio federale mi pare una bella chimera e una mera operazione di facciata.
L'esclusione delle associazioni di categoria parla da sé: è un ente considerato inutile e probabilmente destinato a fare la fine di Promuovitalia dopo la riforma.
Un errore enorme!!!

Idee serie per il rilancio del turismo io non ne vedo, per il momento, ma attendo di leggere il decreto definitivo.
Però non è che nutro molte speranze in considerazione dei numerosi passi falsi del passato.

Dario Franceschini s'è munito di Stefano Ceci come consigliere, che lo fu anche dei governi Berlusconi e Prodi, quindi anche di MVB.
E abbiamo visto come è andata.
Però la mia personale teoria è che probabilmente il perché sia da ricercare nel motivo che l'è rimasto inascoltato (ma cosa li mettono a fare se poi non li seguono?), e chissà se il nuovo ministro gli darà gambe.

P. S.: Stefano Ceci sta organizzando una squadra “a gratis” (ma come diamine si fa a pensare di far lavorare dei seri professionisti senza pagarli … chiaro è che ... vabbeh!) denominata “laboratorio digitale” per farci entrare le menti nazionali migliori.

Mi auguro solo che non siano gli stessi già noti e che non appartengano solo a quella fetta del “turismo” (l'ultima nata), tralasciando magari tutte quell'altre che in verità sarebbero anche più utili … ma staremo a vedere.

Qualcuno (Albert Einstein) che stupido non l'era di certo, sosteneva a ripetizione che: “non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose” … a cui modestamente (imho) aggiungo “se 'usano' le stesse persone” ... ma che logica c'è?

Amen!





martedì 29 aprile 2014

Enit: Ma è mai possibile che non ne indovinino una, anzi mezza e manco a pagarli profumatamente?

Alla fine ci sono arrivati e l'Enit verrà commissariata per originare così un progressivo cambiamento e risparmiare un po' di palanche.

Verranno poi chiuse le sedi all'estero e il tutto andrà a depositarsi nelle Ambasciate e nei consolati con somma gioia di molta gente.

Non certo la mia per la questione delle Ambasciate e dei Consolati, poiché la cosa comporterà l'ennesima perdita di tempo decisionale e chissà se anche un aumento sconsiderato di personale laddove non sarebbe strettamente necessario.
Mentre sono più che d'accordo sul commissariamento.

Anche le Regioni verranno coinvolte nella partita: verrà infatti creato un consiglio federale, composto appunto dalle Regioni.

Fuori dalla questione, almeno secondo la bozza, le associazioni di categoria, che non dovrebbero più sedere nelle poltrone di comando di Enit.

La nuova Enit, invece, secondo la stesura del decreto, avrà tra i suoi compiti quello di “agevolare, sviluppare e promuovere investimenti privati per la promozione dell'Italia e per l'insediamento di nuove iniziative imprenditoriali, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, promuovendo rapporti economici e commerciali".


P. S.: Senza dimenticare che le interviste hanno un'importanza esagerata per chi le attua, mentre in Italia … si va bé ho visto un Re.


A bé, si bé … ved. qui, anche se non si può copiare perfettamente ma farlo con delle innovazioni.










  

lunedì 28 aprile 2014

A quando la lista della spesa sul portale italia.it?

Dal proprio passato non si sfugge.
Si può tentare di rimuoverlo, ma inesorabilmente ritorna sotto forma di incubo.

Oppure si può decidere di affrontarlo di petto, di elaborarlo, come s'usa dire.
E l'unico modo per non rimanerne prigionieri e cercare di capirlo.

Ora, di capire il sito del portale italiano del turismo, italia.it, c'ho provato in tutte le salse ma non c'è stato niente da fare.

Brutto era e brutto rimane … almeno per me … e non sono il solo a quanto pare a pensarla così (ved.qui).

Ma il limite l'hanno appena superato pochi giorni or sono con la replica (rettifica) del direttore editoriale di italia.it, Arturo Di Corinto, a un recente fondo dell'Espresso, titolato appunto: “Riservato, BelPaese con brutto sito”, a firma di F. F. (?).





Replica che è stata addirittura linkata sulla home page … che tristezza.









A quando sulle pagine del portalone la lista della spesa 
per la badante?

Oddio, i dati di F. F. sono sbagliati, ma diamine, scrivere la replica su di un portale istituzionale … ma dai.
E poi quell'elencare la bontà di italia.it attraverso gli “I like” sui social o gli studi sull'engagment della sua community, non è che portino i turisti in Italia (imho).

Infatti, risulta da un po' di tempo (anni) che le “assunzioni” vengano fatte in questa maniera (vedi immagine sotto ... mentre qui c'è l'esempio); come a dire che se vuoi lavorare, ecco che ti devi portare un contributo di “I like” dai tuoi amici, determinando così che tutti quegli studi se ne vanno per la tangente.

In poche parole … tu clicchi a me e io clicco a te, nella speranza che il passaparola dia loro una mano.
Facile neh?
Ma i turisti?




Ormai il mondo va così e lor signori, non avendo o conoscendo altre strade per portare più turisti in Italia, zac, s'affidano a queste forme di marketing (stra pagate ma ... ) col risultato che quelli che s'intendono veramente di turismo, ben ne conoscono l'utilità … poi confermata dai dati sulle presenze, pernottamenti etc. che non è che vadano molto bene, neh!

Perbacco, sono i risultati quelli che contano e non le favole.

P. S.: Di scrivere la replica da un'altra parte, non coinvolgendo così in inutili diatribe personali i cliccatori stranieri che sul portale magari ci vengono per conoscere l'Italia e non per … non se ne parla vero?

P. P. S.: Se almeno l'Arturo Di Corinto avesse inserito, all'inizio della replica, il link giusto del fondo di F. F. anziché rimandare illettore alle Pagine Gialle di Milano … ma lo farò io, va (ved. qui), giusto perché non si pensi che noi critichiamo solo senza essere costruttivi, neh. 








sabato 26 aprile 2014

Bye bye Barcelona ... e riflessioni (imho)

Dicono che il “mugugno” ad oltranza sia prettamente genovese ma a quanto pare …



Eduardo Chibas è un “filmmaker” freelance di Barcellona e non molto tempo fa ha denunciato i problemi che la metropoli catalana subisce a causa dei troppi turisti, con il rischio che si trasformi in un "parco a tema".

E fin qui niente di male, per carità, d'altronde Eduardo vive a Barcellona e chi meglio di lui … forse.

Ora non so se l'idea di fare sto video (Bye bye Barcelona) sia sua o se sia stato incaricato da qualche “comitato dei NO”, e vale a dire uno quelli che ahimè esistono in ogni dove e a cui non va bene mai nulla.
Ma so solo che, personalmente, le interviste di questo video non m'appaiono per nulla ... si può dire intelligenti?

In poche parole, Eduardo vorrebbe farci intendere che la popolazione catalana s'è scocciata dei turisti in gran quantità e vorrebbe mettere dei paletti per imporre un limite massimo di visitatori.
Questo per paura che i costi aumentino e per i disagi che notoriamente avvengono laddove ce n'è in gran quantità.
Boh?

Non mancano poi i paragoni come sovente avviene in questi casi, e per non essere da meno da chi li elenca alla moda del due per tre, ecco che spuntano quelli col Machu Picchu in Perù nonché le rovine dei Maya in Messico (ved. qui).
Esempi che appaiono più come una presa elettrica da 220 volts (scossa per cui si sono “fulminati” quei neuroni di spettanza e disponibili ), che una presa per i fondelli.

Ma si può fare degli esempi così?


Quindi per cui poscia, il problema (per Eduardo e per chi ha intervistato) sta nel turismo di massa e nei pacchetti a buon mercato.

mi si vuole cortesemente spiegare come possano essere aumentati i costi per la popolazione ivi residente se a Barcellona ci va il turismo di massa?
Forse che i prezzi per i visitatori li mantengano bassi per farli arrivare in quei lidi, mentre ai nativi … previo documento da esibire nei supermercati e in ogni dove … alè, ci danno giù alzandoli a dismisura che l'è un bel piacere?

Oppure si pretende che raggiunto un quorum di presenze, ecco che il sindaco della città emetta un'ordinanza affinché i ristoranti, gli alberghi, i negozi e chi più ne ha più netta metta, non possano più accontentare le esigenze dei visitatori e che di conseguenza chiudano baracca e burattini, alla loro bella faccia stupita.

Ma tu ce li vedi i poliziotti, i marines e magari anche i paracadutisti armati fino ai denti che all'ingresso della città di Barcellona bloccano e allontanano i turisti per il motivo che hanno raggiunto quel dato numero di visitatori e che di più non si può?


Ci sarebbe anche l'eventualità di richiedere al turista l'ultimo estratto conto per conoscere le sue possibilità di spesa … tanto per far copia con il paragone del Machu Picchu e dei Maya di sopra, neh!
Eh già, giusto per non avere il turismo di massa che tuttalpiù dovrebbe sostare minimo a venti chilometri da Barcellona e magari accontentarsi di qualche video dell'Eduardo … ma nulla più.

Probabilmente, e non ce ne voglia il buon Eduardo nonché gli intervistati, a loro sfugge il fatto che Peren Duran, in quel di Barcellona, abbia anche pensato di consolidare e a continuare a lottare per mantenere il livello turistico che hanno raggiunto, infatti sono anni che si occupano di un tema che possiamo definire: la capacità turistica della città.

Con questa sono convinti che possono ottenere di più, ma è evidente anche che la città ovviamente non può tollerare una crescita turistica senza limiti.
Intendo dire che è necessario ricordarsi che l’elemento fondamentale della città è il cittadino.
Nulla deve potergli rendere la vita impossibile, tanto meno il turismo.
Quindi, per evitare che a lungo andare succeda questo, stanno lavorando a quella che hanno chiamato la capacità di carico.

La capacità di carico turistica è un fattore molto complesso, dato che ci sono molte capacità di carico.
Una è quella che definiscono fisica, cioè la capacità di contenimento, di poter contenere i turisti in un determinato spazio.
Un’altra potrebbe essere la capacità di carico psicologico o di percezione, che include il fattore della soddisfazione del turista, che è molto importante.
Per esempio se il turista deve impiegare due ore per entrare al Museo Picasso o per vedere la Sagrada Familia, il suo grado di insoddisfazione diventa un fattore rilevante e ovviamente può produrre degli effetti negativi, e questa sarebbe quindi un’altra capacità di carico.

Un’altra capacità è quella sociale, cioè la tolleranza del cittadino nei confronti del visitatore.
Infine una importantissima è quella economica, che considera l’equilibrio presente tra i benefici economici e l’impatto generato dalla propria attività sul territorio.
Ci sono ancora molte altre forme di questa capacità di carico ma in questo momento si stanno concentrando in questo mix di fattori.

Li stanno studiando con calma e con la collaborazione di tutte le forze economiche, sociali e turistiche della città, allo scopo di preparare la Barcellona turistica del futuro.


P. S.: Non è che arrivando meno turisti a Barcellona, il buon Eduardo debba poi emigrare a Parigi per poi da là fare un altro video con titolo: “Bye bye Parigi”?


E poi … ma non siete mai contenti?








giovedì 24 aprile 2014

La prima cosa da fare, se si vuole salvare davvero il turismo, è ...

Sono davvero incazzato.
Ma va?

Vabbeh dai, non è vero.
Faccio tanto per dire, ma anche scherzando non riesco a comprendere come Dario Franceschini, il ministro del Turismo e della Cultura, possa tranquillamente dichiarare di voler costituire un “laboratorio digitale” e farci entrare le menti nazionali migliori, però senza pagarle.
Le migliori menti a gratis?

In poche parole chi dispone di ottime idee dovrebbe regalargliele a costo zero.
Ma dai.

E questo col pericolo che poi, i lor signori che se ne appropriano, ecco che quando le danno gambe preferiscono non utilizzare chi invero se l'è studiate o quelli che hanno avuto il classico colpo di genio, col solo risultato che il tutto diventa di conseguenza un bel pastrocchio.
Cose mai viste e ma che logica c'è?
Chi vuoi che si metta a “regalare” le proprie idee se non quelli che le hanno copincollate da qualche parte sul web e gliel'hanno poi trapassate?

Ma avete ben presente la mandria di “copincollatori” indefessi (inde?) che s'aggirano su internet?
E quanto pochi siano quelli che veramente hanno qualche fantastica innovazione mai esaminata o dispongano delle cure giuste per il moribondo turismo italiano?
Cure rimaste inascoltate perché … ecchennesò! … forse perché bisogna “premiare” sempre gli stessi incapaci che da qualche decennio ci marciano alla grande col loro bla bla bla e che fanno capolino un po' da tutte le parti per distribuire le loro perle di grande saggezza ... che manco li cani ...
Beh, basta vedere i risultati turistici dell'ultimo ventennio per farsene una semplice ragione, no?

Ma faccio un esempio, anzi due, che oltretutto sono anche a noi vicini, giusto per far capire che …

Pere Duran, che personalmente considero un genio di questo comparto, per chi non lo sapesse è il DG di Barcelona Tourisme dal '92 (chi l'ha messo lì ha fatto la sua fortuna e quella dell'indotto intero), e a quanto ne so è pagato molto bene, ma la sua dote più grande, che poi corrisponde a chi sa per davvero produrre del benessere, s'è circondato di grandissimi professionisti che a loro volta sono pagati il giusto.
Nessuna scelta tra gli amici degli amici e compagnia bella.
Più producono, più sono retribuiti … e si vede a occhio nudo!

Memore di questo, la Rita Barberà, che l'è il Sindaco di Valencia, non ha fatto altro che inserire José Gisbert (un fenomeno) che è il DG del Consorzio di quella città, il quale a sua volta ha chiamato Michel Hodara, altro genio, ponendolo alla guida di professionisti altamente specializzati nei campi della televisione, ospitalità, intrattenimento e media, dove hanno instaurato un rapporto con i politici di turno che ha qualcosa di innaturale per noi; nessuno comanda, vanno d’accordo e tutti parlano la stessa lingua.
Stessa lingua intesa, non come idioma ma come professionalità.
In scarne parole: poche balle e camminare.
Il risultato?
Due America's Cup e il Gran Premio di Formula 1 … e se vi sembra poco …

E seppur sto parlando di “semplici” città, la cosa si può tranquillamente rispecchiare anche in più grandi realtà come ad esempio un'intera nazione.


No, da noi non li si vuole pagare.
Eppure, a dispetto di cotante cifre che giornalmente se ne vanno per la tangente in una miriade di ridicoli rivoli, la progettazione professionale non viene quasi mai pagata, configurandosi il più delle volte come disinteressato e gratuito anticipo su eventuali future realizzazioni: «quattro righe buttate giù per amicizia», «senza impegno», per citare una ricorrente formula pre e paracontrattuale, immancabilmente seguita dalla clausola di stile: «Poi, se si farà, ci metteremo d'accordo».

Senza scherzare oltre, è doveroso riconoscere che tale abitudine non trova corrispondenza nei Paesi più civili, dove la progettazione professionale è considerata una fase cruciale, il fattore critico del successo di qualsivoglia iniziativa culturale e turistica, cui dedicare il giusto tempo e riconoscere un idoneo compenso, con stanziamenti di budget che sull'italico suolo non vengono riservati nemmeno a talune fasi realizzative.

Chiedete a un curatore straniero dei mali altrui un progetto qualsiasi o all'ideatore dello sviluppo di uno spin-off : di norma non lo fanno gratis, ma esigono la giusta remunerazione del tempo dedicato e il riconoscimento del loro ruolo.
Perché l'economia della conoscenza è diversa da quella della riconoscenza.
Le idee (quelle buone) servono e si devono pagare, perché le competenze hanno un valore economico, perché una cattiva progettazione è vittima di pessime gestioni, perché l'improvvisazione degli stolti è figlia di copicollatori indefessi che l'hanno “rubata” a qualcuno ma non la sanno portare avanti nella giusta e dovuta maniera.

A differenza che in altri paesi, in Italia la fase progettuale è raramente remunerata.
Eppure è lì che si concentra il valore aggiunto in termini di innovazione”:le idee si pagano, scriveva Guido Guerzoni sul Sole 24 Ore.
Dovrebbe essere ovvio ma non lo è per niente e a nessuno, a partire dalle pubbliche amministrazioni.
Paradossalmente, trent’anni fa lo era di più.

Non stupisca il riferimento ludico: è opinione diffusa che la produzione d'idee non richieda grandi sforzi, essendo il frutto di generazioni pressoché spontanee, talora fonte di piacere, come accade quando si parla di creazione, disseminazione e crossfertilization che se poi è abbinata ad una grande esperienza, ecco che il botto è bello che fatto.

È risaputo, infatti, che nelle menti dei creativi le idee si formino per caso (e ancor di più in quelli che una data professione la conoscono a menadito), tra una sigaretta e un caffè, uno spritz e una chiacchiera, un pisolino e un filarino, un happy hour e un weekend, addensandosi in nuvole progettuali i cui piovaschi precipitano sui desktop Apple con la stessa naturalezza con cui a Woolsthorpe Manor le mele si frangevano sul cranio di Isacco Newton.

Ma se qualcuno gode e, colpa inescusabile, si diverte pure, come nel mio caso, lo si dovrà pagare.
Il Turismo è una vocazione (per eredi e rentier).

E il problema riguarda anche chi scrive, così tanto per dire, neh!


P. S.: E allora che facciano una grande squadra di veri "fortissimi" che poi tutto il resto viene da se anche perché ... chi può raccontargliela quella dell'uva ad una vera squadra di "fortissimi"? 









mercoledì 23 aprile 2014

Con pelo o senza pelo 'sto matrimonio (le due maratone) tra New York e Rapallo s'ha da fare a tutti i costi

Oggi mi rivedrò per l'ennesima volta con Angelo Berlangieri (assessore al turismo della Liguria) e per la prima volta con Matteo Rossi (assessore allo sport della stessa Regione) per decidere di … Natale è passato da quel dì e la Pasqua è ormai alle spalle, mentre il 2 novembre arriverà tra 193 giorni.
Embè?

E' che il 2 novembre partirà la 44esima Maratona di New York e ancora non si sa un'emerita cippa.

Mi riferisco alle istituzioni italiane che avrebbero già dovuto … ma parto dall'inizio va, che è meglio.
Sennò non si capisce una mazza.

... s'era ad agosto dell'anno scorso (2013) e uno leggendo la vita di Guglielmo Marconi, scopre che nel '36 il medesimo effettuò il primo contatto wireless del mondo e quindi si studia di poter realizzare l'accensione simultanea degli alberi di Natale tra New York e appunto Rapallo... quindi di botto mi lancio per informare il nostro assessore al turismo regionale, Angelo Berlangieri, della geniale idea che sposa subito e l'iniziativa arriva a New York, ma ... passano i mesi.
La cosa mi sta tremendamente a cuore (mannaggia a me che non vorrei essere così e magari riuscire a fregarmene un po'), ma non informato sul proseguimento della richiesta (in Italia s'usa così) contatto la figlia e il nipote di G. Marconi anche per conoscerne l'opinione, i quali gentilmente ne permettono l'attuazione, dichiarandosi addirittura favorevoli a darci una mano.
A questo punto decido allora di scrivere direttamente all'Ambasciata e al Consolato di quella gran bella parte del mondo (l'adoro davvero) ... d'altronde ho sempre avuto un buon rapporto nei miei precedenti all'estero con quelle istituzioni e quindi perché non tentare ... e perché no?

Alle mie insistenze un po' da tutte le parti, dal Consolato arriva immediatamente la cortese risposta dove mi viene elencato che Tishman Speyer, che e’ l’attuale proprietario di tutti gli immobili e del Rockefeller Plaza, ha confermato che non c’e’ la possibilita’ per alcun soggetto privato o istituzionale di poter in alcun modo essere partecipe o sponsor dell’evento, tra l’altro trasmesso in diretta per circa due ore dal canale nazionale NBC e che comprende uno show in prima serata a cui partecipano numerosi personaggi dello spettacolo.

Ci resto di sasso ma in fondo lo supponevo e di colpo m'arriva la controproposta, e vale a dire che … l’ufficio ENIT di New York (grazie a Eugenio Magnani che è il GM dell'America del Nord) e’ comunque impegnato a trovare eventuali soluzioni alternative (bene; la cosa gli è piaciuta), tra cui la possibilita’ di installazione e accensione dell’illuminazione tricolore sulla facciata del Consolato Generale d’Italia a New York, ubicato sulla prestigiosa Park Avenue, in occasione del 2 Giugno, Festa della Repubblica, per la durata di una settimana.
Altre possibili proposte, al momento al vaglio e in attesa di verifica, potrebbero inoltre riguardare l’accensione del Brooklyn Bridge in collaborazione con il Presidente del Borough di Broooklyn e l’accensione dell’Empire State Building.

Ma dai, sono tutte cose che accadono ogni giorno e allora già che ci siamo perché non accendere l'insegna di Mc Donald, e magari quello della terza avenue?
Ma per piacere, ed è mai possibile che non abbiano delle idee che possano … vabbeh, parto in quarta con la contromossa e propongo lo “start” contemporaneo delle maratone di New con quella di Rapallo.
Loro fanno partire la nostra e noi la loro.
Come a dire che la Principessa Maria Elettra Marconi da il via a quella di NY e Bill De Blasio lo fa con la nostra. That's all!
D'altronde la Maratona di quella città è sotto l'egida comunale; il sindaco Bill De Blasio è italo-americano e Guglielmo Marconi è abbastanza importante per tutto il mondo.
Mica ha inventato i piattini per le tazzine dei caffè.

Vabbeh, tra un po' salirò le scale per andare a parlare con i due assessori e per vedere se ce la si può fare per il 2014 ma, non ci credo neanche un po'.

Però ci provo lo stesso, e se le cose andranno come m'immagino, ossia un'emerita cippa e solo belle parole di finto interesse, beh; studierò una contro contromossa per poter risolvere autonomamente l'intricata questione ma che porterebbe un'enorme ritorno d'immagine turistica per l'intero comprensorio ligure, perché questo matrimonio s'ha da fare a qualsiasi costo … e non parlo di palanche, neh.










martedì 22 aprile 2014

E io sono scemo?

De dovessi riassumere in una sola parola lo stato d'animo che mi ha prodotto la richiesta collaborativa giuntami dall'amico (feisbuc) Stefano Ceci, attuale consigliere (Turismo) di Dario Franceschini, direi: “disarmante”.

Oddio, la sua offerta di “aprire un blog per contributi e partecipazione”, non è certamente pervenuta nella maniera che forse l'avrò “maldestramente” intesa, ma questo non toglie che dopo 44 anni di “mazzo tanto” un po' da tutte le parti del mondo in questo settore che adoro alla massima potenza (incazzandomici pure per il come mandano avanti le cose in questo Paese nel Turismo e non solo), uno ci rimane anche male per non usare l'espressione di cacca o di popò.
Facciamo di merda e non se ne parla più.

Eh già!

44 anni ... da lavapiatti in quel di Rio De Janeiro, fino a dirigere catene alberghiere; alcune salvandole dal crack finanziario per motivi che non sto qui a dire, e con migliaia di collaboratori per volta, nonché collaborando nei ritagli di tempo libero con le istituzioni (ministeri) del Turismo nei Paesi che di volta in volta mi ospitavano … ma non certo aprendo un “blog di contributi e partecipazione”
Con che risultati? … ved. qui un “piccolo esempio”.

Titolo di studio?
Il II liceo scientifico, che ancor oggi rimane il massimo “grado” d'istruzione scolastica di cui dispongo, a dimostrazione che all'estero la meritocrazia è … vabbeh, avete capito.
Ma per forza di cose devi lavorare sodo e bene, mica pugnette.

In Italia?
Non se ne parla nemmeno di merito, a parte nei periodi pre elettorali, mentre poi il tutto finisce come e dove ben sappiamo.

Il colloquio tuittato tra Stefano e me è avvenuto in merito a questo post, dove elencavo l'audizione avvenuta pochi giorni or sono del ministro Franceschini alle due X Camere riunite, dove …

... d'altronde il blog si chiama “tutto sbagliato tutto da rifare" ed è presumibile che le disamine ivi impresse non siano state di grande compartecipazione, anzi (imho), ma non certo critiche e tanto meno sentenze senza costruttività.

Mentre nell'anda e rianda degli avvenuti tra di noi cinguettii, elencavo un personale e ventennale studio di una certa classificazione alberghiera di qualità, la quale oltretutto dovrebbe togliere potere alle OLTA, alle recensioni truffaldine, contribuire al definitivo inserimento del 2.0 nel settore alberghiero e altre cosette che darebbero svariate possibilità di lavoro a gogò nello specifico.
Ci sarebbe anche dell'altro, ma considerato l'interessamento di quanto sopra accennato, non credo nemmeno valga la pena di elencare. 

No, niente, nisba; quello che interessa è che apra un “blog di contributi e partecipazione”.
Ma per piacere!

Mi si perdoni l'ardire; ma davvero si pensa che non abbia altro da fare?
Se poi considero le parole di Franceschini in merito al “laboratorio digitale” e che lo vorrebbe creare per farci entrare le menti nazionali migliori e convincerle a lavorare gratis …

Ma dai!

Caro amico (feisbuc) Stefano: “Ma tu lavori a gratis” o la tua esperienza la vendi?

E scusa, ma io sono scemo?







sabato 19 aprile 2014

Enit: come nasce la perla nella cozza

Cu-cù e l'Enit non c'è più.

Hei, non nel senso che l'hanno tolto di mezzo, no per carità, ma in quello che l'Agenzia Nazionale del Turismo non rientra più nella Spending Review.

Un solo giorno e zac, è sparito di botto.
Come a dire che anche le cozze hanno le perle .. sì, vabbeh, le perle delle cozze sono piccolissime e non valgono niente, e non è che poi ce ne siano così tante nei gustosi molluschi.

Cozze a parte, parliamo un po' dei (censura) nostri.

Giorno 16 aprile (ore 12 e 30) a pagina 20 (ved. qui) art. 15.


Giorno 18 aprile (ore 03 e 30 … però!) … all'art. 15 l'Enit non c'è più, mentre al suo posto appare (Spese per autovetture) ... vedi qui.


E nemmeno lo si ritroverà nell'intero documento.

Cos'è successo?

Forse il ministro vuole un decreto o un disegno di legge ad hoc.
O forse ci ha ripensato?

Logica dice che si siano accorti che con le norme della bozza precedente si sarebbe bloccato tutto per almeno sei mesi, e non mi sembra granché una buona soluzione.
Pertanto è ipotizzabile che ci studieranno sopra ancora per alcuni giorni, dopodiché vedremo che cosa partoriranno.

Consigli?

Non ne hanno bisogno … e anche se li dessi, per loro avrebbero lo stesso valore delle perle nelle cozze ... che oltretutto rompono gli zebedei.

… e poi mi hanno suggerito di non “regalarli” più, anche perché c'è chi li leggeva e poi se li vendeva come se fossero i suoi ... guadagnandoci pure come immagine e palanche appresso.












giovedì 17 aprile 2014

Turismo: Parere sull'audizione di Dario Franceschini a Camere riunite (X Commissioni) del 16 aprile 2014

Ieri, il ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini, era in audizione alle due X commissioni riunite per parlare della “sua” programmazione e dei “suoi” progetti sul turismo (l'audio qui).

Non m'aspettavo di certo la luna ma, considerata la presenza del consigliere Stefano Ceci, un qualcosina di più l'avrei pure sperata.


Franceschini accompagnato appunto dal consigliere Stefano Ceci, dal capo uff. legislativo Paolo Carpentieri, dal capo gabinetto Gianpaolo D'andrea e dal segretario particolare Giuseppe Battaglia, ha ripercorso punto per punto le medesime cose dei tempi passati.
Nulla di più e nulla di meno.

E per una volta sono addirittura d'accordo con Bernabò Bocca, a chiara dimostrazione che se qualsiasi persona dice delle cose condivisibili, non saremo di certo noi qui a contestare a tutti i costi.

Comunque sia o sia andata, una cosa tristissima per gente che come me tiene davvero a questo settore.
E non ne abbiano a male i partecipanti, ma il turismo, o lo si sa o non lo si sa mentre il resto è aria fritta..
Ce l'ha insegnato l'esperienza, la curiosità d'essere sempre informato su ciò che accade dalle altre parti e, non ultimo, un grande amore per il settore.
Ma vengo al dunque.

Parole generiche su questo e quello, ma nulla di veramente preciso su niente.
Idee nuove zero.

Sì vabbeh, liquideranno Promuovitalia, ma lo si sapeva già da un bel po'.

Riformeranno ENIT (ma non ha detto con chiarezza se faranno una SpA o meno), anche se ha parlato dei privati.

Digitalizzeranno l'offerta, ma idee concrete su italia.it la somma è uguale a 0.0.

Dentro il "laboratorio digitale" Franceschini vuole farci entrare le menti nazionali migliori ma vorrei proprio vedere come le convince a lavorare gratis.
A meno che non prometta sul poi.

Sulla tassa di soggiorno (sic!) pensa di lasciare le cose come stanno, ovvero
l'autonomia piena ai comuni (sic! Sic!).

Classificazione alberghiera non pervenuta.

Tutto il resto: i soliti discorsi di sinergia delle Regioni in attesa della riforma del titolo V.
Ma come si può pensare che queste gli diano retta sapendo che poi gli toglieranno il tutto?
Mentre sul didattico e sulla qualità, uno zero tondo ma proprio tondo tondo.

E un bravo a Bernabò Bocca che ha centrato perfettamente alcuni problemi: la rottamazione ... ma non ha detto il come fare (se me lo chiede glielo spiego); l'intermediazione che ormai ha raggiunto una percentuale iperbolica (dall'otto al 25/30%) da dare a Expedia, Booking etc. … ma non ha detto il come fare (se me lo chiede glielo spiego); la riqualificazione alberghiera … ma non ha detto il come fare (se me lo chiede glielo spiego).
Stessa cosa per infrastrutture e visti … come sopra.

Tutto il resto è noia (imho).

P. S.: Il ministro ha anche accennato alla direttiva Bolkestein ... ma molto probabilmente, ai consiglieri e a lui stesso, sfugge ciò che lo stesso Bolkestein ha recentemente dichiarato alla bravissima Bettina Bolla, e vale a dire: “I don’t understand why beaches are inside the services directive” ... quindi che s'aspetta a ... (se lo chiede alla Bettina sono certo che glielo spiega). 







mercoledì 16 aprile 2014

Hey, ma non vi fate schifo da soli?

Qualsiasi persona che arriva a depositare il proprio sedere nelle poltrone che contano nel Turismo italiano, diventa di botto bravo, buono e pure bello anche se, per sua sfortuna, madre natura non gli aveva fornito a priori quella specifica proprietà.

Fateci caso.

Infatti nel mondo del web si sprecano le doti all'indirizzo di quelle/i, e se per caso qualcuno contesta o critica le decisioni da far paura per stupidità che lor signori prendono per questo settore, ecco che “essa/o” si prendono la dote giornaliera di: “Ma che sta a dire “chillullà” che non ci capisce un tubo”, e giù merda in gran quantità … alle spalle ovviamente, neh!

E l'onnipresente: “Diamogli tempo che poi vedremo”.
Diamogli tempo “'na sega” … ma ci vuole molto a capire che sono dei perditempo, e non li vedono i risultati?
Oppure conviene “lisciare”?

Anche perché che cosa dovrebbero dire i webbisti spagnoli all'indirizzo dei propri responsabili della Cultura e del Turismo?
Portarli in trionfo tutti i giorni e riempirli di grandi premi, coriandoli e cotillons?
Eh già! ... solo che questo è il loro “lavoro” e in quelle posizioni ce l'hanno messi per portare ricchezza al proprio Paese, altrimenti che “razzo” ce l'avrebbero messi o ci starebbero a fare”?

I dati spagnoli dicono che nel 2013 i visitatori totali sono stati 60,66 milioni (+5,6% rispetto al 2012) e la Spagna è tornata a occupare il terzo posto nel ranking turistico mondiale, dopo Francia e Stati Uniti, scavalcando la Cina.
Destinazioni preferite: Catalogna, Baleari, Andalusia.
Mentre nei primi due mesi del 2014 il turismo in Spagna ha generato oltre 6 miliardi di euro ricavi.
Una cifra record che segna un aumento del 9,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il solo mese di febbraio ha registrato entrate per 2.98 miliardi (+8%).
Un terzo della spesa è generata dai mercati di Inghilterra e Germania, rispettivamente in crescita del 12,2 e del 9.7%.
Sempre a febbraio, le Canarie hanno mantenuto il ruolo di destinazione turistica leader raggiungendo 1,14 miliardi di euro.
Mentre con 616 milioni, pur mostrando un calo del 1,6%, la Catalogna si conferma la seconda meta in Spagna per popolarità.
L’incremento maggiore è registrato dall’Andalusia (+18.6%), con un guadagno complessivo di 423 milioni di dollari.

E in Italia?
Passo oltre che è meglio, va!

Ma quello che più stupisce (manco tanto, ma così giusto per dire) è che i webbisti nazionali evitano come gramigna i critici, mentre alcuni si vergognano pure d'essere stati o essere loro amici, negando addirittura i consigli ricevuti che si sono venduti come propri e che oltretutto alcune volte hanno salvato loro i posteriori.
Parlo di quelli che nel web scrivono che va tutto bene nei confronti dei “comandanti”, ma se li senti al telefono o li ascolti di persona, ecco che tutto cambia e non lesinano improperi a nessuno di quelli di cui poco prima (e anche dopo) scrivevano bravura, bontà e bellezza.

Hey, ma non vi fate schifo da soli?













lunedì 14 aprile 2014

Turismo: Non dire gatto se non l'hai nel sacco

Se andiamo a ben vedere è la prima volta che un Governo parla con giusto interesse di Turismo.

Da tempo immemore, infatti, ci avevano abituati alle solite solfe del Paese con più siti Unesco, paesaggi da mozzafiato, enogastronomia da favola etc. … tutto cose vere, per carità, ma non ne potevamo proprio più.
Non mancavano poi i dati di comparazione con altre nazioni che in questo settore ci lasciano periodicamente nei tubi di scappamento e di conseguenza il loro perenne e a turno: “non si può andare avanti così”.

Ma va?

E manco lo straccio di un'idea o di una programmazione mai detta e figuriamoci poi se fatta per non urtare le varie lobbies, le Regioni, le associazioni, i sindacati e via cantando.
Nessuno che si prendeva la minima responsabilità nonostante non fosse neanche difficile comprendere che qualcosa andava fatto in tempi addirittura celeri.
No, niente di niente ma solo tanto fiato inutile.

Dalla prima uscita per opera di un'interrogazione parlamentare con risposta per opera del sottosegretario con delega al turismo, Francesca Barracciu, va riconosciuto che, nell’intera storia del portale italia.it, quella fu oggettivamente la risposta “istituzionale” più completa che si sia mai potuta leggere in merito ai costi del portale italia.it … e quindi già un segnale visto che non era mai successo.

E finalmente si sta parlando con sempre più insistenza di Governance e della riforma del Titolo V della Costituzione per tornare ad avocare a sé le attività di promozione, indirizzo e coordinamento delle politiche turistiche, ma fra le azioni da mettere in campo fra il 2014 e il 2015 prevede anche la creazione di un comitato interministeriale, per la prima volta costituito in Italia, che 'sovraintenda alla strategia sul turismo'.

A capo di questo comitato il Def prevede ci sia lo stesso Presidente del Consiglio, riportando il turismo, quindi, sotto il diretto controllo di Palazzo Chigi.
Comitati interministeriali che non sono altro che organi collegiali non necessari del Governo, costituiti da più Ministri, sorti per risolvere esigenze di particolari settori della P.A. che coinvolgono le competenze e le attività di più Ministri e, quindi, esigono il coordinamento dell'attività di costoro; essi vengono istituiti con legge del Parlamento.
Si distinguono (—) con funzioni istruttorie o consultive, che hanno rilievo esterno, forniscono pareri obbligatori, ma non vincolanti, ma non hanno competenza ad emanare atti con rilievo esterno, con specifiche competenze di indirizzo e di amministrazione attiva, comprendenti l'emanazione di atti amministrativi, autorizzazioni, approvazioni e regolamenti.

Resta da capire il perché si voglia inserire un Comitato interministeriale se sono organi collegiali “non necessari”.
Boh, staremo a vedere.

Viene quindi prevista l'introduzione di specifici strumenti finanziari per incentivare gli imprenditori alberghieri ad ammodernare le strutture, con meccanismi di credito d'imposta e ammortamenti brevi, al massimo in tre anni.
Cosa che comunque è già esistente a livello regionale.

Sempre per gli alberghi, si riconferma la necessità di una normativa nazionale unitaria per la classificazione degli hotel, con standard minimi nazionali di eccellenza da riservare a qualunque albergo intenda assumere una classificazione tre stelle o superiore.

Ecco, appunto, nuova classificazione alberghiera di qualità che qualcuno l'ha già bella che pronta ma a quanto pare non frega niente a nessuno (ved. qui).



Spiace però che a nessuno sia venuto in mente l'importanza dei controlli di qualità, che se magari me lo chiedete, beh; ve lo spiego in un battibaleno.
Sì certo, eccome no ... della serie non dire mulo se non sei uno di quelli che lecca il .....













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