lunedì 7 luglio 2014

Alla fine l'emendamento per la classificazione alberghiera è passato

Alcuni giorni fa (3 luglio 2014) scrivevo che l'emendamento presentato dalla deputata Mara Mucci in merito a “Disposizioni urgenti per assicurare la qualità dell'offerta alberghiera e la tutela dei consumatori attraverso un'omogenea classificazione delle strutture ricettive” fu irrimediabilmente cassato come “inammissibile” dalle commissioni riunite preposte (VII e X) per le modifiche da apportare alla riforma del Titolo V.

L'inammissibilità non è piaciuta a molti (a me soprattutto poiché quella belin di classificazione alberghiera la reputo fondamentalmente importante per il rilancio del settore, e anche perché, nel tempo libero, non faccio altro che studiarne la fattibilità con delle innovazioni che potrebbero toglierci da molti impicci) ma il rifiuto non è piaciuto per niente anche ad Aris Prodani (M5S) che è un deputato proprio della X commissione (il segretario).

Infatti, non appena sentita la parola “inammissibilità”, il giorno dopo (4 luglio 2014), c'ha dato giù di brutto e

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Prodani. Ne ha facoltà.

ARIS PRODANI. Signor Presidente, inizia oggi la discussione in Aula di un provvedimento fortemente atteso da più di un anno e che avrebbe dovuto completare e integrare il precedente decreto, voluto nel 2013 d'allora Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Bray. In quel provvedimento, che recava un titolo fuorviante – lo ricordo: «Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione ed il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo» –, la voce «turismo», malgrado fosse inclusa nell'intestazione, era completamente assente nel testo.
  Il silenzio legato alla mancanza di una vera politica di sviluppo per il settore turistico nell'arco di più di un anno è confermato una volta di più dallo studio Coldiretti su dati Eurostat del 29 giugno scorso, quindi pubblicato qualche giorno fa, che vede l'Italia perdere ulteriormente competitività rispetto agli altri Paesi europei. Secondo l'Organizzazione degli imprenditori agricoli, le vacanze in Italia comportano una spesa, tra pernottamenti e ristoranti, superiore al 10 per cento della media europea, raggiungendo il primo posto nella classifica negativa tra le diverse mete del Mediterraneo. Ad oggi, la destinazione più conveniente risulta essere il Montenegro, privo sicuramente delle attrazioni culturali e turistiche che abbiamo noi, dove i costi sono inferiori del 37 per cento rispetto alla media comunitaria, seguito poi da Croazia, Portogallo e Turchia. Pag. 47È un paradosso che l'Europa rimanga, nonostante la crisi, una delle destinazioni preferite del turismo internazionale, aumentato del 5 per cento in base alla stima del
World Tourism Barometer del 2013, mentre contemporaneamente il nostro Paese registra una riduzione di prenotazioni e ingressi.
  È questo il quadro, a dir poco tragico, in cui è chiamato ad operare e fornire risposte concrete il disegno di legge che ci accingiamo ad esaminare. Sui diciotto articoli di cui è composto il provvedimento, otto riguardano direttamente il comparto turistico ed hanno come finalità principale la promozione e la crescita dell'imprenditorialità di riferimento con un suo contestuale recupero di competitività, oltre ad interventi ascritti nell'ambito della revisione della spesa pubblica e relativi all'organizzazione del Mibact e di ENIT. Obiettivi ambiziosi, solo in minima parte centrati, secondo noi, a causa di limiti costituzionali e politici che hanno condizionato una riuscita migliore di un testo purtroppo parziale.
  Riguardo ai limiti previsti dalla Carta, ricordo che, in base alla riforma del Titolo V operata dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, il turismo è una materia riservata alla competenza legislativa residuale delle regioni, ai sensi del comma 4 dell'articolo 117. Questo assetto delle competenze è stato confermato in più occasioni dalla Corte costituzionale che, comunque, ha riconosciuto allo Stato centrale interventi normativi a garanzia dell'attività promozionale unitaria. Nell'ambito della riforma del Titolo V, sarebbe opportuno attribuire maggiori competenze in materia allo Stato, in modo da garantire l'omogeneità dell'offerta turistica e ricettiva su tutto il territorio nazionale e tutelare così la competitività e la concorrenza tra gli operatori, delegando poi le regioni ad occuparsi della qualità dei servizi e delle strategie di sviluppo territoriale. Fino a quando non verranno riordinati e rideterminati con chiarezza i diversi ruoli delle istituzioni, attraverso un'accurata analisi ed un'accurata concertazione, i margini di manovra saranno sempre limitanti e limitati.
  Inoltre, la natura stessa del decreto in oggetto non circoscrive la propria portata, limitandola inevitabilmente, come fatto presente dal Ministro Franceschini il 18 giugno scorso nelle Commissioni riunite cultura e attività produttive, quando ha sottolineato come il provvedimento non intenda riordinare i settori cultura e turismo. Malgrado questa grave limitazione, lo stesso Ministro ha contestualmente dichiarato la disponibilità dell'Esecutivo ad accettare proposte migliorative del testo, anche se il gruppo di lavoro referente ha dichiarato inammissibili, escludendole dall'esame, numerose proposte realmente incisive. Tra quelle a mia firma, vorrei ricordare, oltre alla classificazione omogenea delle strutture ricettive richiesta da ormai troppo tempo, l'istituzione del marchio di garanzia
Italian tourism e il riconoscimento dei porti turistici e dei servizi ricettivi Marina Resort e Dry Marina, oltre a una serie di disposizioni migliorative tese ad estendere territorialmente, temporalmente e qualitativamente l'esperienza dei distretti turistici, rilanciando la sinergia territorio-imprese-amministrazioni.
  La maggioranza ha fatto una parziale marcia indietro, includendo in un emendamento delle relatrici le nostre proposte di garantire una classificazione omogenea delle strutture ricettive e di progettazione delle stesse seguendo i criteri degli
universal design e di estendere a tutto il territorio nazionale la formazione dei distretti turistici. Avremmo preferito che ciò avvenisse attraverso il voto dei nostri emendamenti, con il riconoscimento formale della bontà delle nostre proposte. Rivendichiamo con forza la paternità di queste disposizioni, non per un discorso sterile di bandierine legato a una visione miope della politica, quanto piuttosto per il riconoscimento rispettoso del lavoro dei parlamentari di opposizione. Si tratta, tra l'altro, di temi che abbiamo promosso e sostenuto da mesi, non solo con emendamenti ed interrogazioni, ma anche con numerosi atti di indirizzo politico, tra cui Pag. 48la mozione sul turismo a mia prima firma, approvata da quest'Aula il 15 aprile scorso. Abbiamo, comunque, votato favorevolmente alle riformulazioni proposte, considerando più importante il merito che il metodo.
  Il nuovo articolo 10 del testo, riprendendo l'impegno originario su riqualificazione e superamento delle barriere architettoniche delle strutture ricettive, estende, grazie al recepimento delle nostre proposte, la tipologia di interventi ammessi al credito d'imposta, riservando alle imprese alberghiere il beneficio fiscale, ed inserisce una sorta di clausola di sicurezza per la revoca del credito nel caso in cui il beneficiario ceda a terzi o destini i beni oggetto degli investimenti a finalità estranee all'esercizio d'impresa.
  Il riferimento ai principi della progettazione universale del revoluto non solo intende favorire l'eliminazione delle barriere architettoniche, ma sostiene questa metodologia progettuale finalizzata alla realizzazione di spazi ed edifici accessibili a tutte le persone.
  Durante l'esame nelle Commissioni abbiamo ottenuto l'approvazione di un emendamento che solleva una questione finora mai affrontata, relativa allo sgravio IVA per i turisti extracomunitari. La normativa vigente prevede un'area grigia, che consente ad alcune società di intermediazione finanziaria, detta di
tax free shopping, lauti margini di guadagno a scapito della rinuncia di gettito IVA in favore di turisti extracomunitari, che raramente ricevono il rimborso completo dell'imposta pagata.
  La prima versione della nostra proposta prevedeva l'istituzione di un fondo per la promozione del turismo, alimentato, secondo le nostre stime, da circa 100 milioni di euro l'anno, ma a seguito dei rilievi della Commissione bilancio si è dovuto optare per un emendamento che definisse la formazione di un gruppo di lavoro presso il Ministero dell'economia e delle finanze finalizzato a studiare come disciplinare i contratti di
tax free shopping, garantendo la corretta applicazione delle normative vigenti in materia di IVA ed individuando risorse da indirizzare alla promozione turistica. Non abbiamo raggiunto l'obiettivo, ma l'impegno dei competenti Ministeri ad affrontare la situazione creatasi ci pare, comunque, un passo avanti.
  Avremmo voluto essere ancora più incisivi su alcune parti del decreto, soprattutto sulle disposizioni contenute nell'articolo 11 in materia di mobilità, accoglienza e guide turistiche. Riguardo a queste ultime, ricordo che da tempo abbiamo chiesto all'Esecutivo un intervento per sanare l'unanimemente riconosciuta errata applicazione della direttiva servizi, in luogo della corretta direttiva sulle professioni, e per sospendere l'efficacia dell'articolo 3 della legge n. 97 del 2013 sulla liberalizzazione del settore, in attesa di un necessario riordino normativo.
  Tutti i nostri emendamenti in materia sono stati respinti, contraddicendo l'impegno assunto dall'Esecutivo il 17 aprile scorso, quando la Commissione attività produttive ha approvato una risoluzione unificata, quindi condivisa da tutte le forze politiche, che impegnava il Governo a risolvere definitivamente questa gravissima situazione. In quella occasione, il sottosegretario Barracciu, esprimendo parere favorevole, aveva anticipato l'intervento dell'Esecutivo con la presentazione di una proposta emendata alla legge europea 2013-
bis, circostanza mai avvenuta. Riteniamo incresciosa la situazione creatasi e per la quale sollecitiamo, una volta di più, il Governo ad adottare misure urgenti per il riordino necessario della normativa di riferimento e così tutelare la professionalità di chi è stato formato e favorire, indiscutibilmente, la fruizione del nostro patrimonio culturale ed artistico.
  Abbiamo sicuramente migliorato, invece, il comma 3 dell'articolo 11, che stabiliva, con una norma secondo noi poco precisa, un regime concessorio gratuito per gli immobili pubblici non utilizzati o non utilizzabili a scopi istituzionali. La disposizione originaria era incompleta perché non prevedeva la procedura di affido ad evidenza pubblica per i concessionari, imprese, cooperative e associazioni, Pag. 49da noi fortemente voluta insieme ad una durata maggiore delle concessioni, che passa dai sette ai nove anni, rinnovabili per altri nove, tenendo in considerazione le spese di investimento sostenute.
  La motivazione della durata maggiore della concessione è legata al fatto che il concessionario è stato tenuto a sopportare le spese di natura straordinaria: queste, per immobili come castelli e stazioni ferroviarie o marittime, fortificazioni e fari, possono facilmente tradursi in un impegno economico davvero oneroso e non facilmente ammortizzabile in tempi troppo ridotti. Il nostro emendamento originario, respinto dalla maggioranza, intende introdurre anche una fase sperimentale per cinquanta siti, in modo da capire quanto questa iniziativa potesse avere successo e, soprattutto, come gestire il regime concessorio gratuito, che coinvolge molteplici amministrazioni proprietarie degli immobili oggetto della norma, individuando
best practice utili per l'avvio dell'affidamento ordinario.
  Sempre in un'ottica di miglioramento del testo, abbiamo proposto alcune modifiche all'articolo 16 sul riordino dell'ENIT. Abbiamo ottenuto che tra le funzioni principali dell'ente, coordinate con il Mibact e la Conferenza Stato-regioni, rientri l'organizzazione dell'offerta turistica e la promocommercializzazione, con il potenziamento e lo sviluppo del portale
Italia.it: che la costosa e poco utile vetrina diventi il fulcro della promozione turistica italiana.
  Avremmo voluto maggiori garanzie per il personale e tempi dimezzati per il commissariamento dell'ente e per l'adozione dello statuto, oltre al controllo parlamentare esercitato tramite il Ministero vigilante, il Mibact.
  Abbiamo, comunque, apprezzato l'apertura mostrata dall'Esecutivo nell'accogliere nel merito molte delle nostre proposte tese a migliorare questo testo; testo che consideriamo esclusivamente un primo passo verso un potenziamento, ma, soprattutto, verso una considerazione diversa di un settore per troppo tempo trascurato, che deve, invece, diventare centrale negli interessi del Governo.
  Ci auguriamo, e concludo, che l'annunciato disegno di legge delega del Governo sul turismo affronti realmente molte delle criticità ancora irrisolte, ma, prioritariamente, sappia individuare le linee programmatiche necessarie ad una visione a breve, medio e lungo termine. Se l'atteggiamento costruttivo della maggioranza verrà riproposto anche in quell'occasione, noi ci saremo, nell'interesse esclusivo del Paese.


Minkia Signor Tenente ... Chapeau!

Infatti a seguito di questo intervento l'emendamento della classificazione alberghiera è stato reinserito su iniziativa della relatrice del PD, Emma Petitti.


E così sia!









10 commenti:

  1. @Luciiano

    e noi ultimamente abbiamo tremendamente bisogno di ragazzi in gamba, come l'aria che respriamo. Vediamo di non farcelo "scappare" questo qui...

    (Nente faccina, questa è cosa seria!)

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  2. Però quel Prodani.

    Adesso gli altri tasselli e poi è fatta.

    E non credo che la classificazione l'abbiano già pronta, eh

    Pertanto ........

    ;-)

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  3. @Objuankenobi

    Dici bene, lo seguivo già da tempo e devo dire che si da veramente da fare.

    Naturalemente spero che ci rimanga.

    :)

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  4. @Vincenzo

    Pertanto ...

    :)


    Dici che mi chiameranno stavolta?
    Mah!

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  5. ma siamo sicuri che "questo" esista davvero? :-)

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  6. @Beto49

    Mah, sembrerebbe proprio di si

    :)

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  7. @Luciano

    Odo gente far festa

    sei mica tu?

    :-DDD

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  8. Se questo blog parla bene di qualcuno gatta ci cova

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