domenica 5 ottobre 2014

TDLAB: prossimo appuntamento

Entro fine anno il commissario straordinario di ENIT, Cristiano Radaelli, dovrebbe presentare il piano di trasformazione dell’Agenzia ENIT in ente di diritto pubblico, con l’approvazione di un nuovo statuto, e a fagiolo capita che dai primissimi giorni di ottobre 2014 il portale italia.it sarà gestito dall'Agenzia Italiana per il Turismo (ENIT).

Ma se vogliamo proprio raccontarla tutta, diciamo che una certa domanda “se davvero avesse pensato di unire le due cose già dall'inizio e se poi le manterrà ... ” effettuata in quel di Genova il 21 settembre 2004 all'allora ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, che ne dichiarava la nascita, beh; ecco che finalmente trova una risposta ... ma con ben dieci anni di ritardo.

Senza menzionare tutta quella pletora di gente che man mano s'è avvicendata al comando delle istituzioni preposte al caso, e che mai prima d'ora, ha minimamente capito che le due cose dovevano obbligatoriamente stare insieme proprio come il cacio sui maccheroni.

E adesso?
La situazione del portale italia.it non è granché felice e contenta (ved. qui) e quindi servirebbe un vero colpo di coda atto al miglioramento … anche perché di peggio non credo si possa più.

Mentre quello che è uscito dal TDLAB in merito a italia.it e l'Enit, e che avrebbe dovuto dare quell'innovazione necessaria al loro rilancio, è stata estrapolata addirittura da chi c'è già stato per anni con dei risultati di cui preferiremmo non ricordare nemmeno.

Prossimo appuntamento?
… le 30 ore (ved. immagine sotto) e leggeremo … intervenendo?
Boh, non lo so!









7 commenti:

  1. Il passaggio del portale ad ENIT era in realtà previsto già dai tempi di Lucio Stanca.
    Nel maggio del 2005, con l’ art. 12 della legge n. 80 del 14/05/2005 venne approvata la riforma di ENIT, che diventò Agenzia Nazionale del Turismo.
    Con il medesimo provvedimento la neonata Agenzia avrebbe dovuto gestire a regime il portale e contribuire al proprio sostentamento anche con iniziative di promozione e commercializzazione collegate alla nascente PDI (Piattaforma Digitale Interattiva), cioè il mega-portalone.
    Il 30/03/2006 venne sottoscritto un protocollo d’ intesa tra l'allora DIT (Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie, retto da Lucio Stanca) ed ENIT, che prevedeva il passaggio di gestione del portale ad ENIT stessa al più entro due anni.
    Cioè dopo la presunta messa in esercizio effettiva del portale, la cui gestione, in quel momento, aveva "bucato" tutte le scadenze previste dal contratto (comprese le olimpiadi invernali di Torino).
    Il giorno dopo, il 31/03/2006, Lucio Stanca convocò la stampa per annunciare che
    “abbiamo finalmente colmato una evidente lacuna con gli altri Paesi concorrenti sulla scena turistica internazionale”... senza che il portale andasse poi online.
    Di lì a poco arrivò il governo Prodi che mise Umberto Paolucci (Microsoft) a fare il presidente del CdA di ENIT, anche nella convinzione che questo avrebbe aiutato il progetto italia.it oltre che la neonata Agenzia.
    Invece niente.
    Nel febbraio 2007 Rutelli volle mettere per forza online il portale, contro il parere di tutti, scatenando il finimondo, anche grazie al suo indimenticabile video "Please visit the website, but please visit Italy...".
    Nell'aprile del 2008, dopo la messa offline del portale (il 21 gennaio) e la caduta del governo (il 24 gennaio), l'allora ministro Nicolais dichiarò che “Da ora lo stato non vuole più saperne del portale“ promettendo l'imminente firma di un decreto per il trasferimento della competenza ad ENIT.
    Enrico Paolini, allora vice-presidente di ENIT, dichiarò:
    “il presidente Paolucci, nonostante alcune discrasie tecniche ancora presenti, ha garantito che la firma ci sarà” – “Siamo a ridosso delle elezioni e non firmando si rischierebbe di bloccare tutto e perdere i soldi.”
    Ovviamente il decreto non arrivo mai e si andò invece dritti dritti a nuove elezioni.
    Cominciò l'era Brambilla.
    La rossa considerava l'ENIT "un carrozzone", ci piazzò Matteo Marzotto a fare il presidente del CdA e poi il commissario, ma per il portale preferì mettere tutto in mano di Promuovitalia, ACI Informatica e dei suoi personali fidatissimi consulenti (Edo Colombo, Luca Moschini ed altri).
    Con i risultati ormai ben noti (blocco di tutto per oltre 16 mesi).
    Poi arrivarono il governo Monti e Gnudi, anche lui convinto di mettere tutto nelle mani di ENIT, ma anche in questo caso, chissà perché, niente firma del decreto prima della caduta del governo.
    Il governo Letta e Bray optarono per l'incorporazione del turismo in MIBACT bloccando tutto per altri 8-10 mesi in procedure burocratiche e sostituendo il project manager del portale italia.it, che più di un cambio "cosmetico", nell'occasione, non è stato in grado di vedere.
    E arriviamo infine a Renzi e Franceschini, che solo a fine luglio 2014 si vedono convertito in legge il decreto che commissaria ENIT, gli trasferisce la gestione del portale italia.it e liquida definitivamente Promuovitalia.
    Ma ci vorranno poi altri due mesi per il passaggio effettivo, annunciato appunto solo pochi giorni fa.
    Nel frattempo la redazione viene "licenziata" da Promuovitalia, in rosso totale, e a tutt'oggi non si sa chi si occupi operativamente del portale: ma qualcuno che posta sui social network pare ancora ci sia.
    Nel frattempo, in tutto questo bel cincischiarsi, sono passati appena dieci anni.
    Una vicenda sin troppo efficace nel mostrare l'inconcludenza palese ed assoluta della ns. classe politica, oltre che della dirigenza nella PA.

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  2. Esatto!

    Ora non so se quella domanda fatta all'allora ministro Stanca a Genova ebbe un riflesso, so solo che mi guardò come se avessi chiesto chissà che cosa di strano.
    Infatti c'era in giro un certo vociare sull'impossibilità dello svolgimento (promo-commercializzazione) per le cause note e che poi si dimostrarono più che veritiere.
    Ovviamente non ci fu nessuna risposta ma vidi che subito di seguito si mise a parlare nell'orecchio ad una persona che non ho mai potuto decifrare.

    ... magari allo sconosciuto gli avrà chiesto che cosa avrebbero mangiato a colazione.

    :)

    Comunque sia 10 anni sono davvero troppi per non prendere ancora una decisione sul come sarà italia.it.

    ... per ora si blatera ...

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  3. Dopo che italia.it diventerà di diritto pubblico chi ci metteranno secondo voi?

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  4. @Vincenzo

    La tua stessa domanda m'è arrivata nei giorni scorsi e per più volte.

    E secondo i bene informati di cui però non dispongono delle pezze autorevoli d'appoggio, in italia.it dovrebbero andarci a finire alcuni componenti del TDLAB

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  5. @Luciano

    Se interverrai nella 30 ore in diretta web , all'inizio ti risponderanno in monosillabi.
    Poi non essendo all'altezza di risponderti, cercheranno di evitarti.

    :-D

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  6. Ci sarà un nuovo documento dopo la 30 ore sul web?

    O quel documento rimarrà come era?

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  7. @Francesco


    Vedremo ma le tue supposizioni ci stanno tutte.

    Figurati se lo cambiano più.

    Ti ricordo che stanno lavorando a gratis (poi vedremo se era vero) e "a gratis" la gente non vede l'ora di finire e di fare il meno possibile.

    :)

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