martedì 17 novembre 2015

Turismo: non esistono cattivi collaboratori ma pessimi capi (l'incredibile storia di una mail che non funziona e 8 milioni di euro che... )

Per sedici mesi, un sacco di aziende italiane, hanno fatto fatica, usato e riusato il miglior ingegno, hanno speso dei gran soldi, responsabilità, si sono fatti del nervoso etc. ed ecco che tutto questo è andato a ramengo perché la mail del ministero non funzionava (dicono).

Il livello di ridicolo di cui riescono a coprirsi al MIBACT, delle volte, supera davvero ogni immaginazione.

Questi (MIBACT) hanno pubblicato il primo bando il 7 febbraio 2014 con scadenza 9 maggio 2014.
Dopodiché fra relazioni, note, lettere, risposte, indagini richieste ad HP sulla PEC e compagnia cantante varia ci hanno messo 16 mesi diconsi 16 mesi per decidere infine di annullare tutto il bando e ricominciare da capo (ved. QUI).
Io credo che abbiano davvero battuto ogni record possibile ed immaginabile di inefficienza burocratica.

Ora esaminiamo la cosa e mettiamo però da parte i primi 5 mesi di questa storia incredibile, anche perché i responsabili nel frattempo sono cambiati...

… adesso (Leggere bene QUI a pag 2, in fondo)."Vista la nota del 14 novembre 2014 prot. 4263 con cui il Direttore Generale del Turismo comunicava al RUP che le attività afferenti al bando del febbraio 2014 per contributi alle reti di impresa, erano assegnate per competenza al servizio III diretto dal neo incaricato dott. Francesco Tapinassi  (dal 12 novembre 2014) e che il RUP a partire da quel momento avrebbe dovuto agire d'intesa con il dirigente per l'espletamento dell'iter."

Il decreto di annullamento è datato 15/10/2015... quindi Tapinassi ci ha messo, di suo, almeno 11 dei 16 mesi.
Cosa ha fatto, in concreto, in quegli 11 mesi lo si legge nel seguito del decreto di annullamento: ha chiesto pareri tecnici e legali a dx e manca (spendendo soldi, ovviamente) pur di non prendersi in toto la responsabilità finale di annullare il bando?
Che infine ha dovuto annullare per ovvi motivi, ma c'è da tenere di conto che in questo bel casino il RUP (Responsabile Unico del Procedimento) non era Tapinassi, ma una certa Dott.ssa Maria Luisa Amante, la quale nel settembre 2014 si era vista scaricare "la patata bollente" dopo che i “furboni” al MIBACT avevano emesso un bando in cui faceva fede la data di spedizione e non di ricezione delle e-mail via PEC, senza poi accertarsi che la casella di posta PEC del MIBACT fosse effettivamente in grado di raccogliere correttamente i messaggi inviati.

Forse pensavano che una casella di posta elettronica avesse uno spazio di memorizzazione infinito (?)... non lo sapremo mai.
C'è un'ATI (di 100 aziende) che ha addirittura inviato 38 diversi messaggi, vedete un po' voi...

E' la RUP che ovviamente ha chiesto di potersi avvalere di perizie tecniche e legali e Tapinassi, in concreto, ha fatto da semplice passa-carte (in accordo, ovviamente) verso il DG della divisione Turismo del MIBACT.
Che poi è l'effettivo firmatario del decreto di annullamento.
Il RUP del "nuovo bando", visti i brillanti precedenti dei colleghi, è ovviamente Tapinassi.

Allora la colpa di chi è?
Non esistono cattivi collaboratori ma pessimi capi che si circondano sempre, rarissimi casi a parte, degli eccetera eccetera. 




6 commenti:

  1. Quello che francamente mi domando è se era davvero necessario consultare un "esperto delle problematiche di digitalizzazione della PA", peraltro molto noto in rete in quanto tra i fautori del FOIA (Freedom Of Information Act) italiano già dal 2012 e pure vicepresidente dell’associazione dei Digital Champions, per farsi dire che il reinvio di una e-mail certificata con allegati non avrebbe potuto garantire che gli allegati fossero esattamente i medesimi del primo invio respinto dal server di posta causa casella PEC piena.
    Sarebbe equivalente a chiedersi se il reinvio di una raccomandata cartacea non ricevuta è di per sè in grado di garantire che il contenuto della raccomandata reinviata sia perfettamente identico a quello della raccomandata non ricevuta in precedenza.
    Una vicenda kafkiana, ma a dir poco... :-D

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  2. Il buon Enrico Bellisario avrà ringraziato? E chissà se anche lui si sarà chiesta la stessa cosa?
    ;-)

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    1. Secondo me ha ringraziato sì, visto che la risposta alla domanda fondamentale si poteva ottenere in meno di 5 minuti con una banale ricerca su Google (testo ricerca: come funziona la PEC).
      Click sul settimo risultato e si legge:

      Che cosa NON certifica la PEC?

      NON CERTIFICA il CONTENUTO della “busta elettronica” che viene trasmessa da mittente a destinatario. Lo stesso accade, peraltro, per una Raccomandata postale, poiché non certifica quale sia effettivamente il contenuto della busta spedita, che potrebbe anche contenere un foglio in bianco.

      NON CERTIFICA che il destinatario abbia effettivamente LETTO il messaggio (pur dando per scontato il mittente l'avvenuta consegna - utilizzabile in caso di contestazione).


      Ma che vuoi... il MIBACT non disponeva delle professionalità adeguate per fare una ricerca su Google e serviva quindi, necessariamente, il parere di un esperto e campione digitale in materia di digitalizzazione della PA. :-D

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  3. Solo la mail non funziona al mibact??

    :-DD

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  4. Per la precisione... il decreto di annullamento parrebbe essere datato 29/09/2015 (vedi nota a mano a pag. 1 in alto a dx).
    E' invece del 15/10/2015 la lettera di Tapinassi che invia copia del decreto al vice-presidente (e al presidente) della regione Abruzzo via e-mail (ma la lettera si direbbe essere stata scritta su carta e protocollata a mano).
    Forse a fronte di una richiesta successiva alle rimostranze di una qualche ATI abruzzese che aveva partecipato al bando e che si è vista notificare l'annullamento del tutto ed il contenuto del decreto (come previsto dal decreto medesimo).
    La sostanza non cambia: sono 10,5 mesi invece di 11.
    Dalla regione Abruzzo (vista la presenza della nota) il documento deve essere arrivato al giornalista A.Crepaldi.

    Mi erano sfuggite però due ulteriori perle del bando originale:
    - ciascun progetto avrebbe dovuto presentare un resoconto spese non inferiore a 400mila euro per avere un contributo a fondo perduto di max. 200mila euro.
    Ciascun progetto quindi sarebbe stato finanziabile al più per il 50%.
    Il resto, ovviamente, dovevano mettercelo le imprese.
    - tra i criteri di valutazione dei progetti del bando originale (vedi pag. 12) spiccano i punti d) ed e) :
    ...
    d) Affidamento all’ENIT delle attività di promo-commercializzazione sui mercati internazionali (da 5 a 10 punti in proporzione alle azioni affidate);
    e) Utilizzo di tecnologie innovative di promo-commercializzazione on line compatibili con il Portale Italia.it (da 1 a 10 punti).

    Ora, visto che il portale Italia.it, da sempre, non presenta alcun tipo di tecnologia e/o di funzionalità di promo-commercializzazione la domanda nasce praticamente spontanea:
    ma quali potrebbero essere, secondo l'estensore del bando, le tecnologie innovative di promo-commercializzazione on line compatibili con il portale Italia.it ???

    Grandi, ma veramente grandi al MIBACT. :-D :-D :-D

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  5. Ovviamente nel "nuovo bando", che, a parte qualche minima variazione, è la copia conforme del precedente, i criteri di valutazione sono rimasti immutati. :-D

    Hanno invece capito che, forse, non è proprio il caso di usare e intasarsi la PEC con allegati di una certa dimensione.
    Quindi metteranno a disposizione uno "specifico portale dei procedimenti. Il link al portale sarà pubblicato sul sito www.beniculturali.it/turismo.".
    Se poi non gli funzionerà nemmeno quello... forse torneremo alla carta e/o ai piccioni viaggiatori e/o a quando si proponeva di "adottare un funzionario" (ascoltare bene sino al min. 37:00) per risolvere i problemi del digitale nella PA. ;-)

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