Ogni tanto, non troppo soventemente, mi trovo a pensare se continuare o no questo blog e darmi per vinto.
Poi, pochissimi secondi dopo, abbandono l’infausta visione e rincomincio, anche perché ci sono gli amici più cari che non lo vogliono neanche sentir dire.
Non mancano poi i giudizi negativi dei criticati costruttivamente, che saltuariamente mi sono riportati da certi miei conoscenti, e che quindi mi danno la forza di continuare ad oltranza.
Eh sì, sono anche degli sciocchi, perché non hanno ancora capito che se fanno delle confessioni a un loro attuale amico, se poi questo non lo sarà più per chissà quali motivi, ecco che di colpo i “traditi” si confessano qua in un batter d’occhio.
Molte cose sono false ma alcune hanno le pezze d’appoggio dovute alla logicità del fatto.
E quello che mi riportano, fa un po’ così
… Il blog “Tutto sbagliato tutto da rifare”?
… chi lo amministra è un pazzo che ha del tempo da perdere
… un frustrato del turismo
… un fallito
… un finto protagonista
… un rompicoglioni che non ha di meglio da fare che pensare ai “razzi” altrui
… è capace solamente di criticare
… un farneticante
… e tanto altro bla bla bla di non granché gratificante per la mia persona, ma mai dettomi in faccia o direttamente per iscritto.
Chi c’ha provato senza giusta causa e colla sola pretesa di sputtanare a vanvera (due in quasi cinque anni), s’è poi ampiamente scusato sul blog con nome e cognome, continuando però a farlo di soppiatto o di nascosto.
Confermandomi pertanto, d'essere i peggiori di tutti.
Quindi la differenza tra “loro” e l’amministratore di questo blog sta tutta qua, e vale a dire che è probabile che tutte quelle cosette rivolte alla mia persona, siano invero un rifacimento di loro stessi. Infatti, qui le cose si dicono in faccia e sempre con le pezze d’appoggio, dimostrando ampiamente il loro fallimento nel turismo.
I risultati poi danno ragione al blog a quanto pare.
A parte questo, e l’evidente fatto che il blog non dovrebbe contare niente, guardate un po’ cos’è successo in Cina, sì, proprio laddove non sarebbe neanche granché permesso.
I blog hanno poca influenza in Cina?
Non si direbbe.
Die Zeit racconta come le dichiarazioni di un blogger abbiano fatto partire un’indagine su Lie Tienan, vice direttore della Commissione nazionale per le Riforme e lo Sviluppo.
INDAGINE ALL’ALTO FUNZIONARIO CINESE - Die Zeit spiega come Liu Tienan, vice direttore della Commissione nazionale per le Riforme e lo Sviluppo, sia finito al centro di un’indagine per “gravi violazioni disciplinari”.Luo Changping, vice redattore della rivista economica Caijing, a partire dallo scorso dicembre ha iniziato a parlare di abuso e di corruzione chiamando in causa l’operato di Tienan.
Il ministero di cui è stato vice direttore Tienan fino allo scorso martedì, è uno dei più importanti della Repubblica popolare cinese perché decide i principali progetti industriali e le infrastrutture del paese. Changping non ha lanciato le accuse su Caijing bensì sul suo blog privato, anche se la rivista è una delle poche a non essere proprietà dello Stato e quindi a subire la censura.
LA DENUNCIA DAL BLOG - Luo Changping, lo scorso dicembre, ha scritto sul suo profilo di Weibo che Tienan avrebbe stretto “accordi finanziari ambigui”, “di aver minacciato l’ex compagna” e “di aver falsificato la sua documentazione accademica”.
Naturalmente, questi presupposti andavano a violare la battaglia annunciata dal presidente Xi Jinping desideroso di “combattere la corruzione affinché non intaccasse le fondamenta del partito”.
Changping ha accusato Tienan di aver “abusato della sua posizione per favorire la sua famiglia e arricchirsi”. Dopo lo scandalo dell’ex capo del Partito di Chongqing Bo Xilai, che ha portato alla condanna all’ergastolo per “corruzione, abuso di potere, reati sessuali” sommata all’implicazione nell’omicidio di Neil Heywood insieme alla moglie, il Partito Comunista Cinese ha dichiarato guerra ai giochi di potere e alla corruzione. L’indagine su Liu Tienan è il primo forte segnale del cambiamento?
GIORNALISTI E CORRUZIONE – ”La sensazione è che in Cina i giornalisti sappiano di più di quanto scrivono” scrive Die Zeit e le dichiarazioni di Luo Changping sono state fondamentali perché, secondo quanto rivelato dal blogger, Tienan avrebbe truccato anche il suo curriculum riportando alla dicitura Master un titolo mai conseguito alla Nagoya City University in Giappone.
La carriera di Tienan è compromessa, l’uomo di 58 anni prima di diventare vice direttore dell’NDRC – carica che ricopre dal 2008 – si è occupato anche di politica energetica. The New York Times ha raggiunto telefonicamente il blogger che ha fatto partire le accuse e ha spiegato: “So che c’è un collegamento diretto con le mie dichiarazioni ma non posso dire di più.
Ho avuto timore che non accadesse nulla ma adesso posso dire di aver tirato un sospiro di sollievo – e poi ha concluso – Mi auguro di vedere davvero dei cambiamenti a livello istituzionale affinché si possa davvero parlare di lotta alla corruzione ma non concentrandosi solo sui singoli casi”.
… qui?
Ancora no!
Di Alessandra Cristofari su Giornalettismo e un pò mio
Poi, pochissimi secondi dopo, abbandono l’infausta visione e rincomincio, anche perché ci sono gli amici più cari che non lo vogliono neanche sentir dire.
Non mancano poi i giudizi negativi dei criticati costruttivamente, che saltuariamente mi sono riportati da certi miei conoscenti, e che quindi mi danno la forza di continuare ad oltranza.
Eh sì, sono anche degli sciocchi, perché non hanno ancora capito che se fanno delle confessioni a un loro attuale amico, se poi questo non lo sarà più per chissà quali motivi, ecco che di colpo i “traditi” si confessano qua in un batter d’occhio.
Molte cose sono false ma alcune hanno le pezze d’appoggio dovute alla logicità del fatto.
E quello che mi riportano, fa un po’ così
… Il blog “Tutto sbagliato tutto da rifare”?
… chi lo amministra è un pazzo che ha del tempo da perdere
… un frustrato del turismo
… un fallito
… un finto protagonista
… un rompicoglioni che non ha di meglio da fare che pensare ai “razzi” altrui
… è capace solamente di criticare
… un farneticante
… e tanto altro bla bla bla di non granché gratificante per la mia persona, ma mai dettomi in faccia o direttamente per iscritto.
Chi c’ha provato senza giusta causa e colla sola pretesa di sputtanare a vanvera (due in quasi cinque anni), s’è poi ampiamente scusato sul blog con nome e cognome, continuando però a farlo di soppiatto o di nascosto.
Confermandomi pertanto, d'essere i peggiori di tutti.
Quindi la differenza tra “loro” e l’amministratore di questo blog sta tutta qua, e vale a dire che è probabile che tutte quelle cosette rivolte alla mia persona, siano invero un rifacimento di loro stessi. Infatti, qui le cose si dicono in faccia e sempre con le pezze d’appoggio, dimostrando ampiamente il loro fallimento nel turismo.
I risultati poi danno ragione al blog a quanto pare.
A parte questo, e l’evidente fatto che il blog non dovrebbe contare niente, guardate un po’ cos’è successo in Cina, sì, proprio laddove non sarebbe neanche granché permesso.
I blog hanno poca influenza in Cina?
Non si direbbe.
Die Zeit racconta come le dichiarazioni di un blogger abbiano fatto partire un’indagine su Lie Tienan, vice direttore della Commissione nazionale per le Riforme e lo Sviluppo.
INDAGINE ALL’ALTO FUNZIONARIO CINESE - Die Zeit spiega come Liu Tienan, vice direttore della Commissione nazionale per le Riforme e lo Sviluppo, sia finito al centro di un’indagine per “gravi violazioni disciplinari”.Luo Changping, vice redattore della rivista economica Caijing, a partire dallo scorso dicembre ha iniziato a parlare di abuso e di corruzione chiamando in causa l’operato di Tienan.
Il ministero di cui è stato vice direttore Tienan fino allo scorso martedì, è uno dei più importanti della Repubblica popolare cinese perché decide i principali progetti industriali e le infrastrutture del paese. Changping non ha lanciato le accuse su Caijing bensì sul suo blog privato, anche se la rivista è una delle poche a non essere proprietà dello Stato e quindi a subire la censura.
LA DENUNCIA DAL BLOG - Luo Changping, lo scorso dicembre, ha scritto sul suo profilo di Weibo che Tienan avrebbe stretto “accordi finanziari ambigui”, “di aver minacciato l’ex compagna” e “di aver falsificato la sua documentazione accademica”.
Naturalmente, questi presupposti andavano a violare la battaglia annunciata dal presidente Xi Jinping desideroso di “combattere la corruzione affinché non intaccasse le fondamenta del partito”.
Changping ha accusato Tienan di aver “abusato della sua posizione per favorire la sua famiglia e arricchirsi”. Dopo lo scandalo dell’ex capo del Partito di Chongqing Bo Xilai, che ha portato alla condanna all’ergastolo per “corruzione, abuso di potere, reati sessuali” sommata all’implicazione nell’omicidio di Neil Heywood insieme alla moglie, il Partito Comunista Cinese ha dichiarato guerra ai giochi di potere e alla corruzione. L’indagine su Liu Tienan è il primo forte segnale del cambiamento?
GIORNALISTI E CORRUZIONE – ”La sensazione è che in Cina i giornalisti sappiano di più di quanto scrivono” scrive Die Zeit e le dichiarazioni di Luo Changping sono state fondamentali perché, secondo quanto rivelato dal blogger, Tienan avrebbe truccato anche il suo curriculum riportando alla dicitura Master un titolo mai conseguito alla Nagoya City University in Giappone.
La carriera di Tienan è compromessa, l’uomo di 58 anni prima di diventare vice direttore dell’NDRC – carica che ricopre dal 2008 – si è occupato anche di politica energetica. The New York Times ha raggiunto telefonicamente il blogger che ha fatto partire le accuse e ha spiegato: “So che c’è un collegamento diretto con le mie dichiarazioni ma non posso dire di più.
Ho avuto timore che non accadesse nulla ma adesso posso dire di aver tirato un sospiro di sollievo – e poi ha concluso – Mi auguro di vedere davvero dei cambiamenti a livello istituzionale affinché si possa davvero parlare di lotta alla corruzione ma non concentrandosi solo sui singoli casi”.
… qui?
Ancora no!
Di Alessandra Cristofari su Giornalettismo e un pò mio
@Luciano
RispondiEliminaVorrei dire qualcosa, ma non mi viene niente; vorrei fare qualcosa, ma non saprei da dove cominciare. Meglio se mi sto zitto ... ma tu no!
:-)
@Jennaro
RispondiEliminaE va beh!
:)