Fu lo stesso Giancarlo Mori, l'allora presidente della Regione Liguria (1999), che durante un'intervista al Secolo XIX, disse così: "È vero, volevo in maniera molto forte che quell’accordo si realizzasse, perché mi ero reso conto che era un modo per razionalizzare e diminuire le spese. Dirò di più: pensavo a Datasiel come centro meccanografico non solo in grado di servire la Regione, ma anche per Provincia e Comune. Ammetto che è stato un fallimento, perché non ci sono riuscito."
Come a dire ... chi ben inizia è a metà dell'opera, neh?
Passano gli anni e a Datasiel ogni tanto capita qualcosa (sequenza impressionante?) di indagini da parte della CdC o giù di lì.
Nell’ottobre 2000 una deliberazione della Regione “cede” alle Asl la convenzione con l’azienda informatica.
Nel novembre la Asl 3 “accetta” la cessione del contratto, che a questo punto la impegna direttamente.
Nel 2002 nasce la nuova Datasiel, completamente pubblica.
Ma l’attenzione degli inquirenti si sofferma a questo punto su una prima delibera a loro parere “anomala”.
È del 31 dicembre 2004: per la gestione del Cup, il centro unificato di prenotazione, stanzia circa 4 milioni di euro per lo stesso anno e 5 milioni 880 mila per il successivo.
Su questa delibera grava il sospetto (non so se sia ancora al vaglio e da accertare, ma d'altronde seguo solo il turismo e già mi basta) di una alterazione della data.
Viene infatti pubblicata all’albo solo il 7 marzo 2005.
Ufficialmente risulta però varata non solo l’ultimo giorno dell’anno precedente, ma anche registrata come ultimo atto di quella giornata.
Insomma: l’unica posizione dove sarebbe possibile inserire, a protocollo, una delibera retrodatata.
Il seguito?
Boh?
Poi, tra altre vicissitudini, il 4 luglio 2006 si arriva al Decreto Bersani che praticamente vieta a Datasiel le attività contrattuali con qualunque ente privato o pubblico diverso da quello nei cui confronti ci sia un “rapporto di strumentalità”: in pratica, può lavorare solo con la Regione Liguria, e comunque un maggiore dettaglio lo si può trovare qui.
Mo faccio un salto sennò non la si finisce più e arrivo all'ultima (se non sbaglio ce ne furono dell'altre) della Corte dei Conti (ved. qui), mentre giorni dopo ...
... Datasiel, né carne né pesce. La due diligens, una sorta di procedura investigativa, affidata alla Deloitte Consulting Spa dalla Regione Liguria per vedere chiaro nei meccanismi della società informatica regionale racconta di un “carrozzone” da riformare, di procedure farragginose in cui la confusione regna sovrana. Tanto che è la stessa Deloitte - per l’analisi strategica è stata pagata 39 mila euro - a consigliare alla Regione di «ridefinire la missione di Datasiel, condividerla fra i vari attori e porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di ristabilire i vari compiti e permettere uno sviluppo equilibrato di Datasiel e dell’ information technology (It) regionale». Il che, fuori dai tecnicismi dell’analisi gestionale, sembra spianare la strada alla trasformazione di Datasiel da società ad agenzia.
Burlando, che oltretutto non ne può niente (opzione personale), la spiegava così: «Andiamo sempre più verso una fase in cui si deve risparmiare. Ragioniamo su varie ipotesi, ma nel frattempo abbiamo bisogno di “quotare” di più l’attività che fa Datasiel».
Per la Regione Liguria la società diretta da Enrico Castanini è più o meno una giungla di numeri distribuiti tra tariffario, forniture a corpo, a consumo, a catalogo e a rimborso.
Ma è anche la società che costa alcune decine di milioni di euro interamente pubblici, provenienti dalla Regione e dagli altri 23 enti (tra Asl, parchi regionali, consorzi e agenzie) che fanno parte del Siir, il Sistema informatico regionale “inventato” di sana pianta come cliente di Datasiel.
I dati sono del 2010 perché nel 2011 gli “affidamenti” sono stati circa il 7% in meno.
Per finire Datasiel è anche il datore di lavoro di 399 dipendenti che costano all’anno ... 22, 6 milioni di euro?
Accipicchia!
Poi ...
... l’inchiesta della Deloitte non ha fatto sconti.
Non a Datasiel, che risulta essere perdente se paragonata con altre società informatiche regionali come il Csi Piemonte, Lombardia informatica e Informatica Trentina, ma anche alla Regione Liguria.
I giudizi: «Datasiel non riesce a proporre sistemi integrati e coordinati a causa della resistenza al cambiamento delle Asl e allo scarso empowerment (accrescimento del potere, ndr) trasmesso dalla Regione».
A dire il vero il braccio di ferro con i servizi informatici delle aziende sanitarie va a avanti da tempo (Carlo Pedemonte?), ma l’ultimo capitolo è stato scritto alla fine dell’anno: la Regione ha chiesto a Datasiel un programma per il controllo dei piani terapeutici, ma nelle ultime settimane si è scoperto che quasi tutte le aziende hanno preferito fare da sole.
Ma Datasiel, secondo il documento, non funziona (come le altre società) come agenzia per l’innovazione e quando svolge il compito di centrale d’acquisto di beni e servizi informatici «l’attività risulta più onerosa».
Ma per una società informatica la macchia più grande è di non avere processi informatici «di supporto per la gestione e la rendicontazione delle commesse». Insomma un programmino semplice semplice che quasi tutte le aziende sul mercato hanno.
A questo momento (2012), sono ormai passati ben 13 anni dal giorno della sua creazione e la gente (quella normale che dovrebbe seguire le proprie "palanche") si chiede il perché circa 400 persone (dell'informatica) e anche se con pochi (dicono) ma ben remunerati dirigenti (ved. qui), non siano ancora stati in grado di produrre quel programmino semplice semplice pur costando più di altre Regioni.
Mentre il paragone con la Sicilia non vale, neh ... anche perché ... vabbeh, s'è capito.
Tutto questo per dare una piccolissima infarinatura su Datasiel anche perché più avanti vedremo lo specifico della medesima nel turismo ... ora, pardon, ma ho dell'altro da fare per il mio sostentamento, considerato che se non produco (privatamente) nessuno mangia.
P. S.: Mi si può spiegare che mezza fionda di logica c'è tra il dire che (lo dice la Fiom) "urge un'azione di riorganizzazione dell'azienda informatica (Datasiel) della Regione" dopo l'uscita dell'attuale assessore comunale, Francesco Oddone, che per l'occasione lasciò l'incarico dopo molte contestazioni e ... "«E’ ora importante individuare al più presto una figura in grado di completare il lavoro avviato, entro breve tempo. Una figura che somigli a quella di Oddone, una persona competente, slegata dalle logiche politiche, che risponda solo alla Regione, che voglia cambiare l’azienda davvero per migliorarla.
Anche perché "riorganizzazione" non vuole assolutamente dire di "completare il lavoro avviato" ma tutt'altro, neh ... a presto ma col turismo.
P. P. S.: ... e non è che Datasiel sui social abbia avuto molte preferenze (ved. immagine sopra)!
Come a dire ... chi ben inizia è a metà dell'opera, neh?
Passano gli anni e a Datasiel ogni tanto capita qualcosa (sequenza impressionante?) di indagini da parte della CdC o giù di lì.
Nell’ottobre 2000 una deliberazione della Regione “cede” alle Asl la convenzione con l’azienda informatica.
Nel novembre la Asl 3 “accetta” la cessione del contratto, che a questo punto la impegna direttamente.
Nel 2002 nasce la nuova Datasiel, completamente pubblica.
Ma l’attenzione degli inquirenti si sofferma a questo punto su una prima delibera a loro parere “anomala”.
È del 31 dicembre 2004: per la gestione del Cup, il centro unificato di prenotazione, stanzia circa 4 milioni di euro per lo stesso anno e 5 milioni 880 mila per il successivo.
Su questa delibera grava il sospetto (non so se sia ancora al vaglio e da accertare, ma d'altronde seguo solo il turismo e già mi basta) di una alterazione della data.
Viene infatti pubblicata all’albo solo il 7 marzo 2005.
Ufficialmente risulta però varata non solo l’ultimo giorno dell’anno precedente, ma anche registrata come ultimo atto di quella giornata.
Insomma: l’unica posizione dove sarebbe possibile inserire, a protocollo, una delibera retrodatata.
Il seguito?
Boh?
Poi, tra altre vicissitudini, il 4 luglio 2006 si arriva al Decreto Bersani che praticamente vieta a Datasiel le attività contrattuali con qualunque ente privato o pubblico diverso da quello nei cui confronti ci sia un “rapporto di strumentalità”: in pratica, può lavorare solo con la Regione Liguria, e comunque un maggiore dettaglio lo si può trovare qui.
Mo faccio un salto sennò non la si finisce più e arrivo all'ultima (se non sbaglio ce ne furono dell'altre) della Corte dei Conti (ved. qui), mentre giorni dopo ...
... Datasiel, né carne né pesce. La due diligens, una sorta di procedura investigativa, affidata alla Deloitte Consulting Spa dalla Regione Liguria per vedere chiaro nei meccanismi della società informatica regionale racconta di un “carrozzone” da riformare, di procedure farragginose in cui la confusione regna sovrana. Tanto che è la stessa Deloitte - per l’analisi strategica è stata pagata 39 mila euro - a consigliare alla Regione di «ridefinire la missione di Datasiel, condividerla fra i vari attori e porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di ristabilire i vari compiti e permettere uno sviluppo equilibrato di Datasiel e dell’ information technology (It) regionale». Il che, fuori dai tecnicismi dell’analisi gestionale, sembra spianare la strada alla trasformazione di Datasiel da società ad agenzia.
Burlando, che oltretutto non ne può niente (opzione personale), la spiegava così: «Andiamo sempre più verso una fase in cui si deve risparmiare. Ragioniamo su varie ipotesi, ma nel frattempo abbiamo bisogno di “quotare” di più l’attività che fa Datasiel».
Per la Regione Liguria la società diretta da Enrico Castanini è più o meno una giungla di numeri distribuiti tra tariffario, forniture a corpo, a consumo, a catalogo e a rimborso.
Ma è anche la società che costa alcune decine di milioni di euro interamente pubblici, provenienti dalla Regione e dagli altri 23 enti (tra Asl, parchi regionali, consorzi e agenzie) che fanno parte del Siir, il Sistema informatico regionale “inventato” di sana pianta come cliente di Datasiel.
I dati sono del 2010 perché nel 2011 gli “affidamenti” sono stati circa il 7% in meno.
Per finire Datasiel è anche il datore di lavoro di 399 dipendenti che costano all’anno ... 22, 6 milioni di euro?
Accipicchia!
Poi ...
... l’inchiesta della Deloitte non ha fatto sconti.
Non a Datasiel, che risulta essere perdente se paragonata con altre società informatiche regionali come il Csi Piemonte, Lombardia informatica e Informatica Trentina, ma anche alla Regione Liguria.
I giudizi: «Datasiel non riesce a proporre sistemi integrati e coordinati a causa della resistenza al cambiamento delle Asl e allo scarso empowerment (accrescimento del potere, ndr) trasmesso dalla Regione».
A dire il vero il braccio di ferro con i servizi informatici delle aziende sanitarie va a avanti da tempo (Carlo Pedemonte?), ma l’ultimo capitolo è stato scritto alla fine dell’anno: la Regione ha chiesto a Datasiel un programma per il controllo dei piani terapeutici, ma nelle ultime settimane si è scoperto che quasi tutte le aziende hanno preferito fare da sole.
Ma Datasiel, secondo il documento, non funziona (come le altre società) come agenzia per l’innovazione e quando svolge il compito di centrale d’acquisto di beni e servizi informatici «l’attività risulta più onerosa».
Ma per una società informatica la macchia più grande è di non avere processi informatici «di supporto per la gestione e la rendicontazione delle commesse». Insomma un programmino semplice semplice che quasi tutte le aziende sul mercato hanno.
A questo momento (2012), sono ormai passati ben 13 anni dal giorno della sua creazione e la gente (quella normale che dovrebbe seguire le proprie "palanche") si chiede il perché circa 400 persone (dell'informatica) e anche se con pochi (dicono) ma ben remunerati dirigenti (ved. qui), non siano ancora stati in grado di produrre quel programmino semplice semplice pur costando più di altre Regioni.
Mentre il paragone con la Sicilia non vale, neh ... anche perché ... vabbeh, s'è capito.
Tutto questo per dare una piccolissima infarinatura su Datasiel anche perché più avanti vedremo lo specifico della medesima nel turismo ... ora, pardon, ma ho dell'altro da fare per il mio sostentamento, considerato che se non produco (privatamente) nessuno mangia.
P. S.: Mi si può spiegare che mezza fionda di logica c'è tra il dire che (lo dice la Fiom) "urge un'azione di riorganizzazione dell'azienda informatica (Datasiel) della Regione" dopo l'uscita dell'attuale assessore comunale, Francesco Oddone, che per l'occasione lasciò l'incarico dopo molte contestazioni e ... "«E’ ora importante individuare al più presto una figura in grado di completare il lavoro avviato, entro breve tempo. Una figura che somigli a quella di Oddone, una persona competente, slegata dalle logiche politiche, che risponda solo alla Regione, che voglia cambiare l’azienda davvero per migliorarla.
Anche perché "riorganizzazione" non vuole assolutamente dire di "completare il lavoro avviato" ma tutt'altro, neh ... a presto ma col turismo.
P. P. S.: ... e non è che Datasiel sui social abbia avuto molte preferenze (ved. immagine sopra)!
@Luciano
RispondiEliminaA ogne auciello 'o nido suoio è sempe 'o cchiù bello...
:-)
Com'è finita la questione di Carlo Pedemonte?
RispondiEliminaVorrei scendere in terra ma preferisco continuare a volare.
RispondiEliminaIn cielo al massimo qualche rapace mentre in terra, tutti.
:-DDD
http://www.corteconti.it/cerca_nel_sito/risultato.html
RispondiEliminaAspetto il turismo per dire la mia
RispondiEliminaDOMANDA
RispondiElimina@Anonimo con la DOMANDA
RispondiEliminaEh?
http://247.libero.it/lfocus/18673459/1/la-maxi-buonuscita-del-direttore-del-csi-piemonte-stride-con-la-crisi-e-i-tagli-dell-ente/
RispondiEliminaSecondo voci di informazione il dimissionario direttore del CSI Piemonte Stefano De Capitani lascerà il consorzio con una sontuosa buonuscita di circa 350 mila euro che in effetti stride con la politica di contenimento costi e razionalizzazione che l’ente dovrebbe darsi per sopravvivere. Per Monica Cerutti di Sel: “Le notizie che trapelano sulla buonuscita che riceverebbe l’ex direttore del CSI-Piemonte, Stefano De Capitani, sono a dir poco sconcertanti. De Capitani prenderebbe infatti circa 350 mila euro di liquidazione subito più un’altra quota da distribuirsi nel periodo in cui l’ex direttore del CSI dovesse rimanere senza lavoro. Sinceramente ci auguriamo che la notizia non corrisponda al vero, ma se così fosse ci chiediamo chi si sia assunto la responsabilità di tale decisione e chiediamo all’Assessore con la delega alle partecipate, Agostino Ghiglia, trasparenza in merito alla questione. Già in passato avevamo più volte sollevato dubbi e chiesto chiarezza sull’ammontare dello stipendio di De Capitani, così come ora non crediamo che le cifre trapelate in merito alla liquidazione dell’ex direttore del consorzio rientrino nelle politiche di razionalizzazione dei costi necessarie al CSI. Si tratterebbe di un vero e proprio schiaffo in faccia alle centinaia di dipendenti che guardano con timore al proprio futuro continuando a sentir parlare, di tagli, riorganizzazione e contenimento dei costi”.
RispondiEliminaDal giornale della tua città non sembra che il precedente presidente di Datasiel abbia poi fatto delle grandi cose.
RispondiEliminaDal mercato ortofrutticolo di una zona periferica della tua città a ciò detto
Luciano è possibile andare oltre i 4.000 caratteri come nel tuo post?
RispondiElimina@Lorenzo
RispondiEliminaPurtroppo devi dividere il commento con il ... continua ...
Blogger non da questa possibilità
:)