mercoledì 29 aprile 2009

La nebbia agl'irti colli piovigginando sale ... ma anche quaggiù non ci si vede un granchè.

La cosa andava immediatamente approntata all’atto dell’incarico a sottosegretario al turismo ma ahimè anche se a suo tempo inascoltato, finalmente è stato costituito il Comitato Ministeriale dei 21 (troppi),per la Razionalizzazione della Formazione Turistica e la Promozione della Cultura dell’Ospitalità.
Il prodotto però lascia la considerazione che un anno è andato perso a causa della non familiarità della Brambilla alla soluzione delle questioni aziendali turistiche della nazione, mentre questo probabilmente vuol dire che il o i primi/o comitati/o a suo tempo costituiti, sono andati, come si suol dire, per la tangenziale o per lo meno declassati, lasciando posto a più cattedratici, pluri impegnati ma sicuramente 21 personaggi maggiormente celebrati di cui non si capisce il come possano svolgere (bene)(?) contemporaneamente tante attività lavorative, anche se attinenti, in questo caso gratuitamente.
Anche in questo caso non troveremo nessuna statistica, da parte degli innumerevoli ricercatori o fornitori di indagini, in merito alle problematiche che detto ritardo ha procurato agli operatori del settore,; ma forse è probabile che non se ne rendano neanche conto considerato che, le 10.001 società del turismo giacenti sul nostro territorio, non ne hanno mai fatta menzione o lamentela, dimostrando ancora una volta in più la loro possibile inutilità d’esistenza o la probabile inconcludenza dei direttivi.
Molte di queste persone comprese nella lista del Comitato Ministeriale appaiono da innumerevoli anni nel novero di coloro che spesso hanno detto, scritto od addestrato, anche a livello istituzionale e quindi decisivo, ma nulla è cambiato; anzi se ci rapportiamo ai dati turistici come alle varie classificazioni internazionali, è peggiorato.
Beh che dire; era facilmente programmabile l’istituzione di un nuovo comitato per la risoluzione delle problematiche turistiche nel dipartimento scolastico, in considerazione dei miserrimi risultati finora ottenuti, ma mi auguravo di vedere anche nomi aziendali come Daniel John Winteler, Elena David, di cui invece, vengo anonimamente informato di una probabile e sola loro rappresentanza (vedere sezione commenti al post)!
Come a dire che i migliori, a mio parere, stanno dietro alle quinte ed è quantomeno sciocco non programmare sin dagli inizi una coercizione tra scuola ed industria, non sulla carta ma coabitativa.
Personalmente non ho la minima fiducia in questo Consiglio (troppi doppioni e manca il più) e presumo che altri ne verranno per sopperire ai primi, mentre il tempo, accompagnato dalla sicura innovazione dei governi concorrenti al nostro, con loro velocemente corre.

1 Armando Peres
2 Alberto Abruzzese
3 Francesco Adamo
4 Magda Antonioli Corigliano
5 Patrizia Battimani
6 Pia Benci
7 Nicola Boccella
8 Angelo Giuseppe Candido
9 Elio Carfagna
10 Manuela De Carlo
11 Aurelio Di Matteo
12 Gaetano Di Pietro
13 Antonella Galdi
14 Fosca Gennari
15 Roberto Lavarini
16 Mara Manente
17 Mariagrazia Margarito
18 Vittorio Paravia
19 Ugo Piccarelli
20 Massimiliano Vavassori
21 Ferruccio Zanchi

Saranno poltrone pungenti, comunque buon lavoro!


Luciano Ardoino
Fonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/

martedì 28 aprile 2009

Abbè !

Questa volta mi ci hanno trascinato per i capelli e per l'elegante maniera usatami da parte di Tafter Cultura è Sviluppo per richiedere un commento che ho accolto molto ben volentieri, alla seguente notizia:
È nata l’A.I.P.M.T., Associazione italiana professionisti e manager del turismo, anche questa a gratis (.) per l'occasione, e fondata per iniziativa di un gruppo di professionisti del turismo, che intende diventare un luogo di collaborazione, scambio di conoscenza, di formazione e crescita per chi lavora nel turismo sia in ambito pubblico che in quello privato.

Ma quelli delle associazioni nate prima, cos'erano e cosa sono?
Sia ben chiaro che in Italia esistono 10.000 società di varia natura che si occupano di turismo tra le cui fila si esibiscono delle personalità con elevate cariche aziendali, amministrative, universitarie e di consulenza del settore.
Queste da diversi decenni si riuniscono periodicamente e discutono come risolvere o risollevare le molteplici crisi del turismo nazionale con il risultato che, dati alla mano, nulla cambia; anzi peggiora, ma la colpa è sempre degli altri e mentre le discussioni si incentrano sulle medesime logorroiche irrisolte causali, le altre nazioni ci deridono e ci sopravanzano in introiti e qualità, dando maggiori opportunità lavorative sia all’indotto che al personale alberghiero.
Reputo che siano essenzialmente quattro i fattori di criticità che minacciano il turismo italiano: l’assenza del governo, la carenza di infrastrutture, lo scarso sviluppo della tecnologia informativa e l’esagerato numero di queste associazioni che non possono elencare nulla che un vero professionista già non conosca.
Importante contorno a queste priorità sono le tasse, trasparenza delle politiche di governo, spreco spesa pubblica, favoritismi nelle decisioni di funzionari del governo, formazione del personale, norme in materia di investimenti, pratiche di assunzione, costo del lavoro, flessibilità di determinazione del salario, simmetria tra produzione e retribuzione, possibilità di ricerca lavoro qualificato, strategie turistiche, affidamento sulla gestione professionale, fuga di cervelli, flussi di capitale, disponibilità di capitale a rischio, investimenti diretti dall’estero, volontà di delegare, collaborazione università/industria, …e qui mi fermo.
L’A.I.P.M.T, la nuova Associazione italiana professionisti e manager del turismo può risolvere questi problemi?
Questa è la numero 10.001 e arrivederci alla 10.002…sempre a gratis, per l'occasione naturalmente.


Luciano Ardoino
Fonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/

domenica 26 aprile 2009

E' questa la persona che vogliamo come Ministro del turismo?

Turismo e Finanza (marzo 2009)
Bocca: 150.000 posti di lavoro nel turismo nei prossimi mesi e 13.000 imprese turistiche a rischio fallimento
Corriere della Sera (7 marzo 2009)
Brambilla: 4 miliardi di fatturato persi nel 2008 + 1 miliardo stagione invernale 2008/2009
Travelnostop.com (10 marzo 2009)
Presidente di Federviaggio-Confturismo Maria Concetta Patti: Federviaggio: prenotazioni in calo del 18% per l’Italia

Luciano Ardoino

giovedì 23 aprile 2009

Avanti c'è posto!

Avanti c'è posto!

Presto sarà nominata Ministro del turismo per meriti sconosciuti ancora a molti , visto l’andazzo che ha prodotto dal suo avvento come sottosegretario e l'inconsistenza delle soluzioni finora adottate, ma prolifica nell’additare le responsabilità agli altri del passato come nelle dichiarazioni del presente e cioè: verrà istituito un pool di esperti per il rilancio del turismo nazionale, 21 per l’esattezza e a gratis (.).
Ora, se consideriamo quello che riescono a fare pur con lauti stipendi o incarichi è facilmente immaginabile cosa riusciranno a produrre senza il supporto monetario e di quali novità ci delizieranno in campo turistico nella progettazione scolastica, la stessa che che i medesimi hanno sempre sostenuto fosse produttiva ma che invero adesso vengono coinvolti a manifestarne l'improduttività passata.
Forse perché è in atto una più equa (per loro) distribuzione dei medesimi Guru del turismo negli innumerevoli dipartimenti, circoscrizioni, distretti e molto altro per ovviare alla crisi del settore; ma niente può cambiare con gli "stessi professionisti" anche loro fautori del risultato attuale.
Oppure ci sarà il tanto (da me) sospirato rimpasto attraverso l’intromissione di qualche valido componente dell’industria turistica, magari prendendo spunto da altre nazioni , ahimè più progredite nel settore, laddove l’esamina non avviene con metodo partitocratico o di sorrisini consenzienti bensì attraverso un serio e professionale confronto, soprattutto eliminando definitivamente i presunti arlecchini e le supposte (intesa come azione farmacologia) arlecchinate del passato, ma anche quelle del troppo recente.
Probabilmente ne sortirà il solito rimaneggiamento con l’intromissione di docenti che di reali, fattive e lavorative conoscenze del settore hanno forse la settimana bianca trascorsa in qualche stazione sciistica dello stivale o il viaggetto alle Maldive, a cui saranno affiancati i soliti inamovibili che tanto bene hanno fatto all’incremento turistico, ma al bene delle altre nazioni concorrenti; infine due o tre in supporto ai capi dell'industria, di quelli che annuiscono sempre all’indirizzo del superiore dietro alle quinte, ma che si trasformano in agguerriti sostenitori se il piano o le progettualità non seguono quelli stabiliti dai loro padroni.
E gli accademici?
Soprattutto loro, tranquilli, perché c’è sempre bisogno di qualcuno che te la racconti che sommati ai molti di quelli già attuali, all’unisono incolperanno altri o altro sulle causali del disastro turistico italiano, senza però mai additarsi a responsabili inconcludenti e forniranno "nuovamente" le soluzioni alle problematiche che loro stessi hanno creato o non hanno mai risolto.
La storia la sappiamo ed anche stavolta non saranno scelti i migliori perché quelli che sanno non se la lasciano raccontare, con loro non puoi ma soprattutto non vogliono sedersi a quei tavoli verdi del bluff, loro demandano...tanto.
Mentre il contorto ingranaggio che già accomuna…. assessori comunali al turismo, assessori provinciali al turismo, assessori regionali al turismo, pool delle 20 regioni sul turismo, Enit, quello nuovo dei 21 tecnici, pool fiduciario della Sottosegretario, commissione parlamentare sul turismo, commissione senatoriale del turismo; e poi Federalberghi, Confindustria settore turistico, Enti turistici, Confturismo, Associazioni turistiche, Ascom settore turismo, Confindustria turismo, Sindacati CGIL, CISL, UIL ed altri sez. turismo, Asso turismo, Università del turismo, e molto altro ancora….. si premierà di 21 nuovi soldatini, però graduati, implementando l’armata degli 800.000 e il risultato sarà nulla più che un numero 800.021.
… e il vero turismo continueranno a farlo le altre nazioni mentre gli operatori locali, se vogliono sopravvivere, dovranno sopperire … a lei e all’armata, l’Invincible Armada di cui speriamo abbia la stessa durata.
Luciano Ardoino
Fonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/

mercoledì 22 aprile 2009

Come voleva...si dimostrare




Statisticomiche (la comica delle interviste statistiche)



Premetto che conoscere per decidere e conoscere per programmare è fondamentale in tutte le materie anche e soprattutto nel settore turistico, dove l’esagerata crescita mondiale del fenomeno ne accentua ancor più la notevole importanza.
In poche parole, per poter capire il fenomeno dell’attività economica, dell’impatto sull’occupazione e i risvolti sociali, ambientali e quindi culturali, sono necessarie delle statistiche accurate e non semplici aggiornamenti, alcuni dei quali addirittura discordanti poiché effettuati da una miriade di centri o altro, confermando che ognuno va per conto proprio.
Se poi ci mettiamo la possibile valutazione partitocratica, ecco che appariranno completamente incomprensibili e questo mi ha portato ad effettuare una personalissima statistica sul valore e la veridicità delle statistiche.
100 (cento) albergatori – ristoratori alla domanda: Credi alle statistiche?
Hanno così risposto:
28 Perché tu ci credi?
11 Non ho tempo da perdere per queste str…anezze
52 Mamma mia
7 Neanche per sogno
2 Aff… le statistiche

Il risultato è talmente evidente che è inutile qualsiasi commento.
Alcune delle domande rivolte da parte di affermate e note federazioni, associazioni, università ed altro che le attuano, sono forse talmente comiche da far arrossire di vergogna i grandi sceneggiatori del passato, quelli di Stanlio & Ollio per capirci, e vale a dire una per tutte, quella di richiedere ad un gestore alberghiero (ma non al cliente) se il proprio hotel mantiene l’indicatore della qualità/prezzo (?).
Carnevalate che secondo loro danno il giusto metro di valutazione per gli operatori che da queste dovrebbero trarre gli obiettivi attraverso giuste analisi e valide informazioni mentre il sondaggio o campione degli intervistati difficilmente supera le 500/1000 unità, cosa da cui non credo si possa evidenziare un grande valore aggiunto.
Di seguito, per comparazione, il modello francese ad opera della brava Silvia Salvi:
1° SDT (Suivi de la Demande Touristique), frequenza della domanda turistica.
2° EVE (Enquête des visiteurs de l’étranger), ovvero l’inchiesta sui visitatori esteri.
Entrambi gli strumenti, SDT e EVE, sono dispositivi di rilevazione dati per così dire continui; per l’SDT, di più di 20.000 domande mensili sulle pratiche turistiche e sulla mobilità e più di 10.000 per EVE.
Due sotto-inchieste forniscono una informazione più completa sul consumo turistico: una parte per le “spese in Francia” e l’altra per le “spese all’estero”.
Inoltre, una inchiesta mensile su andate e ritorno giornaliere permettono d’ottenere delle importanti informazioni sui comportamenti e le pratiche dei turisti escursionisti.
Questa comporta mensilmente l’inchiesta di oltre 30.000 individui e il trattamento statistico di circa 20.000 risposte attraverso uno schedario delle strutture alberghiere: la scheda è stata espressa raccogliendo i dati delle prefetture, dei partner regionali e dei dipartimenti, in particolare per il campo della struttura delle catene alberghiere.
I soggetti economici locali, attraverso gli Osservatori Regionali del Turismo (ORT), hanno sottolineato la necessità di costituire un centro di raccolta dati, fondamentale per imprimere omogeneità e comparabilità dei dati tra una regione e l’altra.
La Francia quindi ha tutti gli strumenti metodologici e organizzativi richiesti dall’Unione Europea, dimostrando di avere un sistema che le permetterà anche nel futuro di mantenere la leadership mondiale nelle politiche di ricerca dati o statistiche per il turismo mentre noi abbiamo…lasciamo perdere.
Beh, qualche differenza c'é.
Eppoi, siamo veramente in linea con la direttiva 95/57/CE sulle statistiche turistiche?

Luciano Ardoino
Fonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/

sabato 18 aprile 2009

Scuole alberghiere internazionali e squole alberghiere italiane

Circa due anni fa leggevo sul Gulf News (http://www.gulfnews.com/home/index.html) , il quotidiano in lingua inglese più importante di Dubai City, che venivano stanziati circa 2,7 mld di dollari per la creazione di una scuola di formazione alberghiera a supporto del grande sviluppo turistico e della necessità di proporre del personale altamente qualificato per la ricettività di quel paese.
Al primo esame si potrebbe ritenere un’ottima iniziativa ma non certamente nuova poiché in perfetta sintonia con le metodologie di alcune grandi, serie e professionali catene alberghiere che già da anni destinano una buona percentuale del budget a corsi di aggiornamento interno.
Dubai City non ha siti Unesco e non dispone di alcun patrimonio artistico-culturale naturale o retro-attivo ma si sta prepotentemente affacciando nell’elite mondiale turistica che rappresenta una buona fetta del movimento monetario della nazione.
Le altre risorse sono il petrolio (10%) e gli interscambi con gli altri stati degli Emirati Arabi attraverso il porto ed aeroporti.
Come dire; stanno lavorando molto bene ma non hanno inventato niente di nuovo mentre noi non stiamo affatto lavorando bene e non riusciamo neanche a mantenere o programmare quello di cui negli anni addietro eravamo campioni.
Ma veniamo alle scuole alberghiere!
Come già detto in un precedente l’Italia negli anni ‘50/’60 e ’70 disponeva di ottime scuole alberghiere che ci permettevano di stanziare nelle primissime posizioni mondiali da cui fuoriuscivano grandi future personalità dei vari settori alberghieri e ristorativi.
Infatti non vi è una sola sezione alberghiera in cui non siamo stati i promotori sia in didattica che in creatività; lo stesso Leonardo Da Vinci, un esempio su tanti, fu grandissimo ideatore nella Roma dei Cesari nel 1489, in occasione delle nozze di Giangaleazzo Visconti e Isabella d’Aragona, dell’allestimento del banchetto nuziale dove fecero capolino per la prima volta al mondo i tovaglioli ed il modo di servire le portate.
Da quell’occasione nascono appunto i servizi alla francese, russa ed italiana ben contornati dall’eleganza dei servitori che volteggiando musicalmente deliziavano i commensali.
Cose d'altri tempi ma intonate all'epoca.
Mentre adesso?
Adesso prova a chiedere cosa sia il filo nella ‘mise en place’ in un tavolo reale; uno su mille ti risponderà e forse neanche quello, docenti o presidi compresi.
Le cause di questa debacle sono molteplici; lo stipendio di un docente corrisponde alla paga di un lavapiatti stagionale e quindi è immaginabile la volontà dei buoni preparatori ad affrontare questa istruzione e detto porta conseguentemente al deterioramento di gran parte delle istituzioni scolastiche presenti nello stivale.
La EHL di Losanna, internazionalmente ritenuta la migliore scuola alberghiera del globo e personalmente visitata in più occasioni a livello informativo, ha variegati programmi di formazione e gli standard sono affinati con precisione svizzera mentre governi, associazioni professionali e scuole superiori di una decina di paesi hanno chiesto all'EHL di guidare lo sviluppo delle loro scuole professionali alberghiere, tra cui gli Emirati Arabi.
La LCB di Adelaide in Australia, The Hague in Olanda fondata dall’Horecaf, Finlandia e poche altre hanno capito che la qualità non è solo nel management direttivo ma la parte qualitativa integrante proviene dalla cucina, sala, bar, camere, reception fino alla maintenance o alle lavanderie attraverso deposito e quant’altro del meraviglioso settore.
In Italia invece l’attenzione è principalmente rivolta al direttivo alberghiero (direttore o F&B) con la giornaliera creazione di nuove realtà di Master, corsi o stage confermati dall’innumerevole periodica e logorroica ricezione (attraverso la posta Mail) di nuovi corsi per queste posizioni lavorative.
Mentre ho ben presente il valore o l'utilità che i partecipanti, alla fine dei quali, ne ottengono di fronte alla realtà lavorativa.
Ma per piacere!
Le scuole alberghiere sono ritenute e scelte per lo più in base alla facilità per l’ottenimento del diploma, dopodiché viene abbandonato dagli studenti ogni interesse a proseguire il mestiere e causa è anche l’invogliamento che i docenti non riescono a dare agli alunni, comportando l’inserimento di personale estero senza nessuna cultura alberghiera, ma a basso costo.
Il risultato lo conosciamo come conosciamo l’interesse delle istituzioni governative alla risoluzione del problema e mentre Dubai City impegna tutti quei soldi per il miglioramento programmatico, noi continuiamo con il nulla!
Tutto questo mentre le 10.000 associazioni (l’armata di 800.000 prs.) di varia natura discutono improduttivamente il calo nel settore!

P.S.: Ho intenzionalmente trascurato di parlare di tutte le forme di marketing turistico a causa della sua grande importanza ... cosa di cui intendo approfondire in un prossimo.
Luciano Ardoino
Fonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/

venerdì 17 aprile 2009

Sorridi sei su SCHERZI A PARTE

Una convention (in italiano propriamente sarebbe raduno) è una riunione di più individui per discutere o trattare di argomenti di interesse comune.

Dal sito di Turismo e Finanza.it

FEDERCONGRESSI: III CONVENTION NAZIONALE A CASERTA NEL 2010
17.04.2009 10:53

Si svolgerà a Caserta la Convention Nazionale Federcongressi 2010. I lavori congressuali saranno ospitati per i primi due giorni presso il Centro congressi del Crowne Plaza, e il terzo giorno – quello della Convention vera e propria – presso il Teatro di Corte della Reggia di Caserta, patrimonio dell’umanità. La stessa Reggia, negli Appartamenti Reali, ospiterà la cena di gala, mentre il welcome dinner della prima sera avrà luogo nel Grand Hotel Vanvitelli. Al termine dei lavori, i partecipanti saranno trasferiti al Belvedere Reale di San Leucio, attraverso lo scenario dei tre km di parco della Reggia, per il lunch di arrivederci.

In poche parole si è già scelto il luogo, il posto del welcome dinner, la cena di gala ed anche il lunch dell’arrivederci, ma per quanto riguarda le problematiche del turismo eventualmente da discutere; nisba. Checcefrega, l'importante è mangiare!
Affrettatevi signori, le iscrizioni sono aperte, ma ricordate che non siete su … SCHERZI A PARTE ma nella dura realtà della programmazione turistica italiana!

Luciano Ardoino
Fonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/

giovedì 16 aprile 2009

(S)qual(l)ità parte 2a


Se negli anni ‘60/70 l’Italia era ancora la meta turistica più amata al mondo, oggi è scivolata al quinto posto. Una catastrofe per il settore turistico italiano, che ha un giro d’affari di oltre 156 miliardi di euro all’anno e che dà lavoro a un italiano su nove.
Il nostro paese corre il serio pericolo di non essere più visto come antico, ma come vecchio, non più come giardino d’Europa, ma come discarica, scriveva non molto tempo fa il quotidiano romano La Repubblica.
L’Italia sta a galla, aggiungo io, ma anche le defecazioni e i cadaveri mantengono la stessa emersione, però noi non siamo merda e soprattutto non siamo ancora morti.
Quarant’anni di clientelarismo, di falso ipocrita equilibrio e di nullità hanno formattato un’armata di oltre ottocentomila (800.000) presunti conoscitori del turismo raggruppati in associazioni, assessorati, enti e quant’altro di varia natura, che quasi giornalmente si riuniscono, discutono, emanano sentenze e giudizi, cartoralizzano le riunioni e ne programmano immediatamente altre, accompagnate da sgargianti dépliant con stampigliate le (loro) ovvie soluzioni alla crisi quarantennale del turismo nazionale.
Ma dopo cosa succede?
Niente, proprio un bel niente; e così via con altre assemblee, meeting e quant’altro di veramente produttivo solo per i perditempo.
Ma chi sono questi signori?
Girati a dritta o a manca, ne vedrai senz’altro qualcuno ben ancorato alla poltrona, inchiodato ai piaceri molto lungi dai doveri., da quel dovere di andarsene a ramengo, di togliersi dai piedi e di andare aff…
Tutto il mondo è invaso dallo stile di vita italiano e loro in primis spendono quantitativi industriali di soldi per pubblicizzare che l’Italia c’è ed esiste mentre per pulirla, per professionalizzarla, per equipararla ad altre nazioni più progredite turisticamente; vabbè si vedrà in seguito.
7.051 km di coste meravigliose, 65-70-75% del patrimonio artistico/culturale dell’intero globo, 34.000 alberghi che dicono che siamo la nazione con più camere procapite del pianeta, il cibo migliore….eccheccazzo!
Poi arrivano i dati del World Economic Forum e....
129esimi su 134 nazioni in tasse
117esimi criminalità organizzata
101esimi interesse del governo sul turismo
123esimi per debito pubblico
122esimi investimenti esteri
134esimi (ultimi) in pratiche di assunzione o licenziamento
117esimi possibilità lavoro qualificato
Gli altri sono qui
E loro cosa fanno…si riuniscono (in ottocentomila) per parlare decché?
Prova a fare una prenotazione in un 5* (cinque stelle) in lingua russa; nessuno riuscirà a capirti e questo nonostante le innumerevoli risorse monetarie spese in quel continente per pubblicizzarci; ma qualcuno di questi signori rispondendoti e sogghignando dirà che non serve a niente perché tutti i russi conoscono l’inglese.
E’ questa la qualità!
Scommettiamo che anche senza annaspare e senza l'aiuto di qualche salvagente o ciambella, voi stareste a galla?
Cadaveri?
No, probabilmente o forse, qualcosa d'altro!
Luciano Ardoino
Fonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/

venerdì 10 aprile 2009

Il mer...ito in Italia comincia sempre con mer.. ma finisce con ...da


In Italia pare improvvisamente scoppiata la moda della meritocrazia, ne parlano tutti, oramai persino qualche sindacalista illuminato.
Il Brunetta la definisce come base imprescindibile; la nuova Presidentessa dei giovani di Confindustria Federica Guidi nel Suo primo discorso a S. Margherita ha menzionato questa qualità ben oltre le venti volte mentre la Mercegaglia ricorre quasi giornalmente ad elencarla (televisione e quotidiani) come necessaria ed irrinunciabile virtù e per finire i nostri politici, che senza distinzione di colore, la elencano come punto cardine del futuro e quindi come una necessità inevitabile per uno stato moderno che sappia avvalersi dei propri talenti e delle proprie risorse umane, e poi scienziati, docenti, giornalisti e chi più ne ha più ne metta.
Per non parlare poi di come e quanto venga elencata nel mio settore e cioè il turismo, che essendo in fase di stagnazione o addirittura in quella di declino per alcune regioni italiane e quindi più bisognoso dei ‘meritevoli’, si arrivi ad aggregarla anche a discorsi turistico/sociali e di aiuto umanitario; indicando l’inevitabilità d’esserlo per apparire brava gente.
Mi risulta esattamente l’opposto; la brava gente è per forza degna e in particolare chi ha raggiunto meritocratamente notevoli posizioni in settori, anche se non prettamente politici, è chiaramente apprezzabile e quindi si suppone debba essere considerato.
Personalmente, non potrei essere maggiormente d'accordo, se considero che questa è stata una delle ragioni della mia passata fuga dall'Italia; ma qui da noi?
Nel nostro paese, permettetemi di dirlo cari amici, si tende soprattutto ad eliminare ed allontanare quelli che vengono considerati o solo ritenuti meritevoli poiché un domani potrebbero toglierti il ‘careghino’, senza calcolare che è fonte di grande intelligenza e anche benessere personale il saper individuare i soggetti migliori e probabilmente questo avviene veramente ai massimi livelli, ma scendendo nella piramide organizzativa è sempre così ricercata la meritocrazia?
Ma si sta veramente inseguendo, in verità, il modello di una società-governo migliore come descritto da Platone con la sua giusta e saggia meritocrazia, o forse sta diventando addirittura una parola abusata, irritante, retorica?
Il successo, il prestigio, il potere si conseguono sempre ed esclusivamente in virtù delle doti, delle capacità, del curriculum e dei meriti personali?
Già perché, poniamo il caso che la parola meritocrazia venga erroneamente usata per descrivere che il proprio stato sociale è raggiunto attraverso la competizione, e dove quindi il criterio di "merito" può di fatto sparire a fronte della furbizia (qualsiasi persona scaltra vive infatti molto meglio, si erge ed è più ascoltato di un forse più meritevole cittadino, ma non certo per pregio, solo per competizione); quindi forse è meglio essere scaltri o concorrenziali che meritevoli…e questo era facilmente comprensibile anche perché la cultura italiana è nel complesso scarsamente orientata alla meritocrazia e l’efficacia nella cultura cattolica tende ad essere posta più sui valori di comunità e di solidarietà che su quelli di individualità e di merito, che sono più vicini alla mentalità, ispirata dalla religiosità protestante, del mondo anglosassone.
Ritengo che la questione del merito e della meritocrazia venga troppo spesso menzionata, elencata e affrontata con superficialità e soprattutto se applicata nella vita di tutti i giorni, che per quello che riguarda la mia breve esperienza in Italia e quella politica attuale, è una brutta parola che è meglio non dire.
Non ne abbiano a male coloro i quali si intravedono arrivati, nella scalata o in prossimità della meta perché certe considerazioni spettano al popolo della base, senza la quale niente si assesta stabilmente; è un loro diritto migliorativo.
Non ne abbiano a male quelli che si ritengono sprecati, inascoltati e a volte persino inutili o derisi, perché come spessissimo accade, la storia insegna e nel caso specifico ci tramanda che Winston Churchill fu un ottimo sostenitore della vera meritocrazia e così pure Ronald Reagan, presidente rimpianto da ogni buon repubblicano, fu di certo protagonista di questa svolta ideologica, e Galilei, Marconi… La compagnia è molto buona, ottima direi!
Anche loro ebbero non poche difficoltà a valorizzarne il concetto ma tennero duro e al fin della licenza solitamente si tocca…la storia la sappiamo!
Tutto questo unicamente per mia esperienza aziendale; a Voi quella politica!

giovedì 9 aprile 2009

Non è tutto oro ciò che riluce


Gentile Velardi,

le consegno un bel Tapiro d’oro perché...
...non molto tempo fa scrivevo sul suo blog di come, a mio parere, stiate perdendo tempo, soldi e esaurendo la pazienza degli operatori locali inseguendo un tipo di marketing che presumibilmente non darà i frutti da voi auspicati poiché non correlato dalle aspettative.
Molti anni di praticantato nel mondo del turismo internazionale mi permettono di sostenere che la regione da lei presieduta in questo settore è la più bella dell’intero globo e i pessimi dati delle presenze turistiche che state ricevendo creano del notevole sconcerto nei veri professionisti di questo meraviglioso settore.
A conferma di questo, anche se credo non ve ne fosse bisogno, ieri sera ho sentito parlare da Striscia la notizia del problema dei depuratori della costa campana che non funzionando stanno immancabilmente depauperando quel meraviglioso litorale agli occhi dei turisti e non solo.
Che dire; forse sarebbe stato meglio effettuare in primis il riordino dei medesimi come di altre cose assolutamente necessarie nella regione, riscontrabile in qualsiasi logica aziendale, prima di intraprendere campagne pubblicitarie che confermeranno ancor di più nell’opinione generale che presumibilmente non sappiamo fare turismo.
Mentre di quello che necessitiamo o immediatamente utile per il turismo non vi è ancora lettura o parola, forse probabilmente tra dieci o più anni; si sa qui come vanno le cose.
Qui di seguito le invio un mio post, scritto in occasione del tanto annunciato programma To Much More che evidenzia quello sopradetto.
Questi signori, Brambilla & Co., che attualmente stanno amministrando il settore turistico nazionale, hanno più volte affermato che nei decenni passati il compartimento ha riscontrato notevoli carenze gestionali, amministrative e progettuali; alle quali mi sono, ma non da solo, prontamente associato elencando il come questo importante distretto sia sempre più diventato il ricovero clientelare per politici trombati, raccomandati e nullafacenti che accumunavano le loro incompetenze nell’improduttività generale.
L’ennesimo cambiamento ed i ripetuti annunci dei governi che si sono succeduti nell’ultimo trentennio e più, hanno solamente contribuito alla mediocrità del nostro turismo, confermando i dilettantismi a danno degli operatori, dell’indotto e della nazione stessa; comportando al nostro indirizzo l’ilarità e lo stupore generale da parte dei veri professionisti del turismo internazionale.
Dopo le ultime elezioni dello scorso aprile 2008, l’interesse dimostrato attraverso variegati proclami da parte del nuovo direttivo aveva invero creato qualche speranza negli addetti ma i risultati dei dati pervenutici, le statistiche ed il modo, a mio parere infantile, di programmare il marketing internazionale, come la probabile inesperienza a rimediare ai problemi interni del passato, hanno mantenuto inalterata la certezza che stiamo continuando a martellarci i testicoli da soli cercando inutilmente di dimostrare al mondo che ci stiamo o ci siamo lavati e puliti ma dimenticando di cambiarci le mutande, come dal famoso detto dei nostri cari avi.
Risulta infatti evidente che la trasformazione positiva, come in qualsiasi altro settore aziendale, vada innanzi tutto avviata dal miglioramento del prodotto mentre solo a posteriori attraverso un piano di marketing mirato che diversifichi ed elenchi i risultati ottenuti.
Quello recentemente proposto risulta addirittura chiaramente copiato dagli stessi errori del passato (italia.it), ripagato e riproposto, come nel recente caso delle strategie dell’Enit con il tanto decantato “To much more” e così ben descritto da Francesco nel suo blog (http://millionportalbay.wordpress.com/2009/03/31/italiait-more-or-less/), risalta ancor più che la quasi totalità di questi inutili e dannosi personaggi, che sono stati incautamente demandati ed eletti ad inconcludenti discussioni sul turismo, darebbero maggiori soddisfazioni se rivolti probabilmente ad un altro lavoro; diciamo agricolo.
Il danno che ne deriverà sarà presumibilmente irreversibile ed ancora una volta i giornali esteri del settore con le maggiori associazioni mondiali ci descriveranno con la solita ironia mentre il Colosseo, che rappresenta l’immagine dell’Italia nel mondo, continuerà a chiudere le visite alle 16:00; esempio unico di turismo professionale … il loro.
La storia la sappiamo e le rane che si gonfiano per apparire più grandi per dimostrare la propria magnificenza dopo un po’ scoppiano, ma lasciano uno stagno pieno di brandelli e sporco, alla cui pulizia dovranno sopperire i prossimi e dopo questi altri ancora, peggiorandone di volta in volta la possibilità di una definitiva e chiara soluzione.
Patate, forse è meglio raccogliere patate ma senza alcuna offesa per gli utili raccoglitori dei buonissimi tuberi.
Luciano ArdoinoFonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/

venerdì 3 aprile 2009

Quando le rane si gonfiano troppo

Questi signori, Brambilla & Co., che attualmente stanno amministrando il settore turistico nazionale, hanno più volte affermato che nei decenni passati il compartimento ha riscontrato notevoli carenze gestionali, amministrative e progettuali; alle quali mi sono, ma non da solo, prontamente associato elencando il come questo importante distretto sia sempre più diventato il ricovero clientelare per politici trombati, raccomandati e nullafacenti che accumunavano le loro incompetenze nell’improduttività generale.
L’ennesimo cambiamento ed i ripetuti annunci dei governi che si sono succeduti nell’ultimo trentennio e più, hanno solamente contribuito alla mediocrità del nostro turismo, confermando i dilettantismi a danno degli operatori, dell’indotto e della nazione stessa; comportando al nostro indirizzo l’ilarità e lo stupore generale da parte dei veri professionisti del turismo internazionale.
Dopo le ultime elezioni dello scorso aprile 2008, l’interesse dimostrato attraverso variegati proclami da parte del nuovo direttivo aveva invero creato qualche speranza negli addetti ma i risultati dei dati pervenutici, le statistiche ed il modo, a mio parere infantile, di programmare il marketing internazionale, come la probabile inesperienza a rimediare ai problemi interni del passato, hanno mantenuto inalterata la certezza che stiamo continuando a martellarci i testicoli da soli cercando inutilmente di dimostrare al mondo che ci stiamo o ci siamo lavati e puliti ma dimenticando di cambiarci le mutande, come dal famoso detto dei nostri cari avi.
Risulta infatti evidente che la trasformazione positiva, come in qualsiasi altro settore aziendale, vada innanzi tutto avviata dal miglioramento del prodotto (qualità) e della destagionalizzazione, mentre solo a posteriori attraverso un piano di marketing mirato che diversifichi ed elenchi i risultati ottenuti.
Riprendere il passato, avviare quei miglioramenti che ci hanno sempre visto primeggiare anche dai tempi antichi ma che solo noi disponiamo; Marco Polo dovrebbe insegnarci ma purtroppo si svolge in paesi lontani.
L'Appia, la via Francigena, le invasioni Barbariche e centinania di altre cose "dimenticate" che nonostante siano nostre; beh, lasciamo perdere.
Quello recentemente proposto risulta addirittura chiaramente copiato dagli stessi errori del passato (italia.it), ripagato e riproposto, come nel recente caso delle strategie dell’Enit con il tanto decantato “To much more” e così ben descritto da Francesco nel suo blog, risalta ancor più che la quasi totalità di questi inutili e dannosi personaggi, che sono stati incautamente demandati ed eletti ad inconcludenti discussioni sul turismo, darebbero maggiori soddisfazioni se rivolti probabilmente ad un altro lavoro; diciamo agricolo.
Il danno che ne deriverà sarà presumibilmente irreversibile ed ancora una volta i giornali esteri del settore con le maggiori associazioni mondiali ci descriveranno con la solita ironia mentre il Colosseo, che rappresenta l’immagine dell’Italia nel mondo, continuerà a chiudere le visite alle 16:00; esempio unico di turismo professionale … il loro.
La storia la sappiamo e le rane che si gonfiano per apparire più grandi o della propria magnificenza dopo un po’ scoppiano, ma lasciano uno stagno pieno di brandelli e sporco, alla cui pulizia dovranno sopperire i prossimi e dopo questi altri ancora, peggiorandone di volta in volta una definitiva e chiara soluzione.
Patate, forse è meglio raccogliere patate ma senza alcuna offesa per gli utili raccoglitori dei buonissimi tuberi.
Luciano Ardoino
Fonte: http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/

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