lunedì 30 agosto 2010

Le lucciole prese per lanterne




Affermare che il Bernabò Bocca non ne capisca una cippa di turismo, probabilmente non si potrebbe o dovrebbe.
Ma si sa mai.
Infatti, nel 1983 entra nell’azienda di famiglia, la S.I.N.A. Hotels SpA, con il ruolo di Assistente al Presidente e ne diventa Presidente nel 1990.
Dal 1996 è Presidente della FEDERALBERGHI TOSCANA e dal 1997 è Presidente della CONFTURISMO TOSCANA.
Dal 2000 è Presidente Nazionale di FEDERALBERGHI e Consigliere del CNEL. Ha ricoperto la carica di Vice Politiche del Lavoro.
Dal 2001 è Vice-Presidente di CONFCOMMERCIO e Socio della Fondazione ENTE CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE
Dal 2002 è Presidente Nazionale di CONFTURISMO (circa 200.000 imprese)
Dal 2004 è Consigliere ISNART, CONVENTION BUREAU DI FIRENZE e Consigliere della CAMERA DI COMMERCIO INTERNAZIONALE.
Dal 2006 Vice-Presidente Vicario di Confcommercio, entra a far parte del Comitato di Presidenza del CNEL e del Consiglio di Amm.ne di AGENZIA NAZIONALE DEL TURISMO
Dal 2007 Presidente Confcommercio Firenze e Consigliere Expo-Cts Milano.
Beh, sperando di non essermi dimenticato niente e di fronte a un Curriculum così, che diamine, come minimo t’aspetti che l’Italia turistica vada a gonfie vele.
Roba da stracciare qualsiasi avversario, anche i più acerrimi rivali dell’America’s Cup.
Cose da riempire di vento e con estrema facilità, naturalmente con lui al timone, le rande, i fiocchi, gli spinnaker o le tormentine e perfino il genoa anche quando c’è calma piatta.
E invece no, la “barca” Italia non si muove neanche se in giro c’è l’uragano.
E resta ancorata a triplice mandata con l’aggiunta di immense gomene ai gavitelli più grossi, che manco i cadaveri … stanno fermi così.
Anzi, sembra che si vada anche peggio, mentre nelle classifiche mondiali noi retrocediamo sempre più in giù, gli altri vanno più in su.
Da quando ricopre quelle prestigiose “cariche” è un susseguirsi “periodico e infinito” di solite frasi scontate e il risultato lo si evince da qualsivoglia classifica internazionale preposta al caso; non fagiolini.
Non che sia tutta la sua la colpa, per carità, ma una buona dose, forse si.
Bene, detto questo, passo all’ultima “sua” disamina per quanto concerne il turismo nazionale, anche per farvi capire che …
… il 6 agosto 2010, attraverso un comunicato stampa, dichiara che i nostri connazionali dimostrano un segnale forte di gradimento per il nostro rapporto qualità/prezzo.
Ed è da mo che il B. B. afferma questa str…anezza che non trova alcun riscontro da nessuna parte. Infatti la competitività (dove siamo 29° al mondo) dipende da PREZZI QUALITA’, strategie Controllo Incremento Qualità, Qualità costi ricavi del prodotto sistema, come internazionalmente risaputo da tutti, o quasi tutti.
Forse lui, no.
E oltretutto bisognerebbe guardare nella totalità del settore alberghiero, non solo quello che aggrada.
Inoltre il semplice fatto che l’Italia è al primo posto (click web) nei desideri di viaggio degli stranieri, e che poi cambiano repentinamente idea verso altre destinazioni per via del prezzo/qualità, la dice già grossa … per tutti, o quasi tutti.
Forse a lui, no.
Comunque, tutti o non tutti, continuando a leggere in quell’unica paginetta web delle sue dichiarazioni, è scritto che tra le regioni più gettonate per l’estate 2010, c’è la Sicilia.
Mentre non passano che pochi giorni (quattro), ed ecco apparire: “Gli albergatori dell'Isola denunciano ad agosto un calo del fatturato e delle presenze del 20 per cento rispetto al 2009”.
Dulcis in fundo, qualche rigo più sotto, il Bocca sostiene che New York per prima, subirà un calo notevole per via dell’apprezzamento del dollaro.
Ma non gli basta dare i “numeri” in Italia?
Vabbè, inutile dirlo ma anche qui arriva l’ennesima (?) smentita, o se preferite, “figuraccia (?)” per il "buon" Bernabò, poichè i funzionari della città statunitense dicono che i preliminari del turismo mostrano che New York è in corsa per superare il record del 2008 di 47 milioni di visitatori.
Ne avesse azzeccata soltanto che una.
Ah, dimenticavo.
L’indagine si è svolta su di un campione di 1.200 persone maggiorenni che per i 47 milioni che lo sono in Italia, fanno l’incredibile e “autorevole” percentuale dello zero virgola zero zero zero zero e qualcosa, che portano ad una sola domanda: “Possibile, che in tanti anni, non abbia ancora capito che queste statistiche o dati, non hanno nessuna logica d’essere (?)”.
Chissà se adesso si può dire che Bernabò Bocca di turismo non ne capisce una cippa?

sabato 28 agosto 2010

Il turismo e i rospi da ingoiare ...



… ma assolutamente da non baciare perchè si corre il rischio che torni come prima.

Certo che di rospi, da quando la Brambilla l’hanno messa al turismo, ne abbiamo ingoiati un bel po’.
E l’elenco dei suoi tentativi per ripristinare il settore ma che invece sono rimasti a veleggiare nell’aria alla maniera di inutile fiato e come eccessivo spreco d’ossigeno, hanno arrecato forse più danno del disboscamento dell’Amazzonia.
Che se veramente esistesse una giustizia terrena; ebbene, dovrebbe essere subito tramutata in un flaccido rospo; altro che farceli trangugiare a noi.
E magari mantenendo la rossa capigliatura per permetterci di distinguerla nello stagno dagli altri “colleghi”, conservando anche i suoi ammenicoli vari, tipo calze autoreggenti in bella vista, tacchi da 12, pizzi inguinali o capezzoli al vento.
Tutte cose che in verità non s’addicono ad un ministro della Repubblica ma a tutt’altre persone.
Ma questo purtroppo non è, e tra pochi giorni rincomincerà di nuovo la “sua personale” sfilza di dati e presenze turistiche che probabilmente non trovano invero un possibile riscontro di verità.
Le solite fantasticherie sul da farsi o le usuali nomine “meritocratiche”, gli impegni del ministero del turismo che ministero non è, il portale sempre in dirittura d’arrivo, ma che ha ancora tante curve da fare, eccetera eccetera.
E la storia continua.
Mentre forse non resta che affidarci alla giustizia divina e provare a scrivere una lettera; ma a quale indirizzo?
A Babbo Natale, alla Befana, Halloween (no, lì ci scrivono solo gli americani); ma allora dove?
Al suo Capo, che si dice, sia il vice di Dio?
Vabbè, bando agli scherzi, però non sarebbe male vederla tramutata in un molliccio anfibio gracchiante (vedi foto), che oltretutto è anche un’animale utile e simpatico, che quasi quasi nel cambio, "turisticamente" ci guadagniamo.
E se dovesse succedere per chissà quale sortilegio, che a qualcuno non venga in mente di baciarla per riportarla allo stato “normale”, ci vuole stomaco per baciare un rospo schifoso.
Ma qualche scemo c’è sempre.

venerdì 27 agosto 2010

Dire fare … e testamento







Quello del FARE e non quello del DIRE.
E’ così che recentemente il Presidente del Consiglio ha più volte affermato nei confronti del "suo" Governo.
Che ne sia certo per tutti i settori dell’amministrazione o è solo un modo di DIRE?
Mah, perché se proprio vogliamo dare un’attenta analisi a queste parole e per un attimo le “ragioniamo” sull’operato della Brambilla; cosa possiamo affermare senza alcun problema di probabile smentita?
Lascio a voi che mi leggete l’eventuale incombenza.
Personalmente del suo DIRE ne ho letto, sentito e visto in quantità industriale, mentre del FARE … boh?
Quadrupedi a parte.
I risultati, non “camuffati” parlano e dicono anche già troppo da soli, mentre di programmazione e innovazione … una bella cippa o proprio ben poco.
Quindi?
E quindi non si riesce a capire il come la ministra possa mantenere un dicastero così importante senza per altro far vedere dei risultati “veritieri”.
E non dico che non s’impegni, poverina, perchè lo fa.
E' che non c’arriva, perché questo settore bisogna conoscerlo, non è un giocattolino ed è troppo complicato; il tutto nonostante “l’aiuto” e la considerazione che ha per lei il suo Presidente.
Il decreto dei Campi da Golf (di cui approvo la consistenza o realizzazione, ma per ora sto zitto, aspetto solo di leggere qualche nome che … ma ve lo dico dopo), Casinò (come sopra) e poi (?) … qualche parente o amico inserito nei posti dirigenziali più prestigiosi e non per poche “palanche”, qualche viaggetto di qui e di là che non se ne capisce il verso o l’utilità, e più nulla.
Ma non si doveva, in breve tempo, raddoppiare l’incidenza del turismo sul PIL fino al 20%?
Credo che invece sia quello del DETTO e non quello del FATTO, almeno per il turismo, il resto non so e non voglio dire.
Resta il testamento; beh, è la speranza che qualcuno lo faccia in fretta, o anche lei stessa, e ce la levi o si tolga dai piedi … turisticamente parlando, naturalmente.

giovedì 26 agosto 2010

Crisis Hits Greek Tourism as Cancellations Soar






The Greek tourism industry, which was hoped to contribute to the country's recovery, is in crisis. Hundreds of hotels are for sale, and visitor numbers are in sharp decline. The cash-strapped government is hardly in a position to help.
The season got off to a late start this year. It is mid-May, there is bright sunshine in the skies over Greece, and Dimitris Fassoulakis is standing on the abandoned terrace of his hotel on the southern coast of Crete. The lobby and the restaurant are empty, and there is no one in the pool. "Pick a spot," says the manager, spreading his arms widely.
Fassoulakis's bungalows complex Valley Village, which is located on the green outskirts of Matala, a former hippie bastion, has 70 rooms and more than 200 beds, only eight of which are occupied at the moment. The vacation season in Crete normally begins in early April, sometimes even at the end of March. But this year the hotelier has only just opened his doors, with 50 of the 210 days in the season already gone before it has even begun.
"Owning a hotel is no longer a good business," says Fassoulakis. He is now 41, his father Manolis built the complex and his two brothers are also involved in the business. If this weren't the case, he would have sold it a long time ago. Only last year, Fassoulakis began renovation work, hired architects and obtained building permits. But now he lacks the funds to proceed, and loans are no longer being approved. "How are we supposed to continue?" he asks. The coming high season doesn't bode well, either, with only 50 percent of rooms already booked -- in the middle of the summer vacation period.
"You see the crisis and you hear it," says another hotelier. "Normally there's a lot of activity and noise on the street at this time of day." Instead, one can hear the birds singing. It's summer in Greece, and the tourists are staying away.
Cancellations Up
Reservations are down by an average of about 30 percent nationwide since last summer, and experts expect a large number of cancellations. The Association of Greek Tourism Enterprises (SETE) reported that in the first 24 hours after the general strike in early May, more than 5,800 reservations were cancelled in 28 Athens hotels. According to SETE calculations, at least 300,000 Germans will decide not to make their usual trips to Greece this year.
Dozens of conferences and major events have been cancelled in the country's two largest cities, Athens and Thessaloniki, as well as in Crete and the northern Greek beach resort area of Chalkidiki. After the riots in the capital, some countries, like Romania, issued travel warnings for Athens.
More than 400 hotels are now officially for sale: 81 on the Ionian Islands, 48 on Rhodes, 50 on the Cyclades and 44 on Crete. The Greek vacation atlas, with names like Paros, Naxos, Andros, Milos, Santorini, Corfu and Kos, reads like one big bargain-basement sale. The Athens daily newspaper Kathimerini estimates the value of all properties currently on the market at more than €5 billion ($6.2 billion). They also include luxury hotels, the names of which have been concealed from the public.
Dependent on Tourism
Marred by general strikes, mass protests, burning banks and deaths, the vacation paradise hasn't looked like one for weeks, at least not in the news. The Greeks themselves have less money to spend on vacation, while tourists have other options.
And then there are the ongoing stories of corruption, sleaze and fraud, like the massive tax debt of pop singer and actor Tolis Voskopoulos. Using tricks and deception, he managed to avoid paying €5.5 million on back taxes for 17 years. Until last week, the singer's wife was the deputy minister for tourism in the administration of Prime Minister George Papandreou. She resigned because of her husband.
One in five jobs depends directly or indirectly on tourism, as does -- or did, at least -- 18 percent of the country's gross domestic product. Some 850,000 people work in the tourism industry in Greece.
Hall Full or Half Empty?
"Tourism is our heavy industry," says hotel manager Andreas Metaxas. "It's a key economic sector next to agriculture and shipping." The latter is also suffering as a result of the global crisis.
Metaxas, 49, is sitting in the garden of his five-star, 285-room hotel near Heraklion on Crete. "Our hotel is half-booked -- half full, not half empty," he says. This distinction is important to him, because "cancellations sound like an eternal alarm signal, one that says: Do not visit Greece under any circumstances."
As vice president of the Greek hotel association, Metaxas is familiar with the problems in his industry, and unlike others, he also talks about them. He talks about the air traffic controllers who keep shutting down air traffic. Or the sailors' union, which went on strike on May 1 and shut down all ferry traffic to the Greek islands, and, at the end of April, refused to allow about 1,000 passengers on a cruise ship in the port of Piraeus to board their luxury liner.
Metaxas invested €2.5 million in his extensive complex last winter and €5 million during the previous winter -- for new bathrooms, a new swimming pool, more landscaping and better recreational options. "You need money to guarantee quality and a range of services. At the same time, you have to cut costs and reduce prices to keep old customers and gain new ones," he says. "That borders on magic."
Polishing Greece's Image
He knows that the two things are incompatible, and that the crisis is still far from its peak in Crete. This spells disaster for the island, which derives 43 percent of its total economic output from tourism.
The industry is now hoping for assistance from the already overwhelmed government, as well as for new ideas from the government tourism organization, EOT, which has set up its own crisis team. An image campaign abroad could help, one that presents images of the other, hospitable side of Greece, the home of the sirtaki dance and tzatziki.
Even the campaign requires a budget, which could be a problem. The EOT already owes Greek and foreign media organizations about €100 million for past ad campaigns.
By Manfred Ertel
Translated from the German by Christopher Sultan

mercoledì 25 agosto 2010

Lo sciopero della Tirrenia ... a chi serve?

Accipicchia e c’aggiungo anche “belin”, vecchia ma sempre efficace invettiva ligure mai passata di moda.
Quando le cose superano il limite della ragionevolezza, ecco che il “belin” fa capolino in quasi tutte le frasi dei nativi nonché dei residenti (anche in quelle degli ultimi arrivati, ahimè pochi) della meravigliosa striscia di terra che racchiude a nord il Mar Ligure.
Quindi belin, belin e ancora belin, alla massima potenza.
La Uil trasporti, il sindacato di Giuseppe Caronia ha proclamato lo sciopero della Tirrenia per le date del 30 e 31 agosto 2010, contro la privatizzazione della compagnia di navigazione.
Ma siamo pazzi, non bastano i 3 miliardi di euro dei contribuenti che sono andati già persi, più quelli del bando di privatizzazione che lo Stato ha già assicurato come dote di salvataggio, 1,24 miliardi fino al 2022, a vantaggio del futuro compratore.
Non è un incubo, né un paradosso, né una novella degna del teatro dell’assurdo; è la realtà che supera tutto e tutti, perfino tali illustrissimi drammaturghi.
Non sto qui a dire che gli scioperi non siano sacrosanti per la tutela dei lavoratori e altre “panzane” del genere; chi non lo sa.
E il ripeterlo ancora una volta, porta alle solite “menate” dei tempi addietro, del bla bla bla per gridare qualcosa a microfoni aperti e aizzare le folle più stolte.
Ma c’è ancora qualcuno che ci crede o ci cade?
Si vede di si.
I diritti dei lavoratori vanno assistiti tutti, senza distinzione di colore o bandiera, ma vuoi vedere che non c’è né nemmeno uno, di lavoratori, che in quei giorni ha programmato di prendere i traghetti della Tirrenia?
Che quei 20.000 (ventimila) che hanno prenotato il viaggio in quei giorni con la Tirrenia, siano tutti dei nulla facenti o pelandroni indefessi?
O forse quelli non vanno tutelati; anzi, chissenefrega di loro e dei turisti; che poi anche questi, anche se sono impiegati da altre parti, pur sempre lavorano.
Eh no, e l’ultimo esempio ci viene dalla Grecia che qual cosina dovrebbe avercelo insegnato; invece nisba.
Gli ultimi dati danno un calo del 25/30% dei turisti nella penisola ellenica, serrate totali e indotto a rotoli.
Ma come ci si è arrivati a quel tracollo generale?
Semplice.
Alla crisi si sono aggiunti gli scioperi ad oltranza dei controllori di volo, autotrasportatori e via dicendo, contro il piano di austerità varato dal governo di Atene in accordo con l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale in cambio di un prestito da 110 miliardi di euro.
Gli scioperi hanno provocato seri danni soprattutto all'industria turistica, una delle più redditizie del Paese.
E ora?
Anche qui è semplice la deduzione; tutti a casa e ... sciopera adesso, ma questa volta contro te stesso, visto che non c’è più datori del lavoro.
Ma per piacere, precettateli e se non sbaglio per legge, lo sciopero, per il periodo estivo, non è permesso prima del 5 settembre, solo che …
Sotto il Governo di Reagan lo sciopero dei controllori del traffico aereo contro la deregolamentazione del trasporto aereo cessò a seguito del licenziamento in massa e sostituzione di tutto il personale che disattese l'equivalente americano della precettazione governativa, ma la legislazione negli USA prevede la sostituzione e il licenziamento degli scioperanti che siano stati precettati.
Qui da noi il mancato rispetto della precettazione è un reato di interruzione di pubblico servizio, ma non è "giusta causa" di licenziamento.
Allora non resta che usare il cervello o parte di quello che resta.
Non voglio offendere, per carità, ma un fatto del genere contribuirebbe a diminuire l’opinione turistica già miserrima che gli stranieri hanno di noi; a deframmentare a mo di spezzatino la Compagnia di navigazione che “l’incauta” gestione dell’inamovibile Franco Pecorini ha protratto in oltre 25 anni, e dulcis in fundo, la metodica tutta italiana di non riuscire mai ad andare d’accordo o creare qualche intesa che accontenti un pò tutti.
Belin, ma che gente siete (?), non è così che si risolvono quei problemi, o forse sotto sotto, che creare questa situazione serva a qualcuno per …, mah!

martedì 24 agosto 2010

Dimmi i dati che dai e ti dirò chi sei








Vogliamo, per una sola volta, credere ai dati dell’Osservatorio Nazionale del Turismo?
La domanda può sembrare maliziosa, ma in fondo ho sempre la speranza che in Italia ci sia qualcosa che nell’ambito vada per il verso giusto; pertanto dai, ci provo.
14 agosto 2010, l’ONT che ha sede presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri nel Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, e svolge compiti di studio, analisi, monitoraggio delle dinamiche economico-sociali connesse al fenomeno del turismo, anche ai fini della misurazione del livello di competitività del sistema, dichiara che sono 22,6 milioni gli italiani che hanno pianificato una vacanza nel mese di agosto, contro i 19 milioni partiti nello stesso mese dello scorso anno.
E fin qui tutto bene anche se, nonostante l’intento di volerci credere a tutti i costi, mantengo qualche dubbio.
Comunque, andiamo avanti, su forza.
L’indagine, dicono, si è svolta su un campione di 5 mila 250 interviste che per quanto riguarda le destinazioni nazionali prescelte dai connazionali, in vetta spiccano Puglia, Emilia Romagna e Sicilia.
Abitudinalmente sono portato ad esaminare per prima, l’ultima parola, poiché è quella che chiude il discorso, e spesso viene inserita o detta per dare maggior risalto alle precedenti, allungare il discorso e quant’altro che non sto qui a dire, perché sennò diventa più una lezione sui comportamenti umani che una disamina di dati e statistiche.
Quindi, una su tutte, prendo la Sicilia.
10 agosto 2010, ben quattro giorni prima della precedente dichiarazione dell’ONT, leggo sull’inserto siciliano de La Repubblica, “Presenze flop negli alberghi siciliani”.
Strutture ricettive in gran parte vecchie, difficoltà nei collegamenti aerei, trasporti interni carenti. Il risultato è la crisi del turismo in Sicilia. Gli operatori denunciano un calo delle presenze nell'ordine del 20 per cento. Paga pegno soprattutto Palermo, che sconta l'emergenza rifiuti degli ultimi mesi: qui la permanenza dei turisti non supera in media i due giorni. In controtendenza solo Cefalù, Taormina, Sciacca e Lampedusa, ma si parla di poche migliaia di clienti in più. Il turismo siciliano fa flop. Gli albergatori dell'Isola denunciano ad agosto un calo del fatturato e delle presenze del 20 per cento rispetto al 2009.
Troppi posti letto e strutture alberghiere non sempre nuovissime, pochi collegamenti aerei con le grandi città italiane e straniere mentre sulle isole Eolie pesa l'incognita dell'operazione Tirrenia e i tempi di trasferimento dagli aeroporti sono ancora troppo lunghi. Questi alcuni motivi, secondo gli operatori turistici, della scarso appeal dell'Isola. A soffrire di più della crisi sono le province di Palermo e Catania.
?
Beh, io c'ho provato, ma sapevo che con l'ONT andava a finire così.

lunedì 23 agosto 2010

Brambilla due di bastoni o asso di coppe ?

Checchesenedica e se ne parli nell’ambito turistico, la Brambilla, si sa, ha la fiducia di Silvio Berlusconi.
Non si spiegherebbe, altrimenti, il come possa mantenere la carica di ministro con dei risultati così, e di quelli a venire, vista l’inesistenza di una futura produttiva programmazione.
E poco le varrà “inventarsi”, con l’ausilio di “collaborazioni forzate”, di dati e statistiche che ci narreranno le solite “favole” del tutto va bene; anzi, anche meglio.
Oramai non ci casca più nessuno, si spera.
E allora butto la mia idea; non che sia originale, per carità, ma si sa mai che qualcuno leggendomi non glielo vada a dire al Presidente, che magari sotto sotto ci ripensi e ce la tolga dai piedi.
Naturalmente intendo dal turismo.
A lei il Premier ha sempre riconosciuto una eccezionale capacità organizzativa e una fedeltà totale «alla causa».
In più, negli ultimi tempi si è anche conquistata la fiducia di larghi strati del partito.
Fiducia che all'inizio non aveva; anzi, in molti all'interno di Forza Italia prima e del PDL poi, le hanno fatto la guerra, innervositi dall'«intrusa» che piano piano scalava posizioni nell'entourage del Cavaliere.
E la paura delle “bizze” del Capo unite al suo amore per la “rossa”, hanno fatto si che molti cambiassero opinione nei confronti della Michela, e dalla reputazione di due di bastoni è passata all’asso di coppe.
Almeno fino a che il Re manterrà il suo Regno; poi per la ministra saranno di certo “augelli acidi”, e probabilmente un mesto ritorno al passato.
Ora la Brambilla è tornata a essere la possibile candidata alla guida dei vari Circoli che si organizzano sul territorio.
Incarico che nella sostanza già aveva, essendo la responsabile dell'ala «movimentista» del partito, ma che ora potrebbe avere una ufficializzazione definitiva.
Magari anche in coppia con Mario Valducci, deputato e presidente dei Club della Libertà o in qualsivoglia altra maniera.
L’importante è che ce la tolga di torno.
Nessuno discute questa sua qualità, né tantomeno lo faccio io.
Intanto ieri, quando le agenzie avevano appena iniziato a diffondere il testo del messaggio di Berlusconi, l'efficiente Brambilla aveva già pronta la lettera per i suoi Promotori della Libertà con la quale annunciava la riorganizzazione dei Circoli.
Visto?
Neanche detto ma subito fatto!
Quindi perdiana, che ritorni all’antico, dove può dare il meglio di se e dei nostri amici quadrupedi, alati, palmipedi, pinnidi e via dicendo.
E al turismo?
Qualsiasi, che tanto di più (peggio) non si può.
Basta che il Silvio non peschi nella cerchia dei “professionisti” nazionali che … vabbè, lasciamo perdere che è meglio.

domenica 22 agosto 2010

Il turismo, un film dell'orrore senza lieto fine





Si, sembra ieri ma sono passati 30anni da quando l’industria “frufru” del turismo nazionale ha cominciato il suo lento declino.
Troppo intelligenti gli altri Paesi o troppo “citrulli” noi?
Qualche sparuta ripresina, un po’ qui e un po’ là e per brevi periodi, permettono ai “citrulli” di raccontarcela ancora per un po’, di dirci che loro sono bravi e che probabilmente tutto va bene.
In verità alcune Regioni mantengono meglio, ma altre decadono sempre di più.
E per industria turistica intendo tutto "l’ambaradan" che intorno ad essa coinvolge le istituzioni, università, sindacati, enti, associazioni di varia specie e chi più ne ha più ne metta.
Un casino completo di nullità e tante, solo tante parole.
Anche quest’anno si parte in tromba, squilli e rintocchi di campane; dati e statistiche futuriste che sembrano prese più dall’estrazioni del Lotto o dalle previsioni del tempo, che per merito di logiche disamine, e dove invece alla fine il battaglio suona sempre a "morte" per noi; i "trombati".
Altro che trombe e campane!
Numeri messi lì un tanto al caso, un due per tre.
Poi, come sempre, arriva la verità, sempre che la Brambilla non ci metta del suo per “camuffare” anche queste con l’apporto “involontariamente compiacente” di qualche importante “esaminatore” dei dati turistici.
Signori, sveglia, basta con questi pseudo conoscitori della materia turismo, dobbiamo darci da fare, una mano sul cuore e l’altra sulla testa.
Basta con gli ingranaggi da “oliare” ben bene, con i favoritismi partitocratici, con l’inserimento nelle stanze dei bottoni di nulla facenti e nulla sapienti, basta basta basta.
Comunque basta o non basta (più facile quest'ultima ipotesi), ecco che arrivano i primi dati da parte del sindacato italiano balneari (SIB) che così dice: “I dati, parlano di un calo a due cifre nella settimana di ferragosto, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per alcune delle principali località di mare. La contrazione era gia' stata pesante a giugno, con punte del 20-30% in alcune località, mentre il mese successivo aveva dato segnati di timida ripresa. Versilia, Liguria, Veneto, e Friuli hanno fatto registrare un calo fino al 10% nella settimana di ferragosto che tradizionalmente segna il clou dell'estate.
E Marche!
Si, quella Regione che "maldestramente" aveva impegnato circa due milioni di euro per farsi pubblicizzare nientemeno che da Dustin Hoffman in uno spot che ancora grida vendetta.
Il fautore, a suo tempo di questa denuncia, l’amico e regista Andrea Lodovichetti, m’informa che lì, la settimana di ferragosto, si è avuto un calo del ben 15%.
Che dire; abbiamo già tanto detto e scritto sulle responsabilità dell’allora assessore al turismo della Regione Marche Vittoriano Solazzi e del Direttore Artistico dello Stabile delle Marche, Gianpiero Solari, che avevano programmato questa bella trovata; quindi aggiungere altro è solo una gran perdita di tempo.
Prima si migliora il prodotto, poi…, e chissà se dopo questo eclatante escamotage non vengano anche promossi.
Come “quelli” che della cosa ne parlarono anche a favore.
Ma per piacere, forse è tempo che torniate a scuola, ma non in quelle italiane preposte al turismo.
E così nella Sicilia dell’assessore al turismo Nino Strano che fino a ieri pronunciava parole di “benessere” a lode dei suoi meriti a tutto spiano; chissà se ancora lo fa o lo farà?
E via col Lazio del giovin (71 anni) Francesco Zappalà che vuole istituire l’elite delle scuole alberghiere, la quasi “centesima” in quella Regione, ma per il resto …, boh, si vedrà.
Niente, proprio un bel niente d’innovazione … sempre gli stessi a dettare le regole, mentre quelli nuovi sono lì, per non si capisce quali meriti o “premio”, o forse si capisce benissimo.
E il tutto sembra un film dell’orrore che ci costa molto più di un biglietto del cinema, dove i predestinati a subire le angherie degli “zombi” siamo noi, e porca miseria, non s’intravvede minimamente un lieto fine a questo schifo di pellicola.

The best hotel school in the world ... for me







As the world’s oldest hotel school, Ecole Hoteliere de Lausanne (EHL) commands immense respect among hospitality and tourism professionals. It rivals Cornell’s School of Hotel Administration in terms of international clout, and graduates of EHL become high-level employees or even founders of leading hospitality and tourism organizations.
EHL has a unique view of the hospitality industry, seeing it as a tool to help pull developing nations out of economic straits. The school received the Swiss Ethics Prize in 2006 for its work in sustainable development, and many graduates go on to become leaders in sustainable tourism.
Academics
Ecole Hoteliere de Lausanne is accredited both in Switzerland and abroad. The core degree that most students pursue is a Bachelor of Science in Hospitality Management. The program integrates the science of hospitality management with the “art of understanding” that any leader in this industry has to possess.
It’s this mixture of left- and right-brain teaching tactics that keeps Ecole Hoteliere de Lausanne ahead of the industry. You’ll be encouraged to study and build on successful business strategies. At the same time, the program’s designers understand that the art of hospitality can’t be gleaned from a textbook, so you’ll be paired with mentors while receiving valuable hands-on training that no amount of in-class studying could substitute.
Campus Life
The EHL campus is also an active hotel, equipped with popular restaurants and bars that serve as a training ground as well as place to unwind in the evening. Beyond this, the city has a booming nightlife, with dozens of bars and live-music venues in reach of the main campus. Lausanne also serves as headquarters for the Olympic Committee, and students enjoy access to world-class sporting facilities.
Faculty & Staff
The faculty members at EHL hail from 20 different countries and they have formidable professional experience in everything from culinary arts to marketing and finance. The list includes esteemed scholars, practitioners with invaluable experience and former executives from the hospitality industry. Most of the faculty members are highly involved on campus, engaging their students in activities and projects outside of the classroom.
EHL’s faculty and staff are industry leaders, regularly speaking at international conferences and leading workshops. With this team of esteemed academics and professionals behind you, you’ll be receiving one of the most sought-after degrees in the hospitality industry.
Life after Ecole Hoteliere de Lausanne
With the reputation of a degree from Ecole Hoteliere de Lausanne behind you, you’ll have access to more opportunities than most. Graduates of EHL go on to manage five-star hotels, open cutting-edge restaurants and implement innovative industry concepts.
A recent industry survey found that graduates of EHL are consistently among the first chosen by leading recruiters in the tourism and hospitality industry. A degree from Ecole Hoteliere de Lausanne all but guarantees a competitive edge over graduates from similar programs at other schools.
To find out more about studying at Ecole Hoteliere de Lausanne, please click here

sabato 21 agosto 2010

La differenza tra scuolle, squole e scuole alberghiere nel mondo.

Circa due anni fa leggevo sul Gulf News (http://www.gulfnews.com/home/index.html) , il quotidiano in lingua inglese più importante di Dubai City, che venivano stanziati circa 2 mld di dollari per la creazione di una scuola di formazione alberghiera a supporto del grande sviluppo turistico e della necessità di proporre del personale altamente qualificato per la ricettività di quel paese.
Al primo esame si potrebbe ritenere un’ottima iniziativa ma non certamente nuova poiché in perfetta sintonia con le metodologie di alcune grandi, serie e professionali catene alberghiere che già da anni destinano una buona percentuale del budget a corsi di aggiornamento interno.
Dubai City non ha siti Unesco e non dispone di alcun patrimonio artistico-culturale naturale o retro-attivo ma si sta prepotentemente affacciando nell’elite mondiale turistica che rappresenta una buona fetta del movimento monetario della nazione.
Le altre risorse sono il petrolio (10%) e gli interscambi con gli altri stati degli Emirati Arabi attraverso il porto ed aeroporti.
Come dire; stanno lavorando molto bene ma non hanno inventato niente di nuovo mentre noi non stiamo affatto lavorando bene e non riusciamo neanche a mantenere o programmare quello di cui negli anni addietro eravamo campioni.
Ma veniamo alle scuole alberghiere!
Come già detto in un precedente l’Italia negli anni ‘50/’60 e ’70 disponeva di ottime scuole alberghiere che ci permettevano di stanziare nelle primissime posizioni mondiali da cui fuoriuscivano grandi future personalità dei vari settori alberghieri e ristorativi.
Infatti non vi è una sola sezione alberghiera in cui non siamo stati i promotori sia in didattica che in creatività; lo stesso Leonardo Da Vinci, un esempio su tanti, fu grandissimo ideatore nella Roma dei Cesari nel 1489, in occasione delle nozze di Giangaleazzo Visconti e Isabella d’Aragona, dell’allestimento del banchetto nuziale dove fecero capolino per la prima volta al mondo i tovaglioli ed il modo di servire le portate.
Da quell’occasione nascono appunto i servizi alla francese, russa ed italiana ben contornati dall’eleganza dei servitori che volteggiando musicalmente deliziavano i commensali.
Cose d'altri tempi ma intonate all'epoca.
Mentre adesso?
Adesso prova a chiedere cosa sia il "FILO" nella ‘mise en place’ in un tavolo reale; uno su mille ti risponderà e forse neanche quello, docenti, presidi o magnifici compresi.
Le cause di questa debacle sono molteplici; lo stipendio di un docente corrisponde alla paga di un lavapiatti stagionale e quindi è immaginabile la volontà dei buoni preparatori ad affrontare questa istruzione e detto porta conseguentemente al deterioramento di gran parte delle istituzioni scolastiche presenti nello stivale.
La EHL di Losanna, internazionalmente ritenuta la migliore scuola alberghiera del globo e personalmente visitata in più occasioni a livello informativo, ha variegati programmi di formazione e gli standard sono affinati con precisione svizzera mentre governi, associazioni professionali e scuole superiori di una decina di paesi hanno chiesto all'EHL di guidare lo sviluppo delle loro scuole professionali alberghiere, tra cui gli Emirati Arabi.
La LCB di Adelaide in Australia, The Hague in Olanda fondata dall’Horecaf, Finlandia e poche altre hanno capito che la qualità non è solo nel management direttivo ma la parte qualitativa integrante proviene dalla cucina, sala, bar, camere, reception fino alla maintenance o alle lavanderie attraverso deposito e quant’altro del meraviglioso settore.
In Italia invece l’attenzione è principalmente rivolta al direttivo alberghiero (direttore o F&B) con la giornaliera creazione di nuove realtà di Master, corsi o stage confermati dall’innumerevole periodica e logorroica ricezione (attraverso la posta Mail) di nuovi corsi per queste posizioni lavorative.
Ogni giorno una nuova posizione dirigenziale alberghiera di cui non si conoscono neanche le prerogative, e solitamente doppioni di altre già esistenti.
Però ci sono i corsi da pagare o che vengono pagati da altri (Europa), mentre quella posizione non la cercherà mai nessuno o ben pochi.
Ho ben presente il valore o l'utilità che i partecipanti, alla fine dei quali, ottengono di fronte alla realtà lavorativa.
Ma per piacere!
Le scuole alberghiere sono ritenute e scelte per lo più in base alla facilità per l’ottenimento del diploma, dopodiché viene abbandonato dagli studenti ogni interesse a proseguire il mestiere e causa è anche l’invogliamento che i docenti non riescono a dare agli alunni, comportando l’inserimento di personale estero senza nessuna cultura alberghiera, ma a basso costo.
Il risultato lo conosciamo come conosciamo l’interesse delle istituzioni governative alla risoluzione del problema e mentre Dubai City impegna tutti quei soldi per il miglioramento programmatico, noi continuiamo con il nulla!
Tutto questo mentre le 10.000 associazioni (l’armata di 800.000 prs.) di varia natura discutono improduttivamente il calo nel settore!
Continua ....

venerdì 20 agosto 2010

La "Sagra" della patata (tubero)

Doppi sensi a parte, quella della patata è la sagra più diffusa in Italia.
24esima edizione di là, 35esima di qui e se giri l’angolo trovi anche quella che ha passato le tre cifre.
Festa della birra, sagra del pescatore o quella degli gnocchi, poi la sagra dei pici oppure dell'oca, del pollo, dei funghi porcini e poi le cantine aperte, del fritto di pesce o zuppa e fagioli… e adesso basta qui, sennò ci vogliono le pagine della Treccani.
Ma chi paga?
Noi naturalmente, anche quelli che alle sagre non ci vanno.
E i ristoratori?
Ve lo dico dopo.
In tempi di crisi e di tagli agli sprechi i Comuni sono pronti a rinunciare a qualsiasi cosa, ma non a un bel panino con qualcosa dentro.
C’è il Sindaco o il Governatore che piangono miseria per l’istruzione o per la mancanza di fondi per le politiche sociali, ma un buchino nel bilancio comunale si trova sempre per fare spazio alla sagra del paese, se poi è quella della patata, avanti, armiamoci e … partite.
In altre parole, nemmeno la crisi è in grado di fermarle.
A Lariano, paese dei Castelli romani famosissimo per il pane, hanno deciso di fare quella del fungo porcino, però un pochino in anticipo rispetto alla raccolta.
Va a finire che i funghi sono si gustosi ma non proprio autoctoni, almeno a giudicare dai “tir” che arrivano dalla Slovenia durante i giorni della manifestazione.
Quello che non ammazza ingrassa e il “boletus” avrà anche la carta d’identità taroccata, ma sempre porcino è.
Che la crisi del carciofo a Sezze sia cosa reale è dimostrato dalla recente delibera dell’amministrazione comunale che ha stabilito degli incentivi da mille euro l’uno per cinquanta aziende che si impegneranno a produrre come Unione Europea comanda … però la sagra c’è.
Che dire di quella di Meda dove 6 mila euro sono finiti alla sagra locale del pesce (pure se mari e laghi non sono di certo dietro l’angolo).
Rimanendo in collina, un’aiutino arriva anche a Maenza quando la natura non si prodiga per fornire la quantità necessaria di ciliegie per la sagra di maggio. Ma se il prodotto non c’è, o quanto meno è di nicchia, perché accanirsi con la più popolare delle promozioni?
La domanda deve essersela posta anche l’assessorato la turismo laziale che ha chiuso i rubinetti.
Ipotizzando un contributo di circa 10.000 euro (media), sul suolo nazionale fa qualcosa come 80 milioni di euro.
Senza contare che altri finanziamenti arrivano dalle Regioni, Provincie ed enti locali vari. E che spesso le amministrazioni mettono a disposizione locali, illuminazione pubblica, polizia locale per l’ordine pubblico eccetera eccetera.
E a pagare è sempre Pantalone; cioè noi.
Tutte le iniziative sono legittime, per carità, ma perché deve pagarle sempre il contribuente?
Non si potrebbero gestire diversamente come unione dei ristoratori locali o quant’altro?
Infatti è rivolta al grido di concorrenza sleale, cibi scadenti, cuochi fai da te e prodotti importati.
I commercianti di gran parte d’Italia sono in rivolta contro il proliferare incontrollato delle sagre.
A siena la ribellione è capeggiata dal presidente provinciale della Fiepet-Confesercenti, Gaetano De Martino: “Per i commercianti è insopportabile la concorrenza delle sagre che hanno costi abbattuti: dall’illuminazione allo smaltimento dei rifiuti rispetto a chi deve mantenere un negozio. Le iniziative proliferano indiscriminatamente e il legame con il territorio è sempre più debole.
E’ il caso della sagra del calamaro gigante della Manziana, cittadina di 6mila anime ai margini dei monti Cimini nel Lazio, trasformata nell’occasione in sagra del calamaro fritto. Qual è il nesso con la Tuscia, famosa per i butteri e la carne maremmana?”
Per rimettere ordine a tutto questo sarebbe sufficiente un regolamento regionale, limitando a non più di dieci giorni, non consecutivi, le autorizzazioni per la somministrazione di bevande e alimenti, il rispetto delle norme di sicurezza nei confronti dei lavoratori impiegati, nonché le disposizioni in materia igienico-sanitaria, e se poi ci mettiamo a parlare delle non retribuzioni per i “volontari” eccetera eccetera, la “cosa” si fa lunga.
Dulcis in fundo … l’organizzazione dovrebbe essere completamente privata e non soggetta ad aiutini comunali, provinciali o regionali.
Eccheccavolo!
E la Brambilla?
La “Sciura” Brambilla la senti “solo” quando si parla di gatti, cani o animali in genere … e per dare qualche statistica o dati che “solo” lei conosce … che “naturalmente” vengono “perentoriamente” sconfessati dai fatti.
Con l’aiuto “involontario” di Francesco Cremonesi, Maria Corsetti e Stefano Vladovich.

giovedì 19 agosto 2010

I Baroni de La Sapienza e la Principessa Ifigonia

La mia opinione sulla gran parte delle Università italiane preposte al turismo è oramai risaputa.
Anche nelle più piccole sfaccettature.
Infatti di queste ne ho talmente “pena”, che se le potessi giudicarle pena-lmente, diventerebbero una “pena” piena o molteplici ergastoli a vita!
Ma non è certamente questo quello che conta o che può importare, come ben poco importa la loro opinione nei confronti di chi li ostenta.
Sono i fatti e i risultati che contano, il resto è solo aria fritta.
Una massa di … vabbè, lasciamo perdere che è meglio.
Comunque conta o non conta, apro il giornale e leggo che i “potentati” della La Sapienza di Roma, avranno altri dieci anni per deliziarci delle loro edotte conoscenze e grande dottrina.
Noi siam felici, noi siam contenti; le chiappe del cul porgiam riverenti; intonavano le Vergini de "La Principessa Ifigonia" qualche tempo fa, dove il Gran Cerimoniere di rimando: “Adesso andate tutti fuori dai coglioni, per lasciar posto a Principi e Baroni…”
Solo che il posto non lo lasciamo noi, no, sono loro che se lo tengono ben stretto e per non "perderlo" si sono studiati anche questa che segue...
... infatti l’Università di Roma La Sapienza, in linea con il generale sentire del Paese e con il bisogno di apertura alle giovani generazioni, ha appena aperto le posizioni per il titolo di Professore Senior Sapienza e Ricercatore Senior Sapienza.
In una parola, con questo titolo di nuova coniazione, i professori obbligati per legge dello Stato ad andare in pensione attorno ai 65 anni possono mantenere il “careghino” sino al 75° anno, mentre "quelli" del turismo potranno, per altri 10 anni, continuare a seminare … boh (?), forse è meglio dire, a raccogliere.
Quind ecco come, in seguito certamente emulati da chissà quanti e quali altre Università, si aggirano le leggi generali dello Stato.
Vi sembra giusto (?) ... alla faccia del rinnovamento o dell’innovazione.
Stessa identica cosa è accaduta con i concorsi (cambiate le regole, ma non riaperti) e con molte altre questioni.
Come vedete La Sapienza, nei fatti, dimostra quello che vuole essere spesso, un arroccamento di privilegi, e in particolare per i più anziani.
E generalizzando … alcuni nel mondo e in Italia si chiedono ancora perché nelle graduatorie sulle migliori università del mondo, i nostri atenei facciano sempre una pessima figura, mentre Paolo Bertinetti, preside della facoltà di lingue e letteratura a Torino afferma di «non aver mai conosciuto nessuno che sia diventato professore solo in base ai propri meriti». Stefano Podestà, ex ministro dell’Università nel 1996 ha dichiarato: «I rettori italiani? La metà di loro è iscritta alla massoneria». Mentre, dati alla mano, Carlucci e Castaldo (Un Paese di Baroni) scrivono che «i rettori hanno famiglia in 25 delle 59 università statali italiane. Quasi il 50% (il 42,3 per l’esattezza) ha nella medesima università un parente stretto, quasi sempre un altro docente». Più chiara ancora la ricostruzione di un dialogo tra docenti nella deposizione rilasciata all’autorità giudiziaria da Massimo Del Vecchio, professore di matematica a Bari – «Se non vengo io, tu non sarai nominato preside» – «Che cosa vuoi in cambio?» – «Due miei parenti falli entrare…». Carlo Sabba, uno dei professori che si è ribellato al sistema dei concorsi truccati, conclude amaramente: «Se non si spezza questa catena, i giovani saranno a immagine e somiglianza di chi li ha arruolati, e tutto rimarrà uguale».
Privilegi, concorsi truccati, reti di parentele intrecciate, infiltrazioni mafiose, gerarchie nazionali su chi comanda e dove, criteri gerontocratici di scelta, lobby bianche, rosse e nere, intrecci politici ed economici nella selezione dei docenti fa un effetto devastante agli occhi del globo intero.
Basta leggere cosa dice il Cnvsu, il Comitato di valutazione universitaria: il 90,2% dei docenti vincitori di concorso dal 1999 al 2007 provenivano dallo stesso ateneo che aveva messo a bando la cattedra. Con l’autonomia universitaria del 1999 poi (finanziaria e contabile) si sono moltiplicati i docenti e i corsi di laurea più bizzarri. Gli insegnamenti sono raddoppiati: da 85mila a 171mila. Con una proliferazione che non ha eguali nel mondo: in Italia esistono 24 facoltà di Agraria, in California tre, in Olanda solo una.
Forse è anche per tutto questo che secondo i dati Ocse del settembre 2008 solo il 17% della popolazione italiana tra i 24 e i 34 anni ha conseguito una laurea (contro la media dei paesi Ocse del 33%) e solo il 45% degli iscritti arriva alla laurea, meno del Cile e del Messico e sotto la media Ocse del 69%?
Quelli del turismo?
Beh, sono sicuro che il Cnvsu che ha fatto questa statistica, le "cariatidi" del turismo non l'abbiano calcolati a parte, quindi … ce li teniamo anche loro per altri dieci anni; tanto il turismo, in Italia, va proprio "tanto, assai, molto" bene, no?
Ma si, facciamoci del male.
Con l'aiuto "involontario" di Antonino Saggio e Iacopo Gori

mercoledì 18 agosto 2010

I "cannoni" della Brambilla

Booomm booomm booomm, strapatatabooomm.
E dire che il militare l’ho fatto nell’artiglieria da montagna e qualche “colpo” nell’esercitazioni l’abbiamo sparato, ma di “spari” così da quando la Brambilla è al turismo; beh, non ne avevo mai sentiti e neanche mai visti.
Le sue cannonate fanno arrossire di vergogna i “nostri” obici da 105/108 come semplici fionde di fronte ai pezzi d’artiglieria di quelli ben più famosi di Navarone.
L’ultima “sparata” eccola qua: "Si conferma il grande interesse per la seconda tranche dei Buoni vacanze, che saranno utilizzabile a partire dal 23 di agosto fino al 3 di luglio, ad eccezione del periodo natalizio.
Dal 2 agosto, data di pubblicazione del nuovo decreto sulla 'Gazzetta ufficiale', a ieri mattina (12 agosto), i contatti sul sito www.buonivacanze.it sono stati 39.532 con 29.822 nuove visite: 1.145 le prenotazioni già ricevute".
Lo riferisce in una nota il ministero del Turismo.
Qualcosa in meno dell’altro “mortaio” del febbraio scorso, dove ci ha “narrato” che le prenotazioni furono ben 10.000 (diecimila) in circa 5/6/7 giorni.
Praticamente una decima parte di quelli attuali (dicono loro).
Che si sia accorta d’averla “sparata” troppo grossa e allegra a quei tempi, che adesso torna a più miti racconti?
Fatto sta che nonostante tutte queste richieste in quel breve periodo di tempo, dopo sei mesi le concessioni furono solo 7.000 (settemila), vale a dire una famiglia e mezza per le 4.500 locazioni (alberghi eccetera) aderenti all’iniziativa della Brambilla.
Proprio un gran bel successo per la destagionalizzazione e praticamente la stessa quantità di italiani che sono andati in Spagna (nello stesso periodo) per via del “loro” programma sulla terza età.
Solo che li (Spagna) non hanno dato proprio un bel niente (Bonus) e con questa semplice mossa hanno generato 609 posti di lavoro (il 48% nel settore alberghiero) e un impatto economico di 22,5 milioni di euro.
Di questa cifra la metà è andata al settore alberghiero e della ristorazione.
L'impatto economico nel resto di Europa è stato di 6,6 milioni di euro con la creazione di altri 85 posti di lavoro.
In tutto più di 29 milioni di euro.
Un po’ differente, vero?
Comunque, innovazione a confronto a parte, i dati del ministero del turismo parlano anche di 39.532 contatti (quando sono troppo precisi c’è da non crederci) in poco più di 10 giorni sul sito dei Bonus Vacanze, che sono circa 3.900 contatti al dì.
“Tutto sbagliato tutto da rifare” nello stesso periodo ha ricevuto 33.824 contatti (dati accertati), quindi ben 5.000 (500 al giorno) in meno, ma andando a vedere le classifiche parziali del periodo interessato e anche quelle totali, cade l’asino.
Infatti a www.buonivacanze.it viene attribuita (Alexa) la posizione di 345.966esimo sito al mondo, mentre a http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/ la 188.825esima.
E per il periodo in questione:
www.buonivacanze.it 290,291esimo
www.tuttosbagliato.... 144.294esimo
Com’è possibile che questo blog sia in miglior posizione (addirittura la metà) pur con meno contatti?
Si vabbè, Alexa non è troppo affidabile, ma non dovrebbe esserlo per entrambe i siti?
O forse c’hanno raccontato l’ennesima balla.

lunedì 16 agosto 2010

Franco Pecorini e la Tirrenia

Nominato, in seguito, Gentiluomo di Sua Santità da Papa Wojtyla, Franco Pecorini, il più longevo (c'è stato ben 26 anni) e intoccabile dei boiardi dello Stato, ha portato “a fondo” la Tirrenia.
Ha resistito a ben 18 Governi; da Bettino Craxi, mentre a capo dell’Iri in quei tempi c’era Romano Prodi, fino ai giorni nostri.
Un poltrona blindata.
Un’agonia di oltre 25 anni che ci è costata 3 miliardi di euro, e non è ancora finita.
Infatti nel bando di privatizzazione lo Stato ha già assicurato una dote di salvataggio di 1,24 miliardi fino al 2022 a vantaggio del futuro compratore.
La Compagnia di navigazione fino a poco tempo fa, disponeva di due equipaggi completi per ogni nave, e ogni giorno di lavoro dava diritto a un giorno di riposo (oggi si è passati a 60 giorni a bordo e 30 a casa).
E malgrado la riduzione del personale negli ultimi dieci anni di 2.587 unità, ovvero il 62,5% del totale, dove un marinaio della Caremar costa ancora il 66% in più di quelli imbarcati sulle navi dei privati.
Un disastro, uno sconquasso e una rovina di logistica lavorativa che neanche volendo si poteva attuare.
I fattori che hanno portato a questa pazzesca e pessima situazione, non sto qui a dirli ma potete ben immaginare il come sia andata.
Forse qualche gestione “ballerina”, forse i sindacati che … e qualche “favore” di troppo.
Nelle casse della Tirrenia sono attualmente depositati 18.506 euro; avete letto bene, diciottomilacinquecentosei euro, ma i debiti ammontano a 646,6 milioni di euro; anche in questo caso avete letto giusto (seicentoquarantaseimilioni e rotti euro).
Alcuni casi di mala gestione:
Negli anni ’90 la Tirrenia ordina ai Cantieri Rodriguez gli agili Guizzo e Scatto, due missili capaci di portare 120 auto e 450 passeggeri volando sulle onde a 40 nodi (70 km orari). Peccato che una volta pagati e in acqua, queste spider del trasporto marittimo evidenziassero un problema forse non tanto marginale: non erano in grado di viaggiare con il mare mosso.
Rottamate.
Cinque anni dopo vengono ordinati a Fincantieri Aries, Scorpio, Taurus e Capricorn delle navi costate 110 miliardi di lirette l’una con turbine derivate dai caccia militari per ridurre da 15 a 5 ore il tempo di traversata tra Genova e Golfo Aranci.
Splendide ma con un problema: consumavano 290 kg. Di gasolio al minuto contro i 41 degli altri traghetti del gruppo.
Morale che le quattro ammiraglie sono state pre pensionate come carrette dei mari.
Quattro marinai provvedono saltuariamente ad accendere i motori così da oliare gli ingranaggi e guadagnarsi lo stipendio.
Solo che pagano i contribuenti.
Due dati:
Tirrenia ha in portafoglio 44 unità navali, di cui 12 unità veloci e 32 traghetti. L’età media delle imbarcazioni è di 25 anni per i traghetti, mentre i dipendenti sono 2.200.
Nel 2009 la società Tirrenia ha segnato ricavi per 231 milioni ma ha messo a bilancio un valore di flotta pari a 885 milioni.
Sul bilancio di Tittenia pesano ipoteche sulle navi di 245 milioni di euro. I debiti totali ammontano a 920 milioni di cui 311 a breve termine nei confronti del sistema bancario.
Per ogni biglietto emesso dalla società armatrice il contributo pubblico ammonta a 22 euro. Considerando che ogni anno vengono emessi 10,5 milioni di biglietti.
Ce né abbastanza per il tribunale di Roma per dichiarare l’insolvenza della Tirrenia.
Forse era meglio arrivarci prima, come detto qualche decennio fa, ma vabbè siamo in Italia e queste cose… eccetera eccetera.
Comunque detto o non detto, si apre così per la società l’amministrazione straordinaria come prevede la legge Marzano.
Toccherà adesso al commissario straordinario Giancarlo D’Andrea, tentare la strada della privatizzazione, anche attraverso la cessione di singoli asset aziendali.
Uno spezzatino che i sindacati contestano (ettepareva), e infatti la Uiltrasporti ha già proclamato uno sciopero il 30 e il 31 agosto (ettepareva), proprio nei giorni di rientro dei vacanzieri dalle isole.
Ma guarda un po’ che combinazione.
Da quando la società è stata messa in amministrazione straordinaria, sul sito della compagnia c’è una comunicazione che assicura che “saranno effettuati con regolarità i collegamenti programmati”, salvo “imprevedibili eventi di natura tecnica”.
Chissà se lo sciopero è di natura tecnica …e chissà quanto daranno al Franco Pecorini di liquidazione e magari anche qualche “bonus budget o di produzione”, sempre che non glielo abbiano già dato.
Ah, se poi volete sapere della professionalità a bordo … scrivetemi pure, qualcosa da dirvi ce l’ho.

sabato 14 agosto 2010

Il minestrone della ministra (Brambilla)

Non avevo il minimo dubbio che nonostante l’enorme danno che l’ Eyjafjallajokull ha dato in “quei” mesi all’economia turistica mondiale (aprile e maggio), a “qualcuno” dei locali venisse in mente di dire d’averci addirittura guadagnato.
Tutto il mondo lamenta la crisi del turismo dovuta alla anche pessima situazione globale, e lei, la Brambilla, dice che tutto va bene.
E questa volta a darle “consenso” ci si mette anche la Banca d’Italia con i d.a.t.i. (Dati Analitici sul Turismo Internazionale) che altro non sono che l’indagine campionaria sul turismo internazionale dell'Italia.
Ma vediamo cos’è.
La tecnica adottata per la raccolta dei dati per la bilancia turistica è denominata in letteratura inbound-outbound frontier survey, consistente nell’intervistare un campione rappresentativo dei viaggiatori, residenti e non residenti, in transito alle frontiere italiane e nell'effettuare conteggi qualificati allo scopo di determinare il numero e la nazionalità dei viaggiatori in transito.
Il campionamento è effettuato in modo indipendente presso ogni tipo di frontiera (strade, ferrovie, aeroporti e porti internazionali), in punti di frontiera selezionati come rappresentativi, con queste domande:
1. Sesso, età e professione
2. Residenza
3. Mezzo di trasporto utilizzato (con eventuale dettaglio della compagnia aerea o navale utilizzata)
4. Motivo del viaggio (se "vacanza", il tipo di vacanza)
5. Luogo visitato (stato estero per i residenti in Italia, comune italiano per i residenti all'estero)
6. Numero di notti trascorse durante il viaggio
7. Tipo di struttura ricettiva utilizzata
8. Organizzazione del viaggio (inclusive o non inclusive)
9. Spesa complessiva, disaggregata per tipo di prodotto acquistato (trasporto, alloggio, ristoranti, acquisti nei negozi e altri servizi)
10. Mezzo di pagamento
11. Valutazione (gradimento) di vari aspetti del luogo visitato
Annualmente vengono effettuate circa 150.000 interviste, pari a circa all'1,1 per mille, che è poi il 0,11% dei viaggiatori italiani e stranieri che attraversano le frontiere del paese e che presenta 80 livelli (37 punti stradali, 7 ferroviari, 25 aeroporti e 11 porti).
In merito vorrei evidenziarvi la differenza con il modello francese.
1° SDT (Suivi de la Demande Touristique), frequenza della domanda turistica.
2° EVE (Enquête des visiteurs de l’étranger), ovvero l’inchiesta sui visitatori esteri.
Entrambi gli strumenti, SDT e EVE, sono dispositivi di rilevazione dati per così dire continui; per l’SDT, di più di 20.000 domande mensili sulle pratiche turistiche e sulla mobilità e più di 10.000 per EVE.
Due sotto-inchieste forniscono una informazione più completa sul consumo turistico: una parte per le “spese in Francia” e l’altra per le “spese all’estero”.
Inoltre, una inchiesta mensile su andate e ritorno giornaliere permettono d’ottenere delle importanti informazioni sui comportamenti e le pratiche dei turisti escursionisti.
Questa comporta mensilmente l’inchiesta di oltre 30.000 individui e il trattamento statistico di circa 20.000 risposte attraverso uno schedario delle strutture alberghiere: la scheda è stata espressa raccogliendo i dati delle prefetture, dei partner regionali e dei dipartimenti, in particolare per il campo della struttura delle catene alberghiere.
Quindi si parla di ben oltre 600.000 interviste (per i soli alberghi), di cui gran parte effettuate nei momenti di relax al loro interno, e non di certo mentre stai transitando per un confine o quando sei di corsa all’aeroporto.
A voi che mi leggete, lascio le conclusioni; le mie già le conosco e non sono granché belle, quindi evitiamo.
Inoltre, in ben 35 anni di continui viaggi per terra, mare e cielo, non mi sono mai (MAI) incontrato (in Italia) con nessuno di “questi” intervistatori.
Mah, per un carattere come il mio che i "cinque minuti" per queste cose le concedo a tutti; che dire, meglio non dire.
Comunque che ci siano o no gli “intervistatori” non ha troppa importanza , la Banca d’Italia per i primi cinque mesi emette i seguenti d.a.t.i. che, come detto, non sono quelli dell'Erario o Agenzia delle Entrate, ma "solamente" delle loro "analitiche" supposizioni.
E delle supposizioni degli altri, dello 0,11% come riscontro che reputo come il nulla e che "sovente" vengono nominati dal Governo di turno ... vabbè, avete capito.
Oltre 1,2 miliardi di euro. A tanto ammonta la bilancia dei pagamenti turistica a maggio secondo un’indagine della Banca d’Italia. Il saldo supera di oltre 200 milioni quello dello stesso mese del 2009, quando era di 1,044 miliardi. In aumento anche le spese dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese, a quota 2, 778 miliardi (+9,2 per cento) e quelle dei viaggiatori italiani all’estero, a oltre 1,559 miliardi (+3,9 per cento). Grazie all’analisi sul turismo internazionale effettuata da Palazzo Koch emerge che nel periodo gennaio-maggio c’è stato un saldo netto positivo di 2,816 miliardi a fronte di uno di 2,32 miliardi nei primi cinque mesi dello scorso anno. I viaggiatori stranieri hanno speso di più, oltre 9,9 miliardi (+4,1 per cento) e gli italiani all’estero di meno, 7 miliardi (-1,5 per cento). Sempre tra gennaio e maggio i turisti provenienti dall’estero che hanno alloggiato in albergo hanno speso l’8,2 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2009. Un incremento di spesa più moderato si è invece verificato per chi ha soggiornato in una casa affittata (3,8 per cento), mentre la spesa di chi è stato ospite di parenti e amici è diminuita del 3,1 per cento. E ancora: la spesa dei viaggiatori italiani fuori i confini nazionali che hanno pernottato in albergo o come ospiti di parenti e amici è aumentata rispettivamente del 2,9 e del 5,7 per cento; mentre è in calo quella di chi ha preso una casa in affitto (-11,3 per cento) e, in misura molto minore, quella dei non pernottanti (-1,8 per cento).
Le rilevazioni presentate dalla Banca d’Italia hanno naturalmente colpito positivamente il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla che le ha definite “un risultato importante, che premia gli sforzi del governo e di tutta la filiera”. “Confermano - ha aggiunto - la tendenza alla crescita già avviata alla fine del 2009.”
Ma per piacere, e per sapere se è tutto vero, chiedere agli operatori del comparto.
Ricordo che nel terzo trimestre dell'anno, il periodo di punta per l'industria turistica, le vendite di Tui travel sono calate del 4% e la società (prima nel mondo) ha riportato una perdita di 81 milioni di sterline, contro un utile di 32 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso.
Il dato ha avuto un impatto devastante alla Borsa di Londra dove il titolo Tui Travel è arrivato a perdere oltre il 10% scendendo ai minimi degli ultimi due anni.
Sui conti della società ha avuto un peso notevole il blocco del traffico aereo dello scorso maggio, Le ceneri di un vulcano islandese sono costate al Tour operator 105 milioni di sterline. La precedente stima era di 90.
Proprio negli stessi mesi (aprile e maggio) che adesso la Banca d’Italia dice essere stati “produttivi”, mentre la Brambilla li giudicava nefasti con la stessa causale della Tui e presentava il "conto" all'Europa.
Ma guarda un pò.

venerdì 13 agosto 2010

Brambillaaaaa ..... alè

Tu decidi all’ultimo secondo le vacanze, ma la Brambilla lo sa almeno 6 mesi prima il che cosa farai.
Sembra strano, vero (?), ma per lei è così.
Per prima cosa confesso di non riuscire a capacitarmi all’idea che la Brambilla sia lì, a gestire il turismo nazionale.
O perlomeno così dovrebbe ma, come più volte detto, il “suo” ministero non serve proprio ad una benemerita mazza … con lei di mezzo.
Chi comanda sono le Regioni per via del Titolo V della Costituzione, ma la Michela sotto sotto riesce ad inserire alcuni “adepti” in posizioni, non chiave, ma chiavistelli; qualche “soldino” preso di qui e preso di là da altri ministeri (con portafoglio, i rimanenti per lei contano poco) o Presidenza , ma il risultato non cambia … naturalmente per noi.
Tutti “posti” pagati bene e per il futuro chissà; da cosa nasce cosa e in quei corridoi magari trova, se non altro, qualcuno che ringraziando le dice anche come “sei brava”.
Altrimenti non si sa proprio dove possa trovarne degli altri.
Comunque bando alle ciance e esaminiamo l’ultima “sua castroneria”, e vale a dire che quasi tutti stanno scegliendo il “last minute” o addirittura il “last second” per fare le proprie vacanze.
Cosa verissima, per carità, solo che la “signora” c’aggiunge che nonostante questo, lei ha da tempo (che abbia una cartomante segreta?) le statistiche di quanti in futuro andranno in vacanza.
“Abbiamo un segno più - dice la Brambilla sfogliando le tabelle - con 30 milioni di italiani, contro 25,9 dello stesso periodo del 2009, che hanno già pianificato le loro vacanze. Siamo oltre il 15% in più”.
E nessuna menzione, pensata o riferimento allo stato attuale della crisi mondiale.
Santa pazienza, ma come si fa a saperlo prima se uno decide all’ultimo minuto o minuto secondo, perchè probabilmente non dispone di grossi capitali per programmare le proprie vacanze?
Che la ministra ci racconti forse “l’ennesima” balla?
Propendo sul “SI”, ma non ci voleva poi molto a capirlo anche senza “indovini segreti”.
E conferma mi viene da veri e seri professionisti del settore, i primi d’Europa e nei tre del mondo; Michael Frenzel, Sir Michael Hodgkinson, William Waggott, Volker Böttcher e tutto lo staff dirigenziale della Tui Travel, e non due “fagiolini” dei “nostri”.
Infatti in un comunicato stampa della Tui c’informano che: «…. è molto difficile, se non impossibile, fare previsioni sull'evoluzione della dinamica delle prenotazioni last minute sui prossimi 12-18 mesi, a causa della generale situazione economica».
Ricordo che nel terzo trimestre dell'anno, il periodo di punta per l'industria turistica, le vendite di Tui travel sono calate del 4% e la società ha riportato una perdita di 81 milioni di sterline, contro un utile di 32 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso.
E parlo di dati veritieri non come i nostri, dove all’inizio della stagione si vince (Brambilla dice), mentre alla fine si perde sempre (dicono tutti).
Il dato ha avuto un impatto devastante alla Borsa di Londra dove il titolo Tui Travel è arrivato a perdere oltre il 10% scendendo ai minimi degli ultimi due anni.
E nonostante il T. O. sia l’intestatario del premio come migliore del mondo (World's Leading Tour Operator 2009), dopo 7 incontrastati anni del T. O. Kuoni.
Figuriamoci noi.
Ma non per la ministra, per i nostri redattori o giornalisti e per i “santoni” del turismo nazionale che riportano pari pari le str…anezze delle Brambilla, perché a nessuno è venuto in mente di chiedersi o chiederle il come facesse a dare queste previsioni, anche se la gente, per il motivo dei pochi "sghei", non l'ha ancora deciso, e lo sceglie all’ultimo momento.
Ma in che modo deve ancora dimostrare la sua presunta “insipienza, inutilità e cialtroneria” per allontanarla definitivamente da quel ministero?
Dai, fora di ball!

giovedì 12 agosto 2010

Michela Brambilla ... dai, "fora di ball"


Dalla roulette del Casinò (o da quel “casino” che è il turismo in Italia), la Brambilla forse vuol fare uscire il 37, e se abbiamo tempo e pazienza, probabilmente prima o poi ci dirà di giocarlo; anzi forse “inconsapevolmente” lo dice già.
Solo che il 37 non esiste; il 37esimo numero è lo zero, il che è tutto dire.
Negli States c'è anche il doppio zero, proprio come la farina di grano duro, e chissà se questo (00) non le si addica di più.
Come non esiste che una persona così faccia il Ministro del Turismo, proprio come uno "zero", in un Paese che ha o dovrebbe avere, per questo settore, una delle maggiori fonti di entrate erariali e quindi guadagno per tutti.
Ma invero un condensato di nullità farcito di sole tante parole, e per di più buttate lì, non si sa bene a quale scopo.
Forse per mantenere il “suo potere” o il careghino che qualcuno le ha “omaggiato” “sconsideratamente”, e chissà per quali motivi.
Che anche questa “scelta” del Presidente rientri nel novero di quelle andate “a male”o “avariate”, senza elencare esecranti case a Montecarlo o quelle con vista del Colosseo, bensì in quel di Mentone (Francia) a trascorrere allegramente le ore di ferie nonostante poco prima abbia “invogliato” gli italiani a passarle nel natio Paese per incrementare le esangui casse dello Stato?
Dio mio, che pena!
Come “penoso” è il dichiarare che nei primi 5/6/7 giorni che ha istituito il Bonus Vacanze per gli indigenti (?) le siano arrivate ben 10.000 richieste di prenotazioni (video 06”), mentre dopo 6 mesi ci dice che chi ne ha usufruito sono “solo” 7 mila (video: 2' 14").
Ne “spara” mai tante che non ricorda più quello che ha detto.
Chiaro che dalla richiesta all’accettazione ce ne passi, ma perché farsi “bella” a suo tempo per le sole “prenotazioni”?
Non sono certo delle “colpe” paragonabili a quell’andazzo degli appartamenti che ben ultimamente sappiamo, dove TV, giornali e quant’altro, c’hanno continuamente riportato, richiedendo da più parti le dimissioni dei grandi “furboni”, ma sono pur sempre delle “colpe” importanti poiché dal nulla di prima siamo al niente d'adesso; anzi, forse è anche peggio.
Bugie e menzogne ci hanno accompagnato in questi oltre due anni di “regno” della Brambilla, ma di fatti e presenze turistiche col segno più (+), nisba.
Poverina, magari vuol darsi da fare e veramente, pur non potendo, vuole capirci qualcosa, ma i pessimi risultati sono talmente evidenti che anche un orbo potrebbe vederli.
Collegatevi con qualsiasi webcam posta sui litorali italiani (che non sia sabato o domenica) … e poi fatelo con le webcam di quelli stranieri; la differenza delle presenze turistiche è visibile anche ai sopraddetti e a me, che poco ci vedo (naturalmente inteso come vista).
Poi a fine stagione chissà cosa “di falso” ci propinerà.
Quindi propongo le dimissioni della signora Michela Brambilla poiché non c’è più spazio, sia in tempo di crisi che di godimento, di una persona così inutile e vana (turisticamente parlando).
Grazie ma "fora di ball", per piacere!

mercoledì 11 agosto 2010

Haia haia hai, animalista fai da te?

La decisione della Catalogna di mettere “out” la Corrida è stata salutata con estremo favore dagli animalisti (e non solo) di mezzo mondo.
Tra gli entusiasti, anche la nostra Ministra del Turismo, la rossa (di capelli) Michela Brambilla.
È noto il suo amore per gli animali, amore che l’ha anche portata, in talune occasioni, a parlarne a ruota libera e anche un po’ a sproposito.
Memorabile il suo intervento ad una puntata di Ballarò, la nota trasmissione di approfondimento politico.
Si parlava di lavoro e occupazione e la Ministra, sbugiardata su statistiche e numeri improponibili, palesemente in difficoltà, cerca di cambiare argomento e chiede all’allora Presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, il perché in terra sarda si aggirino libere, incontrollate e pericolose, orde di cani randagi.
Tra lo stupore e l’ilarità del pubblico, la Ministra presenta a Soru tutta la sua preoccupazione per il randagismo che, a detta dei suoi amici, nell’isola sarebbe una vera emergenza. (Youtube è a disposizione per chi volesse godersi lo spettacolo).
«L’unica Regione dove i cani vivono in branco: sono cani randagi allo stato brado!».
Ovvero: come trasformare un dibattito politico in una chiacchierata da bordo piscina.
Dello stesso spessore, la più recente uscita sulle corse degli animali che, a detta della Ministra, l’Italia dovrebbe bandire – seguendo l’esempio della Catalogna che ha rinunciato alla Corrida.
Mischiando le cose, parlando con poca chiarezza e mostrando poca professionalità e mancanza di contenuti, la Brambilla rilascia una dichiarazione che sembra gettare più di un’ombra su manifestazioni importanti, come il Palio di Siena.
Immediate le reazioni di sdegno per una Ministra che sembra non perdere occasione per parlare a vanvera.
Ciò che però stupisce e deve far riflettere è ancora una volta il comportamento dei nostri politici: la Ministra crea polemiche inesistenti che non riesce a gestire e per le quali è costretta poi a rettificare. Sul turismo ha fatto poco e male (la pubblicità per invitare gli italiani a fare turismo nel loro Paese ha la voce di Berlusconi – è degna della propaganda fascista) e anche su altri temi – non necessariamente di sua competenza – si muove improvvisando.
Tutto ciò mentre su problemi veri che riguardano gli animali, la situazione sembra non cambiare.
Sabato 7 agosto è stato un altro giorno da dimenticare per i migliori amici dell’uomo. All’Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) sono arrivate 311 segnalazioni di cani abbandonati o smarriti. Da venerdì 25 luglio al 7 agosto le segnalazioni di cani vaganti su strade e autostrade della penisola sono state ben 923; dato in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma pur sempre significativo e vergognoso.
Allora, di cosa ha bisogno questo Paese sul fronte della protezione degli animali?
Di critiche strumentali ad amministratori “nemici”?
Della vaghezza e dell’inconsistenza di accuse infondate che vogliono diffamare ma non intervenire?
Fonte quì

martedì 10 agosto 2010

E i turisti? Scomparsi

E’ bene ricordarlo, questo blog non è assolutamente politico, e poco m’importa se al Governo c’è Tizio, Caio o Sempronio; chi c’è c’è, mentre tutto quello che del turismo non m’aggrada, qui sarà sempre criticato “costruttivamente”.
Poi sta a voi se leggermi o meno, ma niente di destra, di centro né di sinistra; tanto per togliere gli ultimi dubbi.
Chi ha da capire, capirà; si spera.
Emiliano Fittipaldi scrive in una rivista che risulta essere di sinistra, l’Espresso, e a me piace quello che dice; se Emiliano Fittipaldi scriveva in un giornale di destra, avrei riportato le stesse identiche cose.
Qui si parla di logica costruttiva del turismo, il resto c’accresce.
Quindi …
… nella Riviera dei Fiori, fetta della Liguria vicino alla quella costa francese tanto amata dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, gli albergatori si stanno già leccando le ferite. La stagione è iniziata da un po' e i tedeschi, che da sempre garantiscono il tutto esaurito, un fatturato decente e l'occupazione del settore, sono diventati animali rari. Una razza in via d'estinzione. 'L'anno scorso le loro presenze sono crollate del 15 per cento, ora saremo a meno 20' spiega Americo Pilati, titolare dell'Hotel Metropol di Diano Marina e presidente provinciale di Federalberghi. 'Incasseremo il 30 per cento in meno: colpa soprattutto del taglio dei prezzi che siamo costretti a praticare per attirare la gente. Trattiamo ormai come in un suk: alla mattina partiamo da 200 euro per una doppia, chiudiamo la sera alla metà'. Nella mitica Romagna le spiagge sono vuote per tutta la settimana, per riempirsi all'inverosimile solo il sabato e la domenica. Per capire l'esatta dimensione del tracollo basta dare un'occhiata alle assunzioni degli stagionali, che da sempre invadono la costa tra Rimini e Riccione. Quest'anno va di moda il cottimo, il lavoro 'a chiamata', due tre giorni e via: di baristi e camerieri non c'è stato gran bisogno, soprattutto a giugno. 'Un disastro, crisi e tempo incerto ci hanno devastato', ragiona il segretario della Cgil riminese Graziano Urbinati, 'le prenotazioni sono crollate, mesi così brutti non se ne ricordavano'.
Anche le guide alpine e i ristoratori della Val d'Aosta non sorridono. A luglio s'è vista poca folla, e i dati dell'Osservatorio nazionale del Turismo non sono incoraggianti. I numeri per settembre, soprattutto, fanno paura. Silvana Perucca gestisce l'Hotel de la Ville di Saint Vincent, e spiega che la 'vera mazzata, per noi, è arrivata ora, non nel 2009. Tutti aspettano offerte last-minute, gli albergatori hanno persino comprato il 50 per cento dei biglietti per i concerti di Franco Battiato e George Benson che regaliamo ai clienti'. Vedremo a breve se i pacchetti musicali funzioneranno. Di sicuro, a Umbria Jazz non hanno brindato a champagne: l'edizione 2010 ha visto meno di 30 mila paganti, risultato ancora peggiore rispetto a quello dell'anno precedente. Al Sud la musica non cambia: gli stranieri sono in picchiata, gli italiani spendono lo stretto indispensabile. 'Un Calippo e 'na bira', per citare il tormentone del momento. Quasi il 50 per cento resterà in città.
Bernabò Bocca, il presidente di Federalberghi, ha parlato della nascita di una 'nuova malattia del sistema economico' italiano. L'ha definita 'povertà turistica'. Un fenomeno ormai strutturale, alla base una tempesta perfetta che da due anni unisce diminuzione dei prezzi, vacanze brevi ed economiche, boom delle vendite all'ultimo minuto ed impossibilità, da parte degli operatori, di qualsiasi pianificazione decente. Il settore sperava che il governo mettesse a punto il piano di rilancio del turismo made in Italy promesso infinite volte. Ma ha aspettato invano. La stagione si è aperta con il crack dei Viaggi del Ventaglio, la storica compagnia turistica quotata in Borsa. Sei anni dopo il fallimento di Parmatour, a 12 mesi da quello di Todomondo, il turismo nazionale ha perso un altro pezzo importante. Nell'ultima conferenza stampa Michela Vittoria Brambilla ha fatto spallucce, e ha annunciato che tra luglio e settembre 'partiranno 30 milioni di italiani, 5 milioni in più dell'anno scorso'. Ma stavolta le tabelle che sprizzavano ottimismo sono state accolte con una smorfia di disappunto da tutte le categorie. Federviaggio ha sottolineato che le statistiche sul territorio sono lontane anni luce da quelle del governo, e che i competitor internazionali sono sempre più forti. Federconsumatori ha chiesto chi ha fornito i dati alla Brambilla, in modo da 'presentare denuncia per pubblicità ingannevole', mentre qualche giorno fa gli esercenti degli stabilimenti balneari hanno scioperato per la prima volta nella loro storia. Cinzia Renzi, presidente della Fiavet, la federazione delle agenzie di viaggio, con 'L'espresso' non le manda a dire: 'Se il governo non si muove, ci metteremo in mobilitazione. Non dico che i dati presentati dalla Brambilla siano proprio falsi, ma certamente non rispecchiano la realtà' chiosa l'imprenditrice. 'Rimarranno sulla strada migliaia di impiegati e lavoratori dell'indotto. Noi volevamo fortemente un ministro del Turismo: ma se nel governo manca la consapevolezza dell'importanza strategica di questa industria, e come se non ci fosse'.
Chi mangia di turismo, dunque, sembra aver perso la pazienza. La Brambilla ha bruciato in pochi mesi i crediti che aveva a disposizione, ma pare non curarsene. Dopo i tagli di Tremonti, l'Enit di Matteo Marzotto nel 2011 avrà a disposizione solo 26 milioni di euro per la promozione dell'Italia all'estero: peccato che la gestione dell'organismo (tra stipendi e uffici) costi circa 25. In pratica, il governo ha creato un nuovo ente inutile capace solo di auto sostenersi. I dipendenti sono furiosi, anche perché il ministro ha preferito girare 7 milioni di euro a PromuovItalia (un'agenzia controllata dal suo dipartimento), denaro che servirà a creare una nuova società per il rilancio del 'turismo dei congressi': il Convention Bureau Nazionale. 'Peccato che nessuno abbia capito davvero a cosa serva, visto che molte regioni e le principali città hanno già i loro bureau', sussurrano dal ministero, dove si fanno già i nomi del nuovo presidente e del nuovo direttore generale della società che verrà, e dell'entità dei relativi stipendi. Le malelingue sono sempre al lavoro, è vero, ma gli sprechi della recente gestione non si contano: se la Struttura di missione nata lo scorso ottobre ha speso 3 milioni nei primi tre mesi di vita, l'anno passato l'Enit ne ha bruciati una decina per una campagna tv che non ha lasciato traccia, chiamata 'Italia Much More'. Altri 8 milioni sono stati spesi per il portale Italia.it, dove oggi si può ammirare il nuovo spot autarchico con la voce di Berlusconi: un sito doppione di quello dell'Enit che - nonostante il lancio in grande stile - è tra i meno cliccati della Rete: nella media degli ultimi tre mesi, è al 106millesimo posto della classifica internazionale dei siti con più traffico, costantemente dietro quello dell'Enit.
La Brambilla ignora le critiche, e va avanti come un carro armato: nonostante le polemiche scoppiate un mese fa per le sue candidature all'Aci di Milano, la scorsa settimana tra i nuovi commissari dell'ente che gestisce il Gran Premio di Monza sono stati eletti proprio Geronimo La Russa, figlio del ministro Ignazio, Massimiliano Ermolli figlio di Bruno (lobbista molto vicino al premier Berlusconi) ed Eros Maggioni, compagno della Brambilla e amministratore delegato del suo gruppo imprenditoriale. Conflitto di interessi anche per la scelta - per ora segretissima - della città dove Michela vuole organizzare gli Stati generali del turismo: in pole position c'è, guarda caso, la piccola Lecco, provincia natale della Rossa preferita dal Cavaliere. Periodo previsto: dal 13 al 16 settembre 2010.
Intanto, l'Italia fa i conti con il declino. In Veneto la promessa di Berlusconi di far passare il turismo dall'11 al 20 per cento del Pil italico sembra una battuta. In provincia di Belluno, zona Dolomiti, hanno calcolato che nell'ultimo quadriennio a fronte di 24 nuovi alberghi ne sono stati chiusi 82. A Treviso il ristoratore Tino Vettorello, amico del neogovernatore Luca Zaia, ha approfittato della crisi e ha aperto la prima spiaggia attrezzata del fiume Piave: ha notato frotte di famiglie e locali che affollavano la riva perché non potevano permettersi un soggiorno al mare, e ha piazzato sugli argini lettini e ombrelloni gratis, oltre a un bar e un ristorante (a pagamento). In Liguria le Cinque Terre tirano sempre, mentre il Lago di Garda registra un calo sensibile di presenze: qualche giorno fa il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini ha appoggiato l'avvio di un tavolo tecnico per valorizzare meglio un territorio a lei assai caro. Per tenersi gli ospiti nel lago di Como Alberto Proserpio, proprietario di cinque hotel di lusso che bagnano le fondamenta sulle acque preferite da Alessandro Manzoni ieri e George Clooney oggi, fa invece offerte speciali degne dei discount più aggressivi: due notti prenotate e cena omaggio, quattro giorni al prezzo di tre, 10 per cento in meno per chi prenota una settimana prima: 'Così abbiamo più ospiti del 2009, ma il conto economico è ai minimi'.
Nella seconda estate dopo il terremoto, in Abruzzo, secondo un sondaggio della Cna, stanno diminuendo sia le presenze straniere sia quelle dei connazionali: meno 8 per cento, e spiagge semideserte a Vasto, Francavilla e Alba Adriatica. Se Venezia, Roma e le altre città d'arte hanno finalmente invertito il trend negativo soprattutto grazie al ritorno degli americani, all'Elba si registra un mezzo fiasco, con un quarto di villeggianti che si sono volatilizzati: la Regione Toscana sta cercando di correre ai ripari, e ha stanziato 80mila euro per finanziare una campagna pubblicitaria. Slogan: 'Elba, l'isola che non finisce mai'.
Non finiscono mai nemmeno i guai per il Golfo di Napoli, che rischia di veder rovinata la stagione dal ritorno della mucillagine, che ha causato già malori in alcune spiagge ischitane. In Sicilia, infine, il paradosso nazionale prende forma compiuta: negli ultimi anni sono stati investiti 300 milioni di fondi Ue per incentivare la costruzione di nuove strutture ricettive, i posti letto sono schizzati da 150 mila a 191 mila, ma nulla è stato fatto per convincere i turisti a venirci a dormire: in media ci si ferma nell'isola non più di tre giorni. Così ad Acireale i dipendenti degli alberghi hanno deciso di scioperare contro l'assenza di una politica che difenda investimenti e lavoro, mentre a Taormina giocano con i numeri e parlano di una crescita di presenza dello 0,28 per cento. Contenti loro.
Hanno collaborato Marco Guzzetti e Marco Lignana

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