venerdì 31 agosto 2012

Quando c'è la crisi il disabile dovrebbe starsene sempre in casa anziché andare in giro a rompere le scatole all'altra gente, per poi mettere in difficoltà quei presidenti delle associazioni alberghiere che sono tanto bravi, efficienti, importanti nonché risolutori.


Vorrei dire tre cose sulla questione che seguirà.

Primo, che qualsiasi metro valido di giudizio resta il risultato (il resto è completamente dell'aria fritta).
E per risultato intendo quello fornito alla comunità e non certo quello a titolo personale.

Secondo, che quando i risultati non ci sono, è meglio per tutti che i responsabili si rechino all’uscio e portino via le proprie “ghiande”.

E terzo, che quando non si sa come rimediare alle particolari mancanze, è probabile che lo stare zitti abbia più efficacia che rilasciare delle interviste a mo’ di scuse che manco li cani usano più … giusto per dire, né.

In breve la storia è un po’ questa qua, poi se ne volete sapere di più, leggete qui.

Fabrizio Mezzatesta e la sua compagna di vita, Silvia, sono di Cuneo.
Lei è affetta dalla sclerosi multipla laterale amiotrofica, chiamata comunemente Sla; una “bestia” che al solo nome fa di colpo venire, a chi non l'ha, un totale dolore ... figurati poi a chi ce l'ha e a chi gli è amorevolmente accanto.

Dovevano essere ospiti di Maria Pia Zavanelli, una loro amica di queste parti (Santa Margherita, Portofino e Rapallo) che però, avendo già degli ospiti si è messa subito a cercare un hotel che li potesse accogliere.
In poche parole, in tutto il comprensorio non esiste albergo che abbia le caratteristiche per poterli ospitare.
Avrebbe voluto solo una stanza per disabili e nulla più.

Sconforto?
Rammarico?
Si, certo, ma ormai c’abbiamo fatto il callo”, ha risposto a Fabrizio a chi è venuto a conoscenza del fatto e l'ha poi intervistato.
“E’ così in tantissime parti d’Italia. Credetemi, non è un problema d’accoglienza ligure, ma di scarsa attenzione delle strutture alberghiere italiane (chissà il perché c’ha messo anche quel “italiane”, né!) verso le persone disabili”.

Ma il peggio arriva adesso, almeno per me, infatti …

Molto dispiaciuto per quanto accaduto è anche il presidente dell’Ugal (Unione Gruppo Albergatori di Levante), Stefano Zerbi, che così dice: “Siamo consapevoli di queste mancanze, l’accessibilità alle strutture, come prevede la legge, è garantita, ma purtroppo molti alberghi, soprattutto a causa della crisi, non si sono ancora attrezzati per i disabili … “.
E qui la finisco perché comincia ad affliggersi il mio povero fegato, mentre della Legge al signore è sfuggito il più.

Saranno anche consapevoli (lo dice il Zerbi) ma se questa consapevolezza non ha permesso mai che s'ovviasse al problema, che consapevolezza è (lo dico io)?

Forse è anche necessario che qualcuno informi quel tal signore che i disabili, a cui bisognerebbe prestare la maggior attenzione poiché di problemi ne hanno già abbastanza per con loro, esistono da ben prima del 2008.
O forse Zerbi faceva riferimento a qualche altra crisi antecedente al primo millennio?

Detto questo torno a capo con quelle tre di prima.
Primo, quello che conta sono i risultati.
Secondo, se non ce n'è, chi c'è porti pure via gli "zebedei".
E terzo, stia zitto che magari fa più bella figura.

E poi, oltre alla questione prettamente sociale, il turismo non si fa così, proprio per niente ... e se non lo si sa fare, è molto meglio lasciare il posto ad altri, che magari ... amen!

P. S.: Il turismo, chi lo sa fare, lo fa a 360° e non con misure ad esso inferiore.
P. P. S.: E senza tante altre parole ... qui c'è scritto quello che dovrebbe essere fatto da tutte le parti d'Italia ... e molto tempo prima che arrivasse 'sta sfiga (la crisi).




giovedì 30 agosto 2012

Perché Federalberghi Bologna è differente da Federalberghi Roma?


Se è vero solo un decimo di quello che penso delle associazioni del turismo italiano, tra cui m’è d’obbligo inserire al primo posto la Federalberghi del Bernabò Bocca, molte di loro non avrebbero modo d’esistere e credo che servano a poco ... a noi.
Se invece servano più che altro a loro ... questo non so, ma un qualcosina la penso.

Non tutte per carità, e la dimensione della loro utilità, immancabilmente si ripercuote sul valore del suo presidente e colleghi a lui vicino.
In poche parole, se chi lì ci comanda è veramente una persona di notevole bravura e professionalità, ma soprattutto se l’è incline più al bene collettivo che a quello personale, beh; le cose ovviamente funzionano per il meglio, altrimenti un’allegra cippa contornata dai soliti ricchi premi a gogò e gl’immancabili cotillons.
Donne e champagne a loro, mentre all’altri (noi) le classiche seghe e gassose.

Detto questo, la riconferma.

Quando a maggio fu votata la delibera che avrebbe introdotto la tassa di soggiorno, si alzarono parecchie voci di protesta, e non mancò quella di Federalberghi. 
Il B. Bocca ne disse e ridisse a volontà ai quattro venti (appunto) e raramente mancava giornalmente qualche sua disamina sul cartaceo, video o sul web che non prevedesse la sua ostilità a questa tassa.
E poi?
E poi sono rimasti solo i quattro venti (tanta aria) e il gran casino che questa ha procurato con le sue differenti modalità di pagamento tra una città o paese e l’altri.
E parlo di Federalberghi nazionale.

Però quelli di Federalberghi Bologna, dopo aver organizzato una protesta (a maggio in occasione della delibera comunale) al cospetto del ministro del Turismo, Piero Gnudi, ospite in quei giorni dell’Ascom sotto le Due torri, e non ritenendosi soddisfatti (sperare che la risolva il Piero Gnudi è praticamente come quella cosa del cammello e dell’ago), sono passati dalla parole ai fatti: ‘quatti quatti’, nel silenzio dell’estate, hanno presentato ricorso al Tar, in massa, contro la delibera del Comune di Bologna che ha introdotto la tassa di soggiorno, al via il primo di settembre. 

Sono ben 45 gli hotel cittadini che tre settimane fa si sono rivolti al Tribunale amministrativo dell’Emilia-Romagna per chiedere l’annullamento della nuova imposta e della relativa disciplina stabilita dal Comune di Bologna.

Pertanto la prima considerazione che mi viene da fare è: “Perché non è stata attuata da Federalberghi nazionale (un anno e più fa) la medesima cosa (ricorso al Tar), permettendo invece tutta questa perdita di tempo?”
E tutte l’altre Federalberghi distribuite sul territorio nazionale … possibile che non c’abbiano mai pensato prima pur disponendo di una massa di grandi professionisti dell’ambaradan (lo dicono loro)?

Magari il ricorso al Tar non produrrà niente di buono per gli albergatori di Bologna, ma qualsiasi esito esso produrrà (nel qual caso avvenga un diniego da parte degli esaminanti), di certo contribuirà a velocizzare l’opportunità per cercare altrove l’eventuale soluzione, evitando magari il continuo nonché improduttivo “mugugno” sul tipo Bernabò Bocca e che risultati non dà; a parte l'aria dei 4 venti.

Ma Federalberghi Bologna non dovrebbe essere sotto la patria podestà della Federalberghi nazionale?

O sono due cose separate e distinte?
Recentemente ho letto sul web e da parte di un appartenente alla Federalberghi di Roma, che loro dispongono di ottimi professionisti nelle figure di vertice (in quelle sottostanti, no?), che con silenzio ed efficacia prevengono le “bombe atomiche”.
Ora che la città di Roma fu la prima in Italia ad “assumere” questo balzello lo sanno tutti, e quindi perché a suo tempo non fecero la medesima cosa di quelli di Bologna?

Forse che a suo tempo la tassa venne ritenuta una semplice “bombetta” d'elite e quindi non meritoria di alcun interesse “atomico”?

Bernabò Bocca invece continua a chiedere un confronto con le istituzioni per risolvere la crisi italiana del turismo (credo sia il milionesimo o giù di lì … tanto per dire, né), e poi non cambia una benemerita cippa.

Quelli di Roma?
Boh, loro in silenzio (forse troppo?) ed efficacia (forse poca?) … ma mettersi tutto d’accordo (quelli di Federalberghi) e remare dalla medesima parte … o forse lo fanno e sono io che non me ne accorgo?

Sarà anche così e quindi andrà a finire che la “colpa” è la mia, magari per il solo motivo che con loro non ce l'ho ma vorrei tanto che lavorassero un po' meglio (vabbè), ma qualcuno mi vuole spiegare il perché a Bologna si, mentre a Roma invece no?
E quelli nazionali?





mercoledì 29 agosto 2012

Io (non) fesso, tu fessi, egli fessa, noi (non) fessiamo, voi fessate ed essi fessano


Un giovane fesso si aggira per l’Italia.
Ce ne sono molti altri ma non è questo il punto.
Ma il fesso in questione è fesso da due a tre volte in un colpo solo, il che non è da tutti.

Sembra un truffatore, a prima vista.
È invece uno di quei fessi aggravati da prismatica dabbenaggine, per non dire da spaventosa coglioneria.
Uno di quelli che a Catania e dintorni sono detti «fessi col giumbo», ovvero dotato di pennacchio a colori, come i cavalli dei carretti siciliani, e dunque riconoscibili a distanza.
Un fesso col giumbo.
Irredimibile.

Il nome non c'è, ma non è che importi poi molto, trattandosi di fesso paradigmatico, ovvero di tipico italiano ancora convinto che essere furbo significhi anche essere smart, come dicono ora i giovani, e pensano perciò di essere molto ganzi, mentre invece sono platealmente, pateticamente fuori moda.
Non che tra quelli più “anziani” non ci sia il fesso più fesso degli altri, per carità.
Uno di quei truffatorelli che pensando di gabbare solo il proprio datore di lavoro, gabba lo Stato, la collettività e infine se stesso.

Ed ecco la storia.
C'è questo tipo, un apprendista ventenne che dovrebbe baciarsi i gomiti per essere stato ingaggiato da un'azienda alberghiera che a sua volta si bacia i gomiti perché ha molto lavoro (di questi tempi) ad agosto, eppure lui chiede tre settimane di ferie.
Tre settimane!
Ad agosto!
Un apprendista!
In un albergo sul mare!
L'albergatore traccheggia, c'è il lavoro da rispettare, e poi “razzo” siamo ad agosto e solitamente un hotel vicino al mare ...
Tre settimane di ferie sembrano un'enormità, e delle tre richieste, gliene concedono "molto bonariamente" due.
Il resto è proprio come pensate.
Il tipo va dal medico, e quest'ultimo, invece di mollargli un cazzotto sul naso o un ancorché simbolico calcio nel sedere gli molla un simpatico certificato.
Che ci vuole?
Uno svolazzo ed ecco fatto: due settimane di malattia.

Il giovane impugna la preziosa carta e la inoltra non senza sagacia e tempismo all'albergo 15 giorni prima che scattino le ferie concordate.
Totale: un mese di vacanza.
Fin qui siamo di fronte a un truffatorello classico, uno di quelli che tutti i giorni butta il suo piccolo dado nel già sgangherato sistema-Paese del Belpaese.
Ma essendo il nostro un fesso complesso, a più facce, come detto, lui se ne vanta su Facebook. Stravaccato sotto un ombrellone, succhiando il suo mojito mentre Michel Telò canta «Bara bara bere bere», e a seguire «Ah se eu te pego», il mitico fesso italiano si prende il lusso di sfottere anche l'albergo via internet vantandosene con gli amici e i colleghi.

Purtroppo per lui, in Italia c'è un altro tipo (il direttore d’albergo) che non ha alcuna voglia di farsi prendere in giro, e dopo avere spedito a casa del fesso due visite fiscali, anticamera di due siluri licenziativi a quota periscopio, spiattella la storia a chi di dovere, e cioè alla stampa.
Poi gli altri giornali la rilanciano e il fesso è fritto tre volte.
Tipo singolare, questo albergatore.
Poteva tenersela per sé, questa storia, licenziare il citrullo (per educarne cento) e tanti saluti. Invece no.

Perché l'aspetto che più lo ha fatto incazzare è invece un altro.
Cioè la faccia tosta di certi medici compiacenti dalla ricetta facile, associati in un delinquere quotidiano che sembra di piccolo cabotaggio, disonesti per ignavia e privi di decoro e di attributi.
Una storia in cui perdono tutti.
Perde il medico irresponsabile, la cui leggerezza si ripercuote sulle imprese prima e sulla formazione del ragazzo poi.
E perde anche il ragazzo, che lascia passare il tempo mettendo a repentaglio la possibilità di imparare un mestiere e di definire se stesso anche attraverso un lavoro.
È tutto.
Non c'è altro da aggiungere.

Tratto da un fondo di Luciano Gulli su Il Giornale a cui ho cambiato qualcosina giusto per “affinarlo” a quello che “ a volte” succede anche dalle altre parti.

P. S.: Chissà se qualche giudice, sotto pressione di benevoli e accomodanti sindacati, deciderà di reintegrarlo al suo lavoro (SUO, per modo di dire, né), e se a quel medico verrà detto o dato qualcosa.




martedì 28 agosto 2012

Genova: Il pisciatoio invisibile (a loro) all'aria aperta


E dire che quando ho visto il nome di Carla Sibilla come assessore al turismo genovese, dissi che scelta migliore non poteva essere fatta.

Col tempo (neanche poi troppo) ho cominciato a pensare d’aver scritto e detto una gran “belinata”.
Ed è arrivata la delusione totale!

Le foto a fianco sono state fatte questa mattina (28 agosto 2012) da me stesso e fanno parte della zona turistica più “IN” di Genova, e vale a dire dove i turisti dovrebbero sostare più a lungo: Piazza Corvetto, Piazza de Ferrari, Via S. Lorenzo e dulcis in fundo Via Garibaldi, che l’è la zona principale dei Palazzi Rolli (sito Unesco) e proprio di fronte a Palazzo Tursi che è la sede del Comune di Genova (Sindaco e molti assessori annessi e chissà se connessi).

Dubito un po’ sulla connessione mentre sull’annessione non ho il minimo dubbio.

Beh, che dire; forse è meglio non dire poiché le immagini parlano già da sole e … vabbé, basta così.

A presto, anche perché dopo aver dato il giusto tempo per organizzarsi, credo che l’ultimo secondo a loro disposizione, per quanto mi riguarda, sia ormai scaduto, e non ho più la pazienza d’aspettare i loro comodi o comodacci.

Poi se l’assessore non riesce a vederli neanche di fronte a dove lavora, beh; sarebbe anche tosto l’ora che lasciasse l’incarico fin dalle prime battute, e magari così possiamo vedere se il prossimo se n’accorge che queste schifezze non dovrebbero avere dimora in una città che si profetizza turistica ... ma soprattutto che su quella spettabile poltrona ci si sedesse finalmente qualcuno che l'abbia veramente a cuore ... e non solo "a cuore" quello che più fa piacere o interesse (?), nè!

P.S. Un ringraziamento ad Alex Kornfeind … io so il perché.






Ignorante (nel turismo) sarà lei! Dall'Obiettivo Crescita dell'Agenda di Governo


La prima cosa che viene in mente a leggere l’Agenda del Governo sull’Obiettivo di crescita in merito alla Cultura e al Turismo, partorita il 24 di agosto dal Consiglio dei Ministri, è: “Ma veramente credono che siamo così tutti ignoranti?”.

2.2.7 Beni Culturali e Turismo
Il patrimonio storico-artistico, paesaggistico e tout court culturale dell’Italia non ha paragoni al mondo. La sua valorizzazione e promozione è pertanto un filone strategico indispensabile per la crescita del Paese. 
Per ottenere questi risultati è però necessario uscire dalla logica meramente assistenziale della cultura, favorire le  partnership pubblico-privato, guardare al patrimonio culturale non solo come una eredità del passato, ma come un asset per il futuro,
principale cinghia di trasmissione del motore di sviluppo turistico. In tal senso, ad esempio, il Governo ha approvato la semplificazione delle procedure di ricerca di sponsor per il restauro dei beni culturali (“Pacchetto semplificazioni”) e delle procedure in materia di agevolazioni fiscali e donazioni per i beni e le attività culturali (all’interno del decreto legge “Salva Italia”) e ha deliberato lo stanziamento di 76 milioni di euro da parte del CIPE a favore di alcune eccellenze del patrimonio culturale e museale italiano. 
Per quanto riguarda invece il turismo, oltre al Piano Strategico quale strumento che per la prima volta traccia una visione del futuro e una strategia complessiva, e a numerosi progetti di promozione turistica, è in corso di avanzata elaborazione una iniziativa innovativa per migliorare la qualità ricettiva delle strutture attraverso un sistema di rating e classificazione.

Azioni in programma
• Presentazione del Piano Strategico per il Turismo
• Sviluppo di iniziative di attrattività turistica legate ad EXPO 2015
• Riorganizzare la pianificazione urbanistica con impatto sul paesaggio del territorio nazionale, definendo, insieme con le Regioni e gli Enti locali, “piani paesaggistici” compatibili con il rispetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio, con la tutela di luoghi storici e naturali, con la rigenerazione dei centri urbani e periferie degradate
• Proseguire l'attività di  ricostruzione, messa in sicurezza e recupero anche ai fini turistici delle aree colpite dal terremoto del maggio 2012, del centro storico dell'Aquila
• Approvare, in collaborazione con il Parlamento, una nuova  legge quadro per lo Spettacolo
• Proseguire i progetti sui grandi attrattori culturali (es. Pompei).

A parte l’inizio di una logorroicità disarmante e comprensiva addirittura dell’abbreviazione francese “tout court” che letteralmente vuol dire “in breve” e quindi “per darci una botta”, non si capisce il perché ce l’abbiano rimenata colla solita nenia del patrimonio storico-artistico senza uguali nel mondo … cinghia di trasmissione del motore … asset per il futuro e bla bla bla … alla faccia del tout court.
Vabbè, ci siamo abituati, ma questo non toglie che ci girino ugualmente.
Ma notare che le procedure di partnership (pubblico-privato) e le semplificazioni di ricerca sponsor, nonché le agevolazioni fiscali e donazioni eccetera eccetera, che dovrebbero essere nel “Pacchetto semplificazioni” … dove “minchia” sono, e se quello che c’è può essere veramente definito … SEMPLIFICAZIONE?
Mi si perdoni il francesismo (minchia), ma visto che lo usano loro (tout court) non vedo il perché non lo debba usare anch’io.
Ma vado avanti.

Il Piano Strategico menzionato dall’Agenda, presumo sia rivolto allo studio che la  Boston Consulting Group (BCG) su incarico del Piero Gnudi e dietro un compenso monetario che non c’è ancora dato sapere ma certamente non irrisorio, e che tra breve dovrebbe fornirci (dicono loro) una visione del futuro sul comparto del turismo.

Piano strategico che certamente, ovviamente, sicuramente e tanti altri “mente”, non contemplerà alcuna novità che già non conosciamo dallo sbarco a Marsala o giù di lì.
Per i 76 milioni di euro “donati” per alcune (alcune e non tutte, né) eccellenze del patrimonio culturale e museale italiano, vorrei ricordare che fanno parte del medesimo e miserrimo neanche 0,5% del Pil, quando le altre nazioni “donano” dall’uno al 2% del loro.
Poi se ci mettiamo che il nostro patrimonio è il più grande del mondo … è veramente ben poca cosa.
Ma il culmine lo si ottiene con: “ … è in corso di avanzata elaborazione una iniziativa innovativa per migliorare la qualità ricettiva delle strutture attraverso un sistema di rating e classificazione.”

E vuoi vedere che è così in corsa che è sfrecciata in un battibaleno che nessuno se n’è accorto e hanno cambiato il Titolo V, hanno mutato La legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 che attribuiva alle regioni la potestà legislativa esclusiva in materia turistica e quindi anche la classificazione?

Seguono poi le varie azioni in programma
Presentazione del Piano Strategico per il Turismo di cui ho già sopra detto.
Sviluppo di iniziative attrattive turistiche legate ad EXPO 2015 … che c’era già ed è “controllato” dalla Regione Lombardia.

Riorganizzare la pianificazione urbanistica con impatto sul paesaggio del territorio
nazionale, definendo, insieme con le Regioni e gli Enti locali, “piani paesaggistici”
compatibili con il rispetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio, con la tutela di
luoghi storici e naturali, con la rigenerazione dei centri urbani e periferie degradate … che con i tempi biblici del Parlamento, sai che gli frega?

Proseguire l'attività di  ricostruzione, messa in sicurezza e recupero anche ai fini
turistici delle aree colpite dal terremoto del maggio 2012, del centro storico dell'Aquila … sarebbe anche l’ora ma è da un po’ che lo si dice e i risultati non credo cambieranno.

Approvare, in collaborazione con il Parlamento, una nuova  legge quadro per lo
Spettacolo … come sopra, BIBLICAMENTE … PARLAMENTARIAMENTE.

Proseguire i progetti sui grandi attrattori culturali (es. Pompei) … eh si, appunto!

E IGNORANTE (nel turismo) SARA’ LEI 



Quindi il governo promette di inventarsi una procedura autorizzativa che “garantisca l’ascolto di tutti gli interessi, promuova il consenso tramite adeguate misure di compensazione e stabilisca meccanismi di risoluzione degli stalli decisionali, con certezza dei tempi di definizione”.

Come questo sia possibile non si sa, però c’è scritto.


lunedì 27 agosto 2012

Le "Squolle" alberghiere italiane


Qualche anno fa leggevo sul Gulf News, il quotidiano in lingua inglese più importante di Dubai City, che venivano stanziati circa 2 mld di dollari per la creazione di una scuola di formazione alberghiera a supporto del grande sviluppo turistico e della necessità di proporre del personale altamente qualificato per la ricettività di quel paese.

Al primo esame si potrebbe ritenere un’ottima iniziativa ma non certamente nuova poiché in perfetta sintonia con le metodologie di alcune grandi, serie e professionali catene alberghiere che già da anni destinano una buona percentuale del budget a corsi di aggiornamento interno.

Dubai City non ha siti Unesco e non dispone di alcun patrimonio artistico-culturale naturale o retro-attivo, ma si sta prepotentemente affacciando nell’elite mondiale turistica che rappresenta una buona fetta del movimento monetario della nazione.
Le altre risorse sono il petrolio (10%) e gli interscambi con gli altri stati degli Emirati Arabi attraverso il porto ed aeroporti.
Come dire; stanno lavorando molto bene ma non hanno inventato niente di nuovo, mentre noi non stiamo affatto lavorando bene e non riusciamo neanche a mantenere o programmare quello in cui negli anni addietro ci vedeva come gli indiscussi campioni del mondo.

Ma veniamo alle scuole alberghiere!
Come già detto in un precedente l’Italia negli anni ‘50/’60 e ’70 disponeva di ottime scuole alberghiere che ci permettevano di stanziare nelle primissime posizioni mondiali da cui fuoriuscivano grandi future personalità dei vari settori alberghieri e ristorativi.
Infatti non vi è una sola sezione alberghiera in cui non siamo stati i promotori sia in didattica che in creatività; lo stesso Leonardo Da Vinci, un esempio su tanti, fu grandissimo ideatore nella Roma dei Cesari nel 1489, in occasione delle nozze di Giangaleazzo Visconti e Isabella d’Aragona, dell’allestimento del banchetto nuziale dove fecero capolino per la prima volta al mondo i tovaglioli ed il modo di servire le portate.
Diciamo un F&B Manager o Maestro di Casa di eccellente “portata”.

Da quell’occasione nascono appunto i servizi alla francese, russa ed italiana ben contornati dall’eleganza dei servitori che volteggiando musicalmente deliziavano i commensali.
Cose d'altri tempi ma intonate all'epoca.

Mentre adesso?
Adesso prova a chiedere cosa sia il "FILO" nella ‘mise en place’ in un tavolo reale; uno su mille ti risponderà e forse neanche quello, docenti, presidi o magnifici compresi.
Le cause di questa debacle sono molteplici; lo stipendio di un docente corrisponde alla paga di un lavapiatti stagionale e quindi è immaginabile la volontà dei buoni preparatori ad affrontare questa istruzione, e detto porta conseguentemente al deterioramento di gran parte delle istituzioni scolastiche presenti nello stivale.

Poi c’è il grande problema che l’industria italiana non s’industria per portare all’istruzione, anche se solo parziale (poche ore settimanali tra tutti i vari dipartimenti dell’hotel), i loro migliori elementi.
Sai i ragazzi come starebbero attenti durante l’ora di un “grande” di quel dato settore alberghiero, ma soprattutto come sarebbero invogliati a dare il meglio di se stessi?

La EHL di Losanna, internazionalmente ritenuta la migliore scuola alberghiera del globo e personalmente visitata in più occasioni a livello informativo (curiosità), ha variegati programmi di formazione e gli standard sono affinati con precisione svizzera mentre governi, associazioni professionali e scuole superiori di una decina di paesi hanno chiesto all'EHL di guidare lo sviluppo delle loro scuole professionali alberghiere, tra cui gli Emirati Arabi.
La grande loro rivale, la Cornell’s School of Hotel Administration, la LCB di Adelaide in Australia, The Hague in Olanda fondata dall’Horecaf, Finlandia e poche altre hanno capito che la qualità non è solo nel management direttivo ma la parte qualitativa integrante proviene dalla cucina, sala, bar, camere, reception fino alla maintenance o alle lavanderie attraverso deposito e quant’altro del meraviglioso settore.

In Italia invece l’attenzione è principalmente rivolta al direttivo alberghiero, mentre ogni giorno (quasi) appare una nuova posizione dirigenziale alberghiera di cui non si conoscono neanche le prerogative, e solitamente doppioni di altre già esistenti.
E ho ben presente il valore o l'utilità che i partecipanti, alla fine dei quali, ottengono di fronte alla realtà lavorativa.
Ma per piacere!

Le scuole alberghiere sono ritenute e scelte per lo più in base alla facilità per l’ottenimento del diploma, dopodiché viene abbandonato dagli studenti ogni interesse a proseguire il mestiere e causa è anche l’invogliamento che i docenti non riescono a dare agli alunni, comportando l’inserimento di personale estero senza nessuna cultura alberghiera, ma a basso costo.

Il risultato lo conosciamo come conosciamo l’interesse delle istituzioni governative alla risoluzione del problema, e mentre Dubai City impegna tutti quei soldi per il miglioramento programmatico, noi continuiamo con il nulla pur essendone stati i pionieri!
Tutto questo mentre le 10.001 associazioni del turismo nazionale continuano a parlare (l’armata di 800.000 prs.), e quei 8.000 e passa assessori al turismo italiano di varia natura discutono improduttivamente il calo nel settore.

… e poi ti trovi tra il tuo personale il finto malato che si fa dare quindici giorni di mutua e poi viene … ma di questo vi parlerò la prossima volta.


domenica 26 agosto 2012

Come il "gufo" da sinonimo di saggio diventa sinonimo di menzognero (TripAdvisor)


Bell’affare TripAdvisor.

Non proprio bello e gaudente come i racconti di Collodi (Carlo Lorenzini) col suo Pinocchio, ma poco ci manca in quanto a balle.
E il suo naso a quanto sembra s'è allungato a dismisura (ved. clip a fianco).
Eh si, quelli di TripAdvisor sono dei menzogneri, e sentite un po’ qua.

Il 24 di agosto m’arriva una mail dal “gufo”, dove sopra c’è scritto che uno degli Hotel che avrei a suo tempo recensito è stato premiato col Travellers' Choice 2012.

Si, sono iscritto da qualche tempo alla loro pagina per le recensioni, e il mio scopo non era certamente quello di dare giudizi a destra e a manca ai vari alberghi, hotel eccettera eccetera, ma solo ed esclusivamente per capirne l’andazzo.

Infatti dalla clip seguente si evince che io non ho mai votato alcunché … e pertanto come cavolo avrei fatto a recensire un hotel che poi avrebbe vinto il famoso (decché?) premio inventato dal gufo?


Balla?
Beh, sembrerebbe proprio di si!

Andazzo di TripAdvisor che non m’è mai piaciuto per niente fin dai suoi albori, anche perché ne ho sempre immaginato le grandi problematiche che ne avrebbe incolpevolmente poi ricevuto questo settore, e i fatti …
Non ultime quelle che da un po’ di tempo girano sul web e che ha prodotto innumerevoli mal di pancia agli operatori.

Come ad esempio la possibilità che hanno gli immancabili imbroglioni che minacciando false recensioni al malcapitato di turno cercano di ottenere del facile guadagno, delle cortesie non opportune, dei privilegi non dovuti e via cantando.

Stessa cosa (opportunità) per chi invece vuole “rovinare” una certa locazione, per il solo motivo che da lì è stato licenziato nel tempo che fu e probabilmente a giusta ragione, vista la reazione a posteriori.
O addirittura dal dirimpettaio del “sito” a cui magari viene negato il diritto di parcheggio per l’auto personale nei posti adibiti ai clienti del ristorante o dell’hotel.
E poi vallo a spiegare a quei 70 del team antifrode di Londra con i loro 25 sofisticatissimi sistemi di filtri il come fare per trovare i vari Mimì, Cocò e pure quell'altro che hanno scritto delle recensioni truffaldine.

E alla fine della favola, tanto per cambiare, a rimetterci è sempre quello che s’è sempre comportato bene e che paga le conseguenze delle malefatte altrui.
In poche parole una “sporcaccionata” mi si consenta l’aggettivo a cui di certo non darò mai il minimo apporto con qualsivoglia recensione.
Sia essa negativa che positiva.
Credo inoltre che sia possibile invero fare una cosa più ben fatta e meno possibilista per le malefatte altrui ...

E se proponessimo il “gufo” come prossimo vincitore del Campionato italiano della bugia?
Almeno per tre o quattr’anni di fila, né (?), oppure ad honorem per sempre!



sabato 25 agosto 2012

Ecco perché i bimbi piangono durante le visite alla Villa Adriana di Tivoli, e pure i loro genitori frignano, ma solo se sono extraeuropei però, né?


E per fortuna che non si paga quando lei è in dolce attesa.
O per lo meno, lei (la mamma) paga, ed è anche giusto e normale, ma il nascituro che è ancora in grembo, no.
Però se ha un giorno di vita o solo un minuto, e putacaso gli venisse voglia di farsi un giretto per i Musei di Roma, non c’è niente da fare.
Paga e che non si metta anche a frignare, per carità, perché sennò va a finire che gli mettono anche il sovrapprezzo.

E questo succede solo se il neonato “parla” (per modo di dire, né) qualche lingua extraeuropea, mentre il suo collega del vecchio continente, che dopo avergli fatto “l’ombrello” probabilmente a mò di scherno, entra a gratis.
Sembra una favola, ma favola non è.
Infatti la dicitura posta in bella evidenza che appare nel sito dei Musei di Roma, dice così:

BAMBINI
Bambini NON cittadini europei: da 0 a 18 anni pagano comunque un biglietto intero anche se appena nati.
Bambini cittadini europei: da 0 a 6 anni non compiuti non hanno bisogno di prenotazione e non devono essere segnalati nel form di prenotazione. Da 6 a 18 anni, devono prenotare un biglietto gratuito.

Sul “genere” Guerra d’Indipendenza statunitense, apartheid sudafricana o che altro?

Comunque il problema, non finisce di certo lì, poiché se ti viene voglia di indagare meglio sull’ambaradan, ecco che la situazione prende di colpo il plurale e quell'unico primo problema, dopo cinque secondi, diventano un’infinità.
Primo perché la prenotazione avviene tramite “carrello” e non contempla la richiesta di provenienza del turista, poi, nel qual caso esistano dei turisti onesti che lo dichiarino, è incomprensibile il perché la Villa Adriana a Tivoli sia solo presente il lingua italiana e in quella francese (inglese, tedesco e spagnolo … nisba).
Mi vogliono pertanto spiegare come fanno i turisti extraeuropei ad andarci (con bimbi o senza bimbi) alla Villa Adriana se non c'è scritto nella loro lingua ... e senza andare a cercare l'hindi, il portoghese (Brasile) o il cinese, non c'è manco nell'idioma inglese?

Sempre che all’ingresso non ti chiedano i documenti per comprovare che uno viene dal Mec e pochi altri entro i confini dell’Europa.
Ma allora a che cosa serve inserire che i neonati o i bambini extraeuropei (entro il 18esimo anno d’età) debbano pagare se lo si scrive in quelle due lingue “francamente e italianamente” solo europee?
Forse che all’indiano, al cinese o chissachè venga in mente di andarsi a prendere informazioni sui comodacci e sui loro neonati altrui?
Ma per piacere e per carità.
E così pure dell’altre cose che non sto a dire per non danneggiare irrimediabilmente il mio povero fegato.

Dulcis in fundo, tanto per finire il pezzo e darci ‘na botta su queste strunz str … anezze … a che “razzo” serve scriverlo in italiano che chi viene da fuori Europa (da 0 a 18) paga il biglietto intero?

Giusto per fare incazzare me e qualcun altro che al turismo ci tiene davvero, vero?

P. S.: Certo che è un bel modo di farci pubblicità, ma soprattutto di far conoscere che noi italiani siamo “favorevoli” a tutte le etnie ... e chissà che cosa dirà quell’Ambasciatore o Console cinese, brasiliano, indiano e bla bla bla, che magari lo vengono a sapere, senza parlare poi dell’opinione dei turisti di quei posti, né?
Ma forse perché i loro bimbi sono incomprensibili quando piangono nella loro lingua, poi se piangono in turco …

Con l'aiuto informativo di Davide Valpreda

E dopo il 30 ecco il 31, tanto per far notizia, dai!
Il sito ufficiale della Soprintendenza BAPSAE di Caserta e Benevento, in poche parole la Reggia di Caserta (Unesco), è solo in lingua italiana e dei bambini non c'è scritto niente. 
Abbé, sibbé ho visto una Reggia.

P. P. S.: Del prenota il biglietto e salta la coda, ne parliamo domani, va.

Poi, non appena finito questo post arriva da frap1964, (il quarto commento) quello che segue ... giusto per la precisione:


Detto fra noi, la cosa è leggermente peggio di così. 
La villa di Tivoli, come la Reggia di Caserta si adeguano semplicemente alle norme nazionali dettate dal 
DECRETO MINISTERIALE 20 APRILE 2006, N.239 (PUBBLICATO NELLA GAZZ. UFF. DEL 26 LUGLIO 2006, N.172)
Modifiche al regolamento di cui al decreto ministeriale 11 dicembre 1997, n. 507: «Norme per l'istituzione del biglietto d'ingresso ai monumenti, musei, gallerie, scavi di antichita', parchi e giardini monumentali».


Se fai una verifica, ti accorgi che con il decreto del 1997 la gratuità di ingresso per i minori di anni 18 era riservata ai soli cittadini italiani. Con il decreto del 2006 è stata estesa ai cittadini della sola unione europea. Forse servono altri 9 anni. Ci sta che nel 2015 capiscano che forse non è molto furbo pretendere il pagamento (anche ridotto) dei minori per i turisti extra UE, perché questo allontana di sicuro i visitatori con figli al seguito.

Chi è il geniale ministro che ha avuto questa brillante intuizione ed il 20 aprile 2006 ha firmato un decreto così concepito? 
Un filosofo pugliese: Rocco Buttiglione.

Non c'è molto da meravigliarsi: già due anni prima la commissione europea ne aveva bocciato (due volte) la designazione a commissario europeo per la giustizia, libertà e sicurezza dopo le sue dichiarazioni sui diritti di gay, donne ed immigrati. Fu allora il primo commissario europeo designato a non ricevere l’approvazione di una commissione dell’Europarlamento.
Ignoro se abbia mantenuto il primato.

In un modo o nell'altro riesce comunque a farsi riconoscere. E noi con lui, purtroppo.

venerdì 24 agosto 2012

Incantesimi a Genova in una notte di mezza estate e un po': i tassisti fanno le guide turistiche e i Rolli (Unesco) diventano dei "palazzinari"


... e le guide turistiche?
Rolli loro, anzi "razzi" loro!

Il primo biglietto da visita che i turisti ricevono quando arrivano in autobus a Genova è proprio il peggiore.
Ma non è poi che per chi c'arriva con altri mezzi di locomozione vada molto meglio, anzi …

A Caricamento i pullman posteggiano proprio davanti a dei vespasiani e la “visione” che hanno dall’altezza del pullman, permette loro che nulla sia lasciato all’immaginazione.
Beh, qualcuno potrà sostenere che così i viandanti possono imparare il come si fa la pipì o l'eventuale popò, farla in un battibaleno dopo un lungo viaggio e per di più, il tutto viene fornito senza spendere niente (giusto per dare una mano all’indotto, né).
E poi dicono che i genovesi (liguri) non sono sociali con gli esteri.

E invece no, perché poco dopo e cioè prima d’iniziare il giro, li si accompagna dalla Galleria Atlantide sotto l’Acquario dove ce n’è un altro, e che poi è uno dei pochi bagni pubblici a disposizione nella città.
E dove presumo che non ci puliscano da quando è stato aperto il porto antico (anni e anni fa), mentre proprio in quel luogo domenica c’erano degli stranieri che hanno messo del cartone sulle panchine (lì ce ne sono sempre … non di turisti ma di cartoni) perché erano schifati del sozzume stagnante e stagionante (ved. Il Secolo XIX di giovedì 23 agosto 2012 a pag. 19).
Che quasi quasi al turista pare d’essere arrivato nel paese dei “cessi” … due in pochi metri.

Finita?
Manco per scherzo, ma non vado oltre sennò facciamo notte … si ma una notte del 2033.

E poi, se al cortese turista che ha scelto la nostra città venisse per caso in mente di visitarla culturalmente e turisticamente, ecco che da pochi giorni l’assessore comunale al traffico, Anna Maria Dagnino, ha raggiunto l’accordo con i tassisti per permettere loro di far da ciceroni (ai turisti e non ai cartoni) al prezzo di 50 euro all’ora.
Col risultato che i “Rolli” che pur appartenendo al Patrimonio Mondiale dell’Unesco, ecco che su suggerimento della nuova guida turistica dato al turista “troppo” curioso, diventano il cognome di alcuni “palazzinari” che hanno edificato un po’ in tutta la città.
E questo basta e c’avanza, ma se ne volete leggere dell’altre … qui (giusto per farvi due risate).

Ma le Guide turistiche?
Beh, per esercitare la professione di Guida turistica bisogna essere in possesso di una licenza rilasciata dalle autorità locali a seguito di un esame abilitativo con almeno una lingua straniera, conoscenze approfondite in campo storico-artistico, culturale e naturalistico relative all’ambito territoriale nel quale si vuole esercitare.
In Italia la Guida turistica ha attualmente abilitazione provinciale, ovvero può sostanzialmente operare solo nella provincia di cui ha ottenuto l'abilitazione, previo esame scritto e orale.
Il titolo di studio obbligatorio per tutti è il diploma di maturità o titolo equivalente (stranieri).
E ultimamente, seppur tra i partecipanti all’orale per ottenere il patentino di “guida turistica” ci fosse il fior fiore di laureati in storia dell’arte, a Savona su 66 n’è passato uno solo; a Genova 35 su 450, mentre ad Imperia 8 su 80 … di La Spezia non lo so.
Quindi mica noccioline, né!

Però, a quanto pare, per il sindacalista dei tassisti Valerio Giacopinelli, la cosa non è assolutamente una forma di concorrenza indebita.
Bontà sua!
Lui dice che loro (i tassisti) non si vogliono sostituire alle guide turistiche e che addirittura tra di essi vi sono la “bellezza” di due ex guide turistiche.
Un po’ come s’io (che lavoro nel turismo) avessi due colleghi laureati in ingegneria idraulica e potessi, non solo parlare di statica e di cinematica dei campi fluidi, ma ne fossi addirittura istituzionalmente autorizzato per eventuali costruzioni d'impianti di Reologia,  per il solo motivo che conosco quei due.
Che dire poi se conoscessi anche un chirurgo cardiologo nel mio settore, forse ch’io potessi fare un’operazione a cuore aperto?
Ma per piacere!.
E gli altri 900 e passa tassisti che non sono mai state delle guide turistiche?
Vabbé andiamo avanti.

Nella medesima intervista il Giacopinelli, il sindacalista dei tassisti, sostiene che da tempo stanno lavorando ad un corso facoltativo per migliorare la preparazione turistico/culturale dei tassisti e i risultati sono questi qua.
Dulcis in fundo, ma ce ne sarebbero anche dell’altre su di cui è meglio soprassedere, tira fuori che ad entrambi converrebbe lavorare insieme e cita un caso in cui chiamò una guida turistica per farsi aiutare con alcuni turisti russi.
Eh?
E secondo lui uno su 1.000 e ad ogni morte di Papa, sarebbe la sua pretesa di stretta collaborazione?
E allora perché non permettere alle guide turistiche di fare il “giro turistico” con le auto personali?
Non sarebbe, in questo caso, un vero e perfetto fifty-fifty?

Ma vuoi vedere che in questo caso la concorrenza diventa sleale?

P. S.: E l’assessore alla cultura e al turismo di questa città, la Carla Sibilla, che a suo tempo ne fui felice e contento per quella nomina (ahimé, ebbi torto marcio), che fine ha fatto?

Acquario e Fiera o Fiera e Acquario (cose di cui s’occupava già prima privatamente?), o di che cosa s’occupa adesso?






giovedì 23 agosto 2012

Dove farò del marketing turistico nel 2013 ?


L’estate sta finendo e le presenze turistiche stanno scemando.
In verità lo sono state tutta l’estate … sceme.

E il colpo di coda della fine d’agosto e dei primi di settembre (“noi” lo si sa da circa due mesi) dovrebbe rimettere un po’ le cose a posto, ma il segno meno regnerà in quasi tutte le località turistiche dello stivale, e con addirittura, in alcuni casi, dei numeri a due cifre.
Uno sfacelo che ci risulta poter essere stato prevedibile e di conseguenza rimediabile, ma a cui, “ i sapientoni” nazionali e locali, non hanno fatto nulla o ben poco (mosse intelligenti) per favorirne il mercato.
Primo per l’insipienza di chi questo settore lo governa, e poi perché anziché porci rimedio, c’hanno anche dato dentro per peggiorarlo.

Comunque sia o sarà, di questo problema tutto italiano abbiamo già detto innumerevoli volte e per una volta soprassediamo; tanto le occasioni per riproporli (i problemi) non mancheranno mai di certo con sta gente qua.

Oggi parliamo di finanziario e di come la vanno alcune nazioni per capire se e come invaderle, nel qual caso convenga, con dei buoni piani di marketing turistico per il prossimo periodo.
Ma soprattutto in che misura sia consentito.

E lo facciamo, tanto per cominciare, con i Paesi del Bric, che a quanto pare vanno per la maggiore per quanto riguarda il proprio turismo in uscita (outbound tourism).

Brasile
Frenata dell'economia in corso anche in Brasile, Paese nel quale si avvertono pure gli effetti di una sorta di stretta creditizia.
A fronte di una domanda consistente di finanziamenti da parte delle imprese, la concessione di prestiti bancari continua infatti a diminuire.
Richiesta di crediti debole, invece, da parte dei consumatori, tra i quali peraltro si evidenzia un elevato tasso di insolvenza.
Dal fronte dei consumi interni arrivano però segnali contrastanti.
Da un lato, le vendite al dettaglio crescono (+6% anno su anno, secondo una rilevazione effettuata ad aprile), ma il tasso risulta inferiore di circa la metà rispetto a quello riscontrato nelle rilevazioni precedenti.
Per il prossimo futuro si prevede una prosecuzione della frenata.
In Borsa, nella prima parte dell'estate, l'indice Bovespa ha mantenuto un andamento piatto.

Russia
Dal mercato finanziario e dall'economia russa arrivano notizie di segno positivo. Il quadro congiunturale si sta progressivamente stabilizzando, mentre da produzione industriale e consumi privati giungono indicazioni migliori di quanto previsto.
Secondo le informazioni disponibili, a settembre dovrebbe essere liberalizzato il mercato dei titoli di Stato, con una progressiva semplificazione dell'accesso per gli investitori.
Il settore obbligazionario ha tratto beneficio dall'annuncio di questo provvedimento, mettendo a segno una crescita delle quotazioni.
Negli ultimi tempi anche il mercato azionario sta manifestando una tendenza positiva.
La relativa stabilizzazione delle quotazioni del petrolio ha rafforzato i titoli del settore oil. Buoni risultati anche per le azioni del comparto gas.

India
Per il continente indiano il peggioramento della congiuntura si sta accompagnando a condizioni meteorologiche sfavorevoli (sotto forma di precipitazioni monsoniche in misura inferiore alla norma).
Le probabili, rilevanti perdite sui raccolti potrebbero così alimentare la crescita dell'inflazione, che già oggi è fonte di preoccupazione.
Dal punto di vista valutario, la rupìa ha continuato a indebolirsi, fino a scendere a livelli record rispetto al dollaro Usa.
Non favorevoli, infine, le prospettive: le principali agenzie di rating hanno ridotto a "negativo" il giudizio a breve sul merito di credito, misura spesso propedeutica a un declassamento. L'indice azionario Bse-Sensex 30 ha messo in luce un trend positivo, all'interno del quale si
evidenzia però l'andamento poco brillante del settore information technology, penalizzato dalla debolezza della domanda.

Cina
La corsa del Dragone prosegue, ma il rallentamento del suo ritmo è evidente.
Gli ultimi dati macro-economici sono infatti risultati inferiori alle attese, in particolare per quanto concerne surplus commerciale ed esportazioni.
Se invece si considerano, in particolare, i dati sulla produzione industriale, nel secondo trimestre l'economia cinese dovrebbe essere cresciuta del 7,5% annualizzato.
Per il terzo trimestre si attende una leggera accelerazione, che dovrebbe portare l'incremento annuo del Prodotto interno lordo all'8 per cento.
Due i fattori che hanno contribuito al rallentamento: la politica monetaria restrittiva adottata nel 2011 e un calo della domanda in arrivo dall'Eurozona.
Nelle ultime settimane i mercati azionari cinesi (azioni H di Hong Kong e azioni A di Shanghai) hanno manifestato un andamento debole.

... e a presto per le altre Nazioni.


mercoledì 22 agosto 2012

Intervista a Luciano Ardoino, saggezza, ardore, realtà e passione



Luciano Ardoino, potrebbe essere un qualsiasi cittadino che incontri all’ufficio postale o in banca, di quelli che si lamentano perché non si rispetta l’orario, ci sono le casse vuote ecc,.ovvero quella massa di nostri concittadini che pur dicendo la verità noi amiamo poco. Forse perché questo paese ama poco il vero e si rifugia sempre più in una sorta di velo che inesorabilmente prima o poi cade, quindi meglio dire le cose tutte e fuori dai denti, come del resto fa Luciano.

Dire una vita per il turismo, sarebbe riduttivo, se avessimo tanti Luciano le cose potrebbero andare meglio, certo ognuno ha il suo modo di porsi, più o meno irruente, ma noi che facciamo turismo, dobbiamo guardare al contenuto piuttosto che al modo di proporsi.
Di contenuto certamente Luciano ne mette molto e certamente ha il merito di dire le cose come stanno, forse a suo modo di vedere, ma le dice.
Ma di certo un motivo ce l'ha, poiché in fondo non credo che Luciano sia proprio così acido e critico, e probabilmente su questo suo moto perpetuo lui ci gioca canzonatoriamente alla maniera di Amici Miei.

Non sempre – anzi spesso – non sono d’accordo con la metodologia di Luciano ma ne ammiro la tenacia e quel sacro fuoco che lo alimenta, e di spunti in questa lunga intervista ve ne sono tantissimi, tutti meritevoli di un lungo dibattito molto serio e approfondito.

Vi sono però due aspetti che oggi anch’io lavorando all’estero non posso non sottrarmi nel sottolineare, -  tenuto conto che questo spazio vede anche come lettori amici head hunter a agenzie di recruitment – ovvero l’aspetto età. In Italia penso che sia urgente da subito  fare molta attenzione al merito e all’esperienza. All’estero l’aspetto anagrafico è assolutamente irrilevante è l’ultimo dei dati che viene analizzato, da noi troppo spesso è il primo. Questa è un anomalia che tutti dobbiamo cercare di correggere per il bene di questo paese.

Il secondo aspetto, che reputo altresì importante e che spesso ho sottolineato, è l’esperienza di lavorare “dentro” il turismo, non c’è nulla da fare, non esiste docente, consulente o tutto quello che volete che possa convincere, se non ha avuto esperienze interne al settore, bisogna sporcarsi le mani, prima di affermare cose che non si conoscono, perché non vissute in prima persona.

L'uso dei viaggi è di regolare l'immaginazione con la realtà, e, invece di far pensare come possono essere le cose, di farle vedere come sono.
Samuel Johnson, Johnsoniana, 1776


Allora eccoci Luciano, prima ovviamente di "comporre" le mie domande ho guardato, letto, riletto blog, profilo ecc. La prima domanda che voglio porti è perchè nel 2009 hai iniziato a creare un blog, dove ti è nata questa esigenza ?

Le cause che hanno dato lo spunto alla nascita di “Tutto sbagliato tutto da rifare” partono dal lontano 1969 (non ti preoccupare non ti tedierò con racconti logorroici da fantascienza), e vale a dire quando sbarcai dall’Eugenio Costa e mi misi a lavare i piatti in un albergo di Rio de Janeiro … con la sola seconda liceo Scientifico, che rimane tutt’ora il mio più alto grado d’istruzione.
Step by step arrivo a fare l’Executive Chef ed il trainer in cucina internazionale in altre parti del mondo.
Poi, curioso come sono nel voler sempre apprendere il lavoro altrui, perché nei loro comparti ci vedevo sempre qualcosa da migliorare, passo in sala e divento Maitre D’ (cosa alquanto strana ed insolita, ma così è), mentre il tempo libero lo trascorrevo negli altri dipartimenti dei complessi alberghieri (finanziario, lavanderia, reception, purchase dpt., magazzino e bla bla bla) perché amavo imparare (e ancora lo è), senza distinzione di grado lavorativo ma organizzandomi per tentare d’offrire la migliore qualità.
Senza calci nel didietro (mi si perdoni il vanto) divento F&B manager, Capo dei servizi alberghieri e finalmente direttore d’Hotel.
Incomincio a studiare autonomamente logistica alberghiera (un po’ sui libri e un po’ per esperienza) per motivi che trancio sennò facciamo notte, e contribuisco con alcuni ministeri del turismo esteri a risolvere i loro problemi.
La cosa sembra che vada bene e vengo contattato per dirigere alcune catene alberghiere con migliaia di dipendenti (impossibile in Italia con la mia poca istruzione scolastica), che poi otterranno degli ottimi risultati … così dicono e forse lo è.
Mentre continua con altre Nazioni la mia collaborazione con i ministeri del settore che più conosco.
Nel frattempo seguo sempre il turismo italiano e mi ostino a confrontare le sue modalità legislative e d’attuazione con quelle di molte Nazioni che al momento mi vedevano ospite, mentre continuo a scrivere migliaia di pagine di quello che turisticamente vorrei fosse fatto nel mio Paese.
Innovazioni, idee e quant’altro che non esistono da nessuna parte del mondo, frutto di un confronto attraverso l’estrapolazione del loro meglio con il nostro peggio.
Molte le cestino ma altrettante le porto ancora con me e giornalmente le rinnovo con delle nuove opportunità.
Diciamo come in una raccolta di francobolli che come si sa non finisce mai.
Adesso non cestino praticamente più nulla, anche perché prima di scriverle (a parte il tempo che m’è sempre tiranno) ci penso molto di più.
Ritorno in Italia ma mantengo un certo lavoro coll’estero, mentre m'ingegno inutilmente con qualche tentativo per far capire che esisto e che qualche aiuto (disinteressato) avrei anche potuto darlo al mio Paese.
D’altronde se lo facevo “a gratis” (ma con merito) per gli altri Paesi, non capisco il motivo del perché non dovrei farlo per il mio (che il problema alla fin fine sia proprio questo, poiché nessuno fa niente per niente … ?).
Beh, io così sono e così rimango., mentre quello che ho, mi basta e c’avanza.
Quindi le "careghe" non sono (e mai lo saranno) il mio primario obiettivo.
Ma se l’idea è mia chi meglio potrà portarla avanti se non quello che se l’è studiata, e magari da tanti anni?
Non amo (anzi mi fa proprio schifo) apparire con tante belle parole ma mai suffragate dai fatti (e fortemente detesto quelli che lo fanno), e preferisco di molto lavorare dietro le quinte.

Ma nonostante ricoprissi delle cariche turistiche sotto l’aspetto politico (non certo per mio volere ma perché alcuni amici che conoscevano il mio pregresso, ora deputati e senatori, mi convinsero ad accettare), ebbene mi accorgo che in Italia non conto niente e nessuno m’ascoltava o seguiva, mentre mi parve che del turismo non fregasse niente a nessuno (forse perché non portava direttamente a loro delle palanche?).
Esco dalla scena politica attiva (cortesemente) di cui mi interessa ben poco e apro quel blog per cercare di far capire cos’è sbagliato (almeno presumo), poiché è l’unica carta che ho per trasmettere le mie esperienze, quindi c’inserisco qualche suggerimento di quelli che ritengo un po’ costruttivi.
E ce n’è in quantità, ma il meglio ovviamente lo tengo per me.
In definitiva il blog è il mio hobby o se si vuole un piccolo passatempo, che però m’ha dato delle notevoli soddisfazioni e più di ogni altra cosa in questo settore … in Italia
E tramite quello ho tessuto delle amicizie veramente importanti nonché completamente disinteressate.
Alcuni dei miei “collaboratori”, e cito frap1964 (gli altri del web non me ne vogliano) con cui mi trovo che è una bellezza, non li conosco neanche di viso o di voce … in poche parole proprio come piace a me, dove nessuno è maestro dell’altro ma dove insieme si trovano tutte le soluzioni.
E poi si mette quel po' di sale sulla coda a quelli che altrimenti avrebbero la strada completamente diritta e liscia nonostante le loro, diciamo marachelle ondulatorie, va.
Credo che se fossimo in tanti e non solo in due o tre (tanto per dire), “chillillà” avrebbero molto meno possibilità di continuare a fare i propri porci comodi, ma ahinoi siamo come quattro amici al bar … che però si fanno abbastanza sentire e perché no, anche temere … visto che ci leggono in grande quantità.
Dai, meglio che niente e meglio di tante stra…anezze nonché copincollate che leggi sul web.
Web dove le personali disamine si contano nelle dita di una mano monca.

Ovviamente il titolo del tuo blog è tutto un programma nonché una provocazione "tutto sbagliato tutto da rifare" ma sei certo che sia cosi ?

Non ne sono certo ma da quello che giornalmente vedo comincio anch’io ad esserne sicuro

Spesso tu punti il dito verso le istituzioni, io penso che dovremmo forse iniziare a riflettere e a pulire il dentro del turismo non ti pare? perchè dovremmo attenderci un cambiamento esterno che forse un pò fotografa il nostro settore non pensi ? Mi spiego meglio ci sono fior di professionisti in tutti gli ambiti ma ci sono anche tante zone grigie " forse troppe o sbaglio ?

Non esistono cattivi collaboratori o subalterni, ma solo ed unicamente dei pessimi capi.
Se un dato settore non va bene per niente o anche solo parzialmente, la colpa è unicamente del suo responsabile.
E questo vale sia per le istituzioni, associazioni, sindacati, congreghe, cricche e via cantando, intesi sempre nell’ambito del turismo che è poi l’unica cosa che conosco (credo) e che m’interessa.

Luciano tu hai molto a cuore il settore alberghiero, ed a giusto titolo, pur tuttavia oggi questi potrebbero fare molto e meglio avendo strumenti, capacità e creatività ma nessuno apparentemente riesce, come mai?

Il settore alberghiero italiano eccelle in poche considerazioni (molto poche), che però non ci sono pertinenti (nel senso che non l’abbiamo fatte noi) ma per merito dei nostri avi che ne hanno dettato le basi, ma il maggiore va al Padreterno che c’ha dato un Paese così bello.
Infatti viviamo qualitativamente ancora con le considerazioni del tempo che fu e lo dimostra il fatto che l’Italia è ricordata per quel che “era” e non certo per quello che “è”, mentre nella sua totalità è completamente da rivoluzionare a cominciare appunto dai capi.
Poi il resto verrebbe di conseguenza se alla testa, come detto, ci si mettesse dei veri professori che il loro mestiere lo conoscono e soprattutto lo “AMANO”, e non i “professoroni” da un tanto al chilo, quelli che quando il gioco si fa veramente duro (i tempi attuali rientrano tra questi), non hanno mai uno straccio di idea, neanche avariata.
E bisognerebbe tirare fuori gli “zebedei” con delle innovazioni nonché mettendosi intorno ad un tavolo per ragionare (cosa grossa, né?) tutti insieme.
Ecco che invece ognuno si rapporta unicamente con la sua “fetta”, mentre persiste il dare la colpa alle avversità, al tempo e all’anima de li mortacci sua (tanto per dire, né).
Non ultimo il grande problema delle scuole alberghiere (http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.it/2010/08/la-differenza-tra-scuolle-squole-e.html) nonché, tanto per fare un semplicissimo esempio, il problema logistico per far dormire nelle destinazioni prescelte i migliori che da queste escono.
Infatti pochi alberghi italiani dispongono di camere per il personale eccellente, non permettendo la scelta verso quegli studenti che invero traslocano all’estero dove in verità ci sono … e si perde perennemente in qualità, mentre gli altri Paesi, oltre ai loro si prendono anche i nostri.

Luciano vi sono diverse associazioni e/o confederazioni che raggruppano gli alberghi, tu pensi servano davvero? Hanno fatto cose degne di essere citate che forse non abbiamo notato ?

Le 10.001 associazioni che esistono in Italia, come gli 8.000 assessori al turismo … credo siano veramente un po’ troppo.
Contando gli appartenenti di queste e quell’altri si può tranquillamente raggiungere la popolazione di una città come Genova (600.000 abitanti).
E se 600.000 persone non riescono mai a risolvere il minimo problema sul turismo (vedi tassa di soggiorno, tanto per dirne una), non credo che alla fine servano a qualcosa.
L’unica utilità è che fanno delle riunioni, convention o altre simili cose, e contribuiscono un po’ all’indotto.
Morta là.
Per poi non parlare dei premi di qualità distribuiti a gogò, che valgono solo per coprire un quadratino del muro.

Indipendentemente dalla politica, certamente Monti non è uno “sciocco”, tu sostieni che questo Ministro (Piero Gnudi) debba dimettersi, ovviamente è una provocazione, del tutto legittima e forse anche condivisibile, pur tuttavia, non ti sei mai chiesto come mai tutti i settori hanno un ministro tecnico mentre il nostro non lo è? Non è forse che noi non siamo in grado di proporre qualcuno di davvero valido?

A parte, come sovente capita, a suo tempo fui il primo e l'unico a notare questa, diciamo discrepanza (?), contro Piero Gnudi non ho assolutamente nulla di personale, e oltretutto m’è anche simpatico per via del suo accento dialettale e per come si propone con strafalcioni di non poco conto quando viene intervistato, ma dal dire che non ci sarebbe stato nessun altro … probabilmente tutti avrebbero potuto fare di meglio.
E anche Nino, il verduriere sotto di casa ...

Invero credo, anzi qualcosa di più, che del turismo freghi veramente ben poco (per ora) per il fatto che t’ho accennato sopra (l’Italia dei nostri avi è pur sempre il Paese più bello del mondo, e poche balle, che di Nazioni ne ho viste in quantità, e non certo per ferie), e perché da qualche tempo le Banche ci stanno entrando prepotentemente ... mentre sono già due le volte che il Corriere della Sera pubblica articoli fotocopia sul fatto che Banca Intesa Sanpaolo, che controlla NH Hoteles Italia (ex Jolly Hotels) assieme alla holding spagnola, propone un piano per spendere 150 miliardi di euro nel turismo nei prossimi 5 anni.
E così pure Unicredit e Banco Santander.
E se si volesse far “decadere” questo settore per poi farlo acquistare “ad alcuni” a poco prezzo?
O forse si pensa che quelli appena sopra citati siano mezzi scemi o scemi del tutto, e si mettano ad impegnare quei capitali di non poco conto in un Paese che non dà attualmente grandi speranze (tasse, leggi, sindacati etc) a chi vuole venirci per impegnare dei bei soldini?
Per non parlare delle previsioni dell'Untwo che la danno (Italia) addirittura nelle retrovie nel 2020.
Sogno o son desto?


Riallacciandomi alla precedente domanda, anche le aziende metalmeccaniche o farmaceutiche ecc hanno competitors nei i loro settori, ma quando si tratta di agire queste si compattano, noi invece siamo perennemente divisi, questo credo sia già il primo errore fondamentale non credi?

Fondamentale è poco.
I vecchi c’hanno sempre detto (e scemi non l’erano di sicuro) ch’è l’unione che fa la forza, sia per motivi numerici, sia perché in più si dovrebbe ragionare meglio.
Infatti dove non arrivo io, col tuo aiuto potrei arrivarci, e via dicendo aumentando il numero dei partecipanti.
Ma se si mettono a risolvere i nostri problemi, di conseguenza devono perdere del tempo per risolvere i loro intrallazzi, e il tempo è quello che è.
La primigenia ovviamente la dedicano a loro, poi se avanza del tempo … sempre che ci sia da guadagnare, però.
Comunque ed ovunque, ognuno per proprio conto.

Luciano quali cose oggi si potrebbero fare senza attendere che dall’alto arrivi qualcosa, perché nulla arriverà, ecco quali critiche costruttive con relativi suggerimenti senti di dare ?

Personalmente credo che l’unica soluzione (o per lo meno la migliore) sia quella di mettere a capo della gente veramente responsabile e non dei “putti” o dimoranti a tempo indeterminato.
Però è una utopia come quella della meritocrazia in Italia.
Oppure fare come “Tutto sbagliato tutto da rifare” … ma qui non posso dire altro per via della legge italiana che non permette la divulgazione degli IP.
Però bisognerebbe essere in molti di più per andare a cercare le loro pulci … da solo o in pochi non possiamo vederle tutte e abbiamo altro da fare per mantenerci.
E se ognuno del nostro settore lo facesse quel quello che gli è più pertinente (Adv, T.O. marketing 2.0, consulenti eccetera), allora si che ne vedremo delle belle, e si scoprirebbero tanti altarini che non permetterebbero loro più delle “messe” … quelle cantate.

Io . come tanti – ho molto a cuore il futuro del turismo, nel senso vorrei vedere un passaggio a qualcosa di diverso, meno corrotto e più cooperativo almeno meglio rispetto ad oggi che è davvero un caos, non credi sarebbe il caso e dico davvero di elencare in modo netto anche le anomalie interne ?

Per quanto riguarda il mio, l’alberghiero, come ti ho detto nella precedente mail, sono in contatto con l’unica persona istituzionale che ha capito perfettamente lo scopo mio e del mio blog, e nonostante l’abbia sovente preso di mira nelle mie critiche, con questa ho un ottimo rapporto di stima reciproca e costruttività turistica.
Presto, se le cose andranno nel verso giusto, avremo delle gran belle novità che potrebbero rivoluzionare tutto il sistema, anche a livello internazionale.
Tutto dipenderà dalla sua/loro voglia di attuarla nella maniera più produttiva e non una tantum o per far parlare di se.
Ma prima di giudicare, vedremo come l’andrà.

E nel caso non vada come ci si attende?

Potrei continuare così coma la va adesso, e che personalmente male non va … ma non mi sta bene.
Oppure potrei anche dire che c’ho provato e tornarmene subito all’estero anche se ho già 60anni … lì non ci sono assolutamente problemi se il tuo lo sai fare a qualsiasi età.
10 e più anni di buono credo ancora d’averli, e quel migliaio di pagine d’innovazioni scritte per il turismo italiano almeno non rimarranno più nel mio cassetto per poi finire al macero quando io me ne andrò.
E’ da mò che dall'estero me lo chiedono, mentre in Italia nessuno m’ha mai contattato neanche per un solo hotel (ma neanche l’ho chiesto) … e va bene così!
Là almeno m’ascoltano e “forse” ci guadagnano pure … dicono.
… il turismo alberghiero, o lo si sa o non lo si sa, e io lo seppi (pardon per l'immodestia) perché lo amo! 


Di Alberto Correra e poco poco mio.

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