sabato 31 gennaio 2015

La differenza tra un ministro del turismo e un CEO

Il “turismo" in Italia non potrà mai andare bene fintanto che...

Un ministro corrisponde praticamente ad un CEO (Chief Executive Officer), l'AD (Amministratore Delegato) italiano, per intenderci meglio.
E anche se le nomine e le decisioni non avvengono nella stessa maniera (il ministro è eletto dal PdC e fa quello che cippa gli pare, mentre l'AD è nominato dal Consiglio di Amministrazione e alle loro disamine si deve adeguare), in fin dei conti svolgono lo stesso lavoro.

Ma la cosa più importante a cui devono obbligatoriamente sottostare è quella di portare intorno a se stessi delle persone di indubbio valore.
A volte anche più intelligenti dello stesso ministro o del CEO, perché sono le persone che abbiamo intorno che definiscono chi in realtà noi siamo.

Parliamo quindi di persone motivate che ci spronano e ci migliorano, ma che debbono essere per forza di cose delle persone esageratamente preparate, innovative, perfezioniste eccetera.
Gli ostacoli non sono quasi mai così insormontabili come sembrano.
Fanno malissimo quando te li trovi davanti, ma alla fin fine niente è davvero definitivo. 
Se ami ciò che fai, esiste un modo. 
Forse non semplice.
Forse non così a portata di mano, ma c’è.

La prima qualità di un ministro o di un CEO dovrebbe essere quella di saper distinguere i consiglieri fac-simile (ce ne sono molti di più) da quelli veri (pochi pochi) che non è che nascano come i porcini nell'annate migliori.
I fac-simile possono bruciare i nostri sogni sul nascere e farci sentire addirittura fuori posto, ingigantendo le avversità che non riescono mai a risolvere.
Pensano per lo più a farsi i fatti loro per guadagnare il più non posso e si confondono facilmente da quelli veri.
Un distinguo può essere che i fac-simile ti dicono sempre di SI, ti approvano in tutte le maniere possibili e immaginabili, ti danno dei suggerimenti che manco li cani... e di buoni risultati manco a parlarne.
Però a loro volta ricevono gli applausi e i consensi da una pletora di accondiscendenti di cui si circondano e a cui ogni tanto omaggiano qualche briciola per accattivarsene le simpatie, e anche perché al giorno d'oggi conta più l'apparire che l'essere.
Gli altri, quelli veri, NO!!

Esistono molti modi per riconoscerli ma se questa dote non le hai innate in te, beh; allora dimenticati in tutta fretta di poter fare un buon lavoro... infatti!!
Al CEO, se le cose non vanno come dovrebbero, puoi dargli un sonoro calcio nel didietro (in senso lato), mentre al ministro non si può.
Fattori politici prima di tutto di cui è inutile elencarne i perché, e per il fatto che il ministro troverà sempre qualcuno o qualcosa a cui dare la colpa.

Il CEO non può declinare la sua responsabilità ai sottoposto per ovvi motivi; lui deve portare il guadagno per l'azienda o alla proprietà con dei dati (veri) e conti di fatto (budget, obiettivi etc.).
Il ministro può inventarseli!!

Dulcis in fundo...
il turismo andrà sempre male.

Da “Gli Inutili” di Giorgio Gaber e rimodellata per l'occasione... Giorgio mi perdonerà... è a scopo di bene!!

Che cambiamento eh!
No io mi ricordo che qualche tempo fa, si parlava, si parlava si parlava con gli amici, si parlava nelle case, ma anche fuori, nelle piazze, si discuteva, si discuteva di tutto, il mondo, la politica la vita, i fatti personali, insomma si parlava anche di come far andar bene il turismo.
Anche troppo.
Poi di colpo, niente, no voglio dire, altre cose… #verybello, italia.it, come fanno il turismo all'Enit, come non lo fanno nelle Regioni o viceversa, e...
Per carità, io non ci ho niente contro 'sta gente, e neanche contro chi amministra questo settore nel Bel Paese.
Ci dev’essere uno strano godimento, a sentirsi, inutili.
Perché, sono tutti più allegri più, più ottimisti, e tutti via a fare i professoroni, e 1.0, 2.0, 3.0 e..., i “mi piace” i “retweet”, ma della qualità e dell'innovazione da dare al cliente non ne parla nessuno?
Bello!
Secondo me, per essere bravi in quelle cose lì, non è che bisogna essere proprio imbecilli, però aiuta.
Poi un po’ di bella vita, un po’ di soldi non fanno schifo a nessuno, si diventa più belli più puliti… una foto su facebook o una su pinterest pensando che porta turisti, farsi due complimenti a vicenda sul social per far sì che la gente li veda e possa pensare che allora sei bravo (ma no, sei più bravo tu... ma dai, casa dici... ), la pienezza dei sensi… la natura...





venerdì 30 gennaio 2015

Turismo: la dignità

Chi amministra il turismo in questa nazione, sa che cos'è la DIGNITA' ?


… ci fosse una cosa sola che va bene in questo settore nel Bel Paese!!

E poi...

P. S.: ... ma di chi azz si fanno consigliare e di chi si circondano?




Trivago s'inventa gli Hotel Tester, ma l'albergatore che cosa fa?

Trivago s'inventa (?) gli “Hotel Tester” (ved. Qui... ma non c'erano già?) che altro non è che un viaggiatore come te che condivide la propria esperienza in hotel valutandone la qualità dei servizi con l’aiuto di un dettagliato questionario online.

Su www.trivago.it/hoteltest si possono scegliere tra 20 città europee, selezionare le date dell'eventuale soggiorno e visualizzare la lista di tutti gli hotel disponibili. 
Cliccando su "Testa l’hotel" ci si può registrare come tester per l’hotel selezionato.

Dopo la registrazione, bisogna compilare 2 questionari, uno pre ed uno post soggiorno: 400 domande relative a comportamenti di viaggio, abitudini di prenotazione e preferenze del viaggiatore; valuta le diverse aree dell’hotel, i servizi offerti e le funzionalità.
Le risposte variano generalmente da “Non sono assolutamente d'accordo” a “Sono assolutamente d’accordo”.
In cambio, si riceve un rimborso compreso tra i 30 e gli 80 euro.

Sarà giusto, sarà sbagliato?
Ma di certo quello che sarà, sarà che l'albergatore o il direttore avranno di sicuro più gatte da pelare se li metteranno in bella vista.
Senza parlare della possibilità degli eventuali ricatti che dovrà subire, che per logica di cose aumenterà considerevolmente.

Di come togliere le recensioni false e annullare gli eventuali “ricatti” s'era già scritto da tempo immemore (ved. qui), ma il motivo del soggiorno pone un altro problema che vedrò di risolvere nel più breve tempo possibile.
C'è anche da dire che nonostante quel programma annulli in gran parte le recensioni false e quelle malandrine, al Governo e alle Regioni non è che freghi poi molto.
Pertanto ti devi arrangiare da solo.
Ma pare che nessuno lo faccia.

Infatti ciò che m'appare strano è che il gestore, sia esso il proprietario oppure il direttore, ebbene; non abbiano ancora pensato di assumere a tempo determinato un professionista del settore e nello specifico (intendo di quelli veri e non dei bla bla bla che esistono a flotte) per un periodo di tempo che può andare dai due ai tre mesi (reputo che siano sufficienti), per far sì che possa insegnare a tutto lo staff il come non ricevere mai più delle recensioni non granché belle, brutte o addirittura pessime.

Personalmente conosco persone che dirigendo catene alberghiere non hanno mai pagato un solo centesimo di rimborso poiché non gli è mai stato richiesto e quindi di recensioni denigranti a sfavore degli alberghi, dei resorts etc. che gestivano sull'ordine di qualche migliaio di camere, non se ne parla nemmeno.

Quindi perché non per togliersi definitivamente tutti quei problemi e non pensarci più?

Oltretutto credo che quei professionisti siano perfettamente in grado di dare dei buoni consigli anche sui costi della gestione... e quindi “patta” per quanto riguarda l'eventuale spesa!!







giovedì 29 gennaio 2015

Cara povera Enit, peggio di così non sei mai stata

Ora non so quanto sia piacevole mangiare dei cavoli a merenda; di solito non s'usano nel'intramezzo pomeridiano, ma l'esempio capita a fagiolo (anche questi non è che siano granché indicati al posto del tè) sul fatto che hanno inserito Cristiano Radaelli come commissario dell'Enit.

Ma che c'azzecca un ingegnere nucleare col turismo?
Infatti...

Prendiamo per buone le sue dichiarazioni apparse qua: “... tutti i delegati esteri, rientrati da tempo in Italia, svolgono la loro attività dalla sede centrale, con le stesse responsabilità di prima e con un risparmio di costi notevole per l’ente”.

Ma come picchio si fa a svolgere nella stessa identica maniera un lavoro che obbligatoriamente necessita della presenza sul posto?
Che forse obblighi i delegati ad un ripetuto vai e vieni laddove avevano già da tempo programmato delle manifestazioni che ovviamente comporterebbero la loro presenza?
Ma mica si può organizzare una cosa e poi starsene a Roma per vedere di nascosto l'effetto che fa; chessò, magari a NY o a vattelapesca, neh?

E allora perché le multinazionali di qualsiasi settore, o le altre nazioni governative che fanno turismo nel mondo intero, hanno in loco dei responsabili?
Che siano tutti così fessi?
Ma andiamo avanti...
Certo, non tutto è perduto, aggiunge il commissario che non ha dubbi (beato lui): “C’è l’Expo, che l’Enit sta promuovendo a tutto campo con l’ausilio del portale Italia.it, preso in gestione recentemente...

Aiò, ma se parrebbe che a italia.it ne sia rimasto uno solo a far andare avanti l'ambaradan?

Però il meglio lo si estrapola da questa dichiarazione qua: “A tutto ciò dobbiamo aggiungere che abbiamo un tasso di repeater molto basso, anche per colpa delle deficienze nell’accoglienza, nei trasporti e nei servizi. Tutti si dovrebbero interrogare sul motivo per cui molti turisti non tornano da noi”.

L'immaginavo!!
Infatti ecco che la colpa è sempre degli altri e non di chi questo settore lo amministra.

P.S.: Giuseppe Garibaldi amava mangiare le trofie col pesto e lo stoccafisso accomodato alla genovese.
Beh, che c'entra?

La stessa cosa di Cristiano Radaelli come commissario dell'Enit e nel turismo.





mercoledì 28 gennaio 2015

Turismo: non facciamoci "fregare" anche le altre...

Ritorno sul “luogo del delitto” (mannaggia) perché non faccio altro che leggere di gente che linka a ripetizione il fondo apparso pochissimi giorni fa su Booking Blog e sul fatto che l'Australia abbia provveduto ad integrare le recensioni con la classificazione alberghiera.

E giù una marea di complimenti all'indirizzo di questa nazione per la bella trovata, con i conseguenti denigramenti per la nostra che invece non avrebbe ancora provveduto.

Eh no, non ci stò, poiché la “cosa” (integrazione delle recensioni con la classificazione alberghiera) ebbe origine, molto tempo prima, proprio nel nostro Paese (porca eva, è mia l'idea), e addirittura in maniera che reputo “assai” migliore e più “molto tanto” professionale (imho).

Però nonostante questa innovazione sia stata realizzata ancor prima che il segretario dell'organizzazione mondiale del turismo (UNTWO), Taleb Rifai, ne richiedesse l'applicazione a tutte le nazioni associate a cui prontamente l'Australia..., ahimè, giace dimenticata da qualche parte nel ministero preposto (turismo), seppur inclusa nella relazione finale del TDLAB... vabbeh!

Ora va detto che oltre a quella cosetta (recensioni e classificazione alberghiera unite) già di per se stessa di poco conto, in quello studio vi è inclusa anche l'eliminazione delle recensioni false, la totale cancellazione del sommerso, una classificazione alberghiera e del ricettivo nazionale di “qualità”, ed infine l'opportunità di avere in tempo reale (giorno per giorno) il numero dei pernottamenti (veri e non mendaci) su tutto il territorio nazionale (motivazione, nazionalità etc... ), e non dopo dei mesi come attualmente accade nonché con dei dati sempre disuguali gli uni dagli altri. Non ultima, la possibilità di togliere il grande strapotere delle OTAs, ridimensionandole di conseguenza a solo ed unico beneficio di tutti (ricordo inoltre, ai non troppo attenti, che le OTAs non pagano le tasse in Italia... 2,5 miliardi circa di euro all'anno).
Ah dimenticavo di aggiungere che nel medesimo programma, c'è scritto come e dove sistemare i dipendenti in soprannumero che s'andrebbero a creare.

Guardiamo un po' di farci fregare sul tempo anche quelle altre quattro, neh!!... per poi scrivere e dire che gli altri sono “assai molto meglio” e più bravi di noi.

Il programma è qua sotto per chi ancora non l'ha visto.

martedì 27 gennaio 2015

#verybelin: come salvare il turismo nazionale con due euro

La figuraccia patita da Franceschini con #verybello m'ha fatto davvero pena, anche se ad onor del vero, subito mi ci sono incazzato non poco.

Ma tutto passa com'è di buon uso e allora, tiè beccatevi questa.
Però prima del suggerimento sarebbe anche giusto spiegare un po' il perché.
Perchè?

Perché ci vuole orecchio,
bisogna avere il pacco
immerso, intinto dentro al secchio,
bisogna averlo tutto,
anzi parecchio...

… e allora due euro a testa e non se ne parla proprio più.
Due euro a testa?
Adesso vi spiego!

In Italia ci sono circa 500.000 Partite Iva (mezzo milione) tra adv (11.000), balneari (30.000), ristoranti (180.000), bars (160.000) e ricettivo in generale (140.000) che con la modica cifra di due euro a testa potrebbero fornire al ministro del turismo e della Cultura, Dario Franceschini, un bel milione di euro.
Embé?
Embé, datemi tempo, perdiana!

Dario Franceschini “assume” tre consiglieri... hei un momento...
Non tre consiglieri come quelli passati o del tempo che fu, ma tre consiglieri con sotto due bocce davvero grandi così.
Maschi o femmine non ha importanza ma che quelle bocce, in senso lato, siano enormi come angurie cresciute di più di tutte le altre.
Mi spiego meglio.

Tre consiglieri a cui nessuno può far credere che le mutande si infilano dalla testa; che pensino al turismo in generale, il turismo di tutti, e non ai propri porci comodi; che sappiano e conoscano il settore come nessun'altro e che non abbiano alcun debito da contraccambiare a nessuno.
In poche parole che non siano ricattabili da chicchessia.
Ad ognuno di loro 200.000 euro all'anno... 600.000 fa il totale.
La rimanenza per le spese correnti e ricorrenti... e c'avanzano pure.
Beh?

Beh, per gli altri due consiglieri arrangiatevi un po'.

E dopo un anno se ne riparlerà.
E poi vedremo se era così difficile fare del buon turismo in questo Paese, eh!!

Hei, quando comincio?









Tutta la #veryverità (imho) su #verybello

Vediamo di fare luce sulla triste, molto triste faccenda di #verybello e di trarre le conclusioni più ovvie.

Bene, detto questo si evince che, alla fine dell'ambaradan (chi l'ha realizzato) creato dall'incredibile twittata di Dario Franceschini, dei componenti (a gratis) del TDLAB e della loro “strategia”, al ministro non è mai importato granché.

Che li abbia sonoramente presi per i fondelli?
A parte, naturalmente, i 20.000 euro e un tocco elargiti al suo consigliere Stefano Ceci che ebbe l'allegra pensata... poi cosa abbia prodotto d'altro... boh?... a parte, anche, (durante quel periodo) l'appalto vinto all'Expo 2015. 

In questo blog (ma anche qui) sarebbe inutile aggiungere che la cosa s'era facilmente pronosticata, e questo ancor prima della costituzione del TDLAB, ma per agevolare i più “ritardati” lo ridirò... ma non riderò.
'Ste cose non fanno mai piacere anche se a subirle in primis sono delle persone di cui non è che nutro così tanta... vabbeh, cose mie.
Spocchiosi e boriosi ben oltre il loro effettivo sapere?
E ben attenti ad allontanare, denigrare (di soppiatto, per carità) o a non coinvolgere chi ben più di loro... ne sa?
Mah, chi mai lo saprà... forse. 

Comunque sia, mi dispiace un pochettino, poiché non è granché #verybello prendere in giro la gente, qualunque essa sia, e anche perché il risultato di quel #verybello è stato disastroso ben oltre ogni limite della pur minima comprensione umana.
Ma vediamo le risposte elargite dal ministro a Guido Scorza sul blog (ved. Qui) e esaminiamo un po' (imho).

D.1. Perché si è deciso di realizzare un nuovo sito internet del turismo online anziché far convergere l’iniziativa ed i suoi contenuti su Italia.it, il portale italiano del turismo e la vetrina – brutta o bella che sia – del nostro Paese sul web, specie alla luce delle mille difficoltà che, proprio nei mesi si sono incontrate nella gestione di Italia.it?
R.1. Italia.it è lo strumento dell’Enit per promuovere l’Italia nel mondo. Verybello è già sulla sua home e prevediamo una stretta collaborazione tra i due portali. Abbiamo tuttavia pensato di creare uno spazio dedicato esclusivamente all’offerta culturale italiana nei mesi di Expo. L’obiettivo è quello di realizzare su scala nazionale quello che alcuni siti fanno per promuovere gli eventi delle grandi città e stimolare così i tanti visitatori che si attendono a Milano da maggio ad ottobre a viaggiare su tutto il territorio nazionale.
Opinione: A parte che i portali sono tre e non due (italia.it, Enit e #verybello)... “è stato poi costruito un “aggregatore” di notizie che viola le più elementari  regole dell’usabilità internet. Non si comprende con quale logica vengono selezionate e proposte le notizie, e se è all’opera una redazione in grado di selezionare al meglio, ovvero di separare il grano dal loglio. Temiamo di no, visti i primi risultati, e lo scetticismo estremo che emerge dal web” … Tra la gran quantità di errori evidenziati in rete da decine e decine di utenti critici del sito “Verybello!”, ci limitiamo a segnalare che i collegamenti ai siti delle singole iniziative spesso linkano alla homepage invece che alla pagina dell’evento, o addirittura a una brochure in pdf sul sito web… (Angelo Zaccone Teodosi, Presidente Istituto italiano per l’Industria Culturale).

D.2. Quanto è costata la ideazione e realizzazione di verybello.it e quanto costerà la sua gestione?
R.2. 35mila euro (più Iva) per l’ideazione e la realizzazione. Per la gestione ci affideremo prevalentemente a risorse interne coinvolgendo anche l’Enit. Come dicevo, vi sarà una collaborazione con Italia.it.
Opinione: A tutti coloro che nelle ultime ore hanno lamentato una scarsa trasparenza nella conduzione di gara della vicenda verybello.it, compresi i digital champions, avvocati non, (i primi, forse, certe cose dovrebbero anche conoscerle), suggerisco sommessamente di andare sul sito del MIBACT e di leggere con la dovuta attenzione, in particolare la sezione Contatti … ved. Qui (Frap1964)

D.3. Come si è proceduto alla selezione della società che lo ha ideato e realizzato?
R.3 Sebbene non fosse necessario (il budget di 35 mila euro consentiva un affidamento diretto) abbiamo deciso di fare ugualmente una gara rivolgendoci ai fornitori della pubblica amministrazione presenti sul mercato elettronico (Mepa), nel rispetto dei principio della massima trasparenza.
Opinione: Appunto, la trasparenza (?)... ved. “opinione domanda n° 2” e... Esiste un rapporto valutativo su questa mega-iniziativa?! Il Ministero (sia esso Mibact oMef) ha forse prodotto un dossier documentativo, accurato e trasparente, per spiegare agli “stakeholder” (ovvero ai cittadini tutti) come sono state utilizzate queste risorse? Non (ci) risulta. Nemmeno Franceschini, lo sa. E ciò basti. Trasparenza zero.” (cit. Angelo Zaccone).

D.4. Perché il nome a dominio – verybello.it – destinato [purtroppo] a diventare un marchio istituzionale è attualmente registrato a nome della società che ha realizzato il sito e, dunque, di un soggetto privato e quali garanzie contrattuali ha assunto il Mibact circa il fatto che tale società le trasferirà il nome a dominio?
R.4 Il dominio è stato attivato dalla società che ha vinto la gara ma sono già in corso le procedure per trasferirlo al ministero, lo prevede una clausola contrattuale.
Opinione: Clausola contrattuale scritta dove?

D.5 Perché l’ideazione e la realizzazione di verybello.it non sono state affidate all’Enit – l’ente nazionale per il turismo – già responsabile di Italia.it e perché nell’iniziativa è stato coinvolto il TDLab, il laboratorio per il turismo digitale del Ministero dei beni e delle attività culturali?
R.5 Il ministero è impegnato direttamente per Expo e nulla impedisce di intraprendere autonomamente iniziative di questo tipo. Il TdLab non è stato coinvolto anche perché non è più operativo da metà ottobre quando ha esaurito il suo compito consegnando il piano per il turismo digitale.
Opinione: Già detta all'inizio di questo post.

D.6 Perché si è deciso di lanciare un sito web che ha l’ambizione di raccontare ai visitatori stranieri che arriveranno nel nostro Paese per l’Expo 2015 la nostra straordinaria offerta culturale e turistica, esclusivamente in italiano e senza alcuna versione in lingua straniera?
R.6 Come detto nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, ieri abbiamo anticipato Verybello nella versione italiana ma il sito sarà multilingue: il 7 febbraio a Milano – nel corso dell’importante manifestazione del Governo su Expo – lo presenteremo nella versione in inglese. Successivamente sarà disponibile in russo, cinese, spagnolo, portoghese, tedesco e francese. #verybello è uno strumento per incentivare il turismo culturale: siamo ben consapevoli che il suo successo dipenderà molto dall’uso che ne faranno i turisti stranieri. Ecco perché avvieremo una campagna di promozione in Italia e all’estero.
Mi permetto infine di aggiungere che tra sabato e domenica la rete si è divisa tra chi ha criticato #verybello a testa bassa e chi invece ha espresso critiche costruttive per migliorarne il funzionamento. Terremo sicuramente conto di queste critiche per perfezionare la funzionalità della piattaforma che è stata rilasciata nella versione Beta e sarà oggetto di significativi miglioramenti già nei prossimi giorni. Anche perché i tanti accessi di sabato e domenica (superiori al milione e mezzo!) hanno già permesso ai tecnici di individuare e superare alcuni problemi di sovraccarico. Nella nottata di sabato il sito ha subito due attacchi hacker.
Opinione: Evidentemente autocritica ed autoironia non sono punti forti dell’ideologia e del carattere del nostro ministro alla cultura. Altri (più seri), in altri (più seri) Paesi, avrebbero onestamente riconosciuto che un portale sbeffeggiato dalla quasi totalità degli osservatori del sistema culturale e turistico italiano non è una reazione provocata dai soliti noti, ma una unanime bocciatura evidente di un progetto mal impostato. Che forse andrebbe ritirato, perché un Ministero non può mostrarsi così velleitario.
Se il Ministero ed Expo2015 avevano fretta di mettere online un sito evidentemente destinato anzitutto ai visitatori stranieri, sarebbe stato fondamentale metterlo a disposizione, da subito, in almeno una seconda lingua (oltre all’italiano): il che – incredibilmente – non è stato. È stato poi costruito un “aggregatore” di notizie che viola le più elementari  regole dell’usabilità internet. Non si comprende con quale logica vengono selezionate e proposte le notizie, e se è all’opera una redazione in grado di selezionare al meglio, ovvero di separare il grano dal loglio. Temiamo di no, visti i primi risultati, e lo scetticismo estremo che emerge dal web (cit. Angelo Zaccone).

In definitiva: Come pensavo il costo di sviluppo del sito era sotto soglia comunitaria.

Fatto un accertamento sul sito di Consip (MePa) e il bando non si trova comunque.
Si evince quindi che abbiano fatto una RdO (richiesta di offerta) con invito selettivo e non aperta.
Per cui non c'è modo di vederne dettagli (ved. link).
Massima trasparenza?
Peraltro l'uso del MePa non toglie l'obbligo alle amministrazioni di pubblicare i bandi di gara o gli esiti sul proprio sito istituzionale.

E poi c'era Explora (sito di Expo), c'era ENIT (Italia.it, è pure suo il compito istituzionale la promozione), come mai l'han proprio dovuta gestire dal ministero la gara?
(la risposta è ovvia)

E poi 5 milioni per la promozione dove li prendono?
Al riguardo m'affido a questo post di Frap1964 sui fondi al turismo... i quali rappresenterebbero la metà di tutto il budget a disposizione per il 2015:
Una sforbiciata di € 244.120 spetta anche al capitolo di spesa 6823 – Somme da destinare alle politiche di sviluppo e competitività del turismo, che scende così ad € 10.598.371.

E spendi 5 milioni per promuovere sul web una “pazzesca cavolata” di sito con titolo maccheronico e che ci metterà alla berlina agli occhi del mondo?
Poi ora dici che volevi fare una cosa "dedicata" per Expo, quando in conferenza stampa hai detto l'esatto contrario, ovvero che ne vuoi fare una cosa permanente?

P. S.: Non m'aspetto risposte e nemmeno le voglio, anche perché raccontare qua quella dell'uva e della volpe è molto più difficile che dalle altre parti, e al mio fegato ci tengo sempre di più per via di questi ministri del turismo di mezzo, i quali manifestano, uno dopo l'altro, la medesima capacità e volontà. 
Quindi evitiamo per piacere!!... sulla risposta all'eventuale risposta non so se potrei garantire la gentilezza come gli altri che non s'aspettano altro. 
Io no, non ringrazio gaudente, prostrante e felice, anzi, alle risposte non esaurienti m'incippo ancora di più.






lunedì 26 gennaio 2015

Ecco perché vorrei uno come Riccardo Muti come ministro della Cultura e del Turismo.

Dopo le passate disastrose esperienze (tutte italiane) di avere, forse nel più prestigioso ministero che esista al mondo, Francesco Rutelli (sottosegretraio con delega), Michela Brambilla, Piero Gnudi, Massimo Bray e Dario Franceschini, sarebbe tosto l'ora che su quella carega ci si sedesse qualcuno che davvero ne meriterebbe l'onore.

Riccardo Muti, a quanto ne so, non è tipo d'aver leccato il posteriore altrui per fare carriera e tanto meno reputo sia una persona che di buon grado accetti che lo si faccia nei suoi confronti.
O chissà per quali altri improponibili "meriti".
E già di per se stessa, questa cosa, è semplicemente notoria di meritocrazia e di bontà (imho).
Mica poco, neh!... l'amare e saper raggiungere la perfezione così.

Di lui si dice che sia spocchioso e borioso, ma chi non lo è in mezzo a questa nazional pletora di presunti “professoroni” e perenni “guru” che, seppur nemmeno degni di allacciargli le scarpe, manifestano indefessamente il nulla del loro “Credo” anche e più dello stesso Maestro?
Almeno Riccardo Muti eccelso l'è per davvero.

E per far comprendere meglio “rubo” un pezzo da chi s'è trasformato da detrattore in un sincero suo ammiratore: Non dimenticherò il primo atto di Otello, che fu il debutto di Muti a Roma: i violini suonavano come se fossero uno solo, gli archi andavano assieme come MAI prima di allora, persino i frak sembravano più lucidi e stirati. L'ottavino, collocato alla sinistra di Muti come il konzertmeister,a un certo punto suonava all'inpiedi, colto da estasi. Accadeva anche a Gazzelloni, quando era primo flauto alla Rai di Roma:me lo raccontò Mehta. Un primo atto fantastico, perfetto: e Dio solo sa quanto è difficile il primo atto di Otello. Si notava un altro significativo dettaglio: gli ottoni.”

D'altronde il presidente, in questo caso il ministro, è persona che deve badare più alle PR che all'operativo.
Cosa per cui lo porta obbligatoriamente a circondarsi dal meglio che c'è sulla piazza, e non ...

... e sarebbe così che i consiglieri (quelli che dovrebbero suggerire le migliorie possibili da effettuare) però da strapazzo, i ruffiani per eccellenza etc. ecco che in un solo attimo prenderebbero la porta (non a calci in culo però "poveretti", anche se ... ) sostituiti da persone che veramente hanno le qualità e la voglia di portare dell'innovazione, ma non solo guadagno e immeritata banale notorietà per se stessi, bensì per chi in quel comparto ci lavora e a beneficio di tutti.
Indotto compreso.
E così la gente la gente la finirebbe di fallire, di licenziare, di mangiarsi tutti gli averi racimolati in passato... se non addirittura a suicidarsi per le assurde decisioni dei preposti.

Beh, se non lui, almeno qualcuno che gli assomigli... e poi vedremo in un batter d'occhio che le cose andranno di botto bene!!

P. S.: E il mondo ci applaudirebbe… ma campa cavallo.


... e come si diverte


... e come lavora




domenica 25 gennaio 2015

#verybello: Dario Franceschini ministro del MIBACT per altri 15 anni... dice




... poi il ministro su twitter...


... poi...





sabato 24 gennaio 2015

Turismo: anche l'Australia ci passa davanti per colpa dei soliti RI-DI-CO-LI che c'amministrano

Ormai è ufficiale, in Italia il turismo è in gran parte amministrato da dei RI-DI-CO-LI che si accompagnano perentoriamente (i loro consiglieri) da persone che probabilmente pensano più che altro a vendere la propria merce che a pensare al bene comune.

Breve riassunto delle puntate precedenti.
Circa due anni fa, su queste pagine, avevamo parlato dell'impellente necessità di inglobare le classificazioni alberghiere con le recensioni.
Poi, alcuni mesi dopo, s'era scritto che il progetto era bello che pronto e a disposizione delle autorità competenti.
Per l'occasione partirono molte mail all'indizzo delle medesime e dei loro consiglieri, ma come sempre capita, in risposta non s'ottenne altro che l'assoluto silenzio.

Accadde che nell'ottobre dell'anno scorso, anche il Segretario dell'Untwo, Taleb Rifai, s'accorse che la cosa andava fatta nel minor tempo possibile.

Nel frattempo (primi di aprile 2014) il nuovo ministro del Turismo, Dario Franceschini, consigliato dall'allora aiutante Stefano Ceci (che s'aggiri ancora da quelle parti?), originò quella che potrei tranquillamente definire la str... anezza più prendi in giro che mai mi sia capitata di vedere in oltre 45 anni di lavoro in questo settore... str...anezza per via della composizione del TDLAB (a gratis).

In verità avrei dovuto far parte di quella specie di “commissione” poiché “invitato” dal consigliere del ministro (sempre quel Stefano Ceci), ma quel “gratis” e soprattutto il confronto con altre composizioni già esistenti al mondo sulla fattispecie (ved. Qui), mi portarono al rifiuto.
Diversamente avrei addirittura pagato di tasca mia per poter farne parte, ma solo ed unicamente in presenza di persone come nel Brand USA.
Gran bella differenza tra le due composizioni, neh!!

Però, come sempre mi capita, mannaggia a me, e poiché sollecitato da alcuni dei componenti dell'allegra combriccola, decisi di dare lo stesso una mano come esterno, presentando un certo programma tra cui era compreso l'assembramento delle recensioni con la classificazione alberghiera, oltre all'eliminazione delle recensioni false, alla totale cancellazione del sommerso, una classificazione alberghiera e del ricettivo nazionale di “qualità” ed infine all'opportunità di avere in tempo reale (giorno per giorno) i pernottamenti su tutto il territorio nazionale (motivazione, nazionalità e... ), e non dopo dei mesi come attualmente accade nonché con dei dati sempre disuguali gli uni dagli altri.
Ah dimenticavo di aggiungere che nel medesimo c'era scritto anche che i dipendenti i soprannumero avrebbero trovato sistemazione... vabbeh, è scritto nelle slides alla fine di questo post..
Il tutto fu poi inserito nella relazione finale del TDLAB che ahimé giace in qualche “loculo” del ministero.
E fin qui tutto normale... in Italia.

Ebbene, avremmo potuto essere i primi nel mondo, anche se in verità, sia la Svizzera che la Norvegia hanno già provveduto in qualche maniera ad unire la classificazione con le recensioni.
Niente di eccezionale, per carità, ma un qualcosa l'avevano pure fatto per migliorare il rapporto tra il cliente e il ricettivo, seguendo quelle regole che man mano dovrebbero per forza di cose essere rinnovate in una nazione normale.

Detto questo, ecco che anche l'Australia si mette in regola e (ved.Qui)... OK, non si tratterà di recensioni "certificate", come nel caso del sistema pensato e presentato al TDLAB, però già il fatto che integrino le recensioni di oltre 180 siti in un sistema di classificazione forse un po' obsoleto (non conosco i dettagli del sistema australiano) e che lo facciano in modo progressivo, educando cioè i loro operatori a preoccuparsi della reputation online, è un bel passo avanti, imho.
Stessa cosa dicasi per quanto riguarda la Svizzera che consiste in due elementi, unendo il sistema dell'Unione europea HotelStar e separatamente le recensioni, senza però nessuna integrazione.
Infatti le due cose operano individualmente ma sono ugualmente integrati in tutto il materiale di marketing on-line.
Il punteggio medio viene estrapolato attraverso l'uso di un “online Reputation Management” che fornisce ulteriori indicazioni per il consumatore.
Oltre agli elementi oggettivi dell'hotel, un punteggio mostra la qualità dell'accoglienza, il servizio ed il comfort.

Il modello innovativo norvegese invece prevede l'inclusione (rating) dei complessivi commenti del cliente come parte dei criteri di valutazione. 
Poi sono state applicate una serie di formule per l'inserimento nella classificazione formale.
La chiave componente di questo modello è la taratura, vale a direi il “peso” (punteggio) dato dagli ospiti. 
In ultima analisi, i coefficienti danno una valutazione generale, originando così dei nuovi criteri di classificazione a discrezione delle autorità del settore norvegese.

Inutile dire che il nostro sistema sarebbe molto più certosino ed elevato in qualità ma è anche sempre inutile aggiungere che, considerando da chi è amministrato questo settore in Italia e da chi questo/i si circondano (suggeritori, consiglieri e consulenti), beh; la storia si può ben immaginare.

E le associazioni di categoria?
A parte una, le restanti sono state completamente assenti e così pure la stampa che del settore si occupa più insistentemente di altra.

E per ricordare quel programma , ved. sotto... ma non per pubblicizzarlo, per carità, tanto non lo capirebbero nemmeno e so bene che non servirebbe a nulla poiché nulla loro ci guadagnano (?), ma solo per far comprendere che a lor signori del turismo non frega granché, se non per interessi propri, come nel caso di presunte innovazioni da far ridere i polli, che oltretutto altri le comprano pure... ma con i soldi nostri.




venerdì 23 gennaio 2015

Date almeno una Laurea ad Honorem nel turismo a Mario Draghi, per piacere

Se fossi il Magnifico (ou belin, ma non è un po troppo?) Rettore di una prestigiosa università italiana nel settore del turismo, beh; una Laurea ad Honorem a Mario Draghi, il presidente della BCE, gliela darei in un batter di ciglia.
Ma vediamo il perché.

Non voglio entrare nel merito delle dichiarazione del suo predecessore (Bernanke) o degli scettici che la cosa non la vedono granché di buon occhio, anche perché non ne sono di certo all'altezza per poter giudicare, ma facendo i conti che mi spettano, e vale dire quelli della serva, per me, uno più uno ha fatto, fa e farà, nient'altro che due.
Nulla di più e nulla di meno.

Con il «Quantitative easing» la banca centrale fa una cosa semplicissima: stampa moneta (1.140 miliardi di euro) e con i soldi “nuovi” compra sul mercato finanziario titoli di Stato (o di altro tipo). Il primo effetto di questa manovra è sul cambio: più si stampa moneta, infatti, più la valuta si deprezza.
Questo effetto in Europa c'è in gran parte già stato, perché il mercato si è mosso in anticipo sulla Bce: l'euro dallo scorso giugno ha infatti perso il 16% sul dollaro e il 7,8% sulle valute dei 19 maggiori partner commerciali dell'Europa.
La svalutazione offre un indubbio sostegno all'export Ue.
Anche per un Paese come l'Italia, il cui Pil è prodotto per il 30% proprio dalle esportazioni e che ha un importante settore turistico.

Ora non credo che sia poi così difficile capirlo ma resta l'annoso problema del marketing nazionale: l'Enit.
Infatti dovrebbe risultare abbastanza chiaro che deprezzando la valuta, ecco che per gli stranieri venire in Italia sarebbe più... con tutto quello che segue.

Pertanto le mosse da fare, per riuscire almeno una volta ad anticipare le nazioni concorrenti, sarebbero “solo” tre (imho), ma ci posso pure scommettere che non ne faranno nemmeno una.
E andatevi a leggere che cosa hanno fatto immediatamente questi signori (ved. link sotto) non appena la FED ha cominciato a stampare “ 4mila milardi di dollari” e... (da questo post potrete trovare tutti i link per comprenderlo).

... in attesa che ritorni la Lira ma ... campa cavallo ... e sempre meglio che due ditate nell'occhio, neh!!




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