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mercoledì 23 gennaio 2013

Accademia dell'Accoglienza


Esistono delle statistiche mondiali (vere e non quelle da un tanto al chilo che tanto di moda vanno al giorno d'oggi) e in atto sin dai tempi di Marco Polo.

Ebbene queste affermano la grande importanza del viaggio d’arrivo e ancor più  il rilievo che ha l’accoglienza nelle scelte dei turisti.

Infatti queste due cose quando vanno per il meglio, rappresentano il 51% della piena soddisfazione dell'eventuale visitatore.
E con quella percentuale si può già cominciare  a dormire sonni tranquilli.

Chiaro è, che vada curato alla massima potenza anche il restante 49%, ma una bella fetta è già bella messa apposto.
Ma bando alla ciance ed ecco di che cosa si tratta, e del perché di questo post che ha la pretesa di mettere in risalto il valore che ha il saperci fare nell’accoglienza.


Di Giancarlo Dall’Ara


Uno spazio nuovo per sostenere che l’accoglienza è il punto di forza del nostro sistema di offerta, ma è da sempre poco considerata, anzi tutt’al più data per scontata.
Nel nostro paese strategie ed investimenti di norma si fanno nella promozione, nel marketing, nella pubblicità (online e offline), e per l’accoglienza le progettualità cominciano e finiscono di solito nell’apertura di un ufficio informazioni, in qualche dépliant, e quando va bene in un “decalogo per l’accoglienza” presentato in un Convegno.

Ho estremizzato un po’, ma questa è l’idea che mi sono fatto.
Venendo dal settore, ho sempre pensato che il marketing che funziona di più è quello che si fa nel territorio.
Ho sempre insegnato che la componente più importante dell’immagine è il prodotto, e che nel turismo un prodotto è fatto soprattutto dalle persone.
Nei musei, negli alberghi e nei ristoranti sono le persone che accolgono, che offrono i servizi, che ospitano, che “fidelizzano” o “respingono”.
Grazie a questa cultura dell’ospitalità il nostro Paese è arrivato ad essere leader mondiale nel turismo, e ha perso quella leadership quando ha cominciato a fare (male) quello che facevano gli altri.

Naturalmente nel 2013 l’accoglienza comincia sul web, ma sono sempre le persone a dare il “la”.
Ecco, a Rimini, assieme ai Consorzi degli albergatori della Riviera romagnola, che su questo tema hanno qualcosa da dire, vorremmo ridare centralità all’accoglienza, senza la quale la promozione è vana, senza la quale i soggiorni degli ospiti saranno sempre più brevi e le stagioni sempre più corte.
E senza la quale la nostra proposta turistica e ospitale assomiglierà sempre più a quella dei concorrenti, diventando così facilmente sostituibile.
A Rimini si parlerà di accoglienza a 360 gradi.

Il semiologo Giampaolo Proni parlerà del linguaggio accogliente (e non accogliente), Andrea Pollarini parlerà di un Piano Regolatore dell’Accoglienza.

I rappresentanti del Comune di Monmouth racconteranno il caso di una cittadina wikipedificata, e poi l’architetto Simone Micheli parlerà di hotel come “Opera”, e presenterà un approccio “italiano” all’accoglienza sostenibile per alberghi, e destinazioni.

E poi si parlerà dei possibili scenari futuri con Anna Cossetta, mentre Roberto Ricci Mingani ci dirà come demolire l’approccio burocratico all’accoglienza, poi si parlerà di nuove tecnologie e altro ancora, così da dare spunti, idee e anche esempi concreti a quanti operano nell’accoglienza, nell’ospitalità, nel turismo e nel commercio.

Credo che il momento per parlare di questi temi sia quello giusto.
La situazione “non facile” che stiamo vivendo spinge a pensare a soluzioni e idee fattibili, non troppo onerose, e caratterizzanti.

Lo so bene che è una sfida.
Ma magari interessa anche a voi.
In ogni caso ecco dove saperne di più … Accademia dell’Accoglienza, Rimini 8 marzo2013.



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