
Vogliamo, per una sola volta, credere ai dati dell’Osservatorio Nazionale del Turismo?
La domanda può sembrare maliziosa, ma in fondo ho sempre la speranza che in Italia ci sia qualcosa che nell’ambito vada per il verso giusto; pertanto dai, ci provo.
14 agosto 2010, l’ONT che ha sede presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri nel Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, e svolge compiti di studio, analisi, monitoraggio delle dinamiche economico-sociali connesse al fenomeno del turismo, anche ai fini della misurazione del livello di competitività del sistema, dichiara che sono 22,6 milioni gli italiani che hanno pianificato una vacanza nel mese di agosto, contro i 19 milioni partiti nello stesso mese dello scorso anno.
E fin qui tutto bene anche se, nonostante l’intento di volerci credere a tutti i costi, mantengo qualche dubbio.
Comunque, andiamo avanti, su forza.
L’indagine, dicono, si è svolta su un campione di 5 mila 250 interviste che per quanto riguarda le destinazioni nazionali prescelte dai connazionali, in vetta spiccano Puglia, Emilia Romagna e Sicilia.
Abitudinalmente sono portato ad esaminare per prima, l’ultima parola, poiché è quella che chiude il discorso, e spesso viene inserita o detta per dare maggior risalto alle precedenti, allungare il discorso e quant’altro che non sto qui a dire, perché sennò diventa più una lezione sui comportamenti umani che una disamina di dati e statistiche.
Quindi, una su tutte, prendo la Sicilia.
10 agosto 2010, ben quattro giorni prima della precedente dichiarazione dell’ONT, leggo sull’inserto siciliano de La Repubblica, “Presenze flop negli alberghi siciliani”.
Strutture ricettive in gran parte vecchie, difficoltà nei collegamenti aerei, trasporti interni carenti. Il risultato è la crisi del turismo in Sicilia. Gli operatori denunciano un calo delle presenze nell'ordine del 20 per cento. Paga pegno soprattutto Palermo, che sconta l'emergenza rifiuti degli ultimi mesi: qui la permanenza dei turisti non supera in media i due giorni. In controtendenza solo Cefalù, Taormina, Sciacca e Lampedusa, ma si parla di poche migliaia di clienti in più. Il turismo siciliano fa flop. Gli albergatori dell'Isola denunciano ad agosto un calo del fatturato e delle presenze del 20 per cento rispetto al 2009.
Troppi posti letto e strutture alberghiere non sempre nuovissime, pochi collegamenti aerei con le grandi città italiane e straniere mentre sulle isole Eolie pesa l'incognita dell'operazione Tirrenia e i tempi di trasferimento dagli aeroporti sono ancora troppo lunghi. Questi alcuni motivi, secondo gli operatori turistici, della scarso appeal dell'Isola. A soffrire di più della crisi sono le province di Palermo e Catania.
?
Beh, io c'ho provato, ma sapevo che con l'ONT andava a finire così.