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mercoledì 30 gennaio 2013

Enit ... post senza titolo perché auto censurato


Il peggior binomio che possa esistere per un essere umano è quello di avere del tempo da perdere e non disporre di una esagerata capacità intellettuale, dai mettiamola così.

Poi ce ne sarebbe anche una terza, ed è che noi italiani in queste cose, probabilmente (?), ci marciamo come soldatini di ferro all’aria aperta, arrugginendoci ma godendo del male altrui.

Poi se questo male si ripercuote su di noi stessi, beh; per alcuni miei compatrioti è ancora meglio.
Ed è da qui infatti che nasce il famoso detto: “Me lo taglio per far dispetto a mia moglie”, che ti viene da dire: “E bravo bel …one”, che non è la fine della parola “campione”, neh!

Ma vengo al perché.
Ieri apro il giornale web (Il Giornale d’Italia diretto da Francesco Storace) e leggo che di giusti in Italia non ce n’è poi così tanti … dicono loro.
Ma come mai?

Come ben sappiamo la destra è contro la sinistra e pure viceversa, poi ci sono dell’altri che ce l’hanno con tutti, e tra di loro non fanno altro che spararsi addosso delle quintalate di sterco, profetizzandosi gli uni migliori degli altri.
Mentre il più delle volte queste risultano tutte balle (!) per i … oni (vedi sopra).

Comunque sia una tale Grazia Bontà, dice che Andrea Babbi non può ricoprire la carica di DG dell’Enit per i seguenti motivi.
E lo dice con una tale superbia, adottando dei termini anche banali, a presunta dimostrazione che il pezzo sia più che altro, politicizzato.
Infatti usa degli aggettivi come “giovane o giovanotto” (e per più volte) che per un signore che ha 51 anni (Andrea Babbi) suona più come una presa per i fondelli, dimenticando (volutamente ?) che non esiste migliore età per un uomo per poter dirigere qualsiasi ambaradan o far diventare ex un famoso carrozzone di tale misura.

Non mancano nemmeno delle terminologie come il “fedelissimo” nei confronti di Pier Luigi Celli che è il Presidente del medesimo ente … e via cantando, ma tutte supposizioni che manco li cani …
In poche parole e per quanto mi riguarda, un fondo da far paura per la sua inconcludenza che ha dei riporti addirittura sul Governatore dell’Emilia Romagna, sugli eventuali ministri futuri e chi più ne ha più ne metta.
Mancano solo delle supposizioni sull’eventuale prossimo Papa, ma probabilmente nel prossimo ci rientrerà anche lui con tutta la Chiesa subito appresso.
Ma per piacere!

Questo detto, tutto italiano, si adatta perfettamente alla scandalosa vicenda (?) che sta per essere raccontata … dice la Grazia Bontà.
Bontà e Grazia sua!

Sono mesi oramai che tutti gli italiani sentono parlare, purtroppo, di Spendig Review, la riforma che, letteralmente, revisiona la spesa pubblica. In che modo? Semplicissimo, tagliando i fondi a tutti i settori di competenza statale, senza alcuna pietà. Anzi no. Perché, come si suol dire, “fatta la legge, trovato l’inganno”. Questo detto, tutto italiano, si adatta perfettamente alla scandalosa vicenda che sta per essere raccontata. Ma cominciamo dal principio. E.N.I.T., acronimo che sta per: Ente Nazionale Italiano Turismo, oggi rinominata “Agenzia Nazionale per il Turismo” (il nome cambia poco la sostanza), è una delle aziende pubbliche più importanti e con maggior peso specifico nel nostro Paese. Questo per un fatto molto semplice: l’economia italiana ha dal turismo una parte considerevole dei suoi introiti. Con la crisi che avanza e con la Spending Review che incalza, però, anche questo prestigiosissimo Ente avrà cominciato ad avere qualche problema. Sembrerebbe proprio di no. Capita infatti che, il 21 settembre del 2012, sia scaduto il contratto dell’ex Direttore Generale dell’Enit, tal Paolo Rubini e che il Consiglio d’Amministrazione ne debba nominare uno nuovo. In casi come questo, la riforma voluta dall’incorruttibile Governo dei tecnici, vuole che vengano applicare regole ferree ed inderogabili. Per esempio, il comma 6 dell’articolo 2 del testo definitivo ed approvato dal Parlamento della citata Spending Review che prevede “l’espresso divieto –per le Amministrazioni per le quali non siano stati emanati provvedimenti attuativi da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri (e l’Enit non è tra questi,ndr)- di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsiasi contratto”.Bene. Però, in qualche modo il posto dell’uscente Rubino dovrà pur essere occupato da qualcuno. Il nome estratto dal cilindro dal CdA dell’ente è quello di Andrea Babbi. Nato a Ravenna (occhio, il luogo natio è importante), classe 1962 -un giovanotto, si potrebbe dire- e Amministratore Delegato uscente di “Apt Emilia Romagna”, agenzia che si occupa della promozione e sviluppo del turismo locale. Perfetto, come competenza ci siamo, dunque. Peccato però che la “Apt” sia una  società privata e che, quindi, con la sua nomina, Babbi abbia violato non solo la regola che impone agli enti pubblici di non assumere nuovo personale, visto il periodo di crisi, ma anche un’altra. L’art.19, della legge165/2001 impone che “gli incarichi dirigenziali possono essere conferiti a dipendenti pubblici, purché dipendenti da altre amministrazioni pubbliche o da organi costituzionali”. E non è proprio questo il caso del nuovo DG dell’Enit. È bene capire il perché la scelta del Consiglio d’Amministrazione sia ricaduta proprio su Babbi, violando più di una norma di legge, invece che su un dirigente interno all’ente. Beh, per esempio perché il giovane ex AD dell’Apt è uno dei fedelissimi del Presidente dell’Enit, un certo Pier Lugi Celli. Il quale, oltre ad essere il DG di una delle più prestigiose università di Roma, la“LUISS – Guido Carli”, ha un curriculum da imprenditore lungo una decina di pagine. Il caso vuole che sia Celli che Babbi siano, per così dire, in ottimi rapporti con l’attuale Presidente della “Conferenza Stato-Regioni”, nonché Governatore dell’Emilia Romagna (guarda caso), Vasco Errani. Ma non basta. Certe malelingue, viste le elezioni alle porte, sostengono che uno degli aspiranti alla poltrona di Presidente del Consiglio, l’emiliano (la regione è la stessa) Pierluigi Bersani, vorrebbe proprio Errani nel suo futuro Governo o almeno quale suo successore alla guida del Partito Democratico, in barba a eventuali primarie e quant’altro. C’è di più. Sempre le stesse malelingue avrebbero insinuato cheBabbi sia stato “promosso” all’Enit per giustificare un suo –eventuale- ulteriore scatto di carriera, laddove il suo “protettore”fosse effettivamente chiamato a più alti incarichi. Queste, però, sono solo perfide illazioni. Alle intenzioni, non possono farsi processi. Ma ai fatti sì, eccome. Lasciando perdere le trame di potere, è bene approfondire che tipo di vantaggio (economico, oltre che “di curriculum”) abbia ottenuto il giovane Babbi grazie al suo nuovo incarico. Mentre il Governo dei tecnici tar-tassa i suoi cittadini con ogni possibile tipo di imposta, un dirigente pubblico ha uno “stipendio tabellare, annuo, lordo” di 51.320 euro, cui si vanno ad aggiungere 23.633 euro di “indennità di posizione –parte fissa-” , 75.047 euro di “retribuzione di posizione –parte variabile-”  e la bellezza di 30.000 tondi tondi di “premio annuo residuato”. Per un totale di 180.000 euro all’anno. Tutto indicato per filo e per segno nel contratto di lavoro di Babbi (in foto) e che, in calce, riporta anche la sua firma quale DG di Enit, oltre che quella del Presidente Celli. In pratica si è assegnato la paga da solo! Insomma, una cifra che un dipendente pubblico medio non vede neppure in 10 anni di lavoro, sempre che il lavoro (con tutti questi tagli) ce l’abbia ancora. Tutta questa storia non sarebbe mai venuta fuori senza il lavoro instancabile di Giuseppe Russo, dirigente della FILP, il sindacato indipendente dei lavoratori pubblici. Russo ha iniziato a segnalare ai dirigenti Enit che la nomina di Babbi era del tutto illegittima ancor prima che il CdA la votasse definitivamente. Non ricevendo, in mesi e mesi, dall’ente alcun riscontro in merito alla sua denuncia, è dovuto passare alle vie di fatto, presentando un regolare esposto alla Corte dei Conti, che dovrà pronunciarsi in merito alla eventuale violazione delle norme di legge, verificatasi con la designazione di Babbi. Raggiunto telefonicamente da “il Giornale d’Italia”, il sindacalista della FILP ci ha tenuto a precisare una serie di cose. “Allo stato attuale, all’Enit non è cambiato nulla. La dirigenza continua a non dare alcuna risposta in merito alla mia segnalazione. E, inoltre, Andrea Babbi sostiene che la denuncia per l’irregolarità della sua nomina, sia un attacco personale a lui e non alle modalità con le quale è stato scelto. Qui nessuno ce l’ha con lui. Vogliamo solo che venga chiarito il perché sia stato scelto un dirigente ‘esterno’ alla P.A. in violazione (almeno così pare) delle regole stabilite dal Governo”. Oltretutto, in un momento delicato come questo, verrebbe da aggiungere. La domanda è sempre la stessa e la risposta non arriva mai. Se esistono delle leggi, perché i primi ad infrangerle sono quelli che, per primi, dovrebbero seguirle alla lettera?


E allora esaminiamo un po’ ciò che ha scritto l'ardita signora, sotto consiglio o personale ricerca o sotto dettatura e artefice del pezzo.

Amministratore Delegato uscente di “Apt Emilia Romagna”non mi risulta uscente affatto.
E p
eccato però che la “Apt” sia una società privata: è sì una srl, ma il capitale sociale è versato da enti pubblici (soci).
Il giovane o giovanotto Andrea Babbi, ex AD dell’Apt è uno dei fedelissimi del Presidente dell’Enit; non sapevo; ma da quando?
Poi per giustificare un suo, eventuale, ulteriore scatto di carriera, laddove il suo “protettore”fosse effettivamente chiamato a più alti incarichi: da DG non si diventa AD di ENIT; questa mi pare proprio una ca..ata … che non è una cascata.
In calce, riporta anche la sua firma quale DG di Enit, oltre che quella del Presidente Celli.
In pratica si è assegnato la paga da solo!
Beh, se è un contratto l'avrà dovuto firmare per forza, o no; altra ca..ata (ved. sopra).
Regolare esposto alla Corte dei Conti, che dovrà pronunciarsi in merito alla eventuale violazione delle norme di legge: credo che la nomina l'abbiano già dovuta vidimare, per cui è banalmente del tempo perso e delle rotture di ... oni.

Circa lo stipendio, mi pare sia in linea con quello dei predecessori, anzi sembrerebbe qualcosa di meno e che vada a parare addirittura sugli obiettivi raggiunti.

E al fine … perché Tutto sbagliato tutto da rifare che su quell’ente ha speso milioni e milioni di parole criticandoli (costruttivamente) aspramente, adesso si mette dalla loro parte?

Semplice!
E' mai possibile che quando ne arriva uno che potrebbe saper fare il proprio lavoro nel migliore dei modi si cerchi in tutte le maniere di tornare all’antico, e vale a dire … meglio non dire, va!
Tutto sbagliato tutto da rifare non è un blog che vuole rompere i …oni (vedi sopra) perché non ha da fare un razzo, anzi (se sapeste … ), e non è neanche un blog che si schiera da una o dall’altra del firmamento politico italiano.
Personalmente sto solo col turismo e il turismo con la politica non c’entra una benemerita mazza di niente, e di conseguenza sto con chi lo sa fare. E di certo non penso minimamente al bene di pochi nonché interessati al proprio benessere, vero?
E chi ha da capire, capisca neh ... e sapevatelo!
Poche balle e camminare

Bontà mia!


P. S.: Tutte CAZZATE 




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