Hei,
questa non è una critica alla Corte dei Conti, ci mancherebbe altro,
ma siamo
in Italia... e
anche
la Corte dei Conti ha le sue procedure burocratiche e i suoi tempi.
E
produce i suoi risultati a fronte di delibere che, ad esempio, nel
caso di ENIT vengono emesse con un ritardo di circa 18 mesi dalla
data formale di chiusura di un esercizio finanziario.
Tanto
per capirsi, l'ultima delibera della Sezione di controllo degli enti
della CdC su ENIT che sia rinvenibile sul loro sito risale al 27
luglio 2017 e risulta essere la delibera n.69 del 22/06/2017.
È
una delibera che relaziona sul risultato economico di ENIT del 2015,
che poi è l'anno di insediamento dell'attuale CdA, a far data dal
07/10/2015.
È
interessante da leggere, perché si scoprono diverse cosette.
Mi
aspetto che a giugno/luglio 2018 pubblichino quella dell'esercizio
finanziario del 2016, che poi è l'anno effettivo in cui hanno
assunto e nominato i nuovi dirigenti (Bastianelli, Nucara e
Milano)... vedi
qui.
Scrive
la CdC a pag. 13
Con
la legge n. 71 del 24 giugno 2013 sono state trasferite al Ministero
dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) le
funzioni esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in
materia di turismo e, con d.l. 31 maggio 2014, n. 83, convertito con
modificazioni nella legge n. 106 del 29 luglio 2014, l’Enit è
stato trasformato in ente pubblico economico (EPE), sottoposto alla
vigilanza del Ministro dei beni e delle attività culturali e del
turismo. In sede di conversione del decreto legge, il legislatore ha
disposto altresì l’inserimento dell’Ente nella piattaforma
tecnologica e nella rete internet, attraverso il potenziamento del
preesistente portale “Italia.it”.Ciò anche allo scopo di
realizzare e diffondere una “Carta del turista”, pur se solo
virtuale, che consenta, mediante strumenti, canali digitali e
apposite convenzioni con soggetti pubblici o privati, di effettuare
pagamenti a prezzo ridotto per la fruizione integrata di servizi
pubblici di trasporto e degli istituti e dei luoghi di
cultura.
Praticamente
la famosa piattaforma nazionale di gestione delle virtual card
turistiche, di cui oltretutto ne appaiono alcuni commenti da parte
del sempre precisissimo Frap1964 in questo blog, al post (vedi
qui), e che altro non è che una delle mission principali di ENIT
già contenuta in una specifica previsione di legge del 2014, che poi
altro non è che il famoso decreto Art Bonus.
Hanno
però fatto qualcosa in ENIT, da allora, i super esperti web 2.0 &
soci di quell'ente ?
Una
mazza!
Se
non sostenere a più riprese che "ci
stiamo provando, ma non è una priorità".
Certo.
Per
loro non è mai stata una priorità quella di creare il meccanismo di
autofinanziamento dei Comuni potenzialmente sostitutivo della
ridicola tassa di soggiorno, cosa che oltretutto in questi giorni è
ritornata di moda per via dell'intenzione della Lega e del M5S di
eliminarla in tutto lo Stivale.
Presumo
però che non abbiano mai saputo il come fare e di conseguenza non
l'hanno nemmeno mai iniziato... e neppure pare c'abbiano mai provato.
E
tantomeno hanno cercato in giro di contattare chi quelle soluzioni le
ha e per ovviare al fatto... forse perché “coloro o colui” non
facevano e non fanno parte dei loro “amici”?
Boh,
vai a sapere!... forse.
Per
i responsabili dell'Enit è stato molto
meglio e più produttivo occuparsi di fiere, dei social, del foliage
(vedi
qui) e di tutto il resto dei vari e diversi annunci inconcludenti
(poi su questo punto specifico credo che tra non molto ne leggeremo
delle altre belle)... infatti dopo pochissime ore ecco che Frap1964 dice la sua che ovviamente stracondivido al 100%, e che linkerò alla fine di questo post.
Inoltre,
tanto per capire quanto geniali siano stati quelli del PD, Renzi in
testa, nel trasformare l'ente e gestire il contenimento della spesa
pubblica con la loro maggioranza parlamentare nel 2015, scrive la CdC
a pag. 15
Inoltre,
ai sensi dell’art. 1, comma 479, della legge n. 208 del 28 dicembre
2015, all’Enit non si applicano “le norme di contenimento delle
spese previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti
inclusi nell’elenco dell’ISTAT delle amministrazioni pubbliche di
cui all’art. 1 della legge 31 dicembre 2009 n. 196 e successive
modificazioni”. Trattasi di una espressa esclusione dalla
applicazione della normativa di contenimento della spesa (cosiddetta
spending review), motivata, dallo stesso legislatore, con l’esigenza
di “assicurare la piena ed efficace realizzazione degli obiettivi
istituzionali perseguiti” (art. 1, comma 479, normativa cit.), che,
tuttavia, appare scarsamente coerente con la previsione di cui al
comma 1 dell’art. 16 del d.l. n. 83/2014 che esordisce, nel
disegnare il nuovo modello organizzativo, con l’esigenza “di
assicurare risparmi alla spesa pubblica”, coerentemente con le
esigenze di coordinamento della finanza pubblica e di contenimento
dei costi, recepite ormai anche a livello costituzionale (artt. 81 e
97) e che dovrebbero improntare il modello operativo e gestionale di
tutte le amministrazioni riconducibili al modello della “finanza
pubblica allargata”.
Di
fatto è la legge di stabilità del 2015 (la famosa "finanziaria").
Il comma 479 prevede:
479.
Al fine di assicurare la piena ed efficace realizzazione degli
obiettivi istituzionali perseguiti, non si applicano alle federazioni
sportive nazionali affiliate al Comitato olimpico nazionale
italiano (CONI) e all'ENIT-Agenzia nazionale
del turismo le norme di
contenimento delle spese previste dalla legislazione vigente a carico
dei soggetti inclusi nell'elenco
dell'Istituto nazionale di statistica
(ISTAT) delle amministrazioni
pubbliche di cui all'articolo 1 della
legge 31 dicembre 2009, n. 196, e successive
modificazioni. All'attuazione della disposizione di cui al precedente
periodo si provvede nell'ambito degli stanziamenti
autorizzati a legislazione vigente.
Capito?
Praticamente
se la gestione delle spese viene fatta totalmente a capocchia, va
benissimo uguale.
Perchè non si applicano le norme di
contenimento delle spese previste dalla legislazione vigente.
E
tutto questo "per assicurare la piena ed efficace
realizzazione degli obiettivi istituzionali".
Poi a
pag. 18
A seguito della conversione dell’Agenzia in ente
pubblico economico, il Commissario straordinario, con deliberazione
n. 19 del 2015, ai sensi dell’art. 16, comma 8, del d.l. n. 83 del
2014 conv. nella legge n. 106 del 2014, ha adottato un nuovo modello
organizzativo composto da 140 posizioni lavorative, di cui 8
dirigenziali.
Per fortuna, poi, storicamente, è
saltata questa genialata di Radaelli.
Poi a pag. 20,
sull'inserimento dei fuoriusciti da Promuovitalia
Tale
inserimento di 16 unità di personale è stato effettuato con
decorrenza 28 maggio 2016 (come da verbale del collegio dei revisori
n. 8/2016).
Inoltre, come sottolineato nella nota integrativa al
bilancio 2015, tutto il personale Enit a tempo
indeterminato
(dirigenti e comparto) ha optato per il trasferimento presso altra
pubblica
amministrazione, ma nel periodo di riferimento del
bilancio che si esamina (2015), non sono state
registrate né
uscite per trasferimento né nuove assunzioni.
Si rappresenta
infine come il Mibact, con nota prot. n. 12791 del 13 settembre 2016,
abbia
segnalato l’illegittimità delle progressioni economiche
orizzontali effettuate durante la gestione
commissariale (nel
corso del 2015) invitando a ritirare l’atto conclusivo della
procedura. Per tale
problematica risulta essere stato richiesto
dall’ente un parere all’Avvocatura dello Stato.
E’
necessario in proposito richiamare l’attenzione sulla necessità di
un effettivo controllo sulle
procedure di assunzione che andranno
ad effettuarsi (alcune delle quali sono in corso di
espletamento)
e sulla struttura (ormai privatistica e collegata al CCN di
categoria) della
retribuzione da corrispondere ai dipendenti
neoassunti, considerato che la stessa legge di riforma,
con
norma di chiusura e di carattere generale, prevede (comma 12
dell’art. 16 del d.l. 83/2014)
che
“dall’attuazione del presente articolo non devono derivare nuovi
o maggiori oneri per la finanza
pubblica”.
Alla luce
di tale primaria esigenza di contenimento dei costi della gestione,
sarebbe essenziale regolamentare le politiche organizzative e
retributive del personale proprio all’interno della convenzione
triennale col Mibact, con una proiezione dei costi che si andranno a
sostenere.
Chissà se poi lo avranno fatto (io ne
dubito fortemente).
E a seguire...
Gli atti di
riorganizzazione della dotazione organica e quelli determinativi
della struttura
retributiva si appalesano infatti alla stregua di
atti “fondamentali” per la vita dell’Ente (come tali soggetti
all’autorizzazione del Ministero vigilante, per espressa previsione
statutaria) in quanto finiscono per irrigidire la spesa e
condizionare le assegnazioni finanziarie future.
Analoga esigenza
di controllo, in termini di sostenibilità della relativa spesa, si
rivela indispensabile anche per il personale delle sedi estere,
cui non possono non applicarsi i criteri di contenimento dei costi e
di razionalizzazione della struttura organizzativa che ormai si
impongono a tutte le amministrazioni che operano all’interno
del perimetro dell’azione pubblica.
Poi a pag.
25
L’importo cospicuo dell’avanzo della gestione di
competenza appare verosimilmente ricollegabile ad una sostanziale
“stasi” dell’ente nello svolgimento dell’attività
istituzionale, in relazione al periodo di trasformazione della
struttura.
Praticamente
la CdC scrive chiaramente: non state facendo una mazza, se avete un
avanzo del genere.
Poi a pag. 26
Anche con
riferimento ai contributi di Regione, Province e Comuni si rilevano
consistenti
riduzioni, dovute ad una minore attività promozionale
realizzata nel 2015 rispetto agli anni
precedenti, per i motivi
già esposti e che si risolvono nella sostanziale “stasi”
amministrativa
durante il processo di
trasformazione.
Praticamente
la CdC ribadisce chiaramente: state dormendo.
Poi
a pag. 27
Un dato saliente è l’osservazione di come,
rispetto al totale delle spese sostanzialmente qualificabili di
“funzionamento” dell’ente (spese per organi, per personale e
spese generali), l’importo delle spese promozionali, che sono
quelle tipicamente riferibili alla mission dell’ente – rivestano
un carattere del tutto marginale: difatti, a fronte di un totale di
circa 11,5 milioni di spese di funzionamento, quelle per l’attività
caratteristica (appunto, promozionale del settore turistico) si
attestano a poco più di 3,8 milioni (il 33 per cento
circa).
Questo si sapeva benissimo... per anni
gli hanno tagliato i fondi.
Poi a pag. 30, sul contenzioso
in atto
L’Enit, relativamente ai contenziosi che la
riguardano, ha vincolato una quota dell'avanzo di
amministrazione
per un importo pari ad euro 510.808 ed ha accantonato la stessa cifra
in un apposito “fondo rischi” nello stato patrimoniale (la
specifica di tali contenziosi è riportata
nell’Allegato
tecnico). Merita segnalare, per il rilevante importo, un
contenzioso relativo ad una richiesta di risarcimento danni di
euro 14.565.546,80 con riferimento ad una risoluzione contrattuale
per l’allestimento degli stand
fiera nel triennio 2012/2014 intentato dalla società appaltatrice,
rispetto al quale l’Avvocatura di Stato, richiesta di specifico
parere, ha ritenuto “possibile” la soccombenza. Quanto
esposto rende particolarmente problematico il mantenimento, per il
futuro, degli equilibri di bilancio dell’Ente.
"Possibile"
quindi che perdano una causa milionaria e falliscano
definitivamente.
Secondo
me è invece piuttosto improbabile, ma all'avvocatura, naturalmente,
si son voluti parare le spalle nel caso in cui...
Poi a pag.
41, nelle conclusioni
L’Enit – Agenzia nazionale del
turismo - è stata trasformata in ente pubblico economico
(EPE), sottoposto alla vigilanza del Ministro dei beni e delle
attività culturali e del turismo, con decreto legge n. 83 del 31
maggio 2014, convertito con modificazioni nella legge n. 106 del
2014. La legge citata stabilisce che la trasformazione è
disposta, oltre che per “migliorare la promozione dell’immagine
unitaria dell’offerta turistica nazionale e favorirne la
commercializzazione”, anche al fine di “assicurare risparmi
della spesa pubblica”.
L’osservazione riferibile alla gestione
concreta dell’Ente mostra, nell’esercizio di riferimento,
la sussistenza di problematiche applicative di non poco momento,
se si considerano le criticità della gestione già evidenziate
nelle relazioni degli anni precedenti, anche con riferimento alla
struttura organizzativa dell’ente, le cui sedi estere operano in
maniera sostanzialmente autonoma - difficilmente controllabile -
sulla base di trasferimenti finanziari che transitano attraverso
il bilancio dell’Ente sotto forma di partite di
giro.
...
L’esame dei documenti finanziari ha evidenziato,
tra l’altro, l’esigenza di un reale controllo della spesa per
il personale, considerato che la stessa assorbe oltre la metà (il 54
per cento circa) del totale delle uscite con riferimento agli
impegni al 7 ottobre 2015 (euro 17.116.434).
E’ necessario in
proposito richiamare l’attenzione sulla necessità di un costante
controllo sulle procedure di assunzione che andranno ad
effettuarsi (alcune delle quali sono in corso di espletamento) e
sulla struttura (ormai privatistica e collegata al CCN di categoria)
della retribuzione da corrispondere ai dipendenti neoassunti,
considerato che la stessa legge di riforma, con norma di chiusura e
di carattere generale, prevede (comma 12 dell’art. 16 del d.l.
83/2014) che “dall’attuazione del presente articolo non devono
derivare nuovi o maggiori oneri per la
finanza pubblica”.
Occorrerebbe inoltre implementare gli
strumenti di controllo della sostenibilità della relativa spesa
per il personale delle sedi estere.
...
In tale
situazione, le recenti modifiche normative che hanno portato l’Ente
ad assumere una veste sostanzialmente privatistica, orientando
l’attività dello stesso sulla base di un rapporto
sostanzialmente
“pattizio” affidato alla convenzione triennale con il Ministero
vigilante
dovrebbero essere accompagnate da un rafforzamento
effettivo del sistema dei controlli.
Sotto tale profilo, peraltro,
appare scarsamente coerente con il citato obiettivo di riduzione
dei costi l’esclusione dell’Ente dalle norme di
contenimento delle spese previste dalla legislazione vigente a
carico dei soggetti inclusi nell’elenco dell’ISTAT delle
amministrazioni pubbliche (art. 1, comma 479, della legge n. 208
del 28.12.2015).
Cioè
la CdC ribadisce che questa norma di "efficienza" è del
tutto incoerente.
Dopodichè
bisognerebbe sapere, nei dettagli, cosa prevedono e quali effettivi
vincoli operativi comporta il complesso delle norme di
contenimento delle spese previste dalla legislazione
vigente.
Insomma, per riassumere, e scusate intanto per tutte
le inevitabili lungaggini del testo sopra, ma...
In
CdC sono sì lenti, ma poi arrivano, e quando arrivano sono
mazzate... e alla Corte dei Conti le cose le capiscono, le conoscono
e soprattutto le scrivono e le pubblicano.
Nel mentre io (ma non
sono il solo per mia fortuna che segue attentamente quell'andazzo)
aspetto la prossima relazione... con una certa curiosità.
In
ENIT hanno chiuso il 2016 con un avanzo di oltre 15 milioni... altro
che "stasi" dell'ente in trasformazione.
E, come accennato in questo post, per chi davvero si vuole interessare di turismo eccetera eccetera... ecco il post di Frap1964 che vi avevo promesso... vedi qui. E buon divertimento!