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martedì 3 agosto 2010

E' ora di mettere l’ora della disabilità nelle scuole alberghiere




Potrei raccontare un’infinità di casi che, per motivo della disabilità di alcuni clienti, mi si sono succeduti in 40anni di “amorevole” lavoro nel settore turistico, ma non è il caso.
Avrei troppo da scrivere e molto d’annoiarvi.
La disabilità, tutti lo sanno ma è meglio ricordarlo, non è altro che la condizione personale di chi, in seguito ad una o più menomazioni, ha una ridotta capacità d'interazione con l'ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale.
Ci si nasce, ci si diventa, ci si quello che cavolo volete, ma spesso ci si dimentica di loro.
Qualche passo istituzionale in verità, dal medioevo (per non dire dall’Impero Romano), è stato fatto nel settore del turismo per andare incontro alle loro esigenze; le leggi ci sono, ma sembra che a “pochi interessi qualcosa”, anche nel senso di farle rispettare.
E questo in Italia capita in ogni dove.
Inutile ripetere le cose che quotidianamente vediamo a loro danno; chi non le sa, non le ha viste o chi non le ha sentite?
Comunque, se all’estero non ho quasi mai letto o sentito grosse discrepanze nell’ambito, in Italia, se i media vogliono, non passa giorno che … vabbè avete capito.
Qui, da noi, manca una cultura turistica preposta nei confronti dei 2.800.000 (duemilioniottocentomila) persone che di questa ne soffrono e ne “subiscono” l'indifferenza e le conseguenze; senza contare il quasi doppio di quelli che li accudiscono o con loro ci vivono.
Sto parlando di circa 6 milioni di persone, se non più, che costituiscono una grande fetta della popolazione italiana, il 10% o giù di lì.
Ultimo, ma non ultimo sarà, è quello che è successo ad una coppia con figlia disabile di 4 anni di Bassano del Grappa in vacanza in un albergo a Bibione.
L'albergatore gli ha detto di far mangiare la figlia disabile, che è affetta da una sindrome congenita e per esprimersi emette alcuni suoni, in orari diversi dagli altri clienti e loro, per non subire l'umiliazione, hanno immediatamente fatto le valigie interrompendo la settimana di vacanza al mare con la piccola di quattro anni.
Ma prima di lasciare l'albergo di Bibione hanno dovuto pagare 500 euro di penale per aver anticipato la partenza.
La coppia di Bassano del Grappa che ha denunciato l'episodio per discriminazione è decisa però a farseli restituire, per avere indietro almeno i soldi della 'penale'.
Ora, non che la mia opinione possa contare poi molto, ma di quello che penso della stragrande percentuale dei responsabili alberghieri italiani, sia direttori che proprietari, è abbastanza noto, e più volte qui con questi mi ci sono scontrato, ma il far pagare una ‘penale’ per un proprio errore; beh, che dire … meglio non dire, perché questo è di sicuro un’avvallo al mio pensiero nei loro confronti.
Chiaro che sia stato tutto un grosso equivoco; l’inesperienza, la non cortesia nella richiesta o il non saperci fare, come la probabile presa di posizione dei genitori … e quant’altro ancora di “forse” non azzeccato, hanno contribuito al patatrac.
Ma come sopraddetto di questi casi ce ne sono a iosa nel nostro Paese.
Quindi, perché non inserire nelle scuole alberghiere una materia didattica d’obbligo, atta a conoscere il da farsi ed eliminare queste discrepanze nei confronti di quelli meno fortunati, che forse ne hanno già abbastanza per conto loro ... nella vita terrena, che aggiungere le altrui "malefatte".
Gelmini, Brambilla e comitati per i disabili ... allora?

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