lunedì 30 gennaio 2017

Quando una idea è buona... all'Enit mica la fanno.

L'idea è buona ma, siccome è buona davvero (ved. qui), ecco che all'Enit non la percepiranno mai.



Infatti, e non si capisce il perché un manager non conosca, o il perché non abbia mai fatto quegli stages (I suppose), il linguaggio del corpo.


Non dico che sempre ci s'azzecchi, per carità, ma di certo il linguaggio del corpo aiuta un sacco.
I falsi vengono immediatamente a galla e così pure gli str... ani, gli indecisi, quelli che si chiudono a qualsiasi altrui innovazione, i permalosi, i presuntosi, quelli che ucciderebbero anche la propria madre per avere due minuti di notorietà, mentre per aver successo farebbero addirittura 'na strage... insomma, diciamo pure i peggiori deficienti.


A me di quei corsi, stage o come belin si chiamano ne hanno fatti fare un mucchio tanto, e se dapprima mi stavano sugli zebedei, beh; nel tempo mi sono reso conto che invece sono importanti.
Però a pensarci bene, non li avrei mai voluti fare... si vive male quando scopri che davanti a te c'è uno di quelli che dice str... anezze a tutt'andare, nonché un personaggio da prendere più che altro a calci nel sedere.... altro che sorrisetti!
E tu lì a cercare di non farlo intravvedere, perché magari sei anche educato.
Vabbeh, andiamo avanti.


L'idea è quella che tutti nel ricettivo, e chi nel turismo ci “mangia”, dovrebbero reclamizzare il marchio (logo) dell'Italia laddove può e dove dovrebbe.
Semplice no!
E invece no, quelli dell'Enit mica lo capiscono, e continuano con delle innovazioni che di innovativo non hanno nulla, niente di niente... a cui ci sommano degli errori mica da poco, neh. 


Va anche detto che su queste pagine s'era già scritto nel 2009 la stessa cosa, ma... campa cavallo...


E così pure, invece dei soliti video da molta spesa ma poca resa, perché non...
beh, prendete un qualsiasi giornale scritto in qualsivoglia lingua del mondo.
Fatto?

Col vostro bel giornale immaginate adesso di andare nel Tibet a cinquemila metri d’altezza e d’incontrare un bambino di circa dieci anni d’età.
Oppure in un villaggio di esquimesi, nel deserto del Sahara oppure ecchennessò… quindi fantasticatelo dove meglio v’aggrada.
Fermate il bambino ma prima fornitevi di un bel sorriso, sennò e magari vi manda anche a quel paese, e fategli questo bel giochino.

Munitevi di una forbicina che avete ipoteticamente acquistato da quelle parti (fate attenzione che in quei luoghi è difficile trovarla, neh) quindi è meglio portarsela appresso, e ritagliate anche approssimativamente da una pagina di quel quotidiano (la prima che vi capita), i confini del nostro Bel Paese.
Ah, con le punte arrotondate poiché se vi beccano all'aeroporto, beh; non si può...
Ora datelo al bimbo anche a testa all’ingiù (il pezzo di carta e non il bambino, neh), di sbieco o come diavolo preferite... accartocciatelo pure.
Ma non dimenticate le isole, per piacere!

Ebbene, in qualsiasi maniera voi glielo porgerete, quel giovane abitante del lontano Tibet, quell’esquimese o bla bla bla, vi dirà in un battibaleno che quel brandello di carta assomiglia all’Italia.
Anzi, che la è!

Provate ora a fare qualsiasi altro ritaglio di qualsivoglia altra nazione e aspettate per qualche mese la sua cortese e gentile risposta.
Lui la girerà e la rigirerà da tutte le parti … ma cippa!
Eh già proprio “cippa”, come “cippa” se mai quelli dell'Enit ne capiranno l'utilità di 'sto banale consiglio.

P. S.: E per le Regioni?
Mica vi posso dire proprio tutto!... e che se l'imparino un po da soli. 

13 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. E' un'idea anche buona, però ha un problema di fondo non da poco.
    Non è una loro idea. :-)

    #logo-rroici
    #secisicrede

    RispondiElimina
  3. Però io 'sto post del 2009 dove avevi già scritto 'sta cosa mica l'ho trovato, eh... (sarà mica nel 2010). :-)
    In compenso ho trovato questo.
    Beh... se ci pensi, in soli 7 anni, siamo passati dal laboratorio di parole al laboratorio social, che è molto più fico e tecnologico, se vogliamo.
    E' un bel passo avanti, non ti pare? :-)

    RispondiElimina
  4. E' davvero un peccato, mannaggia a loro.

    Sic!

    RispondiElimina
  5. Grattarsi il capo, incrociare le braccia, sfiorare il naso, abbassare la testa... tutti segnali di tensione, chiusura, ostilità.
    Il nostro inconscio parla per noi.
    E quello del Direttore Esecutivo di ENIT parla sin troppo chiaro.
    Infatti... :-)

    RispondiElimina
  6. O perbacco, l'avevo visto stamattina quel post...
    mo lo ricerco

    RispondiElimina
  7. Beh dai, Alto Adige ne ha fatto una bandiera e tecnicamente si chiama marchio ombrello
    http://www.marchioombrello-altoadige.it/
    Ciao

    RispondiElimina
  8. @Luca

    Sì certo, conosco la cosa...
    Ed ecco appunto l'errore.

    Sic!

    Ma quando lo si capirà che se gestisco una catena alberghiera di 20 alberghi (le Regioni), non posso pensare che ognuno vada per la sua strada in fatto di marketing e non solo.
    Il Titolo V e la governance sono completamente da rivedere, ma soprattutto occorrerebbe inserire laddove (Governo e Regioni) delle persone che non pensino più che altro a scaldare le proprie poltrone.
    E personalmente di grandi geni non ne ho mai visto né in un posto (Governo) e neppure nell'altri (Regioni).





    RispondiElimina
  9. @Luca
    Se è per questo hanno pure un'azienda "speciale", IDM(provincia+camera di commercio), Innovazione, Sviluppo e Marketing, nata nel 2016 dalla fusione di altre 4, EOS, SMG, TIS e BLS,con un team complessivo di circa 210 persone.
    Provincia autonoma, come noto, ovvero soldi a gogò, eh... :-)

    RispondiElimina
  10. @Luca
    Poi vorrei sapere quanti soldi hanno passato ai tedeschi di Peter-Schmidt-Group per farsi dire che montagna, natura e gastronomia erano gli elementi su cui puntare, perché effettivamente non era mica così facile da capire.
    Che poi i suedtirolesi siano cordiali e calorosi (vedi Identità: Il nostro modo di fare così cordiale e caloroso e la nostra socievolezza trasmettono ai forestieri la sensazione di essere i benvenuti), ci vuole anche una gran bella faccia tosta a sostenerlo.
    E i napoletani in confronto che sarebbero, allora?
    Ma tranquilli che per il 2017 sono già pronti in ENIT 250mila euro per un'operazione analoga; finalmente potremo disporre di un serissimo studio, redatto con linguaggio forbito, aulico e zeppo d'inglesismi vero good, che ci faccia scoprire come città d'arte, varietà di paesaggio, siti Unesco, gastronomia, moda, design, shopping, lirica, pizza, Ferrari, Nutella, mandolino e compagnia cantante siano i ns. brand must.
    Ho scordato qualcosa?
    Ne avevamo effettivamente bisogno, perché non sono mica cose tanto scontate, eh... :-)

    RispondiElimina
  11. Eh già... non mi appaiono così "avanti" rispetto alle altre Regioni.
    Con tutte quelle "palanche, anche se ultimamente anche loro hanno ricevuto la spending review, credo si possa fare di meglio.
    E poi, se lecito ma credo di sì, mi farebbe davvero piacere comprendere a che cippa servano quelle disamine.
    Mah, vai a sapere.

    ;)

    Che sia come la sociometrica che alla fin fine ti spiega che le città più gettonate in Italia, per il web estero e non, sono Roma, Firenze e Venezia.
    Abbè, sibbè, ho visto un Re.


    RispondiElimina

Visualizzazioni totali