domenica 22 luglio 2018

Chi lavora nel turismo in Italia è gente seria, altrimenti mi starei sulle balle da solo.


Oddio, non proprio tutti sono poi così seri, per carità.
Ed è la stessa legge dei grandi numeri o per quelle di Murphy e dei suoi derivati che ci dicono che... vabbeh, diamoci un taglio... praticamente come a dire che prima o poi qualcuno che tanto serio mica lo è in questo settore ci capita per forza.

Alcuni, il Travel & Tourism Competitiveness Report ad esempio (World Economic Forum), sostiene che la massa degli appartenenti alla famiglia dei bovidi sia però notevole nel Bel Paese .
Infatti nella sua ultima stima del 2017 (il T&T la fa ogni due anni e pertanto la prossima avverrà nel 2019... su 136 Paesi) ci elenca nelle retrovie mondiali delle “Performance Overview” (vedi qui).
In poche parole il WEF ci dice che siamo una massa di capre e caproni... fateci caso.
Mannaggia a loro... o forse è meglio dire: "mannaggia a noi?"
Mi spiego meglio!

Ogni giorno nel turismo avvengono circa 10.000 riunioni, se non addirittura di più.
Meeting, assemblee, conferenze o come diavolo volete chiamarle, che si sommano ad altre in ogni dove nello Stivale.
Quindi 30.000 o 40.000 relatori ogni dì raccontano il cosa e il come si debba fare per migliorare il turismo nazionale, regionale e pure quello comunale.
Mentre se contiamo chi li ascolta e di conseguenza chi da questi “impara” o dovrebbe imparare, beh; non la finiamo più e il numero sale prepotentemente di conseguenza.
Ma chi sono i bovidi?
Chi parla o chi ascolta?... visto che le cose, leggendo quei dati del WEF, non è che vadano proprio allegramente per noi, no.
Eh già, da qui mica si scappa!
Quindi o i relatori non si spiegano bene, oppure chi da questi tenta l'ardita nuova sapienza, ecco che poi pare non ci capisca nulla.
Eppure non c'è persona, tra gli uni e gli altri, che non si reputi un serio professionista... e guai a contraddirli.
Qualcosa non va.

Infatti se è vero che siamo tutti così bravi e così sapienti tra relatori e ascoltanti, beh; allora perché nel “price competitivity” siamo al 124° posto (?)... nel “business enviroment” al 121esimo (?), nelle “prioritization of T&T” al 75esimo (?) e, tanto per darci una botta e non far notte, perché siamo in una marea di posizioni che vanno dal 50esimo posto in su?

Poi nel T&T qualcuno legge che nelle risorse umane e nel mercato del lavoro siamo al 67esimo, ed è in quel preciso momento che comincio a starmi sulle balle da solo.
E tu?

P. S.: E se noi siamo così bravi, ma allora quanto sono bravi in quelle nazioni che vanno meglio di noi?


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