Non più prime domeniche di ogni mese “a gratis” nei Musei del Bel Paese.. anche
se l'attuale ministro del Mibac, Alberto Bonisoli, darà libertà
ai direttori dei musei di scegliere se procedere oppure no.
La
motivazione fornita parla di utilità e che andava bene “come
lancio pubblicitario”, mentre ora si rischia di andare “in una
direzione che non piace a nessuno”.
Chi
però ha fatto due conti dice invero l'opposto.
Infatti
pare che l'indotto ci abbia guadagnato e non solo sotto l'aspetto
economico come vedremo di seguito.
Ma
nel mondo i nostri principali “tourism competitors” come la
pensano sulla questione?
L'Inghilterra
già dal 2001 promuove
la gratuità delle collezioni permanenti di 50 musei pubblici: da
allora un elemento centrale dell’economia inglese. Infatti
i grandi musei non hanno neanche la biglietteria, anche se è posto
ben in evidenza un contenitore che invita alle donazioni.
Fu
però una decisione subito accompagnata da polemiche, ma si dimostrò
un immediato successo.
A
fronte di un investimento di 45 milioni di sterline da parte dello
Stato, le visite free a
istituzioni come British Museum, National Gallery e Tate, come
ricordò la rivista on line Artribune, negli anni sono aumentate
del 150%.
Inoltre,
gli introiti su turismo e indotto sono stati superiori a 300 milioni.
I
vantaggi?
Finanziari.
Formativi. Culturali.
I
Musei furono «obbligati» a
progettare mostre serie e, insieme, coinvolgenti (a pagamento); a
proporre continui riattraversamenti delle raccolte sviluppando
specifiche tematiche, in modo da farle apparire attrattive (ancora a
pagamento); infine, a rendere più accoglienti i loro servizi
(bookshop, caffè, archivi). Ma la mossa ebbe soprattutto il merito
di sottolineare la funzione autenticamente pubblica dei grandi musei.
Resi
simili non a luoghi di intrattenimento, né a giacimenti da
sfruttare, ma a università popolari, aperte a tutti.
Spazi
dove favorire l’integrazione sociale e culturale, emancipati dalla
«dittatura» delle società private. Laboratori del sapere, nei
quali si possono maturare e condividere idee, sensibilità, senso
critico, godimento individuale, un otium disinteressato.
Strutture
necessarie nella vita di ogni città, come le biblioteche, dove ci si
può recare più volte in un anno e destinate ai cittadini di tutte
le età prima che ai turisti.
Negli
Stati
Uniti,
ad esempio New York che è la città dove praticamente risiedono i
maggiori Musei di quegli Stati, sono tutti “a gratis” in
particolari giorni, ad eccezione del MET (la
lista è qui).
Mentre
in Francia anche il Louvre (10 mln di visitatori) è
visitabile gratuitamente da tutti la prima domenica del mese, da
Ottobre a Marzo, ed anche il 14 luglio, giorno della presa della
Bastiglia e festa nazionale della Francia.
Sono
inoltre tutti gratuiti per gli under 26 (cittadini europei).
E
lo sono anche dal 2008 nell'intero mese di giugno.
In
Spagna
il Museo
del Prado, ad esempio, è gratis dal
lunedì al sabato dalle 18 alle 20, e la domenica ed i festivi dalle
17 alle 19.
Il
Reina Sofia è
possibile visitarlo gratuitamente la
domenica pomeriggio (dalle 13.30 alle 19) e da lunedì a sabato le
ultime due ore di apertura (dalle 19 alle 21).
Mentre
per tutti gli altri, nessuno escluso, (qui)
potrete trovare l'orario e il giorno per poterci accedere
gratuitamente.
In India e in
Russia la
tariffa per i rispettivi cittadini è notevolmente inferiore a quella
praticata ai turisti.
Questa
può sembrare una misura discriminatoria, ma si basa sul presupposto
che i cittadini già finanzino attraverso le tasse la gestione del
patrimonio artistico nazionale.
E
ora c'è da aspettare quale decisione prenderanno i direttori dei
Musei nazionali...
Arriva notizia che pare ci sia stato un repentino cambio di marcia e che verrà aumentato l'accesso gratis nei Musei nazionali (ved. qui)... bene!
Arriva notizia che pare ci sia stato un repentino cambio di marcia e che verrà aumentato l'accesso gratis nei Musei nazionali (ved. qui)... bene!
Lasciare libera iniziativa ai vari siti e musei, senza un minimo di coordinamento, significa il caos, imho.
RispondiEliminaDefinire uno standard minimo per tutti, eventualmente ampliabile su iniziativa locale, già sarebbe una cosa più ragionevole...