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lunedì 20 giugno 2011

Esprimi un tuo giudizio sulle statistiche del turismo

Tempo fa un mio collega che lavora all’estero (Finlandia) e che c’ha un’esperienza “tanta” nel settore del turismo, m’ha “accusato” che scrivere troppo sulle presunte balle delle statistiche e i dati che i “signori” delle varie associazioni, enti, e bla bla bla, ci danno in omaggio alla moda del due per tre, non serve ad una benemerita mazza.
Wippet (il suo pseudonimo) infatti sostiene che oramai nelle statistiche del turismo non ci crede più nessuno, e quindi è inutile perderci del tempo per evidenziarlo.
E c’ha ragione, però non m’arrendo!
Chissà mai che prima o poi, a forza di rovistare nel “fango” non si riesca a far capire che così non si fa, e che anziché aiutare gli operatori, questi "forse" pseudo dati o "forse" pseudo statistiche, fanno in verità un gran bel danno.
Alcuni sostengono che queste indagini servano per mantenere il careghino su cui “questi fenomeni” sono adagiati, mentre, molto sovente, il dire che tutto va bene e che quindi lor signori sono bravi, contribuisce a dare un senso al “lavoro” che fanno o dovrebbero fare.
Ma perché tutti ne emettono in quantità industriale con dei rilevamenti numerici che probabilmente fanno ridere i polli e che poi non corrispondono quasi mai a quelle verità che poi si evincono alla fine delle stagioni?
Possibile che sbaglino "forse" quasi sempre (?), e se sbagliano a che cosa serve?
Cerchiamo di capirlo.
Perché Federalberghi che ha 28.000 alberghi come associati, incarica, come nell’ultimo caso, l’Istituto ACS Marketing Solutions, che con un campione di 3.003 (metodo CATI, interviste telefoniche) in rappresentanza degli oltre 50 milioni tra coloro che costituiscono l’intera popolazione maggiorenne, per sapere il come va o il come l’andrà l’orientamento turistico?
Il risultato fu che tutto andava bene e ch’erano felici e contenti (vedi Bernabò Bocca).
Ma non è un po’ poco lo zero virgola zero zero e qual cosina per avere una buona informazione?
E questi tecnici delle indagini lo fanno a gratis oppure … ?
E non è meglio far pervenire mensilmente da ogni associato (28.000 alberghi) le presenze e l’eventuali prenotazioni per estrarre le considerazioni del caso?
C’è forse una legge che ti obbliga a farlo e di cui non ne so niente?
Anche perché, subito dopo (1 mese), ne emettono delle altre, e questa volta, visto che il campione degli intervistati era così alto (ben 3.003 su 50 milioni), lo fanno intervistando con metodologia internet “solo” 1.269 imprese ricettive, distribuite a campione sull’intero territorio nazionale.
Il risultato è che questa volta sono tutti “incazzati” e scontenti (vedi di nuovo il Bernabò Bocca).
Poi (un giorno o due) escono degli altri dati che dicono: “Crescono i turisti italiani (+1,9%) così come quelli stranieri (+1,8%) che arriveranno in Italia nelle prossime settimane. E’ il risultato dell’indagine congiunturale svolta dal Ciset, in collaborazione con Federturismo-Confindustria su un campione di 600 operatori turistici italiani appartenenti a vari settori (alberghi, aziende termali, tour operator, ecc.) che evidenzia una rinnovata capacità di attrazione dell’Italia, considerata più sicura di altre destinazioni potenziali concorrenti come Egitto e Tunisia. L’agriturismo e il turismo verde in genere, con le crociere, saranno le tipologie di turismo che registreranno la crescita più vivace nel periodo tra maggio e ottobre, seguite dal turismo fitness e benessere. Positiva la dinamica anche per il turismo culturale e d’arte e la vacanza al mare e ai monti. Male il turismo d’affari e congressuale che, al calo fisiologico stagionale, vedono sommarsi gli effetti della congiuntura incerta”.
Della serie tutto bene Madama la Marchesa, ma la Marchesa era già morta.
Quindi da 3.003 sono passati a 1.269 per poi finire (altri) a 600.
Beh di questo passo le statistiche le potrebbero fare anche al bar, che quattro amici li trovano sempre e che magari non costa niente.
Poi vado a leggere quelli della Banca d’Italia che notoriamente sono i più affidabili e trovo che … e vabbè, confrontandoli mi faccio quattro risate che di ‘sti tempi …

sabato 21 agosto 2010

La differenza tra scuolle, squole e scuole alberghiere nel mondo.

Circa due anni fa leggevo sul Gulf News (http://www.gulfnews.com/home/index.html) , il quotidiano in lingua inglese più importante di Dubai City, che venivano stanziati circa 2 mld di dollari per la creazione di una scuola di formazione alberghiera a supporto del grande sviluppo turistico e della necessità di proporre del personale altamente qualificato per la ricettività di quel paese.
Al primo esame si potrebbe ritenere un’ottima iniziativa ma non certamente nuova poiché in perfetta sintonia con le metodologie di alcune grandi, serie e professionali catene alberghiere che già da anni destinano una buona percentuale del budget a corsi di aggiornamento interno.
Dubai City non ha siti Unesco e non dispone di alcun patrimonio artistico-culturale naturale o retro-attivo ma si sta prepotentemente affacciando nell’elite mondiale turistica che rappresenta una buona fetta del movimento monetario della nazione.
Le altre risorse sono il petrolio (10%) e gli interscambi con gli altri stati degli Emirati Arabi attraverso il porto ed aeroporti.
Come dire; stanno lavorando molto bene ma non hanno inventato niente di nuovo mentre noi non stiamo affatto lavorando bene e non riusciamo neanche a mantenere o programmare quello di cui negli anni addietro eravamo campioni.
Ma veniamo alle scuole alberghiere!
Come già detto in un precedente l’Italia negli anni ‘50/’60 e ’70 disponeva di ottime scuole alberghiere che ci permettevano di stanziare nelle primissime posizioni mondiali da cui fuoriuscivano grandi future personalità dei vari settori alberghieri e ristorativi.
Infatti non vi è una sola sezione alberghiera in cui non siamo stati i promotori sia in didattica che in creatività; lo stesso Leonardo Da Vinci, un esempio su tanti, fu grandissimo ideatore nella Roma dei Cesari nel 1489, in occasione delle nozze di Giangaleazzo Visconti e Isabella d’Aragona, dell’allestimento del banchetto nuziale dove fecero capolino per la prima volta al mondo i tovaglioli ed il modo di servire le portate.
Da quell’occasione nascono appunto i servizi alla francese, russa ed italiana ben contornati dall’eleganza dei servitori che volteggiando musicalmente deliziavano i commensali.
Cose d'altri tempi ma intonate all'epoca.
Mentre adesso?
Adesso prova a chiedere cosa sia il "FILO" nella ‘mise en place’ in un tavolo reale; uno su mille ti risponderà e forse neanche quello, docenti, presidi o magnifici compresi.
Le cause di questa debacle sono molteplici; lo stipendio di un docente corrisponde alla paga di un lavapiatti stagionale e quindi è immaginabile la volontà dei buoni preparatori ad affrontare questa istruzione e detto porta conseguentemente al deterioramento di gran parte delle istituzioni scolastiche presenti nello stivale.
La EHL di Losanna, internazionalmente ritenuta la migliore scuola alberghiera del globo e personalmente visitata in più occasioni a livello informativo, ha variegati programmi di formazione e gli standard sono affinati con precisione svizzera mentre governi, associazioni professionali e scuole superiori di una decina di paesi hanno chiesto all'EHL di guidare lo sviluppo delle loro scuole professionali alberghiere, tra cui gli Emirati Arabi.
La LCB di Adelaide in Australia, The Hague in Olanda fondata dall’Horecaf, Finlandia e poche altre hanno capito che la qualità non è solo nel management direttivo ma la parte qualitativa integrante proviene dalla cucina, sala, bar, camere, reception fino alla maintenance o alle lavanderie attraverso deposito e quant’altro del meraviglioso settore.
In Italia invece l’attenzione è principalmente rivolta al direttivo alberghiero (direttore o F&B) con la giornaliera creazione di nuove realtà di Master, corsi o stage confermati dall’innumerevole periodica e logorroica ricezione (attraverso la posta Mail) di nuovi corsi per queste posizioni lavorative.
Ogni giorno una nuova posizione dirigenziale alberghiera di cui non si conoscono neanche le prerogative, e solitamente doppioni di altre già esistenti.
Però ci sono i corsi da pagare o che vengono pagati da altri (Europa), mentre quella posizione non la cercherà mai nessuno o ben pochi.
Ho ben presente il valore o l'utilità che i partecipanti, alla fine dei quali, ottengono di fronte alla realtà lavorativa.
Ma per piacere!
Le scuole alberghiere sono ritenute e scelte per lo più in base alla facilità per l’ottenimento del diploma, dopodiché viene abbandonato dagli studenti ogni interesse a proseguire il mestiere e causa è anche l’invogliamento che i docenti non riescono a dare agli alunni, comportando l’inserimento di personale estero senza nessuna cultura alberghiera, ma a basso costo.
Il risultato lo conosciamo come conosciamo l’interesse delle istituzioni governative alla risoluzione del problema e mentre Dubai City impegna tutti quei soldi per il miglioramento programmatico, noi continuiamo con il nulla!
Tutto questo mentre le 10.000 associazioni (l’armata di 800.000 prs.) di varia natura discutono improduttivamente il calo nel settore!
Continua ....

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