mercoledì 10 marzo 2010

Escargots


Non crediamo che il saper individuare e cogliere al volo le buone occasioni nel e per il turismo sia il forte della Brambilla.
Da quando è stata messa lì, alla “guida” del turismo nostrano, andiamo ripetutamente sostenendo che bisognava subito darsi da fare per far entrare altri paesi emergenti nell’industria alberghiera italiana, e non certo perdere tempo per trovare scappatoie all’inutilità dei suoi tentativi, e di cui ormai ben conosciamo l’inconsistenza.
Infatti il settore ha bisogno di capitali freschi (possibilmente puliti), nuove organizzazioni lavorative e tante altre “cosine” in cui difettiamo all’atto qualitativo e pratico, ma dove eccelliamo in quello retorico.
Beh, le sono voluti due anni per capire che, anziché perdere tempo in ipotetici “triunvirati” con Spagna e Francia, era necessario cominciare ad avere qualche protocollo d’intesa con eventuali finanziatori, e ben venga quello recente con il pari grado del Qatar, Ahmed Bin Abdullah Al Nuaimi, per dare loro la possibilità di investire turisticamente, e si spera non solo, nel Sud Italia.
Però anche se questa iniziativa la giudichiamo buona e giusta, non era forse meglio (per agevolarli) fare prima qualcosa per la nostra stralenta burocrazia, tasse sulle società tra le più alte del mondo e, più in generale, il numero di adempimenti e il tempo necessario a gestirli, che ci collocano agli ultimi posti del panorama internazionale globale ? (ved. Pricewaterhouse Coopers e da World Bank-Ifc sulla base del report del Gruppo World Bank, ‘Paying Taxes 2009)
Dai risultati emersi, risulta che l'Italia occupa l’ultima posizione fra i paesi della Ue e 166esima su 181 paesi nel mondo, con una pressione impositiva che arriva al 73 per cento degli utili.
Chi può venire in un Paese così?
Inoltre, l’Italia si posiziona alla 128esima nella speciale classifica della semplicità degli adempimenti fiscali e contributivi, e alla 133esima in quella delle ore necessarie a ottemperarvi.
Nel frattempo per non aumentare a dismisura le già percentualmente numerose locazioni ricettive nazionali, ci auguriamo venga data la possibilità di chiusura a quelli esistenti se richiesto, anziché comportarsi come purtroppo avviene, nella maniera opposta.
Il quantitativo nazionale delle locazioni alberghiere a disposizione è più che sufficiente, e lo dimostra la Francia che con la quasi metà del sistema ricettivo, fattura invece il doppio, mentre in qualità siamo proprio mal presi.
Ma questa è un'altra storia, e per capirlo forse le saranno necessari altri due o, ma cosa diciamo, molti ma molti più anni.

5 commenti:

  1. Resta il problema che le lumache portano la loro casa mentre questa porta la nostra.
    E non è una bella cosa considerando come la tratta.
    Troppo semplice parlare bene dell'Italia ma farla retrocedere con delle inutili innovazioni dovute alla poca esperienza, arrivismo personale e poca perspicacia nel trovare le giuste contromosse.

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  2. Avete letto i sondaggi di Eurobarometro?
    B.C.

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  3. Salve ragazzi.
    Leggendo questo post mi sono venute in mente due cose.
    Il pericolo della Brightonizazzione del territorio, parole dette dall'assessore al turismo ER. In pratica Brighton sarebbe diventata da cittadina turistica a centro residenziale, non lo sò lo ha detto lui, sarà così.
    Punto 2 conseguenza di questo, vi sono degli Hotel da noi che sono una vergogna dire obsoleti è poco a volte sono pericolosi, ma continuano a dare le licenze per mantenere il numero di camere.
    E' una vergogna è tempo di fare un piano concreto del futuro del turismo in Romagna, chi ha conoscenze dalla pensione riesce a fare grattacieli, chi invece non ha santi in Paradiso deve continuare. Tra poco tempo ne vedremo delle belle se non si farà un piano armonico e intelligente, ma quì l'intelligenza latita come la conoscenza
    Plinio

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  4. Diciamo che sarebbe meglio permettere un riciclo delle licenze.

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  5. Un riciclaggio delle licenze e con il balzello del 4% come piace a fare ai governanti....

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