Era un giorno come tanti e una pioggia insistente e sottile avvolgeva i passanti con un impalpabile velo di malinconia mentre attraversavano distrattamente ed assorti nei propri pensieri Piazza Colonna a Roma.
Una madre preoccupata per la salute del figlio si dirigeva con passo lesto verso casa, un uomo che indossava un pesante cappotto, visibilmente impaziente, indirizzava a più riprese lo sguardo verso l’orologio da polso e, con l’altra mano, reggeva un piccolo ombrello da viaggio aspettando certamente qualcuno.
L’uomo di guardia alla porta di accesso al Parlamento attendeva la fine del proprio turno.
La sua attenzione fu catturata da un anziano che vestiva abiti da contadino e che, sulle sue gambe malferme, puntava verso di lui.
Che ci faceva un agricoltore lì?
La procedura di emergenza scattò subito, uomini armati spuntarono da ogni angolo della Piazza e in pochi secondi circondarono minacciosamente il vecchio.
“Dove vuoi andare?” chiese uno di loro.
“Voglio incontrare il Presidente del Consiglio”, rispose garbatamente ma con tono fermo l’anziano signore.
“Ma questo non è possibile” replicò l’altro.
“Ho 75 anni, sono un cittadino Italiano e ho sempre pagato quanto dovevo al Governo, ora voglio parlare con il Presidente del Consiglio” disse l’uomo con tono perentorio.
“Senti, perché non vai a casa?
Non puoi incontrare nessuno qui, non costringerci ad intervenire” disse la guardia.
“Io non mi muovo di qui fino a che non avrò potuto riferirgli ciò che devo”.
Finì come prevedibile, l’anziano signore fu condotto in Caserma per accertamenti.
Fu interrogato da un giovane Brigadiere che, nonostante gentile ed affabile nei modi ricevette sempre la stessa risposta.
Chiamarono allora un Maresciallo e via via di grado fino a che, esasperati, lo condussero dal Prefetto.
Era un funzionario onesto, un uomo tutto d’un pezzo e quel vecchio poteva essere suo Padre.
“Sia cortese, mi dica perché vuole vedere il Presidente” gli chiese.
“Devo riferirgli una cosa importante” rispose lui.
“Ma Lei non può andare in Parlamento così, senza nemmeno avere ricevuto una convocazione o aver fissato un appuntamento” disse il prefetto.
“Ci ho provato per tre anni, ma nessuno me lo ha mai concesso. Così ho deciso di venire qui a Roma ed incontrarlo di persona” disse il vecchio.
“Capisco, ma lei deve capire anche noi”.
Fu allora che, casualmente, si affacciò all’Ufficio del funzionario un noto Parlamentare per un veloce saluto.
“Ah, Onorevole! Questo Signore vuole incontrare ad ogni costo il Presidente del Consiglio. Lei che dice?” fece il Prefetto.
“Temo non sia possibile Signore mio caro, il Governo è appena caduto e ci vorranno mesi prima di avere un nuovo candidato, ma anche in caso di prossima elezione, lei non appartiene a nessuna associazione, sindacato o via cantando, e molto probabilmente non ha amici, parenti o altre 'cosette' per poter avere un eventuale colloquio".
Il vecchio, ormai sconfitto, si accasciò poco dopo e con l’unico filo di voce che gli era rimasto sussurrò all’Onorevole che cercava di soccorrerlo delle parole che mai disse in vita: "Andate tutti, o quasi, a quel paese (in minuscolo).
Morì poco dopo senza aver potuto fornire a nessuno la sua idea che, a detta di chi la conosceva, avrebbe potuto risolvere un mucchio di problemi per tutti quanti.
Una madre preoccupata per la salute del figlio si dirigeva con passo lesto verso casa, un uomo che indossava un pesante cappotto, visibilmente impaziente, indirizzava a più riprese lo sguardo verso l’orologio da polso e, con l’altra mano, reggeva un piccolo ombrello da viaggio aspettando certamente qualcuno.
L’uomo di guardia alla porta di accesso al Parlamento attendeva la fine del proprio turno.
La sua attenzione fu catturata da un anziano che vestiva abiti da contadino e che, sulle sue gambe malferme, puntava verso di lui.
Che ci faceva un agricoltore lì?
La procedura di emergenza scattò subito, uomini armati spuntarono da ogni angolo della Piazza e in pochi secondi circondarono minacciosamente il vecchio.
“Dove vuoi andare?” chiese uno di loro.
“Voglio incontrare il Presidente del Consiglio”, rispose garbatamente ma con tono fermo l’anziano signore.
“Ma questo non è possibile” replicò l’altro.
“Ho 75 anni, sono un cittadino Italiano e ho sempre pagato quanto dovevo al Governo, ora voglio parlare con il Presidente del Consiglio” disse l’uomo con tono perentorio.
“Senti, perché non vai a casa?
Non puoi incontrare nessuno qui, non costringerci ad intervenire” disse la guardia.
“Io non mi muovo di qui fino a che non avrò potuto riferirgli ciò che devo”.
Finì come prevedibile, l’anziano signore fu condotto in Caserma per accertamenti.
Fu interrogato da un giovane Brigadiere che, nonostante gentile ed affabile nei modi ricevette sempre la stessa risposta.
Chiamarono allora un Maresciallo e via via di grado fino a che, esasperati, lo condussero dal Prefetto.
Era un funzionario onesto, un uomo tutto d’un pezzo e quel vecchio poteva essere suo Padre.
“Sia cortese, mi dica perché vuole vedere il Presidente” gli chiese.
“Devo riferirgli una cosa importante” rispose lui.
“Ma Lei non può andare in Parlamento così, senza nemmeno avere ricevuto una convocazione o aver fissato un appuntamento” disse il prefetto.
“Ci ho provato per tre anni, ma nessuno me lo ha mai concesso. Così ho deciso di venire qui a Roma ed incontrarlo di persona” disse il vecchio.
“Capisco, ma lei deve capire anche noi”.
Fu allora che, casualmente, si affacciò all’Ufficio del funzionario un noto Parlamentare per un veloce saluto.
“Ah, Onorevole! Questo Signore vuole incontrare ad ogni costo il Presidente del Consiglio. Lei che dice?” fece il Prefetto.
“Temo non sia possibile Signore mio caro, il Governo è appena caduto e ci vorranno mesi prima di avere un nuovo candidato, ma anche in caso di prossima elezione, lei non appartiene a nessuna associazione, sindacato o via cantando, e molto probabilmente non ha amici, parenti o altre 'cosette' per poter avere un eventuale colloquio".
Il vecchio, ormai sconfitto, si accasciò poco dopo e con l’unico filo di voce che gli era rimasto sussurrò all’Onorevole che cercava di soccorrerlo delle parole che mai disse in vita: "Andate tutti, o quasi, a quel paese (in minuscolo).
Morì poco dopo senza aver potuto fornire a nessuno la sua idea che, a detta di chi la conosceva, avrebbe potuto risolvere un mucchio di problemi per tutti quanti.
Mentre all'estero ti cercano loro.
RispondiElimina@Vincenzo
RispondiEliminaNon vale, tu di me sai troppe cose
:)
Perché io no?
RispondiElimina:DDDDDDD
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RispondiEliminaUn contadino rimane sempre un contadino, nel senso buono, fino alla morte.
RispondiEliminaCoì un insegnante rimane tale, anche in pensione, e pure un carabiniere, un medico .. è sempre un medico.
Anche il Ministro della Giustizia dovrebbe rimanere tale, dentro di sè, anche quando non lo è più, e invece...
Per esempio vedo oggi che abbiamo gli ultimi due ministri della Giustizia che sono accomunati dal fatto di difendere dei privati contro lo Stato. come se loro si fossero pentiti di aver fatto il Ministro della Giustizia. E fare il Ministro della Giustizia non è come aver fatto il trimestrale estivo alle Poste! Della Cancellieri-Ligresti è noto, ma pure il predecessore, Severino, leggo oggi che difenderà Apple contro lo Stato che gli chiede di pagare qualche euro di tasse in Italia, a fronte di qualche miliardo di utili!
@Gregorio
RispondiEliminaLa storia della Severino che difende Apple contro lo Stato che la signora ha rappresentato la spiega da sola.