Area
24, la società a maggioranza pubblica che gestisce il percorso per
bici e pedoni sul tracciato della vecchia ferrovia tra
Ospedaletti e San Lorenzo al Mare,
è sull'orlo del crac.
Voluta
da Claudio Scajola ed approvata dall’ex presidente PD della
Regione, Claudio Burlando, è controllata dal Comune di Sanremo e
dalla Filse (la finanziaria regionale) con il 43% ciascuno.
Il
14% è della Banca Carige, che però a fine 2014, dopo lo scandalo
legato all’ex numero uno Giovanni Berneschi, chiude i rubinetti per
non essere al tempo stesso azionista e finanziatore.
Banca
Carige infatti vanta crediti per 15 milioni.
E
di come ci siano arrivati c'è un breve e dettagliato riassunto (ved.
Qui)... un errore dopo l'altro.
Fino
all'ultimo!
La nomina avvenuta in una assemblea
carica di tensione il 12 settembre 2016, che approvò il bilancio e
affidò la presidenza a Mariano Porro, segretario provinciale della
Lega Nord, geometra, nessuna esperienza nella gestione di società di
capitale e nemmeno l'ombra di qualche competenza sul turismo (ved.
qui)... ettepareva.
Da
queste parti dicono che il presidente non debba necessariamente
averle e che serve solo per firmare dei documenti (I suppose), e i
risultati poi alla fine si vedono.
Catastrofici
come sempre.
D'altronde
adesso la Liguria è amministrata dal centro-destra, mentre la Lega
Nord la va per la maggiore per via dei maggiori voti ricevuti nelle
scorse elezioni dell'altri “colleghi”: Forza Italia e Fratelli
d'Italia.
Edoardo
Rixi poi, che è il responsabile regionale della Lega Nord nonché
assessore allo sviluppo economico, quindi anche della Filse, ne avrà
assiduamente “appoggiato” la candidatura del Porro?... e i giochi
furono fatti.
Solo
che non si sarebbe dovuta trattare la cosa come un “giochino” (di
poltrone?), considerata l'importanza di Area 24 e la situazione in
cui versa, ma nella politica nostrana, e non solo, la si ragiona
così.
Infatti
Porro, dopo neanche 6 mesi di “mandato”, s'è dimesso.
Prima
di lui, il numero uno fu Giuseppe Argirò, che in verità qualcosa di
buono fece...
… varò
un piano per rimodulare il debito con il Banco San Giorgio (i frutti
si stanno vedendo in questi giorni), trovò un accordo con i fratelli
Negro, vendette l’ex stazione di Arma di Taggia, aprì cinque punti
ristoro e una nuova galleria.
I
ricavi salirono di botto da 130 mila a 625 mila euro, ma non bastò.
Però
nonostante il miglior lavoro dei predecessori nonché dell'ultimo,
ecco che l’assessore Marco Scajola, nipote di Claudio, volle la
testa di Argirò, colpevole di essersi candidato nella lista civica
di Raffaella Paita scontrandosi però con il Pd locale, che non lo
ama affatto.
Come
a dire che anche se qualcosa la fai ma se sei dell'opposizione,
alè... fuori dalle palle che ci mettiamo i nostri.
Quei
“loro” che alla fin fine sono peggio... e la storia va avanti
sempre così compromettendo il giusto e buon andamento di tutto.
Cosa suffragata dai primi 6 mesi del 2016 dove in Liguria hanno chiuso ben 737 aziende... alla faccia del loro saperci fare: Edoardo Rixi docet, che ne è appunto l'assessore allo sviluppo economico e quindi il "presunto" responsabile. .
In
altre nazioni, quando chiudono una linea ferroviaria, di solito
mantengono le rotaie per far viaggiare treni turistici o speciali
carrelli a pedali (i velorail), il cui noleggio aiuta a pagare le
spese di manutenzione generando dei buoni profitti.
La
Liguria no, scelse subito di sbarazzarsi del ferro e di regalare
l’accesso alla pista scaricando il costo sui contribuenti.
Ma
anche nel caso si preferisca realizzare una pista ciclabile (di
efficienti sotto tutti gli aspetti nel mondo ne esistono a migliaia),
ecco che di soluzioni per mantenere quell'attivo (le palanche) che poi
fornirebbe la possibilità per altre innovazioni di non poco conto,
beh; ce ne sono in gran quantità.
Basta
saperle!... ma lì che ne sanno?
E
il turismo (ma questo è solo un caso dei molteplici che qui non si
realizzano mai) andrebbe a gonfie vele senza aver lo stretto bisogno
che altrove avvengano degli attentati terroristici per convogliare la
gente da queste parti.
P. S.: Ma intanto restano quei 17 milioni di euro di debiti, e questo seppur ci siano delle evidenti soluzioni... ma cosa vuoi che gliene freghi a 'sta gente... mica ce li mettono di tasca loro, neh!
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