Sì vabbè, esistono poi delle persone che sono di coccio che ancora non ci sono arrivate al semplice comprendonio, ma per questi non c'è nulla da fare.
E per COCCIO (parola usata per non dire di peggio e per rimanere nell'educazione) intendo quei politici da strapazzo, magari messi lì per via del Cencelli, a cui i furbetti del settore (eventuali loro collaboratori) la raccontano a tutto andare.
Poi esistono gli aiutanti peggiori (COCCIO + COCCIO) che per motivi politici di appartenenza al medesimo partito di chi amministra, ecco che assumono delle responsabilità che definire dei propri controsensi è ben poca cosa.
Infatti se una amministrazione vuole (davvero) che una città diventi turistica per il bene di chi vive e di chi ci potrebbe andare a vivere, per prima cosa a capo della piramide del comparto, dovrebbe inserire un vero professionista... di quelli con un pregresso notevole (lacrime, sangue e merda, giusto per capirci) a cui le balle è ben difficile da raccontare o da mandare giù per via dell'onestà.
Sarà quindi ben impossibile che questi, a loro volta, si possano circondare dei “vattalapesca” o dei sempre più presenti “venditori di fumo”, ma sceglieranno nella direzione opposta.
Fornendo così una notevole istruzione e il giusto insegnamento a coloro che andranno a svolgere con quei professionisti il difficile impegno per portare avanti della vera produttività.
Barcellona con Pere Duran fu il primo esempio mondiale e i risultati li sanno tutti.
Non da meno fu Valencia con Gisbert e Hodara e via dicendo... Stoccarda, Lione, Berlino, Lisbona etc. fino alla recentissima Porto con la diretora Helena Gonçalves (ved. Qui).
Nonché Adolfo Mesquita Nunes (un artista), il segretario del turismo portoghese, che pare ci sappia fare davvero e il sindaco di Porto, Rui Moreira.
Risulta infatti che molti dei meriti siano i loro: un buon piano di marketing stabilmente imperniato sulla qualità senza tante frottole o indefinibili hashtag, come si usa solitamente ed unicamente dalle nostre parti come se fossero manna dal cielo, ma che in verità non servono a nulla se non per stra pagare chi dice che possano valere a qualcosa e a chi ci marcia sulla questione, e quindi ecco che... copertina del New York Times, Monocle magazine, Liberation, El Pais etc. etc. e tutto di un botto sulla stampa internazionale.
Nel solo 2014 furono ben 400 i giornalisti invitati (Barcellona ne ospita circa 2.200 all'anno) a sorseggiare un buon bicchiere di vino e tutto quello che l'accompagna.
Chiaro è che chi verrà dopo ad amministrare il turismo in quella città, ecco che troverà il tutto già bello che pronto (le direttive, il modus operandi e la governance), a cui potrà unicamente recare le varie innovazioni dei tempi che corrono sempre di più in questo settore, nonché le genialità di cui possono disporre quei nuovi arrivati, ma sempre cercati tra la gente che sa e non gli amici, parenti o annessi e connessi al partito che ha vinto quelle eventuali locali elezioni.
La città di Porto (Portogallo) per il 2017 ha ricevuto l'award (European best destination) come destinazione turistica migliore d'Europa... e così pure nel 2014... mentre nel 2015 incrementarono addirittura del 17% rispetto all'anno precedente.
Non che creda poi molto a questi awards, per carità, ma avendo visto Porto moltissimi anni fa ed essendoci stato giusto nel 2014 dopo quella prima riconoscenza, beh; di turismo ben fatto ne ho visto davvero parecchio... seppur mantengano margini di miglioramento ancora pazzeschi.
E non che mi limiti alla sola visione della città, non scherziamo, a me piace andare fino in fondo... fare ricerche... informarmi con le autorità, nonché una sequenza infinita di cose che mi portano sempre ad imparare qualcosa.
Le mie vacanze sono fatte così e mi piacciono davvero un sacco.
Per prima cosa, e questo si ripete ovunque laddove nel mondo si vogliano fare le cose per bene, hanno realizzato una unione tra pubblico e privato (Camere di Commercio), ma ben distante dal come si fa ahimè dalle nostre italiche parti.
Di imparare non se ne parla, vero?
Certo che il privato, se il pubblico (le istituzioni) nelle posizioni di comando ci mettono dei quaquaraquà, col cavolo che intervengono, neh!.. e andranno “quasi” da soli.
Ma a Porto hanno realizzato un amalgama completamente differente da quello di Barcellona, che fu la prima, a dimostrazione che copiare si può e si deve ma si dovrebbe anche pensare che la gestione turistica di due città non possono essere perfettamente uguali, anzi... e a Porto il privato (135 associati) ne ha la fetta maggiore e non il fifty-fifty di Barcellona.
Ed è appunto qui che entra in campo l'esperienza, il genio e la professionalità.
A
partire dal 2008, la disoccupazione a Porto consumò a tal punto le
speranze e le opportunità della gente che lì ci viveva da spingere
oltre 60.000 persone ad andarsene; il mercato immobiliare e il
relativo indotto conobbero una stasi senza precedenti, mentre il
numero di persone senza fissa dimora (persero le proprie abitazioni)
si innalzò tremendamente.
Alcuni,
addirittura camuffando i propri passaporti, scelsero di fuggire in
Angola (ex colonia portoghese) per aprire dei nuovi commerci... per
poi essere scoperti, rimpatriati e finire con una denuncia da parte delle autorità governative tra capo e collo.
Quindi
grandissimi investimenti in animazione culturale ed artistica,
pulizia e ripristino a gogò (e mantenuta sempre costante), bla bla
bla, moda e RyanAir!
Eh
sì, RyanAir che poco non è se davvero si vuole... eccetera
eccetera... e Porto ha un bel aeroporto davvero.
Quindi
un modello organizzativo (135 membri che stabiliscono i soliti 50
obiettivi da raggiungere... cosa che qui in Italia non avviene mai da
nessuna parte) che coprirà la gestione, il finanziamento, la
raccolta di fondi e il rapporto con gli associati (pubblici e
privati) e che, sotto la giurisdizione della ATP, integrerà il
ricevimento, il marketing, il supporto vendite e della comunicazione
di promozione di Porto e Nord del Portogallo.
Piazze
di nuovo ai cittadini, strade vecchie che sono diventate nuove,
edifici puliti ed illuminati che anche di notte pare sia giorno...
hanno dato vita allo "spirito giovane, dinamico e
multiculturale" registrato anche dalla rivista Viajeros.
Nella
città che insiste sulla respirazione al proprio ritmo e alle proprie
usanze, lontano dalla frenesia di altre città, c'è una mobilità
senza precedenti, autobus panoramici con un qualcosa di nuovo al loro
interno che qui avevo già personalmente proposto alle istituzioni, ma
campa cavallo... biciclette elettriche etc.
Porto
Walk Tours ha moltiplicato le visite guidate ai misteri e ai segreti
della città che dalle mie parti sono andate completamente perse.
Il
trasporto pubblico è sorprendentemente, ed essi appaiono nella parte
superiore dei complimenti da parte dei turisti.
Il
porto dal vivo rinasce... ora è un alveare attivíssimo di studenti
e di artisti... tessendo complicità, folle, eccentrico e
pittoresco.
C'è
ancora una architettura di riferimento che accomuna alla storia
passata, Serralves la Casa della Musica, Siza Vieira Ginestal Machado
e il design audace dei negozi, degli spazi, edifici, bar e gallerie
per tutti i sensi.
Porto
distilla eventi su di una frequenza che nemmeno si può immaginare,
inventa i quartieri … arte e libri, concerti, spettacoli e mercati
artigianali urbani che creano atmosfere magiche e complici di chi li
va a visitare.
E gli
abitanti di Porto non piangono più e nemmeno cercano di andare in Angola o altrove.
Negli
ultimi mesi, il Festival d'Bandada, "musica ovunque", ha
trasformato la Porta di San Giovanni in un autentico alternativo e ha
lasciato il cantante Gisela João, felice, con le lacrime durante
il Tour delle Virtù.
Optimus
Primavera Sound ha trascinato 75.000 festivalieri, tra cui i
"pellegrini" provenienti da tutto il mondo.
Il
Circuito Boavista, la prova più tradizionale di auto della città e
sempre incline alla polemica per gli esagerati costi del passato, ha
avuto 17 ore di trasmissione su Eurosport: il canale più seguito al
mondo, dove si potevano vedere le immagini del parco della città, il
lungomare e altre aree di Porto.
Una
promozione di quella portata sarebbe costata milioni di euro, ma è
stata fatta quasi a costo zero.
Alla
fine, i piloti stranieri stavano bevendo un bicchiere di vino di
Porto, hanno mangiato le famose frittelle locali ed hanno cavalcato
gli autoscontri... tanto per rimanere nel loro tema.
Ci
sono quelli che, guardando ad altre realtà, confrontano la nuova
vita di Porto con quella degli anni ottanta a Madrid, e forse non
hanno nemmeno tutti i torti.
Come
a dire che se Madrid non li ha rinnovati, ecco che Porto non ha perso dic erto del tempo.
Altri
mettono in evidenza la scena culinaria pantagruélica, con
"ristoranti ben progettati, grandi chef e reinvenzione dei
sapori tradizionali", come notato dalla rivista Wallpaper.
Ma
ci sono fenomeni fuori dagli schemi: I turisti che arrivano in
aeroporto e chiedono al conducente di portarli ad Arouca, il
ristorante Mota, situato a 60 chilometri di distanza, per mangiare un
insieme di prelibatezze nostrane.
Gli
studi attestano che i turisti vogliono "esperienza" carica
di autenticità.
Gastronomica,
sì, ma anche notturna, sociale, artistico e culturale.
Detto
in altro modo: i turisti vogliono mangiare anche con gli occhi ",
canti e balli, costantemente, tra passato e presente", come
illustrato nella Madame Figaro, il quotidiano francese Le Figaro nel
supplemento del conservatore.
Insomma,
una città autentica e vivace, cordiale e accogliente al cento per
cento, con prezzi accessibili e vari poli di interesse.
Cosa
si può volere di più?
“Ho
amici che sono stati derubati a Porto e poi trattati così bene da
parte della polizia della stazione di polizia turistica che mi hanno
detto che ne valeva la pena aver avuto quell'esperienza",
ironizzava un francese in pensione che ha deciso di vivere a Porto da
molti anni.
Aggiungendo
che la città sta vivendo il momento migliore di sempre,
transitando nel Campo Alegre, per la riapertura della Casa delle
Arti... progetto di Souto Moura.
... ma ricordatevi che a Porto il tutto parte, continua e finisce con un buon bicchiere di vino... ma poi c'è molto di altro.
... ma ricordatevi che a Porto il tutto parte, continua e finisce con un buon bicchiere di vino... ma poi c'è molto di altro.
Un post Fantastico
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