lunedì 4 novembre 2013

Cu'mmè e dov'è questo Decreto sul turismo?

S'era ai primi di agosto (2013) e Massimo Bray, l'attuale ministro della Cultura e ... anche del turismo (si dice) annunciò il Decreto della Cultura sostenendo che a breve sarebbe stato redatto anche quello del turismo.

Bene, anzi male, novanta giorni dopo non c'è ancora una benemerita mazza.

Eppure non passa giorno che qualche decina di migliaia di persone che lavorano (?) nell'ambaradan non sostengano che questo settore sia di primaria importanza per il nostro Paese.
Abbè ... e figurati se non lo fosse.

P. S.: Chissà perché ... per decretare delle nuove Leggi su qualche tassazione ai cittadini ci mettano solo pochi minuti, eh?











11 commenti:

  1. Sono come quelli che quando si mettono gli occhiali aprono la bocca.

    :-DDD

    RispondiElimina
  2. @Luciano

    Non so perché ma penso che questa gente meno mette le mani in un settore e meglio è per tutti quanti...

    :)

    RispondiElimina
  3. @Jennaro

    Se almeno fossero coadiuvati bene...

    :)

    RispondiElimina
  4. Il problema è che non devono scontentare nessuno e non riescono a trovare come farlo.

    RispondiElimina
  5. Non sarà questo il motivo ma


    http://www.pisatoday.it/cronaca/suicidio-ristoratore-riparbella-3-novembre-2013.html


    non è nemmeno molto distante con una tassazione così alle stelle per la PMI

    RispondiElimina
  6. @Sergio
    ... e né lui né la sua famiglia si erano rivolti al servizio di ascolto e sostegno recentemente aperto dalla prefettura di Pisa e che mette insieme - unica esperienza di questo genere in Italia - competenze e professionalità diverse per sostenere famiglie e persone in difficoltà economiche accompagnandole in un percorso di gestione della crisi e superamento della situazione debitoria.

    Encomiabile accompagnarli in un percorso per superare la crisi, per carità, ma pensarci prima a tassare la PMI e tutta la gente in questo modo ....eh?

    RispondiElimina
  7. Mentre Paolo Audino e il sindaco di Rimini lo incalzavano con domande e richieste specifiche, il ministro Bray rimaneva pacifico e sereno. Beato, come uno che finalmente si gode un giorno di ferie.

    RispondiElimina
  8. Per rimanere in tema

    Fipe abbandona il tavolo sindacale. La Federazione italiana pubblici esercizi, infatti, ha comunicato alle organizzazioni sindacali dei lavoratori Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, firmatarie del Ccnl Turismo, il recesso dal Ccnl per i dipendenti da aziende del settore turismo del 20 febbraio 2010, con effetto dal primo maggio 2014. “A questa decisione – precisa l’associazione in una nota - si è arrivati dopo aver ricercato, senza esito, di sviluppare un confronto con le organizzazioni sindacali dei lavoratori, costruttivo e senza pregiudiziali, con l’obiettivo di giungere ad un recupero dei costi attraverso un miglioramento della produttività, punto di partenza ineludibile per qualsiasi ipotesi realistica ed equilibrata di soluzione alla grave crisi che il settore sta attraversando. Ci auguriamo che le organizzazioni sindacali dei lavoratori, finora dichiaratesi indisponibili ad entrare nel merito delle problematiche, avanzando proposte ritenute insufficienti e temporalmente limitate, sappiano superare le posizioni fin qui espresse – conclude Fipe – agevolando il ripristino di un positivo livello di confronto sulle gravi problematiche del settore”.

    RispondiElimina
  9. "L'Italia è il Paese della bellezza, ma continua a perdere terreno perché incapace di fare rete".

    La sintesi è di Simonetta Giordani (nella foto), sottosegretario al Turismo, che si sofferma sulle criticità principali da affrontare ed espone le direttrici su cui si sta muovendo il Governo per rilanciare il settore.

    La crisi, per una volta, non c'entra. "Il trend del turismo internazionale è in crescita - spiega - siamo noi a non riuscire ad intercettarlo. Basti pensare che la Francia è arrivata a 83 milioni di visitatori, mentre noi siamo sotto i 50".

    Un gap difficile da digerire: "Abbiamo le bellezze, le risorse, la cultura - continua Giordani -, bisogna solo metterle a sistema e fare in modo che i servizi che offriamo diventino appetibili per i big spender dei mercati emergenti".

    Un traguardo importante da raggiungere attraverso iniziative di breve e di lungo periodo. "Stiamo varando un set di misure che daranno il via ad un nuovo senso di marcia - rivela - e che andranno a supportare l'avvio di un piano strategico del turismo 2020".

    Cinque le linee guida che saranno affrontate: "La governance in primo luogo - spiega il sottosegretario - perché è inutile andare all'estero in ordine sparso, bisogna ristabilire un forte coordinamento centrale".

    Ma anche la qualità delle strutture, che deve essere "resa omogenea a livello nazionale", la formazione e la tecnologia, che in Italia viene troppo spesso giudicata "una minaccia, piuttosto che un'enorme opportunità".

    Ultimo, ma non per importanza, il capitolo Enit: "In tutti i Paesi in cui il turismo funziona - spiega il sottosegretario - c'è un'agenzia del turismo di supporto, ma si tratta di enti più agili e meno costosi nella gestione, quindi in grado di investire budget più corposi nella direzione, nella promocommercializzazione, nel marketing e in una strategia digitale sul turismo".

    RispondiElimina
  10. Ora pare che il problema sia che se presentano il decreto, poi è necessario trovare una "finestra" parlamentare per avere la certezza che venga approvato nei tempi previsti (60 gg) senza decadere.
    Nel frattempo dovrebbe essere in registrazione alla Corte dei Conti.

    RispondiElimina

Visualizzazioni totali