Visualizzazione post con etichetta versilia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta versilia. Mostra tutti i post

giovedì 4 settembre 2014

Enrico Rossi vuole salvare il turismo in Versilia chiedendo una colletta ai Vip ... ?

Le presenze turistiche in Toscana, Versilia in particolare, nel 2014 sono state un completo disastro e alcuni, per ora sottovoce, parlano di un calo a due cifre dove la prima è un due pieno pieno.

E chissà se sotto i baffi (sempre che l'abbia) la Cristina Scaletti non si faccia le quattro, in questo caso anche otto, classiche risate ?
Infatti per problemi politici la medesima fu allontanata dall'assessorato nel mese di febbraio dell'anno in corso, dissero per un rimpasto e sottostando a disposizioni del partito del governatore della Toscana, Enrico Rossi, e quindi (forse) a chiara dimostrazione che la politica non segue quasi mai la logica che dovrebbe andare a favore della popolazione.
L'importante è che quella per loro coerenza risolva le diatribe interne, poi … e chissenefrega ?

C'è anche da dire che dovrebbe esistere un piano turistico che non si limiti al solo anno in questione (vedi il caso della Liguria che col suo triennale sta facendo perdere turisti a gogò agli operatori, e quindi “forse” era addirittura meglio non fare o destinarne "forse" l'attuazione magari ad altri), e ciò non dà esattamente la misura di chi poi avrebbe la colpa sul disastro di quel tocco meraviglioso della nostra bellissima Italia: la Versilia.

Fatto sta che adesso il presidente della Toscana chiede aiuto ai Vip, Andrea Boccelli, Irene Grandi, Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni per una raccolta di fondi per sostenere il turismo della Versilia.

Resosi però conto di aver messo un piede in fallo, la Regione ha deciso di modificare il comunicato eliminando “di una raccolta fondi” lasciando quindi incomprensibile il che cosa possano servire quei Vip.

Ma di inserire un assessore che come prodotto da fare abbia quello di portare più turisti possibili, non se parla proprio, neh.
E così pure di spendere meglio le proprie spettanze con dei prodotti davvero mirati e lì, per diritto naturale, ci facciamo entrare i vari comuni che … vabbè, s'è ampiamente capito, o no ?

Sembra che la cosa sia successa anche nella dirimpettaia Isola d'Elba dove le cose, pare, non siano andate come dichiarato ai quattro venti prima della stagione in corso… ma sulla questione Isola d'Elba vorrei scrivere un post a parte se non anche due o tre … primo perché nel bicentenario napoleonico (1814 – 2014) ci si aspettava molto di più e poi per altre cosette che riguardano un certo piano di marketing che abbiamo ancora in gola (come un boccone amaro) dal tempo che ne fu fatta menzione come un probabile grande successo, ma non per noi che in quella programmazione individuammo … vabbè, a poi.

A questo punto mi aspetto che anche la Liguria copincolli stò gran successo riguardo all'invito ai Vip, poiché, per quanto mi riguarda, questa Regione ha tutte le carte in regola per emulare tutte le str … anezze che accadono dalle altre parti, atto più che altro per ottenere qualche migliaio di “mi piace” su Facebook, poiché secondo gli amministratori di questo settore sono quelli che alla fine portano più turisti … #credetevelo … e infatti i risultati (quelli veri, neh!) dicono tutt'altro.






lunedì 31 ottobre 2011

Balneari Liguria e Versilia contro ‘direttiva Bolkestein’ ... alla buon'ora !

Alla fin fine ci sono arrivati e …
oltre sessanta balneari di Liguria e Versilia hanno preso parte ad una riunione svoltasi a Sestri Levante per organizzare una protesta collettiva contro la cosiddetta ‘direttiva Bolkestein’, la norma decisa dalla Comunità europea che, tra l’altro, stabilisce regole quadro per la liberalizzazione dei servizi balneari e l’eventuale messa in vendita dei beni demaniali degli Stati membri.
Secondo i concessionari degli stabilimenti di Liguria e Versilia, la direttiva “causa la perdita dei diritti acquisiti e la perdita delle spese già effettuate nelle strutture e non ancora ammortizzate.
Di fatto – si legge in un documento approvato al termine della riunione – impedisce nuovi investimenti”. 

Dall’assemblea sestrina, poi, un messaggio di solidarietà verso Marcello di Finizio, un balneare che a Trieste da 53 giorni fa lo sciopero della fame contro la direttiva europea.
Naturalmente mi unisco nel messaggio di solidarietà, ma l’arrivarci un po’ prima (?), considerato che la direttiva  Bolkestein è già da qualche giorno che c’è, e che qui (ma non solo) ne avevamo da tempo immemore scritto “l’inutilità”, anzi il danno. E se soltanto si ascoltasse la gente che ne sa un po’ di più, probabilmente tutto questo …
… comunque l’8 Maggio 2010 è entrato in vigore il D.Lgs. n. 59/2010 avente come oggetto “Attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno”; una norma “impegnativa” per l’Italia, destinata in un prossimo futuro a creare non pochi problemi sia al Governo che alle regioni.
La Direttiva  2006/123/CE mira (almeno negli intenti)  ad apportare benefici alle imprese e a tutelare i diritti del consumatore, riducendo e in alcuni casi eliminando l’elevato numero di ostacoli burocratici che impediscono ai prestatori di servizi di espandersi oltre i confini nazionali al fine di sfruttare appieno il mercato unico, in un’ottica di maggiore competitività ed equilibrio dei mercati.

La novità introdotta dalla Bolkestein è  il principio della “libertà di prestare servizio”, che prevede il divieto per gli Stati di imporre al prestatore di servizi di un altro Stato membro, ulteriori requisiti burocratici rispetto a quelli richiesti ai propri operatori, che non siano giustificati da ragioni di pubblica sicurezza, protezione della salute e dell’ambiente.
Nella versione finale della Direttiva, tale principio ha (per fortuna) sostituito l’iniziale “principio del paese d’origine”, molto contestato in vari paesi europei,  in base al quale il prestatore di servizi era soggetto alle disposizioni dello Stato membro di provenienza.
In linea teorica gli scopi della Direttiva potrebbero anche essere buoni, visto che tende  a  realizzare l’ armonizzazione dei regimi normativi di accesso ed esercizio delle attività di servizi, abbattendo gli ostacoli alla prestazione nel mercato interno;  in realtà, però, a giudicare dai problemi che sicuramente creerà in tutti i settori della nostra economia, tra qualche anno sarà sicuramente etichettata come l’ennesima norma europea che ha contribuito a rovinare  l’economia italiana.

Conclusione

Anche se di primo acchito potrebbe sembrare che la Direttiva Bolkestein e il conseguente Decreto Legislativo di recepimento, abbiano come scopo principale il miglioramento dell’attività economica europea, l’azzeramento di vincoli burocratici e la maggior tutela dei consumatori, nella realtà, come troppo spesso abbiamo riscontrato negli ultimi anni nel nostro Paese e in Europa, le cose non sono quello che sembrano.
I reali obiettivi che la Direttiva Bolkstein intende perseguire appaiono chiari non appena si prova a trasporre nella realtà il testo della stessa, spogliandolo della maschera di falsi buoni propositi che l’hanno accompagnato durante tutte le fasi della sua definitiva approvazione.

Guardandolo con occhio diverso, è così possibile scoprire  come fra le pieghe di frasi spesso presentate come slogan quali “l’incentivazione all’espansione transfrontaliera delle imprese” la “riduzione degli oneri amministrativi” “la riduzione dei prezzi attraverso lo stimolo alla concorrenza” “la sequela infinita di vantaggi per il consumatore” e molte altre che non si riporta, si celi invece una realtà destinata a parlare un linguaggio per molti versi contraddittorio.

Ad un’ attenta analisi del testo, infatti, gli ostacoli che la proposta intende veramente smantellare, in Europa e, soprattutto, nel nostro Paese, riguardano la tutela del consumatore, la trasparenza nelle procedure, le garanzie sociali ed ambientali, la qualità dei servizi, la possibilità di prendere decisioni da parte delle autorità locali, etc. a vantaggio delle solite onnipresenti lobby economiche, poteri talmente forti da condizionare pesantemente la politica, l’economia e, di recente, anche la salute dei cittadini europei.
Ma siamo proprio sicuri di averci guadagnato nell’entrare in Europa?

Piero Nuciari e poco poco mio
www.pieronuciari.it

domenica 22 agosto 2010

Il turismo, un film dell'orrore senza lieto fine





Si, sembra ieri ma sono passati 30anni da quando l’industria “frufru” del turismo nazionale ha cominciato il suo lento declino.
Troppo intelligenti gli altri Paesi o troppo “citrulli” noi?
Qualche sparuta ripresina, un po’ qui e un po’ là e per brevi periodi, permettono ai “citrulli” di raccontarcela ancora per un po’, di dirci che loro sono bravi e che probabilmente tutto va bene.
In verità alcune Regioni mantengono meglio, ma altre decadono sempre di più.
E per industria turistica intendo tutto "l’ambaradan" che intorno ad essa coinvolge le istituzioni, università, sindacati, enti, associazioni di varia specie e chi più ne ha più ne metta.
Un casino completo di nullità e tante, solo tante parole.
Anche quest’anno si parte in tromba, squilli e rintocchi di campane; dati e statistiche futuriste che sembrano prese più dall’estrazioni del Lotto o dalle previsioni del tempo, che per merito di logiche disamine, e dove invece alla fine il battaglio suona sempre a "morte" per noi; i "trombati".
Altro che trombe e campane!
Numeri messi lì un tanto al caso, un due per tre.
Poi, come sempre, arriva la verità, sempre che la Brambilla non ci metta del suo per “camuffare” anche queste con l’apporto “involontariamente compiacente” di qualche importante “esaminatore” dei dati turistici.
Signori, sveglia, basta con questi pseudo conoscitori della materia turismo, dobbiamo darci da fare, una mano sul cuore e l’altra sulla testa.
Basta con gli ingranaggi da “oliare” ben bene, con i favoritismi partitocratici, con l’inserimento nelle stanze dei bottoni di nulla facenti e nulla sapienti, basta basta basta.
Comunque basta o non basta (più facile quest'ultima ipotesi), ecco che arrivano i primi dati da parte del sindacato italiano balneari (SIB) che così dice: “I dati, parlano di un calo a due cifre nella settimana di ferragosto, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per alcune delle principali località di mare. La contrazione era gia' stata pesante a giugno, con punte del 20-30% in alcune località, mentre il mese successivo aveva dato segnati di timida ripresa. Versilia, Liguria, Veneto, e Friuli hanno fatto registrare un calo fino al 10% nella settimana di ferragosto che tradizionalmente segna il clou dell'estate.
E Marche!
Si, quella Regione che "maldestramente" aveva impegnato circa due milioni di euro per farsi pubblicizzare nientemeno che da Dustin Hoffman in uno spot che ancora grida vendetta.
Il fautore, a suo tempo di questa denuncia, l’amico e regista Andrea Lodovichetti, m’informa che lì, la settimana di ferragosto, si è avuto un calo del ben 15%.
Che dire; abbiamo già tanto detto e scritto sulle responsabilità dell’allora assessore al turismo della Regione Marche Vittoriano Solazzi e del Direttore Artistico dello Stabile delle Marche, Gianpiero Solari, che avevano programmato questa bella trovata; quindi aggiungere altro è solo una gran perdita di tempo.
Prima si migliora il prodotto, poi…, e chissà se dopo questo eclatante escamotage non vengano anche promossi.
Come “quelli” che della cosa ne parlarono anche a favore.
Ma per piacere, forse è tempo che torniate a scuola, ma non in quelle italiane preposte al turismo.
E così nella Sicilia dell’assessore al turismo Nino Strano che fino a ieri pronunciava parole di “benessere” a lode dei suoi meriti a tutto spiano; chissà se ancora lo fa o lo farà?
E via col Lazio del giovin (71 anni) Francesco Zappalà che vuole istituire l’elite delle scuole alberghiere, la quasi “centesima” in quella Regione, ma per il resto …, boh, si vedrà.
Niente, proprio un bel niente d’innovazione … sempre gli stessi a dettare le regole, mentre quelli nuovi sono lì, per non si capisce quali meriti o “premio”, o forse si capisce benissimo.
E il tutto sembra un film dell’orrore che ci costa molto più di un biglietto del cinema, dove i predestinati a subire le angherie degli “zombi” siamo noi, e porca miseria, non s’intravvede minimamente un lieto fine a questo schifo di pellicola.

Visualizzazioni totali