mercoledì 20 novembre 2013

Il turismo con la testa e il corpo su Marte

Un tempo eravamo la quinta potenza industriale del mondo e il turismo italiano primeggiava al di sopra di tutti.

Ora invece siamo ridotti a un Paese marginale destinato all'irrilevanza internazionale.
Maremma maiala!
Chiaro è che chi non ne capisce il motivo o è cieco e sordo o vive su Marte.

Basta vedere che nel solo Veneto sono disponibili 120.000 posti di lavoro nel settore tecnologico, ma nessuno è all'altezza di occuparli.
Mancano gli specialisti del ramo e abbondano i laureati in giurisprudenza e in filosofia.
Roba da matti.
In Italia ci sono 200mila avvocati a fronte di 67.000 detenuti e del più basso tasso di delinquenza del continente.
Qualcosa non va nel popolo che si comporta come fosse un Paese fermo al 1950.

Ma se Sparta piange Atene non se la ride di certo, neh.
E chi ci amministra dagli scranni, per conto mio, è anche peggio.
In questi stessi giorni i commercialisti sono a manifestare a Roma per causa dell'incredibili difficoltà nello sbrigare le loro faccende.
Infatti ogni giorno cambia la programmazione delle tasse; prima ce n'è una che dopo qualche giorno cambia acronimo e modalità di percentuale, mentre sempre ogni dì ne vengono "legalizzate" in media almeno quattro, portando il totale annuale a superare le 1.200.
Ma si puo?
E n'è proprio il caso?

Senza pensare che ogni volta che canta il gallo c'è sempre qualcuno che parla di semplificazione, neh.
Alla faccia della faccia tosta.
E se sono loro, i commercialisti, che non ci capiscono più un "razzo", figurati noi che di queste cose non ne mastichiamo manco un po o ben poco.
E se le nascite tassatorie non vengono partorite dalle Camere o dal Consiglio del Ministri, ecco che se le studiano a livello regionale, provinciale (si, ci sono ancora) e quindi comunale, giusto per produrre più incenso o olio santo da "donare" alle teste altrui.
Il risultato?
Ve lo lascio immagnare.

E il turismo?
Non ve lo lascio immaginare e ve lo racconto in due parole.

Da prima posizione assoluta stiamo remando nelle retrovie delle nazioni più turistiche del pianeta e non si vede l'ombra dell'innovazione necessaria per uscire dalla bratta perenne.
Chi non sa e non ne capisce una benemerita mazza viene inserito al comando e si circonda, non di grandi specialisti che oltre a conoscere a menadito il settore hanno già sulle spalle dei successi (non a parole), ma vengono circumnavigati dalla saliva del nulla totale, e che oltretutto, con i loro suggerimenti a mo di mucca assetata, producono del bailamme pazzesco ... però con l'aggiunta di moneta sonante per le loro tasche.

Mentre chi potrebbe portare le cose giuste che s'hanno da fare ... vabbeh, morta la, oggi mi girano come le pale di un ventilatore e non vorrei mandarle fuori di giri e, come detto nel caso del Veneto, di tecnici per la specifica cosa (giramento di palle) non ce né.
E il popolo che in questo settore a malapena ci sopravvive?
Boh?
Tra un po pagherà la Tares, si lamenterà un pochettino al bar, dal parrucchiere e anche sul web e tira a campà.

P. S.: Ma è mai possibile che al "comando" ci vadano a finire sempre i peggiori (che a loro volta si circondano di altri che è meglio non definire), anche perché se fossero davvero i migliori non saremmo di certo in questa situazione, o no?
Poi se anche quest'ultimo esempio non ha la logica giusta, beh; allora vivete proprio su Marte, neh.





4 commenti:

  1. Bisogna cambiare la scheda elettorale, con richiesta tassativa dal basso. Nel senso che i cittadini, il popolo, la chiedano adesso e subito, e che non si vada a dormire senza aver cambiato la scheda con questo unico principio:
    - sulla scheda elettorale sono indicati i nomi graditi ai partiti;
    - poi c'è una riga bianca dove ognuno vota chi gli pare

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  2. @Luciano

    Arriva il vento fino a qui

    :-DDDD

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