Visualizzazione post con etichetta Franco pecorini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Franco pecorini. Mostra tutti i post

mercoledì 25 agosto 2010

Lo sciopero della Tirrenia ... a chi serve?

Accipicchia e c’aggiungo anche “belin”, vecchia ma sempre efficace invettiva ligure mai passata di moda.
Quando le cose superano il limite della ragionevolezza, ecco che il “belin” fa capolino in quasi tutte le frasi dei nativi nonché dei residenti (anche in quelle degli ultimi arrivati, ahimè pochi) della meravigliosa striscia di terra che racchiude a nord il Mar Ligure.
Quindi belin, belin e ancora belin, alla massima potenza.
La Uil trasporti, il sindacato di Giuseppe Caronia ha proclamato lo sciopero della Tirrenia per le date del 30 e 31 agosto 2010, contro la privatizzazione della compagnia di navigazione.
Ma siamo pazzi, non bastano i 3 miliardi di euro dei contribuenti che sono andati già persi, più quelli del bando di privatizzazione che lo Stato ha già assicurato come dote di salvataggio, 1,24 miliardi fino al 2022, a vantaggio del futuro compratore.
Non è un incubo, né un paradosso, né una novella degna del teatro dell’assurdo; è la realtà che supera tutto e tutti, perfino tali illustrissimi drammaturghi.
Non sto qui a dire che gli scioperi non siano sacrosanti per la tutela dei lavoratori e altre “panzane” del genere; chi non lo sa.
E il ripeterlo ancora una volta, porta alle solite “menate” dei tempi addietro, del bla bla bla per gridare qualcosa a microfoni aperti e aizzare le folle più stolte.
Ma c’è ancora qualcuno che ci crede o ci cade?
Si vede di si.
I diritti dei lavoratori vanno assistiti tutti, senza distinzione di colore o bandiera, ma vuoi vedere che non c’è né nemmeno uno, di lavoratori, che in quei giorni ha programmato di prendere i traghetti della Tirrenia?
Che quei 20.000 (ventimila) che hanno prenotato il viaggio in quei giorni con la Tirrenia, siano tutti dei nulla facenti o pelandroni indefessi?
O forse quelli non vanno tutelati; anzi, chissenefrega di loro e dei turisti; che poi anche questi, anche se sono impiegati da altre parti, pur sempre lavorano.
Eh no, e l’ultimo esempio ci viene dalla Grecia che qual cosina dovrebbe avercelo insegnato; invece nisba.
Gli ultimi dati danno un calo del 25/30% dei turisti nella penisola ellenica, serrate totali e indotto a rotoli.
Ma come ci si è arrivati a quel tracollo generale?
Semplice.
Alla crisi si sono aggiunti gli scioperi ad oltranza dei controllori di volo, autotrasportatori e via dicendo, contro il piano di austerità varato dal governo di Atene in accordo con l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale in cambio di un prestito da 110 miliardi di euro.
Gli scioperi hanno provocato seri danni soprattutto all'industria turistica, una delle più redditizie del Paese.
E ora?
Anche qui è semplice la deduzione; tutti a casa e ... sciopera adesso, ma questa volta contro te stesso, visto che non c’è più datori del lavoro.
Ma per piacere, precettateli e se non sbaglio per legge, lo sciopero, per il periodo estivo, non è permesso prima del 5 settembre, solo che …
Sotto il Governo di Reagan lo sciopero dei controllori del traffico aereo contro la deregolamentazione del trasporto aereo cessò a seguito del licenziamento in massa e sostituzione di tutto il personale che disattese l'equivalente americano della precettazione governativa, ma la legislazione negli USA prevede la sostituzione e il licenziamento degli scioperanti che siano stati precettati.
Qui da noi il mancato rispetto della precettazione è un reato di interruzione di pubblico servizio, ma non è "giusta causa" di licenziamento.
Allora non resta che usare il cervello o parte di quello che resta.
Non voglio offendere, per carità, ma un fatto del genere contribuirebbe a diminuire l’opinione turistica già miserrima che gli stranieri hanno di noi; a deframmentare a mo di spezzatino la Compagnia di navigazione che “l’incauta” gestione dell’inamovibile Franco Pecorini ha protratto in oltre 25 anni, e dulcis in fundo, la metodica tutta italiana di non riuscire mai ad andare d’accordo o creare qualche intesa che accontenti un pò tutti.
Belin, ma che gente siete (?), non è così che si risolvono quei problemi, o forse sotto sotto, che creare questa situazione serva a qualcuno per …, mah!

lunedì 16 agosto 2010

Franco Pecorini e la Tirrenia

Nominato, in seguito, Gentiluomo di Sua Santità da Papa Wojtyla, Franco Pecorini, il più longevo (c'è stato ben 26 anni) e intoccabile dei boiardi dello Stato, ha portato “a fondo” la Tirrenia.
Ha resistito a ben 18 Governi; da Bettino Craxi, mentre a capo dell’Iri in quei tempi c’era Romano Prodi, fino ai giorni nostri.
Un poltrona blindata.
Un’agonia di oltre 25 anni che ci è costata 3 miliardi di euro, e non è ancora finita.
Infatti nel bando di privatizzazione lo Stato ha già assicurato una dote di salvataggio di 1,24 miliardi fino al 2022 a vantaggio del futuro compratore.
La Compagnia di navigazione fino a poco tempo fa, disponeva di due equipaggi completi per ogni nave, e ogni giorno di lavoro dava diritto a un giorno di riposo (oggi si è passati a 60 giorni a bordo e 30 a casa).
E malgrado la riduzione del personale negli ultimi dieci anni di 2.587 unità, ovvero il 62,5% del totale, dove un marinaio della Caremar costa ancora il 66% in più di quelli imbarcati sulle navi dei privati.
Un disastro, uno sconquasso e una rovina di logistica lavorativa che neanche volendo si poteva attuare.
I fattori che hanno portato a questa pazzesca e pessima situazione, non sto qui a dirli ma potete ben immaginare il come sia andata.
Forse qualche gestione “ballerina”, forse i sindacati che … e qualche “favore” di troppo.
Nelle casse della Tirrenia sono attualmente depositati 18.506 euro; avete letto bene, diciottomilacinquecentosei euro, ma i debiti ammontano a 646,6 milioni di euro; anche in questo caso avete letto giusto (seicentoquarantaseimilioni e rotti euro).
Alcuni casi di mala gestione:
Negli anni ’90 la Tirrenia ordina ai Cantieri Rodriguez gli agili Guizzo e Scatto, due missili capaci di portare 120 auto e 450 passeggeri volando sulle onde a 40 nodi (70 km orari). Peccato che una volta pagati e in acqua, queste spider del trasporto marittimo evidenziassero un problema forse non tanto marginale: non erano in grado di viaggiare con il mare mosso.
Rottamate.
Cinque anni dopo vengono ordinati a Fincantieri Aries, Scorpio, Taurus e Capricorn delle navi costate 110 miliardi di lirette l’una con turbine derivate dai caccia militari per ridurre da 15 a 5 ore il tempo di traversata tra Genova e Golfo Aranci.
Splendide ma con un problema: consumavano 290 kg. Di gasolio al minuto contro i 41 degli altri traghetti del gruppo.
Morale che le quattro ammiraglie sono state pre pensionate come carrette dei mari.
Quattro marinai provvedono saltuariamente ad accendere i motori così da oliare gli ingranaggi e guadagnarsi lo stipendio.
Solo che pagano i contribuenti.
Due dati:
Tirrenia ha in portafoglio 44 unità navali, di cui 12 unità veloci e 32 traghetti. L’età media delle imbarcazioni è di 25 anni per i traghetti, mentre i dipendenti sono 2.200.
Nel 2009 la società Tirrenia ha segnato ricavi per 231 milioni ma ha messo a bilancio un valore di flotta pari a 885 milioni.
Sul bilancio di Tittenia pesano ipoteche sulle navi di 245 milioni di euro. I debiti totali ammontano a 920 milioni di cui 311 a breve termine nei confronti del sistema bancario.
Per ogni biglietto emesso dalla società armatrice il contributo pubblico ammonta a 22 euro. Considerando che ogni anno vengono emessi 10,5 milioni di biglietti.
Ce né abbastanza per il tribunale di Roma per dichiarare l’insolvenza della Tirrenia.
Forse era meglio arrivarci prima, come detto qualche decennio fa, ma vabbè siamo in Italia e queste cose… eccetera eccetera.
Comunque detto o non detto, si apre così per la società l’amministrazione straordinaria come prevede la legge Marzano.
Toccherà adesso al commissario straordinario Giancarlo D’Andrea, tentare la strada della privatizzazione, anche attraverso la cessione di singoli asset aziendali.
Uno spezzatino che i sindacati contestano (ettepareva), e infatti la Uiltrasporti ha già proclamato uno sciopero il 30 e il 31 agosto (ettepareva), proprio nei giorni di rientro dei vacanzieri dalle isole.
Ma guarda un po’ che combinazione.
Da quando la società è stata messa in amministrazione straordinaria, sul sito della compagnia c’è una comunicazione che assicura che “saranno effettuati con regolarità i collegamenti programmati”, salvo “imprevedibili eventi di natura tecnica”.
Chissà se lo sciopero è di natura tecnica …e chissà quanto daranno al Franco Pecorini di liquidazione e magari anche qualche “bonus budget o di produzione”, sempre che non glielo abbiano già dato.
Ah, se poi volete sapere della professionalità a bordo … scrivetemi pure, qualcosa da dirvi ce l’ho.

Visualizzazioni totali