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lunedì 28 luglio 2014

Pernottamenti turisti stranieri 2014: Grecia +17,1%; Spagna +7,3% (sei mesi 2014) ... Italia -3% (quattro mesi 2014)

Domandina facile facile: ma se noi nei primi quattro mesi dell'anno in corso siamo riusciti a perdere il 3% delle presenze turistiche straniere (dati della Banca d'Italia) rispetto al 2013 che già fu un anno di cacca come pernottamenti, e che nelle posizioni di rilievo di questo settore abbiamo dei fe-no-me-ni (se lo dicono loro e spettanti adepti che probabilmente ci marciano con quelle conoscenze … si sa mai), che minkia di professionisti del turismo hanno i greci e gli spagnoli?
Intendo quelli che l'amministrano istituzionalmente.

Infatti, Grecia + 17,1% nei primi sei mesi del 2014 e Spagna + 7,3% rispetto allo scorso anno che per loro non fu un anno col segno meno come avvenne invece per noi, ma nonostante questo loro stanno sempre aumentando, mentre noi … vabebh, si sa!
Una continua debacle nel derby dei Piigs, ossia fra i Paesi del Sud del Mediterraneo a forte vocazione turistica
Eh già … ma chi lor signori mi risponderà?
Nell'attesa (vana) vado avanti.

Forse che loro (Spagna, Grecia e mettiamoci pure la Francia, va) abbiano degli omini verdi (marziani) e noi quelli marrone (meglio lasciar perdere, va … diciamo teste di legno, riferito al colore, e non se ne parla più)?

E a ben poco vale che quelli dell'Enit sostengano che nei primi 4 mesi i pernottamenti in Italia siano aumentati del 3%, facendo riferimento alle vendite di 166 Tour Operator, perché quelli di Via Nazionale (Bankitalia) affermano l'opposto … e non come scritto nell'articolo di affaritaliani.it (ved. qui).

E chissà perché all'Enit prendano in esame le statistiche che meglio l'aggradano o è un'iniziativa “personale” dell'autore del fondo?
Comunque siano le loro scelte dei “donatori” di statistiche per salvarsi o per dare un senso al loro lavoro, qui va sempre da schifo e all'orizzonte non si vede nulla di produttivo per questo settore.

Anzi, un momento … no, qualcosa hanno fatto per ricuperare quel divario con le altre nazioni dei piigs a vocazione turistica, e vale a dire il TDLAB, la digitalizzazione che dovrebbe recuperare, secondo loro, il -20,1% con la Grecia (disparità tra loro e noi) e il 10,3% con la Spagna, poi della differenza con la Francia ve lo racconto tra un po' …

... ma che vadano a ramengo, va!








lunedì 25 giugno 2012

Italia: Nella classifica della crescita turistica prevista da qui al 2022, occupiamo la casella numero 173. Su 181!


“Dobbiamo portare il turismo al 20% del Pil” proclamava Silvio Berlusconi poco più di un anno fa.
E di rimando rilancia ora il ministro del turismo Piero Gnudi: “Il turismo potrebbe dare al Pil un contributo del 18%”.
Aggiungendo che il settore “ … nei prossimi dieci anni ha la possibilità di creare 1,6 milioni di nuovi posti di lavoro”.

Ma i fatti?
L’ultimo rapporto del World travel & tourism council (Wttc) afferma che il turismo in senso stretto rappresenta in Italia appena il 3,3% del prodotto interno lordo.
Umiliante.
Nel mondo ci sono 93 economie nelle quali l’industria turistica ha un peso relativo maggiore al nostro.
Paesi come Spagna, Egitto, Portogallo o Grecia meno forti sotto il profilo industriale.
Ma anche Paesi manifatturieri, come la Francia che ci supera col suo 3,7%.
Anche con l’indotto, il peso del turismo si solleva faticosamente da noi fino al 8,6% del Pil, ben al disotto non solo dei sogni berlusconiani e gnudiani, ma di tanti altri Paesi.
Se per numero di ospiti stranieri siamo oggi la quinta destinazione mondiale dietro Francia, Spagna, Satti Uniti e Cina, sugli introiti complessivi generati da questi turisti esteri siamo già, secondo il Wttc, in sesta posizione, superati perfino dalla Germania e con il Regno Unito che c’incalza.

E per fatturato complessivo del settore (italiani e stranieri e tutto l’indotto insieme) siamo addirittura settimi.
Ma se non vai sul sito del Wttc (a parte Rizzo e Stella del Corsera) non trovi una cippa e tutti si guardano ben bene dal dirlo.
Vedi istituzioni, associazioni, sindacati e via cantando, neh?
Beh, d'altronde in Italia vige l'ottimismo sfrenato e il va bene a qualsiasi costo, mentre le critiche, anche quelle più costruttive, vengono prese come delle rotture di balle.
Comunque!

Di più le stime dicono che nel 2012 i ricavi scenderanno dello 0,9% e che il numero dei turisti stranieri calerà sotto i 43,6 milioni, bruciando parte della ripresina del 2011.
Dei 181 Paesi censiti dal Wttc, appena 14 cresceranno meno di noi: siamo al posto 167.
Già quest’anno il fatturato del turismo estero da noi si attesterà intorno a 30,3 miliardi di euro, cioè il 4,3 al di sotto dei livelli del 2006, con un impatto anche sull’occupazione, già più modesta che altrove.
In Egitto il turismo dà lavoro a 3 milioni e 79 mila persone, in Italia, indotto compreso, a 2 milioni e 231 mila, cifra che vale appena il 19 posto della graduatoria.

Direte: è logico sul Nilo quale altro mestiere vuoi che facciano?
Andiamo allora a vedere tre Paesi con un manifatturiero forte: in Francia il settore occupa 2 milioni 793 mila addetti, nel Regno Unito 2 milioni e 308 mila, in Spagna (un quarto di abitanti in meno) 2 milioni 304 mila.
Sono numeri inequivocabili.
E dicono che l’immenso patrimonio paesaggistico, monumentale, artistico ed enogastronomico che abbiamo è sfruttato malissimo.
E anche qui l’ottimismo sventolato via via da ogni governo non è condiviso affatto dal Wttc; nella classifica della crescita turistica prevista da qui al 2022, occupiamo la casella numero 173.
Su 181!

C’è chi dirà che i numeri vanno presi con le pinze, tanto più le previsioni.
Giusto!

Ma cosa stiamo facendo da anni noi, noi del Paese che si vanta d’avere più siti Unesco di tutti nel pianeta, per invertire il nostro malinconico smottamento turistico nel bel mezzo del boom di questa “industria mondiale” di cui parla Jeremy Rifkin ?
Noi del popolo del turismo, continuiamo con i programmi da quattro soldi perché di quattro soldi si tratta, e poi, come al solito, le case le cominciamo a costruire dal tetto sperando che stiano in piedi da soli e senza pensare minimamente al basamento, ecco cosa facciamo (!) ... e lasciamo che “quelli lassù” ci raccontino la favola della volpe e dell’uva.
Ancora?
  

sabato 3 marzo 2012

27mila Yacht salutano l'Italia e se ne vanno all'estero ... e Piero Gnudi dice: " ... pffff nanzi tutt … pausa … noi l'stiamo poooortando avanti e già e già cred cre già aaah in gi in giro per il paaaarlamento n progett n legg … pausa … ehm Urso che... eh eh che color segrestata a Shanghai come na volta. Te lo ricordi?"


A conti fatti, dalla recentissima entrata in vigore della tassa giornaliera di stazionamento imposta dalla legge a tutte le imbarcazioni di dimensione superiore ai 10 metri, sarebbero già 27.000 le unità da diporto che avrebbero lasciato gli ormeggi lungo i 7.500 chilometri della costa italiana.

Destinazione Croazia, Grecia, Slovenia, Francia (manco a dirlo), ma anche Turchia e Spagna.
Naturalmente loro sotto sotto e zitti zitti ringraziano.
E ci fosse mai una volta che a ringraziare fossimo noi per qualche loro sciocchezza.

A dare questi bei dati, ma facilmente prevedibili a suo tempo, è l’Osservatorio nautico nazionale … e Piero Gnudi naturalmente tace.
Come tacque quando qualcuno fece la “bella pensata” di fare ‘sta legge in tutta e fretta e furia per far vedere all’Europa che si sarebbero dati da fare per ristabilire le sorti monetarie del BelPaese.
Beh, forse è anche meglio che il Gnudi se ne stia zitto considerato gli effetti che producono le sue belle parole.
Ma allora a cosa serve tenercelo tra le … , pardon, tra i piedi uno così?

Gimcane a parte per cercare di non calpestarlo, e di conseguenza non pestare neanche le nostre oramai inverosimilmente allungate, il danno s’aggira sui 104 milioni di euro di entrate indirette che non verranno incassate dall’Erario italiano.
Per non parlare degli effetti indiretti legati all’impatto atteso sull’indotto, stimato in 8.900 posti di lavoro a rischio per i mesi a venire.
Quindi il totale del pasticcio all’italiana, sarà ben oltre quei 200 milioni che invece (secondo loro) avrebbero procurato alle casse italiane.

In poche parole ‘na str … anezza!
Ma ahimè non è tutto.
Infatti le stime dell’Osservatorio hanno una connotazione ben più drammatica.
Per evitare di pagare un’imposta giornaliera capace di arrivare anche a 703 euro al giorno per gli yacht oltre i 64 metri di lunghezza, gli armatori stranieri potrebbero decidere di privilegiare altre mete del Mar Mediterraneo per le proprie crociere.
Generando così un impatto devastante sull’economia della Penisola, fortemente legata al turismo.
2 + 2 fa quattro e pertanto il totale delle “perdite” è stimato in qualcosa come 210 milioni di euro.

Beh, ne abbiamo perso “solo” dieci, potrà pur dire l’imbecille di turno.
E invece no, perché (a gioia dell’imbecille) questi sono molti di più.
E’ infatti chiaro (imbecilli a parte) che questo crollo degli investimenti in strutture ricettive e portuali (chi li fa più?) dovrebbero tradursi in un blocco di almeno 1,4 miliardi di euro d’investimenti sulla cantieristica.
Dipingendo un quadro veramente drammatico, e relativo all’impatto sul livello di fatturato interno che attualmente è stimato in calo del 35% a livello nazionale.

E Piero Gnudi, il ministro del turismo?

Pffff nanzi tutt … pausa … noi l'stiamo poooortando avanti e già e già cred cre già aaah in gi in giro per il paaaarlamento n progett n legg … pausa … ehm Urso che... eh eh che color segrestata a Shanghai come na volta. Te lo ricordi?

Ecco, e adesso capiscici un pò il cos'ha voluto dire.



venerdì 20 gennaio 2012

Vada a casa, cazzo!

Dopo due mesi, il nuovissimo ministro del turismo, settore di cui non s’è mai occupato se non per cose strettamente personali come l’andare in vacanza, ha finalmente partorito qualcosa, ma l'è il classico topolino.

Però Piero Gnudi che non è una montagna e probabilmente neanche una collina, diciamo un dosso va; ebbene al fin fine ce l’ha fatta, e ieri alla X commissione del Senato ha presentato le linee programmatiche del suo Dicastero.
14 pagine di una inutilità inaudita, cose sapute e risapute e statistiche e dati (sbagliati) che danno l’esatto valore di quello che c’aspetta e che ha da venire, per un comparto che dovrebbe andare per la maggiore in questa Italia che …

Cliccando sul testo se ne evince l'autore che corrisponde al nome di Giovanna De Grassi che l'è appunto la resp. del Servizio VII (Interventi e realizzazioni progetti per il settore turistico).

… e chi di questo settore s’occupa e ci vive, rilassatevi e mettetevi comodi e seguitemi un po’ perché la “storia” è lunga.

Infatti già dalle prime righe si evince che:


Gnudi: … si tratta di una delle modalità di trasporto turistico più sicure (navi da crociera) e che ha fatto transitare nei porti quasi 10 milioni di passeggeri nel solo 2010.
Tutto sbagliato tutto da rifare: Nel 2009 l’Italia ha scavalcato la Grecia e raggiunto il primo posto in Europa per traffico passeggeri nei porti, superando quota 92 milioni di persone totali transitate sulle proprie banchine, in aumento del 2,4% rispetto all’anno precedente. Oltre il 95% del volume è stato generato da chi ha utilizzato i traghetti per i collegamenti interni ed internazionali, mentre il restante 4,7%, pari a circa 4 milioni è stato generato dai croceristi.
N.B.: Questi dati sono scritti sul sito dell’ONT che li ha presi dall’Eurostat ma che probabilmente …

Gnudi: … il valore del solo turismo internazionale è stimato dal UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo) in 851 miliardi di dollari nel 2009.
Tutto sbagliato tutto da rifare: A parte il fatto che dei dati del 2009 non ci frega una benemerita cippa, o per lo meno che dall’11 maggio 2011, in quel di Madrid, l’Untwo l’ha aggiornati al 2010 a quasi tutti, a parte (forse) quelli dell’ONT (Osservatorio Nazionale del Turismo) che probabilmente l’hanno forniti al Gnudi e che ancora non l’hanno visti … e che sono (e vabbè, v’aiuto io) diventati 919 miliardi dollari (693 miliardi di euro).
E questo vuol dire che: “In real terms (adjusted for exchange rate fluctuations and inflation) international tourism receipts increased by 5% as compared to an almost 7% growth in arrivals, showing the close relation between both indicators and confirming that in recovery years, arrivals tend to pick up faster than receipts.”

Gnudi: ... fino a raggiungere nel 2010 oltre 160 milioni di pernottamenti, per un valore di circa 30 miliardi di Euro (escluso l’indotto).
Tutto sbagliato tutto da rifare:91,2 milioni di arrivi e 358 milioni di presenze: l’Istat così quantifica il flusso turistico registrato nel 2009 nel complesso degli esercizi ricettivi italiani. Il dato, frutto della ben nota crisi economica mondiale, è stato pubblicato negli scorsi giorni all’interno dell’Annuario Statistico dell’Istituto.


Gnudi: … Il contributo complessivo del turismo al PIL italiano è stato nel 2010 pari ad oltre il 13%, con 3,3 milioni di posti di lavoro (il 13,9% dell’occupazione totale nazionale).
Tutto sbagliato tutto da rifare: Dal 2000 al 2010 il contributo al Pil del turismo italiano è sceso dall’11% a poco piu’ dell’8%. E’ quanto emerge dai dati sulla crisi presentati questa mattina a Milano da Confcommercio nel corso degli Stati Generali “Imprese per l’Italia” … e nel 2008 un italiano su 20 era occupato nel turismo, valore superiore a quello medio europeo e in costante crescita. A livello europeo, evidenzia uno studio Istat, l'Italia, con il 5%, è stato l'ottavo Paese per quota di occupati nel comparto. Poi questo e quest'altro

Gnudi: … Le notti trascorse dagli italiani negli esercizi ricettivi nel 2010 si sono ridotte di quasi un milione rispetto all’anno precedente (-0,4%), attestandosi a circa 210 milioni. Le presenze degli stranieri sono invece cresciute di 5,7 milioni (+ 3,6%) rispetto al 2009, superando per la prima volta il tetto di 165 milioni di notti.
Tutto sbagliato tutto da rifare: Ma come (?), due righe sopra Gnudi c’ha detto che “ … fino a raggiungere (totale) nel 2010 oltre 160 milioni di pernottamenti”, e adesso i “soli” stranieri hanno pernottato per 165 milioni di notti?

E poi seguono altri numeri e dati di cui me ne disinteresso, poiché da quanto letto in quelle poche righe, posso tranquillamente sostenere che ciò mi basti e c’avanzi
Passo adesso alla disamina del che cosa intende fare (le novità) il Piero Gnudi per il turismo.

Gnudi: … il nostro Paese ha tutte le caratteristiche per poter intercettare una quota consistente di questa nuova domanda turistica estera grazie al suo ineguagliabile patrimonio culturale, artistico, paesaggistico e territoriale, sostenuto da un’offerta ricettiva capillare e differenziata.
In questa prospettiva il turismo può essere uno dei pilastri su cui fondare la ripresa economica del nostro paese, se solo si potranno e sapranno rimuovere alcune barriere strutturali e infrastrutturali che oggi limitano la competitività del settore.
Tutto sbagliato tutto da rifare: Ma va? Non ci posso credere!

Gnudi: … nell’arco dei prossimi 10 anni, infatti, il turismo e il suo indotto potranno creare 1,6 milioni di nuovi posti di lavoro e contribuire al PIL in misura del 18%.
Tutto sbagliato tutto da rifare: Senza parole!

Gnudi: Gli ostacoli alla crescita di questo essenziale comparto dell’economia italiana sono ben noti:
• grave deficit infrastrutturale, con un sistema stradale, ferroviario, portuale e aeroportuale inadeguato, com’è evidenziato dagli indici infrastrutturali medi che sono i più bassi rispetto ai principali competitor europei;
• dimensione ridotta della grande maggioranza delle imprese turistiche, particolarmente del comparto alberghiero, che non consente economie di scala né facilita l’introduzione delle innovazioni, particolarmente tecnologiche; con riflessi negativi sotto il profilo del rapporto qualità/prezzo;
• livello di formazione degli addetti inadeguato. La percentuale di operatori con titoli di studio di livello superiore o universitario è pari al 17%, rispetto al 35% della media dei nostri competitor europei;
• accentuata stagionalità che implica inefficiente utilizzo del patrimonio ricettivo, problemi economici e di stabilità reddituale, con forme di occupazione stagionale o precaria che incide negativamente sul livello professionale degli operatori;
• mancanza di player italiani di livello internazionale, sia nelle catene alberghiere che nei tour operator, di dimensioni perlopiù medio-piccole e concentrati sui servizi per i turisti italiani che vanno all’estero;
• la compagnia di bandiera che ha vissuto i problemi che voi tutti ben conoscete ed è direttamente collegata ad un numero relativamente ridotto di destinazioni internazionali.

Per affrontare i temi di natura infrastrutturale servono programmi a lungo termine, con investimenti di grandi dimensioni, ma esistono almeno due tipi di interventi possibili nell’orizzonte temporale a nostra disposizione.
Il primo è dotare il settore di una strategia chiara e di medio-lungo periodo, concordata con le Regioni.
Il secondo è un pacchetto di misure che possono essere di notevole stimolo, pur con costi limitati. E’ su questi due punti che vorrei prevalentemente focalizzare l’attività del mio ministero.

Tutto sbagliato tutto da rifare: Probabilmente chi segue il turismo ha già sentito queste cose almeno dieci o venti milioni di volte.

Gnudi: … Come noto dal 2001 le competenze in materia di turismo sono passate alle Regioni, con conseguenze positive dal punto di vista della valorizzazione delle diversità e delle caratteristiche dei vari territori.

Tutto sbagliato tutto da rifare: Qualcuno si prenda la briga (per piacere) di far vedere il copincolla (a fianco) al Gnudi che magari si rende conto che era da mò del 2001 che …

Gnudi: … Se vogliamo intercettare i nuovi flussi dai paesi a maggior crescita, e in particolare dai cosiddetti BRICS …
Tutto sbagliato tutto da rifare: Aiuto, qualcuno mi dica cos’è quella “S” alla fine di BRIC!

Beh, giunto a questa “S” non ce la faccio più e per rispetto di chi mi legge metterò il link di quello che segue nella relazione presentata alla X commissione del Senato dal Piero Gnudi.
Per quanto mi riguarda, l’ho letta due volte (si sa mai che qualcosa possa scappare) ma non ho trovato nulla che potesse apparire come una novità, anzi.
Se poi qualcuno vuole sapere che cos'ha conferito in merito al famosissimo sito www.italia.it (portale Italia) ... beh, quì ne avrete la risposta più idonea che c'è.
Vada a casa, cazzo!

domenica 16 ottobre 2011

Finalmente un pò di verità sugli arrivi turistici internazionali del 2011 . .. e non soltanto da noi

Mentre il Ministro Brambilla festeggia dati eccezionali per il turismo nel 2011, ieri ho ascoltato con grande attenzione la relazione Dati del turismo e trend di prospettiva di Matteo Montebelli, Centro Studi del Touring Club Italiano

Secondo Montebelli le previsioni di crescita, secondo le proiezioni, in effetti esistono ma sono tali da riportare l'Italia solo ai numeri del 2006.

Ma vorrei approfondire un dato che viene sempre colpevolmente omesso dal Ministro. 
Il 2011 è stato "drogato", turisticamente parlando, dalla grave crisi politica nei paesi del Nordafrica e del Medio Oriente. 
Come si può notare dall'immagine (mi scuso per la bassa qualità ma l'ho scattata da telefono in locale semibuio), della vistosa diminuzione di arrivi in Tunisia ed Egitto siamo quelli che ne hanno beneficiato di meno. 
Mentre l'Italia aumenta gli arrivi internazionali dell' 1,2% altri paesi (Grecia, Croazia, Portogallo e Turchia) incrementano a doppia cifra, la Spagna aumenta comunque di un 7% e perfino la Francia, con solo un 2%, fa meglio di noi. 
Per cui perdiamo quote sia rispetto a chi è avanti (Francia e Spagna) o dietro l'Italia nelle classifiche dei paesi destinazioni turistiche.
I numeri vanno letti, vanno interpretati e, sopratutto, vanno sempre contestualizzati in serie storiche sufficientemente ampie. 
Solo così possono assumere significati e dare indicazioni preziose. 

E in questa prospettiva, come già scrissi, la sitazione del turismo italiano è davvero preoccupante.
Direi che la ''Grande soddisfazione'' espressa dal ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, per gli ''ottimi'' dati sul turismo internazionale sembra alquanto fuor luogo.

Di Roberta Milano ... qui

martedì 1 marzo 2011

2010 dati Eurostat sul turismo europeo (Sic!, Italia compresa)

Ieri sono arrivati i dati dall’Europa (Eurostat) sulle presenze turistiche.
E le certezze, al momento, da una che era, sono di colpo diventate due.
La prima è che l’Italia del turismo retrocede inesorabilmente.
La seconda è che per tutto l’arco dell’anno (ma anche in quelli a precedere) ci hanno raccontato un sacco di frottole “dando i numeri” nel senso lato della frase.
Ma anche questo lo sapevamo già.
Chi questi dati li ha sovente elargiti con l’esaltazione del caso (i soliti noti), ha elencato le fonti di provenienza, ma al che cosa servano è difficile arrivarci.
Infatti non si spiega il perché le molteplici fonti non vadano mai d’accordo, e quello che dice uno è sonoramente smentito dall'altro.
Né tantomeno ci si raccapezza sul percome non si voglia provvedere a istituirne uno solo, che con i mezzi innovativi del caso, ci possa offrire finalmente dei risultati VERI e in tempi rapidi.
Sono sicuro che volendo, si potrebbe anche arrivare ad averli nel momento stesso che li si richieda.
Ma la cosa a loro, probabilmente non interessa poi molto, per il motivo che, se così fosse, non si potrebbe più raccontare quelle “favolette” che tanto innalzano le loro virtù lavorative.
Comunque la fanno andare in questa bella maniera e non ci resta che aspettare, nonché sperare, che qualcosa cambi.
Ma campa cavallo e parliamo di cose serie.
Perché se gli italiani hanno paura della crisi, all’estero si cominciano a vedere segnali di ripresa. Negli alberghi dell’Unione europea stanno aumentando i pernottamenti dopo due anni di flessione.
L’andamento positivo è omogeneo per tutti i principali Paesi ad eccezione dell’Italia che accusa una contrazione dello 0,8 per cento.
Altro che balle.
Secondo i dati Eurostat le migliori performance nel 2010 sono dell’Estonia con un aumento del 14,1 per cento, della Lettonia con l’11,6, della Lituania con l’11. In flessione Romania, Grecia e Gran Bretagna, e come detto, noi.
La Spagna cresce moltissimo, del 6,4 per cento, consolidando la prima posizione.
Bene anche la Germania con un più 5,8 per cento e la Francia con più 2,4.
Quasi certamente ci verranno a dire che questi dati non valgono niente, magari che sono politicizzati e verosimilmente, quei signori dell’Eurostat, ce l’hanno con loro perché sono troppo bravi e quindi sono gelosi del successo italiano.
E il raddoppio dell'incidenza del turismo sul Pil (?) ... ma per piacere!
Manco il Golf, i Casinò, i Bonus Vacanze, ma soprattutto "manco li cani" ... e gatti compresi.

venerdì 25 febbraio 2011

Copy and paste ? Why not ?

Qualche tempo fa scrissi dell’assurda idea di alcuni miei corregionali, ma soprattutto concittadini, che presiedendo le scuole medie superiori della mia città (Genova), e che hanno privilegiato le gite scolastiche al di fuori dei confini nazionali, anziché …
Infatti quale migliore occasione si sarebbe prospettata per conoscere la cultura, l’arte e quant’altro di meraviglioso che c’appartiene, se non nel 150° anniversario dell’unione d’Italia?
Siamo pur sempre il Paese che dispone del patrimonio artistico più grande del mondo in queste “cosette” e quindi … e quindi i “benpensanti” hanno deciso di far andare i propri pargoletti in Grecia, Strasburgo, Costa Azzurra, Praga, Berlino, Dresda e tanti bei posti al di là delle Alpi o al di sotto dei nostri bei mari.
Fino alla ciliegina sulla torta, e vale a dire quella del “professionale” istituto turistico che se ne va a Malta.
Ora che la crisi del turismo ci attanagli lo sanno anche i sassi e sono molte decine di migliaia le persone del settore ch’anno perso il lavoro negli ultimi tempi.
Ma probabilmente a questi “signori”; o non lo sanno o non frega niente o poco di più.
Ci sarebbe anche una terza ipotesi, cioè che potrebbe riprendere la stessa causale attuata nei due anni precedenti per protestare contro i tagli della riforma Gelmini, che li ha portati a non farle per niente.
Danneggiare questo Governo senza pensare che il Governo magari poi passa, mentre l’Italia (si spera) ci rimane ancora un bel po’.
Infatti quest’anno le fanno ma se ne vanno all’estero; che per gli albergatori o affini e tutto l’indotto, vuol dire che non cambia proprio un bel niente.
Beh, che dire loro; meglio non dire per evitare qualche denuncia.
Passano i giorni e questa mattina leggo che il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla e il Ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, presenteranno il 25 febbraio alle ore 11 presso la sala stampa di Palazzo Chigi, il progetto "Dai mille e un milione... di studenti alla scoperta dell'Unità d'Italia". Il progetto è dedicato alla promozione, nelle scuole italiane, dei viaggi d'istruzione e degli itinerari turistici legati ai luoghi storici dell'Unità d'Italia.
E il mio primo pensiero è stato: “… pensarci un po’ prima, no vero?”
Decido allora di farmi un viaggio nel web per vedere se altre città o Regioni l’hanno pensata nella stessa (…..) maniera.
Il primo che becco è il Piemonte dove l’assessore regionale al turismo, Alberto Cirio, ha stanziato un bonus di trecentomila euro per le gite scolastiche (già esaurito) da effettuare entro i confini regionali.
Cavolo, questa si che è una buona idea (anche se è trent’anni che la vado dicendo, anzi probabilmente 40), ma almeno qualcuno (onore al buon Alberto Cirio) l’ha fatto.
Ma vado avanti e nella programmazione del turismo piemontese leggo che: Booking on line sul portale piemonteitalia.eu, bonus per le gite scolastiche (come detto), per i congressi (5 euro a pernottamento) e per le vacanze della terza età in montagna, stelline ai ristoranti che propongono menu di qualità per i bambini. Sono alcune delle novità che caratterizzano il nuovo piano di promozione turistica del Piemonte, che ha un valore economico di 10 milioni di euro. “Con 11,6 milioni di presenza turistiche consolidate ed in crescita – ha spiegato l’assessore regionale al turismo Alberto Cirio – il Piemonte si prepara ad affrontare un 2011 ricco di sfide presentando un nuovo piano in cui vengono definiti per la prima volta in modo chiaro ruoli e competenze”. I prodotti turistici di punta su cui si concentreranno gli interventi nel corso dell’anno sono, oltre ad ‘Italia 150′, la montagna, sia estiva sia invernale, il congressuale , il turismo religioso, il benessere, le strategie verso Expo 2015.
Un lungo elenco di accordi e azioni: dall’adesione ad alcune fiere del settore turistico al potenziamento e al consolidamento di strutture ricettive passando attraverso accordi  – definiti di co-maketing – con  alcune compagnie aeree (Alitalia e Ryanair) ferroviarie e navali (è in fase di definizione l’accordo con Costa Crociere) per aumentare e permettere un migliore afflusso turistico. Rispetto agli anni passati ci saranno alcune novità: il lancio del booking on line (attivo dall’estate) e un nuova struttura di marketing on line gestito da cinquanta neolaureati in Economia (neolaureati o laureandi nei corsi di economia turistica dell' Università di Torino). Divisi in gruppi di cinque e coordinati dai loro docenti i giovani tra poche settimane inizieranno a costruire il nuovo piano di marketing on line: Piemonte Italia Tribe si chiameranno e avranno la libertà assoluta (5 ore al giorno per 5 giorni la settimana in una sala nell' assessorato al Turismo di via Avogadro), di promuovere il Piemonte sulla Rete attraverso i social network e quant' altro vorranno. Non solo: gli stessi giovani, che sono stati formati ad hoc, saranno utilizzati anche per la gestione degli stand della Regione nelle varie fiere e manifestazioni cui parteciperà.
Il piano che dovrebbe costare intorno ai dieci milioni di euro verrà approvato la prossima settimana dalla Giunta regionale.
Che questo assessore qui abbia voglia di lavorare?

lunedì 20 settembre 2010

Enit, arrivi internazionali in crescita o è la "solita" balla?

Di solito, la prima cosa che si pensa quando si dice “è finita”, è la carta igienica.
E ce ne sarebbe ben donde dopo aver sentito le statistiche del turismo italiano, soprattutto quelle che c'arrivano da un pò di tempo a questa parte.
Tutte str … anezze e la carta igienica è d'obbligo in gran quantità.
"Finita" anche perchè questa volta spero proprio d'aver torto, e che sia veramente finita l'elencazione di statistiche un tanto al chilo; non si può peggiorare il 2008, e mi auguro che così non vada.
E anche se il Marzotto col Rubini non sono di certo il mio meglio, vorrei tanto che avessero una volta ragione.
Sennò a che servono le critiche se non sono seguite dalla costruttività ... e l'educata "pungolatura" non fa mai male.
La seconda è che i dati che dicono arrivare dall’UNTWO, sul sito dell’Organizzazione Mondiale del Turismo non ci sono.
Che mi siano scappati e non li sappia trovare, strano.
Però per loro sono così:
“…secondo le stime del Unwto, che pubblica periodicamente il barometro turistico mondiale, l'Italia si è collocata in una posizione di assoluto rilievo rispetto ai comtetitors con l'aumento del 5,3% di arrivi, Francia (2,2%), Spagna (0,4%), Grecia (5,3%) e Regno Unito (3,7%)…”
Ovviamente seguono le disamine di Matteo Marzotto e del Paolo Rubini che dichiara: “… anche perché vengono pubblicati in coincidenza del mio primo anno di attività all'Enit.”
Fosse vero, cambierei opinione.
Va subito detto che questi dati del barometro turistico mondiale vengono emessi tre volte all’anno (gennaio, giugno e ottobre) e pertanto non si comprende il come possano “averli” ricevuti il 20 settembre se ancora non sono usciti, infatti il sito dell’UNTWO riporta così: “The UNWTO World Tourism Barometer is published three times a year (January, June, and October). The first issue was published in June 2003”, e non c’è niente.
A meno che l'UNWTO non abbia deciso, in caso di crisi, di aumentare le date di emissione del barometro per rendere più chiaro chi va e chi viene.
Speriamo, perchè sarebbe una buona idea.
In ogni caso, la seconda cosa che viene subito sott’occhio è l’ipotetico e denunciato incremento della Grecia al 5,3%, che invece e purtroppo ha avuto un calo totale nel 2010 oscillante dal 25 al 30%, mentre quelle internazionali dovrebbero essere, a occhio, intorno al -5/6%.
Infatti lo Spiegel denuncia così: “…More than 400 hotels are now officially for sale: 81 on the Ionian Islands, 48 on Rhodes, 50 on the Cyclades and 44 on Crete. The Greek vacation atlas, with names like Paros, Naxos, Andros, Milos, Santorini, Corfu and Kos, reads like one big bargain-basement sale. The Athens daily newspaper Kathimerini estimates the value of all properties currently on the market at more than €5 billion ($6.2 billion). They also include luxury hotels, the names of which have been concealed from the public...”
Oppure: “Reservations are down by an average of about 30 percent nationwide since last summer, and experts expect a large number of cancellations. The Association of Greek Tourism Enterprises (SETE) reported that in the first 24 hours after the general strike in early May, more than 5,800 reservations were cancelled in 28 Athens hotels. According to SETE calculations, at least 300,000 Germans will decide not to make their usual trips to Greece this year.
Dozens of conferences and major events have been cancelled in the country's two largest cities, Athens and Thessaloniki, as well as in Crete and the northern Greek beach resort area of Chalkidiki. After the riots in the capital, some countries, like Romania, issued travel warnings for Athens….”
Beh, che dire; forse è meglio non dire, ma dovrebbero farlo anche loro però.
Perchè della Grecia sono arci sicuro che quei dati non siano veritieri, e se due più due fa sempre quattro; anche quelli italiani ... con quello che segue.
Quindi cestino il tutto e buona notte al secchio, siamo alle solite.

P.S.: Se qualcuno volesse gentilmente indicarmi "quella" pagina UNTWO, sarei ben lieto di pubblicare la smentita alle mie supposizioni.

mercoledì 25 agosto 2010

Lo sciopero della Tirrenia ... a chi serve?

Accipicchia e c’aggiungo anche “belin”, vecchia ma sempre efficace invettiva ligure mai passata di moda.
Quando le cose superano il limite della ragionevolezza, ecco che il “belin” fa capolino in quasi tutte le frasi dei nativi nonché dei residenti (anche in quelle degli ultimi arrivati, ahimè pochi) della meravigliosa striscia di terra che racchiude a nord il Mar Ligure.
Quindi belin, belin e ancora belin, alla massima potenza.
La Uil trasporti, il sindacato di Giuseppe Caronia ha proclamato lo sciopero della Tirrenia per le date del 30 e 31 agosto 2010, contro la privatizzazione della compagnia di navigazione.
Ma siamo pazzi, non bastano i 3 miliardi di euro dei contribuenti che sono andati già persi, più quelli del bando di privatizzazione che lo Stato ha già assicurato come dote di salvataggio, 1,24 miliardi fino al 2022, a vantaggio del futuro compratore.
Non è un incubo, né un paradosso, né una novella degna del teatro dell’assurdo; è la realtà che supera tutto e tutti, perfino tali illustrissimi drammaturghi.
Non sto qui a dire che gli scioperi non siano sacrosanti per la tutela dei lavoratori e altre “panzane” del genere; chi non lo sa.
E il ripeterlo ancora una volta, porta alle solite “menate” dei tempi addietro, del bla bla bla per gridare qualcosa a microfoni aperti e aizzare le folle più stolte.
Ma c’è ancora qualcuno che ci crede o ci cade?
Si vede di si.
I diritti dei lavoratori vanno assistiti tutti, senza distinzione di colore o bandiera, ma vuoi vedere che non c’è né nemmeno uno, di lavoratori, che in quei giorni ha programmato di prendere i traghetti della Tirrenia?
Che quei 20.000 (ventimila) che hanno prenotato il viaggio in quei giorni con la Tirrenia, siano tutti dei nulla facenti o pelandroni indefessi?
O forse quelli non vanno tutelati; anzi, chissenefrega di loro e dei turisti; che poi anche questi, anche se sono impiegati da altre parti, pur sempre lavorano.
Eh no, e l’ultimo esempio ci viene dalla Grecia che qual cosina dovrebbe avercelo insegnato; invece nisba.
Gli ultimi dati danno un calo del 25/30% dei turisti nella penisola ellenica, serrate totali e indotto a rotoli.
Ma come ci si è arrivati a quel tracollo generale?
Semplice.
Alla crisi si sono aggiunti gli scioperi ad oltranza dei controllori di volo, autotrasportatori e via dicendo, contro il piano di austerità varato dal governo di Atene in accordo con l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale in cambio di un prestito da 110 miliardi di euro.
Gli scioperi hanno provocato seri danni soprattutto all'industria turistica, una delle più redditizie del Paese.
E ora?
Anche qui è semplice la deduzione; tutti a casa e ... sciopera adesso, ma questa volta contro te stesso, visto che non c’è più datori del lavoro.
Ma per piacere, precettateli e se non sbaglio per legge, lo sciopero, per il periodo estivo, non è permesso prima del 5 settembre, solo che …
Sotto il Governo di Reagan lo sciopero dei controllori del traffico aereo contro la deregolamentazione del trasporto aereo cessò a seguito del licenziamento in massa e sostituzione di tutto il personale che disattese l'equivalente americano della precettazione governativa, ma la legislazione negli USA prevede la sostituzione e il licenziamento degli scioperanti che siano stati precettati.
Qui da noi il mancato rispetto della precettazione è un reato di interruzione di pubblico servizio, ma non è "giusta causa" di licenziamento.
Allora non resta che usare il cervello o parte di quello che resta.
Non voglio offendere, per carità, ma un fatto del genere contribuirebbe a diminuire l’opinione turistica già miserrima che gli stranieri hanno di noi; a deframmentare a mo di spezzatino la Compagnia di navigazione che “l’incauta” gestione dell’inamovibile Franco Pecorini ha protratto in oltre 25 anni, e dulcis in fundo, la metodica tutta italiana di non riuscire mai ad andare d’accordo o creare qualche intesa che accontenti un pò tutti.
Belin, ma che gente siete (?), non è così che si risolvono quei problemi, o forse sotto sotto, che creare questa situazione serva a qualcuno per …, mah!

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