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martedì 5 luglio 2011

Crollo degli arrivi via traghetto per la Sardegna


Ahinoi era facilmente ipotizzabile per quasi tutti (Brambilla esclusa) che …

… per la Sardegna è già tempo di un primo bilancio e i dati relativi al sistema dei traghetti confermano i timori degli addetti ai lavori.
La discesa più marcata è quella di Olbia, -22%, dove si sono registrate 690 corse in meno rispetto all'anno prima.
Nel solo mese di maggio la flessione è salita al 30%, complice anche la cancellazione di diverse corse all'ultimo momento per navi troppo vuote.
Un vuoto che i 22mila biglietti venduti dalla Saremar non potranno colmare. "Siamo entrati in un vortice difficilmente ripercorribile a ritroso - è il giudizio del presidente dell'Autorità Portuale Paolo Piro -.
Ho purtroppo il timore che questa sarà una stagione buia per il turismo e, quindi, per l'intera economia isolana".
I cali vengono poi confermati anche dalle compagnie, che parlano di un -40% nel caso di Moby e flessioni variabili dal 35 al 60%, a seconda delle rotte, per Gnv.
E chissà se l'alternativa aereo potrà aiutare il difficile recupero.
Però per il ministro del turismo non c’è, o forse è meglio dire che “naturalmente” non c’era alcun problema dato che poco meno di un mese fa così narrava: “Anticipo di estate positivo per il turismo italiano: a giugno le mete del Sud e delle Isole hanno archiviato un aumento del 3,3% delle prenotazioni rispetto allo stesso periodo del 2010. Il dato è stato reso noto dal ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, che ha sottolineto come l’incremento sia assai più alto se confrontato con il +1% fatto segnare dalla media nazionale. A livello territoriale, ha spiegato il ministro, la Basilicata evidenzia la migliore performance su base annua (+25,5%), seguita da Molise (18,4%) e Calabria (+17,4%), che superano la media di occupazione camere dell’area ‘Sud ed Isole’. In leggero calo le prenotazioni in Sicilia (-2,2%) e Sardegna (-2,5%). Tuttavia, ha ricordato Brambilla, in termini di occupazione camere le isole maggiori restano ben al di sopra della media nazionale (rispettivamente 34,9 e 33,7% contro la media Italia del 28,8%)”.
Beh che dire sulle previsioni ministeriali?
In verità, a suo tempo, in merito a queste “felici” previsioni avevo già scritto qui, ma adesso credo che abbia colmato l’ennesimo vaso degli ennesimi assurdi dati o statistiche a cui c'ha inesorabilmente abituati, e non mi resta altro da pensare che probabilmente Renato Soru, l’ex governatore della Sardegna, avesse ragione da vendere sulle conoscenze visive e matematiche della ministra, che allora si confuse (si dice) tra i gradi della temperatura e la percentuale della disoccupazione italiana.
Vuoi vedere che ha fatto la stessa cosa con le presenze turistiche o le previsioni sulle prenotazioni?

lunedì 2 maggio 2011

Vuoi andare in Sardegna col traghetto? Si rema r

Forse un po’ tardiva e con due “soli” traghetti, ma è cosa buona e giusta.
Ed è veramente cosa buona e giusta che al presidente della Sardegna, al fin fine gli siano girate per benino a causa delle ultime notizie che danno le prenotazioni per la Sardegna in calo del 30%, e abbia deciso di diventare armatore per garantire prezzi concorrenziali: “La flotta sarda è un atto di legittima difesa da parte della Regione per porre rimedio a una situazione diventata inaccettabile e insostenibile”.
E' così che il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci all'indomani della decisione di noleggiare alcuni navi, attraverso la controllata Saremar, potrà garantire già da questa estate dei collegamenti marittimi con l'Isola a prezzi concorrenziali.
Aggiungendo poi che è stato necessario intervenire perché, a suo dire, sono state violate le regole del libero del mercato.
Infatti per statuto la Saremar, società di navigazione di proprietà della Regione, può curare i collegamenti con il continente, che potranno essere assicurati a prezzi analoghi a quelli praticati dalle compagnie di navigazione negli anni precedenti.
Le navi opereranno nel periodo compreso tra il 15 giugno e il 15 settembre, mentre le tratte coperte saranno Olbia-Golfo Aranci con un porto dell'Italia centromeridionale, Civitavecchia o Napoli, e Olbia-Golfo Aranci (o Porto Torres) con un porto dell'Italia settentrionale, probabilmente Genova o Savona.
La Saremar (Sardegna Regionale Marittima) è una società di navigazione che opera con una flotta di sette traghetti per collegare in regime di continuità territoriale le isole minori della Sardegna, come La Maddalena e l'isola di San Pietro, compreso il collegamento tra Santa Teresa di Gallura con Bonifacio in Corsica. È nata il 27 marzo 1987 a Cagliari. Il 3 novembre 2009 il ministro dei trasporti Altero Matteoli assieme al presidente della Regione Sardegna hanno firmato l'accordo per il passaggio della società di navigazione dallo Stato controllata tramite Tirrenia direttamente alla regione Sardegna, che manterrà la maggioranza dell'azionariato, il restante andrà a privati tramite un prossimo bando di gara.
Dopodiché l'associazione degli armatori privati ha capito che tira aria brutta per i suoi iscritti e così, ieri l’altro, con un comunicato ha invitato le parti a «un nuovo confronto trasparente e costruttivo per venire incontro alle esigenze dei passeggeri».
Lodevole iniziativa, per carità, ma potrebbe essere fuori tempo massimo, poiché la Saremar ha già risposto: «Siamo pronti al varo», mentre Cappellacci ha aggiunto: «Abbiamo cercato il dialogo con chi ci ha aggredito, gli armatori, ma è stato inutile».
Il problema è che adesso la Saremar non venga gestita come la “vecchia madre”, la Tirrenia, col risultato che siano ancora una volta i cittadini italiani a rimetterci la differenza.
Differenza tra quella che può essere definita una  buona gestione e quelle che ahimè immagino, nonchè molto frequenti in Italia.
E nella speranza che questa venga destinata a dei veri professionisti non partitocratici e ne tantomeno … vabbè avete capito, l’augurio migliore è che sia fatta la scelta più vantaggiosa per i controllori di un buon catering, degli insegnanti o conduttori della qualità alberghiera e possibilmente con l’appoggio di chi se ne capisce del dare e dell’avere.
Credo inoltre che si voglia dividere le due gestioni (7 traghetti + i 2 nuovi) risultando inammissibile per una buona gestione, poiché nel caso sarebbero necessari dei nuovi idirigenti.
Ettepareva.
Già nel maggio del 2010, all’atto della privatizzazione della compagnia Saremar da Tirrenia alla Regione Sardegna, con la delibera 19/13, la giunta ha revocato il precedente consiglio di amministrazione e, mantenendo invariato il numero di membri, ha nominato il nuovo (cinque), «che rimarrà in carica fino al termine della privatizzazione»: amministratore delegato Salvatore Scarpati, consiglieri Roberto Neroni, Emanuele Cera, Enzo Mè ed Enrico Mulas, che per un’azienda di 200 dipendenti sono veramente un po’ troppi.
Tre sarebbero bastati e probabilmente anche avanzati.
I costi?
Al presidente del consiglio di amministrazione un compenso annuale e onnicomprensivo pari al 35% della retribuzione complessiva spettante a un direttore generale dell’amministrazione regionale con venti anni di anzianità. Agli altri componenti spetta un compenso annuale e onnicomprensivo pari al 30% della indennità spettante al presidente.
Alè, ci risiamo!
E se penso che “qualcuno” da solo (+ due Operation Manager) ne gestiva (e dicono anche bene) ben quattordici navi (5stars + la “L” di lusso) … auguri e buon viaggio!
 P.S.: E chissà se alla fin fine di tutto quest'ambaradan non avvenga una "certa"conferma , anche da parte di una gestione un po' così così della Siremar, che i "rinacari" siano cosa buona e giusta per il "peso" del costo del carburante e dell'incremento di quelli portuali (a Porto Torres sono aumentati del 91% ed a Olbia del 225%).
Penso male?
A pensar male si fa peccato ma ... eccetera eccetera, e alla fin fine che ci rimette ... indovina chi è?

lunedì 16 agosto 2010

Franco Pecorini e la Tirrenia

Nominato, in seguito, Gentiluomo di Sua Santità da Papa Wojtyla, Franco Pecorini, il più longevo (c'è stato ben 26 anni) e intoccabile dei boiardi dello Stato, ha portato “a fondo” la Tirrenia.
Ha resistito a ben 18 Governi; da Bettino Craxi, mentre a capo dell’Iri in quei tempi c’era Romano Prodi, fino ai giorni nostri.
Un poltrona blindata.
Un’agonia di oltre 25 anni che ci è costata 3 miliardi di euro, e non è ancora finita.
Infatti nel bando di privatizzazione lo Stato ha già assicurato una dote di salvataggio di 1,24 miliardi fino al 2022 a vantaggio del futuro compratore.
La Compagnia di navigazione fino a poco tempo fa, disponeva di due equipaggi completi per ogni nave, e ogni giorno di lavoro dava diritto a un giorno di riposo (oggi si è passati a 60 giorni a bordo e 30 a casa).
E malgrado la riduzione del personale negli ultimi dieci anni di 2.587 unità, ovvero il 62,5% del totale, dove un marinaio della Caremar costa ancora il 66% in più di quelli imbarcati sulle navi dei privati.
Un disastro, uno sconquasso e una rovina di logistica lavorativa che neanche volendo si poteva attuare.
I fattori che hanno portato a questa pazzesca e pessima situazione, non sto qui a dirli ma potete ben immaginare il come sia andata.
Forse qualche gestione “ballerina”, forse i sindacati che … e qualche “favore” di troppo.
Nelle casse della Tirrenia sono attualmente depositati 18.506 euro; avete letto bene, diciottomilacinquecentosei euro, ma i debiti ammontano a 646,6 milioni di euro; anche in questo caso avete letto giusto (seicentoquarantaseimilioni e rotti euro).
Alcuni casi di mala gestione:
Negli anni ’90 la Tirrenia ordina ai Cantieri Rodriguez gli agili Guizzo e Scatto, due missili capaci di portare 120 auto e 450 passeggeri volando sulle onde a 40 nodi (70 km orari). Peccato che una volta pagati e in acqua, queste spider del trasporto marittimo evidenziassero un problema forse non tanto marginale: non erano in grado di viaggiare con il mare mosso.
Rottamate.
Cinque anni dopo vengono ordinati a Fincantieri Aries, Scorpio, Taurus e Capricorn delle navi costate 110 miliardi di lirette l’una con turbine derivate dai caccia militari per ridurre da 15 a 5 ore il tempo di traversata tra Genova e Golfo Aranci.
Splendide ma con un problema: consumavano 290 kg. Di gasolio al minuto contro i 41 degli altri traghetti del gruppo.
Morale che le quattro ammiraglie sono state pre pensionate come carrette dei mari.
Quattro marinai provvedono saltuariamente ad accendere i motori così da oliare gli ingranaggi e guadagnarsi lo stipendio.
Solo che pagano i contribuenti.
Due dati:
Tirrenia ha in portafoglio 44 unità navali, di cui 12 unità veloci e 32 traghetti. L’età media delle imbarcazioni è di 25 anni per i traghetti, mentre i dipendenti sono 2.200.
Nel 2009 la società Tirrenia ha segnato ricavi per 231 milioni ma ha messo a bilancio un valore di flotta pari a 885 milioni.
Sul bilancio di Tittenia pesano ipoteche sulle navi di 245 milioni di euro. I debiti totali ammontano a 920 milioni di cui 311 a breve termine nei confronti del sistema bancario.
Per ogni biglietto emesso dalla società armatrice il contributo pubblico ammonta a 22 euro. Considerando che ogni anno vengono emessi 10,5 milioni di biglietti.
Ce né abbastanza per il tribunale di Roma per dichiarare l’insolvenza della Tirrenia.
Forse era meglio arrivarci prima, come detto qualche decennio fa, ma vabbè siamo in Italia e queste cose… eccetera eccetera.
Comunque detto o non detto, si apre così per la società l’amministrazione straordinaria come prevede la legge Marzano.
Toccherà adesso al commissario straordinario Giancarlo D’Andrea, tentare la strada della privatizzazione, anche attraverso la cessione di singoli asset aziendali.
Uno spezzatino che i sindacati contestano (ettepareva), e infatti la Uiltrasporti ha già proclamato uno sciopero il 30 e il 31 agosto (ettepareva), proprio nei giorni di rientro dei vacanzieri dalle isole.
Ma guarda un po’ che combinazione.
Da quando la società è stata messa in amministrazione straordinaria, sul sito della compagnia c’è una comunicazione che assicura che “saranno effettuati con regolarità i collegamenti programmati”, salvo “imprevedibili eventi di natura tecnica”.
Chissà se lo sciopero è di natura tecnica …e chissà quanto daranno al Franco Pecorini di liquidazione e magari anche qualche “bonus budget o di produzione”, sempre che non glielo abbiano già dato.
Ah, se poi volete sapere della professionalità a bordo … scrivetemi pure, qualcosa da dirvi ce l’ho.

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