Nominato, in seguito, Gentiluomo di Sua Santità da Papa Wojtyla, Franco Pecorini, il più longevo (c'è stato ben 26 anni) e intoccabile dei boiardi dello Stato, ha portato “a fondo” la Tirrenia.
Ha resistito a ben 18 Governi; da Bettino Craxi, mentre a capo dell’Iri in quei tempi c’era Romano Prodi, fino ai giorni nostri.
Un poltrona blindata.
Un’agonia di oltre 25 anni che ci è costata 3 miliardi di euro, e non è ancora finita.
Infatti nel bando di privatizzazione lo Stato ha già assicurato una dote di salvataggio di 1,24 miliardi fino al 2022 a vantaggio del futuro compratore.
La Compagnia di navigazione fino a poco tempo fa, disponeva di due equipaggi completi per ogni nave, e ogni giorno di lavoro dava diritto a un giorno di riposo (oggi si è passati a 60 giorni a bordo e 30 a casa).
E malgrado la riduzione del personale negli ultimi dieci anni di 2.587 unità, ovvero il 62,5% del totale, dove un marinaio della Caremar costa ancora il 66% in più di quelli imbarcati sulle navi dei privati.
Un disastro, uno sconquasso e una rovina di logistica lavorativa che neanche volendo si poteva attuare.
I fattori che hanno portato a questa pazzesca e pessima situazione, non sto qui a dirli ma potete ben immaginare il come sia andata.
Forse qualche gestione “ballerina”, forse i sindacati che … e qualche “favore” di troppo.
Nelle casse della Tirrenia sono attualmente depositati 18.506 euro; avete letto bene, diciottomilacinquecentosei euro, ma i debiti ammontano a 646,6 milioni di euro; anche in questo caso avete letto giusto (seicentoquarantaseimilioni e rotti euro).
Alcuni casi di mala gestione:
Negli anni ’90 la Tirrenia ordina ai Cantieri Rodriguez gli agili Guizzo e Scatto, due missili capaci di portare 120 auto e 450 passeggeri volando sulle onde a 40 nodi (70 km orari). Peccato che una volta pagati e in acqua, queste spider del trasporto marittimo evidenziassero un problema forse non tanto marginale: non erano in grado di viaggiare con il mare mosso.
Rottamate.
Cinque anni dopo vengono ordinati a Fincantieri Aries, Scorpio, Taurus e Capricorn delle navi costate 110 miliardi di lirette l’una con turbine derivate dai caccia militari per ridurre da 15 a 5 ore il tempo di traversata tra Genova e Golfo Aranci.
Splendide ma con un problema: consumavano 290 kg. Di gasolio al minuto contro i 41 degli altri traghetti del gruppo.
Morale che le quattro ammiraglie sono state pre pensionate come carrette dei mari.
Quattro marinai provvedono saltuariamente ad accendere i motori così da oliare gli ingranaggi e guadagnarsi lo stipendio.
Solo che pagano i contribuenti.
Due dati:
Tirrenia ha in portafoglio 44 unità navali, di cui 12 unità veloci e 32 traghetti. L’età media delle imbarcazioni è di 25 anni per i traghetti, mentre i dipendenti sono 2.200.
Nel 2009 la società Tirrenia ha segnato ricavi per 231 milioni ma ha messo a bilancio un valore di flotta pari a 885 milioni.
Sul bilancio di Tittenia pesano ipoteche sulle navi di 245 milioni di euro. I debiti totali ammontano a 920 milioni di cui 311 a breve termine nei confronti del sistema bancario.
Per ogni biglietto emesso dalla società armatrice il contributo pubblico ammonta a 22 euro. Considerando che ogni anno vengono emessi 10,5 milioni di biglietti.
Ce né abbastanza per il tribunale di Roma per dichiarare l’insolvenza della Tirrenia.
Forse era meglio arrivarci prima, come detto qualche decennio fa, ma vabbè siamo in Italia e queste cose… eccetera eccetera.
Comunque detto o non detto, si apre così per la società l’amministrazione straordinaria come prevede la legge Marzano.
Toccherà adesso al commissario straordinario Giancarlo D’Andrea, tentare la strada della privatizzazione, anche attraverso la cessione di singoli asset aziendali.
Uno spezzatino che i sindacati contestano (ettepareva), e infatti la Uiltrasporti ha già proclamato uno sciopero il 30 e il 31 agosto (ettepareva), proprio nei giorni di rientro dei vacanzieri dalle isole.
Ma guarda un po’ che combinazione.
Da quando la società è stata messa in amministrazione straordinaria, sul sito della compagnia c’è una comunicazione che assicura che “saranno effettuati con regolarità i collegamenti programmati”, salvo “imprevedibili eventi di natura tecnica”.
Chissà se lo sciopero è di natura tecnica …e chissà quanto daranno al Franco Pecorini di liquidazione e magari anche qualche “bonus budget o di produzione”, sempre che non glielo abbiano già dato.
Ah, se poi volete sapere della professionalità a bordo … scrivetemi pure, qualcosa da dirvi ce l’ho.
@Luciano
RispondiEliminaVatti a vedere cosa scrivono di lui su Confcommercio.
http://www.confcommercio.it/home/SITO-ISTIT/Chi-siamo/Curriculum-Pecorini.doc_cvt.htm
Anticipazione:
Nato a Gavorrano il 15 maggio 1941.
Cavaliere del Lavoro dal 1° giugno 2001.
Nominato nel 2003 Gentiluomo di Sua Santità.
Vice Presidente di Confcommercio da aprile 2004.
Dal 1984 è Amministratore Delegato della Tirrenia di Navigazione S.p.A.. La sua nomina viene a cadere in un momento di grande crisi dell’azienda. In una situazione estremamente difficile avvia il risanamento dell’impresa attraverso l’ammodernamento della flotta, il rinnovamento delle politiche commerciali e la riduzione drastica dei costi di gestione. Con questi interventi la Tirrenia è diventata uno dei maggiori complessi armatoriali europei nel settore del cabotaggio marittimo.
Io senza parole, altri senza vergogna.
RispondiEliminaA tutti e due manca qualcosa.
;-)
Il risiko marinaro non fa perdere la calma a Franco pecorini,a.d. di Tirrenia Navigazione.In palio c'e' il controllo di una societa' che nel 2007 ha fatturato oltre 372 mln di euro con un utile di 15,3 mln (292 mln. di ricavi con 14 mln. di utile per la sola capogruppo),ma con 46 mln. di aiuti pubblici alla capogruppo e 135 mln. alle societa' regionali.
RispondiEliminaDa lupo di mare
Questo articolo che ti propongo non credo sia di politica ma quello che molte volte intendiamo nel settore che più ci sta a cuore, il turismo.
RispondiEliminaInfatti spesso abbiamo parlato di .....:
----Non passa giorno che in Italia non si debba fare i conti con la stupida arroganza “dei potenti” e con il vergognoso servilismo “dei sudditi”. Gli esempi sono migliaia, alla faccia di chi crede di vivere in “una democrazia matura” dove tutti i cittadini hanno stessi diritti e stessi doveri… Balle! Viviamo nel bel mezzo di Animal Farm (di George Orwell) dove tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri…
Volete un esempio fresco fresco di giornata? Ce lo fornisce il Corriere della Sera.it con un articoletto (a firma Andrea Garibaldi) apparentemente innocuo ma che – in realtà – fa ben capire in che cazzo di Paese viviamo.
Il fatto: Fini è in vacanza ad Ansedonia e giocando in casa con i figli sbatte con il piede contro un mobile. Una semplice botta, nulla più. Il dolore permane e allora lo stoico presidente della Camera decide di andare al Pronto soccorso dell’Ospedale di Orbetello.
E qui comincia lo schifo! A tutti noi – poveri comuni mortali – sarebbe stato assegnato un “codice verde” e ci saremmo rassegnati ad una sala d’attesa di alcune ore… Invece la direttrice sanitaria dell’Ospedale di Orbetello Alessandra Barattelli – con un eccesso di servilismo che arriva a configurare pure un abuso nei doveri d’ufficio – fa saltare la coda a Fini che così può immediatamente usufruire di esami di controllo e cure sanitarie e ritornarsene a casa in breve tempo.
Domanda: perché questo trattamento privilegiato? E perché Fini lo ha accettato? Il presidente della Camera era forse impegnato in “attività istituzionali”? No.----
@Francesco
RispondiEliminaLa descrizione che da Confcommercio è esemplare, e conferma (esempio) tutte le nostre supposizioni.
Se non erro questa descrizione del Gentiluomo dovrebbe essere datata 2005/6, e vale a dire quando già si sapeva come andavano le cose.
:-(
@Vincenzo
Beh, se questo articolo non è politica...la politica allora cos'è?
Comunque hai pienamente reso l'idea.
:-D
@Luciano
RispondiEliminaDove sei finito che non rispondi più all'e-mail e al telefono?
Ho necessità della tua risposta (veloce) per il .........Canada.
Impazientemente
:-D
questi personaggi dovrebbero fare la file per cercare un lavoro al call center, altro che cavaliere del lavoro
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