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lunedì 29 settembre 2014

Turismo: Regione Lazio and that's all folks

E' un po' come quando un non vedente chiede un'informazione a uno che è sordo … beh; la risposta te la puoi ben immaginare in che tempi poi avverrà.

Risposta che però non tarda ad arrivare dalla Regione Lazio dove, se dapprima avevano deciso di semplificare la vita delle imprese ricettive del territorio, rispondendo alle esigenze degli operatori del settore che da tempo chiedevano la modifica di una legge anacronistica, con un meccanismo obsoleto che appesantiva la loro attività, ecco che di botto, nella totale cecità e sordità (imho), c'aggiungono delle clausole da far paura.

Infatti lo scorso novembre 2013 con l’approvazione in Consiglio regionale delle modifiche alla legge sul turismo, le aziende laziali del settore alberghiero, le strutture extra alberghiere e ‘all’aperto’ potevano finalmente aprire un’attività subito dopo aver presentato una sola dichiarazione allo Sportello unico dei Comuni, senza aspettare il nulla osta della Provincia.

Allo stesso tempo, così, avevano tolto il pesante e inutile obbligo per gli albergatori di denunciare all’amministrazione provinciale i prezzi minimi e massimi per l’anno successivo facendo solo esporre in modo ben visibile all’interno delle proprie strutture e sui propri siti internet i prezzi praticati.
E fin qui non ci piove.

Ma mi si vuole dire che cavolo di semplificazione è permettere ai cinque stelle di commercializzare il 40% delle camere come quattro stelle, ampliando il range di attività, con più spazio all'attività congressuale, come dichiarato da Giovanni Bastianelli, il DG dell'Agenzia regionale del Turismo del Lazio, da Stefano Fiori, presidente della Sezione Industria del Turismo e del tempo libero di Unindustria e dal Governatore del Lazio Nicola Zingaretti ?? ... la Legge è qui.

Ma hanno idea questi signori il che cosa sia il settore alberghiero (non è un treno, nave o aereo con scomparti ben distinti tra una classe e l'altra), ma soprattutto sanno che il cliente non ama pagare un prezzo per la medesima locazione quando altri, magari addirittura dirimpettai sullo stesso pianerottolo, quel prezzo lo pagano molto di meno?
Oppure che cosa faranno (?) … avviseranno i clienti 4* che più di una marmellatina (si fa per dire, neh) non posso mangiare durante il breakfast mentre quelli a 5* se ne ingozzeranno a gran sazietà ?
Senza contare quella miriade di discrepanze che si creeranno a lungo andare … e i 4* che cosa diranno?

E Federalberghi Roma e Lazio, da come si legge sul fondo su Il Sole24Ore, esprimono piena soddisfazione per il nuovo Regolamento regionale di disciplina delle attività ricettive alberghiere approvato dalla Giunta regionale.

E poi ci chiediamo il perché il settore alberghiero in Italia va male??

P. S.: E nemmeno si può pensare che la “genialata” sia stata partorita per evitare che le associazioni delle industrie farmaceutiche potessero finalmente andare negli alberghi di lusso, considerato che l'antitrust ha già da tempo sentenziato in merito, ossia che non si possono vietare (ved. qui).



... e già che ci siamo perché non commercializzare un bel 20% della capienza anche alla possibilità di un 3*?? ... e poi ai 2* e pure locanda va.
... e hanno una seppur minima idea del bailamme che creeranno con sta trovata in merito alle varie tassazioni di soggiorno e compagnia bella?... e se pagheranno il balzello tutti come un 5*, perché non aggiungerlo alla Legge?

... e in caso di prenotazioni per congressistica (quindi molta gente tutta insieme) come faranno a sostenere chi è quel cliente che rientra nel 40% e quello no?
Mah!!






lunedì 2 agosto 2010

All’anno prossimo, Zappalà

Non ci credo, ma se così fosse, mi accontenterei che l’assessore al turismo Francesco Zappalà mantenesse, in un anno, il solo 20% delle innovazioni che vuole portare alla Regione Lazio.
Diciamo fino al 1° agosto del 2011.
Non è poco il 20% e non sarà facile, ma quello che conta è il primo periodo che notoriamente dev’essere affrontato a velocità doppia.
In verità, da quando pochi mesi fa è stato nominato dalla Polverini, ho letto cose rilasciate da lui che forse è meglio non ridire.
Non amo spargere sale sulle "ferite" altrui o "infierire" (Brambilla a parte ?), e l’ultima intervista concessa dall’assessore alla Giulia Tossici mi trova “quasi” pienamente in accordo.
Non che la mia opinione sia importante, per carità, ma credo sia bene “controllare”, nell’ambito che uno conosce meglio, il lavoro di chi dovrebbe produrre benessere e non solo parole.
Comunque e infatti:
Quali saranno le linee-guida che l’Assessorato seguirà per il turismo nei prossimi mesi?
Mi sono reso conto subito che c’è bisogno di dati sui flussi turistici nella Regione: c’è qualcosa su presenze, arrivi e tasso di occupazione camere ma mancano dati precisi sulle aree di provenienza dei turisti. È un vuoto da colmare per avviare una seria politica che miri a portare nel Lazio turisti fuori-regione. Tra i segmenti da rilanciare c’è il turismo scolastico, per la terza età e il termale: abbiamo realtà come Fiuggi, Sutri e Viterbo da far ripartire. Così l’offerta del Terminillo o i 362 km di spiagge sul litorale laziale, con alcune Bandiere Blu. E ancora un serie di realtà di eccellenza certificate “Bandiere Arancioni”. Tutto questo deve essere promosso: dopo l’Omaggio a Roma di Zeffirelli, abbiamo investito 200.000 euro per un altro filmato, stavolta sul Lazio, a cura di Folco Quilici. Sono materiali promozionali che verranno diffusi in tutto il mondo tramite le ambasciate d’Italia, gli istituti di cultura, il web e sui canali televisivi dei mercati turistici emergenti o ancora nei circuiti crocieristici e sulle principali rotte aeree internazionali.
E’ recente l’annuncio della prossima chiusura delle APT, in forza della legge quadro n°13/2007 di riassetto del settore. Prevarrà la linea della continuità?
L’approvazione della legge 13 stato un fatto molto importante. Dopo tre anni è fisiologica una sua revisione: l’impostazione resterà ma la parte applicativa andrà rivista. E’ da conservare l’idea del trasferimento di competenze dalle APT alle province, migliorandole e definendole meglio. Così anche per il varo di un piano triennale del turismo, che la legge prevede ma non è mai stato fatto. Cosa modificheremo? Parecchio: la classificazione delle strutture ricettive, alberghiere e non, l’impostazione dei rapporti con le associazioni di categoria e con quelle prive di valenza istituzionale. E l’esternalizzazione dei servizi, in cui credo molto se fatta bene: molte cose nell’ATL, ad esempio, andranno ripensate profondamente. E poi: basta coi finanziamenti a pioggia dalla Regione perché sono gli enti territoriali che conoscono più da vicino le situazioni specifiche.
La semplificazione burocratica è un vostro obiettivo strategico?
Senza dubbio lo è. Vorrei introdurre anche nel Lazio il principio del silenzio/assenso per semplificare i rapporti tra Pubbliche Amministrazione e imprese, che hanno diritto a risposte immediate. Basta trasferire a livello regionale una normativa nazionale che esiste, anche se è un po’ vaga: se entro trenta giorni dalla richiesta di un’autorizzazione non si riceve una risposta dalla PA competente, significa che è stata concessa. C’è poi la classificazione delle strutture ricettive da rivedere interamente, puntando all’omogeneità: dalle APT diverrà materia di competenza delle province, ma i principi verranno stabiliti dalla Regione e saranno uguali per tutti. Poi alle attribuzioni penseranno gli enti territoriali.
State mettendo in campo molte misure per lo sviluppo del litorale del Lazio. Come volete impostare il discorso?
Noi punteremo al rilancio del Litorale. Ci sarà la Banca Dati sulle Spiagge, per monitorare strettamente gli eventuali abusi e è al via il progetto “Estate Sicura 2010” con baywatchers a garanzia dei turisti. In cima alla lista, però, ci sono anche la classificazione di qualità e la lotta contro il depauperamento dei nostri lidi: fino a oggi sono stati fatti solo provvedimenti-tampone, con la semplice aggiunta di sabbia. Invece bisogna studiare approfonditamente il problema, con il supporto di esperti internazionali, per pensare a interventi più efficaci. C’è poi il tema del demanio statale che sta passando agli enti territoriali: come Regione abbiamo già dato le deleghe. Sulle concessioni però bisogna che sia fatta chiarezza e un riordino di tutto il sistema perché il mare è una risorsa importantissima per il Lazio.

E’ noto però, che nei nuovi insediamenti e per qualsiasi settore, chi ci si trova, si metta subito a informarsi delle “pecche”, e che quindi poi segua una definizione del da farsi, come nel caso di questa intervista.
Il problema sta che subito dopo non cambia nulla, e niente negli anni a venire; i preposti pensano solo ad arrangiare qualche “amico” o parente di qui e di là; a parlar male delle altre gestioni e qualcos’altro che non sto qui a dire …. eccetera eccetera.
Come detto, mi ci trovo “quasi” in accordo ed è facile evincere che l’inesperienza del Zappalà nel turismo, l’abbia portato a dare delle disamine non certo pertinenti con la logica professionale dell’assessorato.
Una tra queste è la classificazione alberghiera che secondo lui andrebbe rivista (ma come?) … ma questa è un’altra storia, e soprattutto ci vuole troppo tempo per spiegarla.
Concludo augurandomi del raggiungimento di quel 20% del dichiarato dal Zappalà, altrimenti avrò molto altro da scrivere. Sempre per dare una mano, per carità.

P.S.: Personalmente non ritengo che in Italia ci sia qualcuno che possa gestire una scuola di alta formazione sul turismo sullo stile dell’EHL di Losanna, tanto per fare un nome, e se proprio la si vuole, mi farebbe piacere sapere il nome di chi la dirigerà, nonché quello dei futuri docenti.
E che non abbiano tutti lo stesso cognome, o di quelli che … per piacere!

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