giovedì 10 settembre 2009

Puffff

Molte persone non più tanto giovani si esprimono sempre per aforismi e questo in gioventù mi dava sui nervi.
Aforismi e proverbi.
Adesso che sempre più mi avvicino a quelle età, queste massime mi tornano alla mente con crescente insistenza.
Da questi ho udito spesso, forse per consolare gli interlocutori o loro stessi; meglio una bella sconfitta che una brutta vittoria, e mi sa che avevano ragione.
Non più di due mesi fa, in occasione della dichiarazione della Brambilla sulle presenze turistiche nazionali (+7.8%) e chiaramente destinate a "sgonfiarsi", ricordo d’aver apostrofato quella “sparata” con le stesse parole.
Ieri l’altro, a fronte invece di un calo del 7%, ecco apparire una denuncia che confermava il precedente adagio, da parte di Federturismo Confindustria, che così descriveva: "A fine estate si dimostra che gli annunci trionfalistici di infondate previsioni ottimistiche non sono stati sufficienti per sconfiggere la crisi strutturale del turismo, resa drammatica e destinata a non registrare miglioramenti in assenza di un piano di sviluppo strategico e organico.
Dalla crisi del settore non si esce con annunci ed operazioni di facciata, ma con interventi di politica economica e industriale seri, incisivi e soprattutto coordinati con gli altri sistemi produttivi del Paese".
Quindi quella della Brambilla si è dimostrata una vittoria di Pirro, ma pensandoci bene, ce né sia per “l’asino che per il bue”, parafrasando gli “anziani”.
In primis la Brambilla non doveva elencare quelle “ottimistiche strane statistiche” con il probabile solo scopo d’incentivare la popolazione ad effettuare le proprie vacanze, perchè se non ci sono gli sghei, danè, palanche o scec, è inutile che stai a stimolare.
Ancor peggio se l’intento era quello d’avere un momento di gloria.
Dopodiché Confindustria sarebbe dovuta intervenire un po’ prima e non a frittata fatta, poiché siamo tutti bravi a leggere i dati e ad emettere sentenze.
Possibile che in mezzo a tutti questi "autoeletti Guru" del turismo nostrano non ci sia stato uno solo che abbia immaginato che quelle statistiche erano probabilmente prive di fondamento e che sarebbero state presto smentite dai fatti; ma forse in Italia usa così.
Dulcis in fundo, come possiamo avere fiducia delle istituzioni governative che raccontano “balle” o del settore associativo aziendale che prontamente non le rileva?
Non era meglio intervenire prima e correggere, previo consiglio, eventuali errori, o forse era appunto quello che ci si aspettava?
Resta lo sconforto che in entrambi i casi chi ci rimette sono sempre gli stessi, e vale a dire noi, a cui presto, probabilmente, si uniranno alcune teste che pagheranno gli errori di altri ma a loro sottostanti.
Una brutta sconfitta e l’ennesima italiana.

5 commenti:

  1. In verità, se ben ricordi, D.J. Winteler scrisse una letterina aperta a metà luglio.
    Ma il tono generale era un tantino diverso da quello della nota di due giorni fa... :-D

    RispondiElimina
  2. In verità era molto diversa, anche se si presuppone che in quegli ambiti bisogna mantenersi sempre in P.R.
    Purtroppo i risultati cancellano sempre le pubbliche relazioni; ma questo avrebbero dovuto saperlo, sia gli uni che gli altri.

    RispondiElimina
  3. Strano che Federalberghi stia zitto o forse non è troppo strano.

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina

Visualizzazioni totali